A poco meno di sette mesi di distanza dall’arrivo in tutto il mondo di LOST JUDGMENT abbiamo finalmente potuto mettere le mani sul primo, importante DLC di storia per un prodotto del Ryu Ga Gotoku Studio, ovvero The Kaito Files (I dossier di Kaito, in italiano), che come il nome stesso potrebbe suggerirvi ci metterà per la prima volta in assoluto nei panni dell’inseparabile (o quasi) partner di Takayuki Yagami. Torniamo così fra le amatissime strade di Kamurocho, il quartiere di Tokyo ispirato alla reale Kabukicho, Shinjuku, per seguire un caso che getterà luce sul passato dell’ex, fiero membro della famiglia Matsugane dell’ormai estinto Clan Tojo.
Abbiamo portato a termine la nostra avventura in poco più di sette ore, passate ad affrontare la trama principale del contenuto scaricabile ed esplorare le strade di Kamurocho alla ricerca di novità e, perché nasconderlo, a pestare qualche fastidioso teppista per accumulare punti esperienza. Ma è giunta l’ora di tirare le somme.
- Titolo: LOST JUDGMENT: The Kaito Files
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Azione, Avventura, Thriller investigativo
- Giocatori: 1
- Publisher: SEGA
- Sviluppatore: Ryū Ga Gotoku Studio
- Lingua: Italiano (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 28 marzo 2022
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: è un contenuto aggiuntivo di LOST JUDGMENT disponibile al prezzo di 29,99 €
- Note: nell’edizione italiana è stato rinominato “I dossier di Kaito”
Abbiamo recensito LOST JUDGMENT: The Kaito Files con un codice PlayStation 4 / PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da SEGA tramite Koch Media.
“Spalla” a chi?
LOST JUDGMENT: The Kaito Files inizia in seguito a una breve premessa: Yagami è lontano da Kamurocho per seguire un caso per conto dello studio legale Genda e per questo motivo è il buon vecchio Masaharu Kaito a dover gestire il business e procacciare qualche caso che possa consentirgli di sbarcare il lunario. A bussare alla porta dell’agenzia sarà un uomo apparentemente molto ricco ricco e potente, che offrirà una notevole cifra a Kaito affidandogli l’incarico di ritrovare sua moglie, scomparsa un paio di anni prima ma da poco avvistata fra le strade della città. Tuttavia, Kaito deciderà di rifiutare il lavoro quando verrà a conoscenza dell’identità di questa donna: si tratta di Mikiko, una vecchia fiamma di molti anni prima. Il motivo per il quale abbia rifiutato questo caso e tutti i personaggi coinvolti nella trama (e soprattutto la loro identità e ruolo all’interno delle vicende) voglio lasciarli scoprire a voi, perché la storia stessa è in qualche modo l’unico grande contenuto offerto da questa espansione.
Per nostra sfortuna, infatti, The Kaito Files è costituito unicamente da un unico caso della durata di quattro capitoli, senza presentare nuove substory, missioni secondarie o mini-game che non erano presenti nel gioco principale, né tantomeno una modalità “Premium Adventure” che ci consenta di scorrazzare per Kamurocho dopo la fine della storia, come invece accade nel gioco principale. Parlando in termini di scrittura, colpi di scena e svolgimento, la storia narrata nel DLC risulta avvincente e ripaga al meglio delle possibilità le nostre aspettative, scavando nel passato di un personaggio che nei due giochi della serie Judgment ha colpito particolarmente i giocatori, in qualche modo dandoci un’anticipazione di come sarebbe giocare a un eventuale terzo capitolo senza Yagami (ma non necessariamente nei panni di Kaito).
La Montagna di Kamurocho
La sensazione a pelle è quella di trovarsi davanti a un nuovo Yakuza dei tempi di Kiryu, sebbene caratterialmente Kaito si discosti parecchio dal Drago di Dojima. Grazie soprattutto al fatto che Kaito sia un ex yakuza come Kiryu, ma anche grazie al fatto che i due stili di combattimento a sua disposizione sono abbastanza vicini a quelli presenti in Yakuza 0 e Yakuza Kiwami. Il primo di essi è chiamato Incursore (Bruiser, se giocate in inglese) e ricorda a grandi linee gli stili di combattimento Brawler e Legend di Kiryu, ma è maggiormente improntato sulla potenza dei colpi e sulla capacità di schivare tempestivamente gli attacchi avversari e eseguire un contrattacchi in seguito a un parry. Il secondo stile, chiamato Maciste (Tank, nella localizzazione anglofona) è in tutto e per tutto la riproposizione del Beast di Kazuma, e ci consentirà di raccogliere automaticamente tutti gli oggetti sullo scenario e di usarli come armi, anche quelli più pesanti come le motociclette.
Col Maciste potremo incassare gli attacchi senza che venga rotto il nostro equilibrio e potremo inoltre utilizzare una serie di prese da wrestler davvero spettacolari. In entrambi i casi non mancheranno le solite Heat Action, che purtroppo non offrono molto di nuovo rispetto a quanto visto nei precedenti titoli dello studio, riciclando tecniche e animazioni anche dai più vecchi Ryu Ga Gotoku. Una piccola nota riguardo l’adattamento italiano: è difficile immaginare traduzioni più calzanti per Bruiser e Tank, ma è buffo anche che “Maciste” venga suggerito dai dizionari come traduzione per il primo più che per il secondo.
If you smeeeell…
Un’altra novità arriva nella meccanica delle indagini, che saremo spesso chiamati a sfruttare per motivi di storia, ma anche per curiosare in giro per le strade del quartiere alla ricerca di oggetti equipaggiabili o i soliti piatti vendibili presso il banco dei pegni Ebisu. Diversamente da Yagami, che poteva sfruttare una serie di gadget ultratecnologici, Kaito farà unicamente affidamento sui suoi sviluppatissimi poteri sensoriali, ovvero vista, olfatto e udito “Primitivi” che ci daranno la possibilità di scovare indizi altrimenti invisibili durante la normale esplorazione (ma anche dell’immancabile Piccione, il drone ormai divenuto simbolo della serie). Attivando la visuale in soggettiva potremo scegliere quale senso utilizzare e quindi fiutare un particolare odore, sentire un chiacchiericcio dall’altra parte di una parete, oppure semplicemente dare uno sguardo più ravvicinato per scovare una prova decisiva. La sostanza, tuttavia, è la stessa del gioco principale, cambia solo la modalità di utilizzo. Svariate volte nel corso della trama di The Kaito Files ci verrà richiesto di passare al setaccio alcune ambientazioni alla ricerca di indizi, ma anche di punti esperienza aggiuntivi che ci consentiranno di potenziare le nostre abilità. Fortunatamente, per l’appunto, non ci ritroveremo con un Kaito fatto e finito, ma potremo diluire la nostra esperienza in questo DLC cercando di portare al massimo tutte le statistiche e le abilità messe a disposizione del nostro protagonista.
L’intero DLC ci porterà unicamente fra le strade e alcuni edifici di Kamurocho, non permettendoci purtroppo di girare liberi anche per Isezaki Ijincho, il quartiere di Yokohama introdotto inizialmente in Yakuza: Like A Dragon e poi riproposto nella campagna principale di LOST JUDGMENT. Preferisco evitare spoiler, ma posso dirvi che, purtroppo, la scelta di portarci fra le strade di Ijincho poteva essere intrapresa dal team di sviluppo, ma purtroppo non è stato così. Avrebbe certamente incrementato la longevità di questo DLC, che in media vi porterà via tra le 7 e le 10 ore, a seconda di quanto tempo vi andrà di “perdere” a raccogliere punti, oggetti smarriti dai passanti di Kamurocho, oppure fiutare tutti gli odori e rumori che vi porteranno a trovare le spille equipaggiabili per incrementare le statistiche di Kaito.
Dicembre 2021, tribunale di Tokyo. Akihiro Ehara è accusato di aver molestato una donna su un treno affollato. Il video girato da un passante del suo tentativo di fuga e del successivo arresto è su tutti i notiziari, mentre l’opinione pubblica invoca la pena massima.
“Tre giorni fa dovreste aver rinvenuto un cadavere in un edificio abbandonato di Yokohama. L’avete già identificato?” proclama l’imputato mentre l’aula piomba nel caos. Il suo avvocato difensore, Saori Shirosaki, non ha dubbi che alcuni dettagli cruciali della situazione siano stati trascurati, dato che Ehara non è stato nemmeno processato per omicidio. Contatta quindi il detective Takayuki Yagami per indagare più a fondo.
Come avrebbe potuto Ehara commettere due crimini allo stesso tempo? Le molestie sul treno sono state solamente una copertura? Ehara ha raggirato l’intero sistema giudiziario? Mentre nuove vittime affiorano in superficie e la ricerca della verità rimesta nel torbido, Yagami è assillato da un dubbio: onorare la legge o amministrare la giustizia? Basta un solo passo falso per trasformarsi in mostri…
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A chi consigliamo LOST JUDGMENT: The Kaito Files?
Essendo un DLC, ovvero un contenuto aggiuntivo simile a un’espansione, avrete bisogno di una copia del gioco base di LOST JUDGMENT per poter giocare a The Kaito Files, ed essendo ambientata dopo la fine degli eventi della trama principale, vi consiglieremmo di calarvi nella vistosa camicia del partner di Yagami solo dopo averlo portato a temine. Inoltre, alcuni aspetti del DLC potrebbero rovinarvi l’esperienza di Yakuza: Like A Dragon, tocca quindi mettervi a conoscenza del fatto che gli avvenimenti citati in alcuni dei dialoghi potrebbero in qualche modo spoilerarne il finale. Se amate Judgment e il suo sequel, amerete anche questo DLC, che in qualche modo ci offre una piccola anticipazione di ciò che ci aspetta nel prossimo capitolo.
- Trama coinvolgente e perfettamente in linea con le produzioni principali
- Kaito sa essere un ottimo protagonista
- Si incastra in maniera coerente nel macro-universo RGG Studio
- Nient’altro da fare, a parte seguire la storia
- Gli stessi mini-giochi presenti nel titolo principale
- Il prezzo è forse un po’ troppo alto per la quantità di ore offerte
LOST JUDGMENT: The Kaito Files
Breve ma intenso: un vecchio, nuovo eroe a Kamurocho
LOST JUDGMENT: The Kaito Files è un esperimento interessante per il Ryu Ga Gotoku Studio, che fino a questo momento non aveva mai rilasciato un DLC di storia che prolungasse la campagna principale (fatta eccezione per l’avventura bonus di Majima inclusa in Kiwami 2). L’idea di rendere Kaito protagonista forse serve a tastare il terreno per un eventuale futuro episodio senza Yagami, e c’è da dire che la serie funziona perfettamente anche così, offrendoci un diverso punto di vista che un po’ ci ricorda i vecchi tempi in cui in Yakuza impersonavamo l’ex patriarca del Clan Tojo. Purtroppo oltre alla storia in questo DLC c’è ben poco, avrei certamente preferito l’inserimento di alcune substory, nuovi mini-giochi e qualche attività aggiuntiva che ne aumentasse la longevità in attesa del prossimo episodio. Chissà che Kaito non ottenga un ruolo di maggior spessore, magari affiancando il suo Tabou nel ruolo di co-protagonista giocabile in un eventuale terzo titolo della serie. Se potessimo esprimere un desiderio, la prossima volta ci piacerebbe molto vedere Higashi al centro delle vicende di un altro DLC.