Dallo scorso 21 marzo è disponibile in tutto il mondo BLEACH Rebirth of Souls, l’attesissimo arena fighter basato sul manga di Tite Kubo, considerato uno dei maggiori shonen degli anni duemila, che di recente è tornato alla ribalta grazie alla nuova trasposizione animata dell’arco narrativo “Thousand-Year Blood War”.
BLEACH ci racconta delle vicende di Ichigo Kurosaki, un “nomale” studente che ha la strana abilità di vedere gli spiriti dei defunti. Un giorno verrà approcciata da un cosiddetto shinigami, Rukia Kuchiki, e a causa di una serie di eventi finirà per diventare egli stesso uno dei più potenti dei della morte. Come ogni battle shonen che si rispetti, l’opera di Tite Kubo ci mostra il cammino di Kurosaki, da apprendista shinigami nella sua città natale, al suo percorso di crescita che partirà dall’invasione della Soul Society a quella del ben più temibile Hueco Mundo popolato dagli Hollow, le creature a cui gli shinigami danno la caccia.
Probabilmente se siete interessati a BLEACH Rebirth of Souls già conoscerete a menadito le vicende del manga e della serie animata, e siete qui per sapere se questa ultima incarnazione videoludica rende loro giustizia. Proseguite nella lettura di questa recensione per scoprirlo.
- Titolo: BLEACH Rebirth of Souls
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC (Steam)
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Fighting Game, Anime Fighter
- Giocatori: 1-2
- Publisher: BANDAI NAMCO Entertainment
- Sviluppatore: Tamsoft
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese o Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 21 marzo 2025
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: personaggi e costumi aggiuntivi, cristalli dell’anima
- Note: disponibile un Season Pass che aggiungerà nuovi personaggi giocabili
Abbiamo recensito BLEACH Rebirth of Souls con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da BANDAI NAMCO Entertainment Europe.
Miageta yozora no hoshitachi no hikari
Tamsoft, team di sviluppo responsabile del (purtroppo) defunto franchise di SENRAN KAGURA, dello storico Battle Arena Toshinden e più di recente dello sportivo arcade Captain Tsubasa: Rise of New Champions, è stato incaricato dello sviluppo del più recente arena fighter tratto da uno dei battle shonen di maggior successo di sempre. Dopo il fallimentare esperimento su Jujutsu Kaisen che porta la firma di Byking, il prescelto di BANDAI NAMCO Entertainment per un nuovo progetto è stato BLEACH, sparito dai radar per molti anni ma recentemente tornato alla ribalta grazie alla nuova serie animata che copre finalmente l’ultimo arco narrativo del manga.
BLEACH Rebirth of Souls ci riporta fra le strade di Karakura per narrare l’inizio della storia di Ichigo attraverso un ottimo story mode, che copre gli eventi fino all’arco narrativo degli Arrancar. Con un roster di poco più di trenta personaggi, con i consueti DLC a pagamento in arrivo prossimamente, Rebirth of Souls si presenta in maniera decisamente più tecnica rispetto ai giochi visti in passato, pur non arrivando a definirsi nemmeno lontanamente un picchiaduro “tradizionale” e votato alla competizione.
Karenai de ichirin no hana
Il sistema di combattimento di BLEACH Rebirth of Souls sfrutta il principio della morra cinese: gli attacchi normali, rapido e forte (eseguibili con quadrato e triangolo su PlayStation) interrompono lo schianto (eseguibile con R1), la guardia (L1) è efficace contro gli attacchi normali, mentre lo schianto è in grado di rompere la guardia. Insieme alle tecniche speciali eseguibili mediante la pressione combinata di L2 e dei tasti azione, questi costituiscono i comandi base del gioco. Per vincere un incontro bisognerà azzerare i konpaku, ovvero le vite di ciascuno dei personaggi — che generalmente sono 9, ma in alcune situazioni possono variare. Per abbassare il conteggio dei konpaku dovremo attaccare fino a raggiungere un livello critico del reishi, o azzerarlo del tutto, per poi eseguire un attacco mediante il tasto R2 (tecnica reiatsu) e sprigionare la potenza della nostra zanpakuto o di altri strumenti a disposizione dei guerrieri del roster.
Una volta riempito l’apposito indicatore, inoltre, sarà possibile eseguire una trasformazione mediante la pressione dei due analogici, il cosiddetto Risveglio. Nel caso degli shinigami otterremo la forma Bankai, che varia in base alla natura della zanpakuto e può avere diversi effetti sul combattimento, nel caso degli Arrancar avremo la Resurrección, e così via. Generalmente, i personaggi potenziati possono riuscire a strappare via un maggior numero di vite all’avversario eseguendo un singolo reiatsu, portandosi così la vittori a casa in maniera più rapida. Tutto questo ci viene spiegato in maniera alquanto complicata dal tutorial, ma lo imparerete più facilmente facendo pratica nella modalità Storia e utilizzando quanti più personaggi possibili nella modalità Versus.
La Storia è la modalità più corposa di Rebirth of Souls e, come già detto, ci racconta la storia dal principio fino alla saga dello Hueco Mundo attraverso filmati realizzati con i modelli poligonali del gioco e una discreta regia, sostituiti in alcuni frangenti da illustrazioni animate dallo stile davvero accattivante che, il più delle volte, si occupano delle porzioni introspettive o degli eventi legati ai personaggi secondari. Avanzando, inoltre, sarà possibile seguire la storia dal punto di vista non solo di Ichigo, ma anche di altri personaggi coinvolti negli eventi e, seguendo determinate condizioni, è possibile sbloccare dei percosi segreti che ci porteranno a una sorta di what if. L’unico grosso problema per questa modalità è per l’appunto la presenza di nemici giganti, contro cui gli scontri risulteranno raffazzonati e frustranti, decisamente un altro mondo rispetto ai combattimenti standard contro nemici delle normali proporzioni: un vero peccato, perché le prime fasi della modalità sono composte quasi esclusivamente da combattimenti del genere, che potrebbero scoraggiare i giocatori a proseguire.
Le altre modalità a nostra disposizione includono le classiche Versus, Allenamento e Tutorial, nonché una trascurabile modalità Missioni — che ci permetterà principalmente di ottenere talismani e cristalli dell’anima da equipaggiare ai personaggi — nonché il Negozio dove acquistare elementi per la scheda giocatore e, ovviamente, DLC a pagamento, nonché la Galleria audiovisiva che include un utilissimo glossario per imparare o ripassare i termini specifici dell’anime (molto utile se, come me, non leggete il manga di Kubo da più di vent’anni).
Decisamente da dimenticare la modalità online: oltre a non sfruttare l’ormai collaudato rollback netcode, al momento in cui scrivo non offre niente più se non un matchmaking casuale o la possibilità di creare stanze, ma entrambi con onnipresenti problemi di connessione. Non essendo volto al competitivo, inoltre, non sono presenti match classificati, ma non è da escludere che l’opzione non venga implementata in futuro.
Almost another day
Dal punto di vista estetico, BLEACH Rebirth of Souls colpisce il giocatore in maniera davvero positiva. I modelli poligonali dei personaggi e le animazioni sono davvero ben realizzati, per non parlare poi dell’interfaccia grafica dei menu e dell’HUD che oserei definire incredibile, probabilmente uno degli aspetti più belli del gioco assieme alla colonna sonora in linea con l’anime e all’annunciatore durante i combattimenti capace di fomentare ulteriormente l’azione.
Tuttavia, il comparto tecnico del gioco non è esente da difetti: nei momenti più concitati si riscontrano pesanti cali di frame rate, e le ombre dei personaggi sui fondali, specie durante i filmati, sono davvero pessime da vedere e in bassissima risoluzione. Tra i difetti maggiori, l’impossibilità di ingrandire i sottotitoli presenti nei filmati ma soprattutto durante i combattimenti: non è assolutamente possibile leggere ciò che dicono i personaggi durante gli scontri della modalità principale, data la posizione e le dimensioni dei testi.
Libera la tua spada: scegli il tuo personaggio preferito e scatena le capacità uniche della sua arma! Sfrutta le abilità speciali di ogni combattente, prendi le redini dello scontro e trova l’occasione giusta per sconfiggere i tuoi avversari. In BLEACH Rebirth of Souls anche un singolo attacco può decretare il destino del tuo avversario. Ribalta drasticamente le sorti di qualsiasi scontro con un unico fendente! Sovverti il destino e scopri il tuo potere: Più la situazione è disperata, più la tua potenza cresce. Stravolgi il corso della battaglia sbloccando nuove trasformazioni e nuove armi nel bel mezzo di un combattimento per strappare la vittoria dalle fauci della sconfitta!
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A chi consigliamo BLEACH Rebirth of Souls?
L’ultimo prodotto confezionato da Tamsoft farà la gioia degli appassionati di BLEACH che da tempo attendevano un nuovo gioco, ma anche di tutti i fan degli anime fighter, che si ritroveranno tra le mani uno degli esponenti più interessanti fra i tie-in usciti negli ultimi anni. Lo story mode permette anche a chi non conosce bene la serie, o non ricorda gli eventi principali, di evitare centinaia episodi di un anime che, purtroppo, non è invecchiato benissimo.
- Lo story mode è la portata principale
- Roster variegato dal punto di vista del gameplay
- Non c’è Cristiano Ronaldo
- Stilisticamente e graficamente appagante…
- …Ma con fastidiosi problemi di frame rate
- Il tutorial può risultare di difficile comprensione
- Totalmente sbilanciato in favore di alcuni personaggi
- Modalità online totalmente da rivedere
BLEACH Rebirth of Souls
Un ritorno in grande stile per gli shinigami di Tite Kubo
BLEACH Rebirth of Souls è un titolo destinato quasi esclusivamente a chi ama alla follia l’opera di Tite Kubo, secondariamente anche a tutti coloro che avrebbero voluto recuperare l’anime originale per poter vedere la nuova e più recente serie ancora in corso. Il gioco di Tamsoft accorre in aiuto di questi ultimi presentando uno story mode di tutto rispetto che riassume splendidamente gli eventi più importanti tralasciando completamente i numerosi filler della controparte televisiva. In termini di meccaniche, il gioco è semplice da imparare, ma richiede un discreto impegno per essere padroneggiato. Non aspettatevi, tuttavia, un picchiaduro destinato al competitivo, soprattutto grazie a un bilanciamento che favorisce i personaggi storicamente più potenti a discapito di altri che appaiono nelle prime fasi di storia, ma soprattutto grazie a un comparto online estremamente trascurato che non aumenta la longevità oltre l’esperienza single player.