GUNGRAVE G.O.R.E., sparatutto in terza persona dello studio sudcoreano IGGYMOB, è disponibile a partire da questo 22 novembre su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC (tramite Steam). La trama vede il ritorno di Grave, l’antieroe per eccellenza, pronto a eliminare una volta per tutte la distribuzione della droga Seed nel mondo. Con l’aiuto di vecchi e nuovi aiutanti, diverremo una perfetta macchina di morte, capace di annientare orde e orde di nemici senza la più che minima difficoltà.
Con un stile che potremmo definire “vintage”, il titolo si pone come ibrido tra un’opera nostalgica di stampo PlayStation 2 e le esperienze più moderne del genere, ma sarà riuscito nella sua impresa in questa danza di sangue e proiettili? Scopritelo nella nostra recensione di GUNGRAVE G.O.R.E.
- Titolo: GUNGRAVE G.O.R.E.
- Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC (Steam)
- Versione analizzata: Xbox Series X (EU)
- Genere: Sparatutto in terza persona
- Giocatori: 1
- Publisher: Prime matter
- Sviluppatore: IGGYMOB
- Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 22 novembre 2022
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: pre-ordinando il gioco era possibile ottenere una skin aggiuntiva
Abbiamo recensito GUNGRAVE G.O.R.E. con un codice Xbox Series X|S fornitoci gratuitamente tramite PLAION.
Gunslinger Of REsurrection
La trama di GUNGRAVE G.O.R.E. si pone come sequel di GUNGRAVE: Overdose. Dopo aver smantellato a colpi di pistola l’impero dei narcotici Seed controllato dalla famiglia Corisione, sarà il turno di distruggere i nuclei rimanenti nel mondo, controllati da quattro diversi “re del crimine”. Per chi si fosse perso le precedenti avventure di Grave, il menu principale di gioco offre una funzione “Storia” dov’è possibile vedere, attraverso dei filmati, la trama degli originali GUNGRAVE e GUNGRAVE: Overdose, così da avere un pizzico di familiarità in più con il mondo e i personaggi di gioco.
Già dalle prime battute possiamo notare che la trama funge da semplice cornice per quello che vuole essere un titolo incentrato unicamente sul gameplay. La storia è composta da numerosi livelli divisi per ogni regione di gioco, dove potremo selezionare la difficoltà che più ci aggrada prima di iniziare ognuno di essi (tra facile, normale e difficile). Per completarli tutti a difficoltà normale (considerando anche diverse morti) abbiamo impiegato poco meno di 15 ore, contando anche qualche sperimentazione a diverse difficoltà. Le missioni sono brevi e vi ruberanno circa una decina di minuti ognuna per essere completate, permettendovi anche di rigiocarle velocemente per ottenere punti con cui potenziarvi. Il gameplay del gioco è votato alla distruzione, dove l’unico scopo sarà uccidere le costanti ondate di nemici presenti nelle diverse aree di gioco. Quest’ultime sono strutturate come dei lunghi corridoi “aperti”, dove non dovremo fare altro che affrontare i diversi nemici. Nelle aree di gioco troveremo anche numerosi oggetti distruttibili, ma che serviranno unicamente a non perdere la combo dei colpi tra un’area e l’altra. Dimenticatevi quindi collezionabili o valuta virtuale per gli acquisti, non ci sarà nulla di tutto ciò, solo punti ottenibili alla fine di ogni missione in base a quale sarà il vostro punteggio ART. Questi saranno ottenibili tramite esecuzioni e abilità speciali, permettendovi di sbloccare nuove combo, nuove mosse speciali e potenziare le statistiche di Grave.
Le location, a primo impatto, si dimostrano molto varie tra una regione e l’altra, ma peccano di ripetitività all’interno dei livelli, portando all’effettivo poca novità durante i numerosi scontri. Ad essere invece degni di nota troviamo i boss, in particolare i quattro boss principali, perfettamente integrati esteticamente nell’universo di gioco, quanto letali. Essi infatti, a differenza dei comuni nemici, rispecchiano maggiormente l’impronta dark cyberpunk che è stata donata al titolo, mettendo in evidenza il lavoro di character design svolto su essi. In determinate missioni, sarà anche possibile impersonare Bunji (vecchia conoscenza per gli appassionati della serie) e Quartz, nuova aiutante di Grave. In termini di gameplay abbiamo apprezzato il distaccarsi dal protagonista principale, con Bunji orientato sul combattimento dalla distanza e Quartz incentrata sul combattimento fisico ravvicinato.
Kick Their Ass
Il gameplay, in GUNGRAVE G.O.R.E., è continuamente scandito dai proiettili delle pistole Cerberus e i colpi fisici inflitti dalla bara di Grave, l’Araldo di Morte. Il combattimento a distanza risulta divertente, con proiettili infiniti per le due pistole e un agganciamento automatico dei nemici (se abbastanza vicini a voi), permettendovi di focalizzarvi unicamente sul movimento del protagonista, così da non lasciarlo troppo tempo in balia dei colpi nemici. Grave possiede infatti due distinte barre, una per la salute (non ricaricabile se non attraverso i colpi speciali) e una per lo scudo (che si ricarica automaticamente con il passare del tempo). Se si esauriscono gli HP è automaticamente game over, e bisogna quindi ricominciare dall’ultimo checkpoint presente all’interno della missione. L’unica cosa a non convincerci pienamente del combattimento a distanza è il sistema di shooting relativo ai comandi. Per sparare dovremo infatti premere a ripetizione il dorsale inferiore destro, che a lungo andare risulta molto scomodo, soprattutto perché, se premuto per un solo secondo in più, farà partire in automatico il colpo caricato, interrompendo così la sequenza di colpi.
A nostro avviso gli sviluppatori avrebbero potuto assegnare senza problemi la raffica di colpi alla pressione prolungata del dorsale inferiore, assegnando poi il colpo caricato a tutt’altro tasto, rendendo il gameplay maggiormente scorrevole. Immaginiamo che questa scelta sia per trasmettere al giocatore la reale sensazione del grilletto costantemente premuto da Grave, meccanica decisamente meno riuscita per quanto concerne invece il combattimento ravvicinato con l’Araldo di Morte. Premendo infatti il tasto cerchio su PlayStation o B su Xbox, Grave procederà a far ruotare l’arma per attaccare i nemici che gli si sono avvicinati. Il grande problema riguarda il feedback dei colpi, apparentemente nullo, con attacchi che sembrano andare costantemente a vuoto. Questo, a nostro avviso, porta il giocatore a usare questa meccanica unicamente se necessario, ad esempio contro nemici dotati di scudo o per deviare i missili a noi indirizzati.
Decisamente riuscita meglio la meccanica di “presa”, infatti con la pressione del dorsale superiore destro potremo lanciare un gancio sui nemici, cosi da prenderli al volo e usarli come scudi umani oppure lanciarli addosso altri nemici. Questa meccanica si rivela fondamentale durante le esecuzioni, permettendoci di eseguirle anche a lunghe distanze. Storditi i nemici sarà infatti possibile ucciderli con una veloce esecuzione, così da ricaricare piccole porzioni di scudo e ottenere punti ART.
Per finire troviamo le abilità speciali di Grave, queste si dividono in modalità furia e colpi demolizione. La prima si attiva con la pressione di entrambi i dorsali inferiori e dona al protagonista la possibilità di infliggere più danni per un breve periodo, oltre che ottenere punti ART per ogni uccisione. Come la modalità furia, anche i colpi demolizione si potranno attivare solo dopo il riempimento della barra dedicata, e potranno essere utilizzati attraverso la pressione del dorsale inferiore sinistro più uno dei quattro tasti azione. Dal laboratorio potremo assegnare quattro colpi demolizione per volta (uno per ogni tasto azione) al nostro Grave, oltre che sbloccarne dei nuovi man mano che il nostro potere aumenta. I colpi demolizione variano da potenti missili lanciati sugli avversari, alla possibilità di rallentare il tempo per attaccarli con tutto ciò che abbiamo a disposizione, utili soprattutto per eliminare velocemente grandi numeri di nemici.
Se la parte shooting è quella decisamente più apprezzata, quella platform risulta essere davvero l’inferno da cui Grave è scappato. Il nostro protagonista (come gli altri due personaggi giocabili) soffre di un’enorme e tediosissima legnosità, lasciando al giocatore l’amaro compito di saltare spesso da roccia a roccia, da container a container, da tetto a tetto, sbagliando nove salti su dieci, con relativa caduta. E proprio per rendere il tutto ancora più frustante, moriremo ad ogni caduta nel vuoto, trovandoci costretti a dover riaffrontare orde su orde anche per un solo salto errato. Non mancano anche numerose battaglie boss, che si dimostrano le uniche occasioni dove sparare senza tregua non è la soluzione, ma bensì trovare la giusta strategia e occasione per attaccare.
Missione nostalgia avviata
Tecnicamente il titolo offre due diverse modalità: Qualità (riflessi in ray tracing attivati, 30 FPS e risoluzione 4K) e Prestazioni (fluidità di gioco elevata, 60 FPS e risoluzione in 4K). In entrambe le modalità non abbiamo riscontrato gravi cali di frame e il gioco ci è risultato molto fluido anche in modalità Qualità, svecchiandolo un minimo rispetto la modalità Prestazioni.
Il gioco non si presenta comunque come un titolo next-gen o mid-gen, rappresentando per lo più una “simil-remastered” di un titolo che sembra uscito originariamente su PlayStation 3 o Xbox 360. Tralasciando l’aspetto visivo abbiamo riscontrato dei comandi non sempre reattivi, con combo e colpi che non sempre partivano quando selezionati. A risollevare un minimo la situazione ci pensa la concitante colonna sonora, che sa come ravvivare i ripetitivi combattimenti tra una zona e l’altra. Le cutscene sono ben realizzate e il doppiaggio è quasi sempre sincronizzato con il labiale dei personaggi.
A chi consigliamo GUNGRAVE G.O.R.E.?
GUNGRAVE G.O.R.E. è consigliato a tutti gli amanti degli originali capitoli di GUNGRAVE, oltre che a tutti i giocatori che desiderano un titolo su cui svagarsi e divertirsi dopo una lunga e pesante giornata. Con i suoi “massacri” e le numerose abilità a disposizione, troveranno pane per i loro denti tutti gli appassionati dei titoli incentrati unicamente sull’azione, con una grande mole di ore da dedicarci, soprattutto se affrontato alle diverse difficoltà disponibili, mirando magari a potenziare completamente il protagonista. Sconsigliato invece a tutti coloro alla ricerca di un’esperienza profonda o varia in termini di trama e gameplay. Un’opera indirizzata maggiormente a coloro che vogliono sentirsi un po’ nostalgici, giocando un titolo che li riporterà alle vecchie esperienze amate su PlayStation 2.
- “Gunplay” divertente e spensierato
- Perfetto per brevi partite nel corso della giornata
- Il Laboratorio permette diverse ore di gioco aggiuntive se vogliamo sbloccare tutti i potenziamenti di Grave…
- …Ma il titolo è già di per sé eccessivamente ripetitivo
- Tecnicamente non a passo con nuovi titoli del medesimo genere
- I comandi non sempre sono reattivi e alla lunga portano stanchezza
GUNGRAVE G.O.R.E.
Un ritorno non al passo con i tempi
GUNGRAVE G.O.R.E. cerca di riportare su attuale generazione una saga ormai persa negli annali, con il compito a nostro avviso riuscito solo per metà. Se da un lato troviamo un ottimo sparattuto in terza persona, con un gameplay divertente e ottimo per chi vuole solo rilassarsi dopo una giornata stancante, troviamo d’altra parte un gioco per niente al passo con i tempi per quanto riguarda le meccaniche e l’aspetto tecnico. Avremmo preferito un titolo meno ripetitivo, con maggiore diversità e profondità nelle varie fasi di gioco. Controproducente anche una trama per niente intrigante, che diventa fin troppo di solo contorno per un titolo del genere.