Pochi videogiochi sono in grado di lasciare segni così importanti del loro passaggio nei titoli che li succedono. Uno fra questi, e probabilmente uno degli esempi più lampanti, è sicuramente DARK SOULS, che celebra quest’anno ben undici anni dalla sua uscita originaria, su PlayStation 3 e Xbox 360, successivamente su PC. Il particolarissimo titolo di FromSoftware, che aveva iniziato questo filone con Demon’s Souls, passato molto in sordina, è riuscito a creare un immaginario collettivo vastissimo, a confermarsi una pietra miliare del gaming e a dare adito a tutto un filone di titoli, i cosiddetti soulslike, che vanno a prendere più o meno a piene mani dalle caratteristiche uniche di questa ostica serie. Era il 2019 quando, freschi freschi di SEKIRO: SHADOWS DIE TWICE, il director Hidetaka Miyazaki annunciava che la saga DARK SOULS si sarebbe conclusa con il terzo capitolo, e che il prossimo gioco sarebbe stato qualcosa di interamente diverso, almeno nella forma (e non nello spirito, come vedremo): iniziava così il mito di ELDEN RING.
Dopo tre anni di spasmodica attesa, intervallata da conferme, smentite, leak presunti, il 25 febbraio è uscito su console di generazione attuale e precedente, oltre che su PC tramite Steam, ELDEN RING, l’ultima fatica di FromSoftware e allo stesso tempo un titolo che potrebbe avere un impatto ancora maggiore sul futuro: un vero e proprio momento Breath of the Wild anche per questa serie.
- Titolo: ELDEN RING
- Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series S|X, PC (Steam)
- Versione analizzata: PC (Steam), PlayStation 4
- Genere: Azione, RPG
- Giocatori: 1-4 (co-op online e PVP)
- Publisher: BANDAI NAMCO Entertainment
- Sviluppatore: FromSoftware
- Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 25 febbraio 2022
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: Nessuno
- Note: disponibile in edizione Launch Edition e Collector’s Edition
Abbiamo recensito ELDEN RING con un codice PC (Steam) fornitoci gratuitamente da BANDAI NAMCO Entertainment.
Ah, qualcosa di familiare…
La storia, criptica come sempre e spesso raccontata attraverso storytelling ambientale, indizi sparsi qua e là e dialoghi fottimente di vari NPC, è riassumibile a grandi linee come segue: l’Anello Ancestrale, una sorta di sacra forza nata dall’Albero Madre e in grado di mantenere l’Ordine aureo del mondo, è andato in frantumi, distrutto da qualcuno o da qualcosa che non ci è dato sapere. L’Anello distrutto si è scisso in varie Rune maggiori, e queste Rune sono state trafugate o conquistate da dei semidei, la progenie della regina Marika l’Eterna, scomparsa in seguito a questo evento catastrofico. Nella Notte dei Neri Coltelli, una congiura ordita contro le divinità del mondo, venne ucciso anche Godwyn l’aureo, primo dei semidei che si scoprono essere mortali. La guerra fra i vari semidei rimasti per il controllo delle Rune degli altri prende il nome di Disgregazione, un conflitto che scuote l’Interregno fin dalle fondamenta sprofondandolo in un caos profondissimo e seppellendo regni, entità potentissime, sfibrando la stessa realtà visibile. Una guerra che causa l’abbandono della Volontà maggiore, una forza invisibile che sembra muovere le fila del mondo. I Senzaluce, morti che in qualche modo ancora vivono, sono gli unici che hanno ricevuto la grazia, la capacità di manifestarsi della Volontà maggiore, che li spinge a recuperare le Rune, tramite il quale potranno ricostruire l’Anello Ancestrale e diventare il Lord Ancestrale in grado di riportare ordine nel mondo.
I fan dei Souls qui ci vedranno diversi parallelismi con le storie dei titoli precedenti, perché in effetti le premesse ci sono tutte: un cataclisma che scuote la realtà stessa, un prescelto chiamato a risolvere le cose, numerose sottotrame che si intrecciano, segreti da scoprire, una mitologia in qualche modo da ricostruire partendo da zero. Pad alla mano, è tutto estremamente familiare e ci si sentirà subito a casa. Il gioco si apre con un character editor di tutto rispetto e in grado di creare finalmente personaggi che sembrano effettivamente degli umani e non dei mostri fatti di play-doh con vaghe fattezze umanoidi, la scelta della nostra classe iniziale, il tutorial con tanto di boss brutale in cui siamo portati a perdere quasi immancabilmente. Fin qui, potrebbe essere un DARK SOULS IV qualunque. Ma non appena si esce dalla zona iniziale che funge da introduzione ai comandi e alle meccaniche, ecco che casca l’asino, ed ELDEN RING prende strade radicalmente diverse. Dimenticatevi buona parte di quello che sapevate, perché qui non ce la si cava solo grazie ai ricordi.
Dal momento in cui vediamo la scritta “Sepolcride” comparire a schermo, FromSoftware ci lascia liberi di sperimentare, di esplorare. Così tanto che per alcuni potrebbe risultare addirittura confusionario, e con buone ragioni. L’unica “guida” che abbiamo è infatti rappresentata da una freccia a schermo, che ci indica solamente la vaga direzione in cui dovremmo andare. Ad uno dei primi checkpoint, come ulteriore aiuto per le nostre esplorazioni, ci verrà data la possibilità di evocare un destriero spiritico, Torrente, molto più veloce e in grado di saltare molto in alto. La struttura dei Souls classici è stata epsansa all’inverosimile. Laddove in DARK SOULS c’era comunque la possibilità di affrontare le varie aree in ordine sparso attraverso le numerose shortcut presenti, qui possiamo affrontare l’intera esperienza di gioco in maniera totalmente free-form, saltando di palo in frasca, da Caelid alla Penisola del Pianto in fondo c’è solo un menu di viaggio rapido di mezzo.
Ed esplorare sarà caldamente consigliato, se non addirittura necessario, per poter affrontare al meglio i boss legati alla storia principale. In ogni area saranno presenti infatti catacombe e dungeon secondari, ognuna con una ricompensa diversa, magari una volta un’arma, un’altra volta una magia particolare, o una cenere di guerra (ci arriveremo) che può essere utile per una determinata classe. La filosofia questa volta è davvero riassumibile con un “scegli una direzione, salta sul cavallo e vai dritto, vedrai cosa ti trovi davanti”. Sebbene le aree siano comunque strutturate secondo una certa progressione naturale, con certe aree davvero ostiche ai livelli più bassi, se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che i giocatori hardcore di questa saga delle limitazioni se ne fanno davvero poco, affrontando a testa alta qualsiasi cosa con semplice determinazione e processo di prove ed errori. In questo caso, anche se spesso ci troveremo davanti boss “riutilizzati” in varie aree, trattandosi di contenuto secondario atto solo al farming e all’ottenimento di equipaggiamenti particolari, può essere un aspetto del tutto ignorabile: insomma, la scelta del giocatore e la sua libertà qui è davvero al primo posto, risultando un open world più sandbox di tanti altri dello stesso genere.
Perché sempre nemico forte?
Il sistema di combattimento è una specie di rielaborazione di quanto imparato con questi anni in Dark Souls, Bloodborne e persino in Sekiro: tante cose, a chi già conosce questi giochi, risulteranno banali e già conosciute, mentre per altri aspetti ci si discosta radicalmente, andando comunque a realizzare un sistema complesso e incredibilmente raffinato in grado di fare la gioia di tutti i videogiocatori che andranno a sfruttare appieno tutte le possibilità di offesa a loro concesse. La classe iniziale che sceglieremo determina solo l’iniziale distribuzione delle statistiche e l’equipaggiamento di partenza, permettendoci poi di evolverci in qualsiasi classe pura o ibrida vorremo. Oltre ai classici stili di gioco che vanno a concetrarsi solo sulla Forza, o sull’Intelligenza come gli stregoni, qui sarà possibile aggiungere parecchie alternative: è spesso incoraggiato lo sperimentare con combinazioni di statistiche molto particolari. Se prima era obbligatorio scegliere un determinato tipo di arma in base alla sua weapon art, ovvero all’attacco secondario unico di quella categoria o di quello specifico armamento, qui grazie al geniale sistema delle Ceneri di guerra potremo invece andare a personalizzare ancora più in profondità la nostra arma. Non ci interessa fare parry al nemico, ma lo scudo che abbiamo offre solo questa possibilità? Non c’è problema, basta portarlo dal fabbro, applicarvi una Cenere di guerra compatibile, ed ecco che magari ora possiamo usarlo per aumentare temporaneamente la stabilità o il vigore, rimuovendo direttamente la possibilità di parare con esso.
C’è davvero un’infinità di armamenti e di armature dal design incredibile per tutti i gusti, e anche in questo caso, FromSoftware ha voluto dare la massima libertà al giocatore. L’introduzione di meccaniche del tutto nuove come l’attacco in salto praticabile in qualsiasi momento, o il contrattacco in difesa, varia di parecchio il flusso della battaglia, ed è diventato più importante che mai riuscire a spezzare la stabilità del nemico staggerandolo, come succedeva per esempio in Sekiro. Certo, al momento il combattimento a cavallo è forse l’anello debole del combat system risultando spesso un po’ troppo legnoso, poco prevedibile e impreciso, oltre che una delle maggiori fonti di cali di performance, almeno su PC. Soltanto il tempo ci dirà come si evolverà il meta di ELDEN RING, ma al momento sembra che ad avere la meglio quasi sempre siano le classi magiche che sfruttano attacchi a distanza, spesso un pochino più deboli, qui vista l’enorme quantità di magie e di incantamenti da aggiungere al loro arsenale, oltre alla quantità (francamente esagerata) di nemici in grado di farci fuori semplicemente con un normale colpo in mischia, il tenersi a distanza sembra spesso essere l’opzione più saggia.
Insetto? Insetto!
Abbiamo testato il gioco su PC e su console, e purtroppo dobbiamo riferire di esperienze abbastanza contrastanti. Se su PlayStation 4 e PlayStation 5 il gioco, comunque con alcuni limiti grafici, è piuttosto stabile, su PC invece sono spesso presenti abbastanza spesso momenti di stutter, ovvero situazioni in cui il frame rate si abbassa vertiginosamente per poi risalire ma pur rimanendo abbastanza instabile, e in generale l’esperienza non è così fluida come ci si aspetterebbe. Pur con i settaggi grafici al massimo, ELDEN RING non riesce certamente a rivaleggiare ad armi pari con i titoli di ultima generazione. Questa cosa viene certo compensata da un world design che lascia senza fiato, e From non è mai stata una compagnia particolarmente attenta da questo lato, ma proprio in virtù di questo comparto grafico “col freno tirato” ci si sarebbe dovuti aspettare prestazioni decisamente migliori. La patch del day one è servita a risolvere i problemi di prestazioni più gravi, ma permane una certa instabilità di fondo: spesso, il frame rate è più ballerino del previsto quando si cavalca e soprattutto quando si combatte sul groppo di Torrente. Inoltre, ci è capitato sovente di riscontrare crash al desktop durante evocazioni di altri giorcatori, invasioni PVP, o direttamente entrando al menu principale. Scavando un pochino all’interno dei processi di sistema, sembra che molti di questi problemi siano causati da un’implementazione un po’ troppo grossolana di Easy Anti Cheat, che al momento sta causando più problemi che altro specialmente per quanto riguarda la scena del modding, da sempre attivissima nei giochi Souls.
Su console, nello specifico su PlayStation 4, i caricamenti sono piuttosto lunghi, sicuramente per via del datato hard disk meccanico che deve comunque caricare una mole non leggera di asset e texture: siamo intorno alla media dei 15-20 secondi per ogni loading screen. Il gioco però una volta caricato risulta essere abbastanza fluido, chiaramente non andando oltre i 30 fotogrammi al secondo, bloccati oppure sbloccati in caso si abbia PlayStation 4 Pro. Presente un problema di pop-in delle texture, specialmente girando a cavallo. Appena usciti dal primo dungeon, si sono presentati alcuni momenti di stutter davvero poderoso, che poi man mano che si prosegue nel gioco vanno lentamente a scomparire, problema già identificato nel caricamento delle cache degli shader di DirectX 12. Su PlayStation 5, invece, i caricamenti sono drasticamente ridotti: sono comunque più lunghi di quelli di DEMON’S SOULS, ma assolutamente nell’ottica di qualche secondo al massimo. Anche qui abbiamo potuto riscontrare invece problemi di pop-in delle texture in lontananza ma non solo, anche dei nemici che a volte ci spawneranno di fronte senza riuscire ad accorgercene in tempo. Qui i fotogrammi al secondo sono raddoppiati in caso si scelga la modalità performance, oppure di nuovo riabbassati a 30 ma con una risoluzione di rendering 4K fisso.
L’Ordine aureo è andato in frantumi. Alzati, Senzaluce, e lasciati guidare dalla grazia verso la conquista dell’Anello ancestrale, il cui potere ti renderà lord dell’Interregno. Nell’Interregno governato dalla regina Marika l’Eterna, l’Anello ancestrale, sorgente dell’Albero Madre, è andato in frantumi. I discendenti di Marika, progenie di semidei, rivendicarono i frammenti dell’Anello ancestrale, conosciuti col nome di rune maggiori. La follia derivata dalla loro nuova forza diede origine a un conflitto: la Disgregazione. Una guerra che portò all’abbandono della Volontà superiore. E ora la guida della grazia scenderà sui Senzaluce, cui è stata preclusa la grazia dell’oro e sono stati esiliati dall’Interregno. Senza vita eppure vivente, avendo perduto la tua grazia da tempo, segui il sentiero verso l’Interregno oltre il mare nebbioso per apparire dinanzi all’Anello ancestrale. E divenire il lord ancestrale.
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A chi consigliamo ELDEN RING?
ELDEN RING è un vero e proprio acquisto imprescindibile per chi ha amato i giochi della serie Souls, in quanto qui troverà tutto ciò che è riuscito ad appassionarlo e anche di più: una formula raffinata all’inverosimile, e in qualche modo allargata per realizzare un titolo immenso, mastodontico. La difficoltà, marchio di fabbrica della serie, non è assolutamente stata abbassata, ma a causa dell’enorme possibilità di scelta data al giocatore, non ci si ritrova mai a sbattere la testa contro un metaforico muro di nebbia per ore e giorni, si può semplicemente andare da qualche altra parte, prepararsi al meglio farmando un pochino, e tornare indietro. Visto che la storia è comunque profondamente diversa da quella dei Souls, e i rimandi presenti non sono essenziali in alcun modo, può certamente essere un buon punto d’inizio per chi non ha mai giocato prima un titolo di questa serie, per esplorare “a ritroso” dieci anni di questa formula vincente.
- Un mondo immenso, pieno di segreti e cose da fare
- Il sistema di combattimento più vario e raffinato di sempre
- Questline interessanti e lore criptica da ricostruire
- Quel fortissimo feeling di orgoglio e soddisfazione che solo superare un ostacolo insormontabile può dare
- Meccaniche legate al cavallo ancora troppo grezze
- Un pochino di chiarezza in più, almeno per le quest, non avrebbe guastato
- La versione PC ha ancora troppi problemi
- Troppi attacchi in grado di uccidere in un colpo il giocatore
ELDEN RING
Un capolavoro irrinunciabile
Battere un boss particolarmente ostico, con solo una pozione curativa rimasta. Avanzare a tentoni nel buio, con lo scudo alzato al massimo della tensione, per poi svoltare un angolo e trovare un checkpoint, battendo un sospiro di sollievo. L’incredibile rivelazione di un plot-twist che si scopre solamente andando a leggere la descrizione di un oggetto apparentemente insignificante. Tutte queste sono cose che solo un gioco Souls fatto direttamente da FromSoftware sa dare: un rilascio praticamente orgasmico di adrenalina ed endorfine dopo aver sudato sette camicie per procedere oltre un ostacolo insormontabile. ELDEN RING è riuscito ad essere il climax, il pinnacolo di quasi quindici anni di game design affilato e raffinato all’inverosimile dal team di Hidetaka Miyazaki. Tutti i punti di forza della saga qui sono presenti, amplificati, potenziati. Un titolo immenso che, dopo più di settanta ore, ha ancora davvero tanto, tanto da dire, e che avrà tanto da dire anche nei prossimi anni, man mano che la community lo spolpa, lo analizza, sviluppa teorie e riempie gli spazi mancanti. ELDEN RING è l’unico gioco che vorrei giocare in questo momento, e l’unico che sento davvero di voler continuare in questo 2022, soppiantando tutto quello che è venuto prima di lui. Al netto di qualche sbavatura di troppo su PC, risolvibile attraverso aggiornamenti, ci troviamo di fronte al meglio che il gaming come medium può offrire. Ora capisco come ci si sentiva a giocare per la prima volta a Breath of the Wild.