Splatoon 2 – Recensione

Schiere di Inkling sono pronte ad affrontarsi a colpi di inchiostro anche su Nintendo Switch. Dal 21 luglio Splatoon 2 è pronto a colorare la nostra estate!

Splatoon 2 - Recensione

Splatoon 2 - Recensione“Sono tornati… Gli Octariani sono tornati. Oh, ciao… Sei qui! Non appena ti ho visto nella piazza, con il tuo sguardo perso, ho subito capito che il calamaro prescelto eri tu! Io sono Marina. Lo so, non è facile trovarsi al cospetto di una superstar del mio livello, ma ti ci abituerai. Esatto, sono proprio QUELLA Marina… Sì, insomma, quella delle Sea Sirens! Eh?! Non mi riconosci?! Ma dove hai vissuto, finora? In una conchiglia?”

Sarà con questo bizzarro e un po’ nostalgico prologo che una delle due idol che ci hanno tenuto compagnia nel capitolo inaugurale di questa saga su Wii U ci introduce alla modalità storia di Splatoon 2, di certo non la portata principale, ma un contorno piuttosto prelibato per questa cruditè di frutti di mare regalataci da Nintendo in questa calda estate del 2017. Ripensandoci, quasi non mi sembra vero che siano passati già due anni dal debutto ufficiale degli Inkling sulla console di ormai scorsa generazione: non mi considero di certo un fan sfegatato di questo genere e di questa IP della casa di Kyoto, ma devo ammettere che, dopo averlo provato grazie alla Splatfest World Premiere mi è un po’ venuta l’acquolina in bocca, seguita un certo appetito che avrei soddisfatto solo e unicamente con la versione completa del titolo. Sarà riuscita a deliziare a regola d’arte il mio palato? Scopriamolo insieme.

  • Titolo: Splatoon 2
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Genere: Third-person shooter
  • Giocatori: 1-8
  • Software house: Nintendo
  • Sviluppatore: Nintendo EPD
  • Lingua: Italiano (testi)
  • Data di uscita: 21 luglio 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: aggiornamenti gratuiti previsti per un anno
  • Note: chat vocale e altre funzioni affidate all’applicazione per smarphone SplatNet 2

Sbatti il polpo finché è caldo

Sinceramente? Non mi aspettavo un successo così grande per Splatoon dopo averlo visto in azione la prima volta. Non mi aspettavo che sarebbe diventato il titolo di punta di Wii U e che avrebbe ricevuto così presto un sequel sulla console di generazione successiva. Eppure è successo! Nintendo ha saputo creare un mondo, dei personaggi e un gameplay in grado di catturare l’attenzione dei giocatori di tutto il mondo, di ogni tipologia di gamer, di tutte le età. Una colonna sonora originale e accattivante, un character design non convenzionale ma allo stesso tempo ammaliante, nonché l’uso sapiente di colori e ambientazioni differenti hanno decretato l’immediato successo di questa nuova e audace IP: un sequel era pressoché obbligato, ma la mia reazione in seguito al trailer di presentazione mostrato durante il reveal della nuova console mi ha lasciato abbastanza indifferente. Sembrava tanto, troppo simile al primo. E a quanto pare, non era solo un mio timore infondato: Splatoon 2 sembrava più uno Splatoon Deluxe, un porting riveduto e ampliato del gioco originale, un po’ come accaduto per Mario Kart 8 e POKKÉN TOURNAMENT… perché definirlo un sequel? Proprio per questo motivo, nelle settimane che ne hanno preceduto l’uscita, Nintendo si è prodigata per convincere anche i giocatori più restii che questa seconda iterazione sarebbe stata piena zeppa di novità rispetto al titolo originale.

Da Tsukiji con furore

Partiamo dalle basi. Cosa sono gli Inkling? Si tratta di creature a metà fra esseri umanoidi e calamari, in grado di sparare inchiostro nella prima forma e in grado di nuotarci dentro nella seconda. Tali Inkling, nemici giurati degli Octariani, amano sfidarsi in divertenti dispute chiamate Mischie Mollusche, che consistono nel colorare il più possibile l’arena del colore della propria squadra tramite pistole e fucili spara-colore, ma anche armi non convenzionali come rulli, pennelloni e veri e propri secchi di vernice. Le mischie mollusche, nome con il quale vengono indicati i match amichevoli, vedono scontrarsi due squadre di quattro giocatori ciascuna, che determineranno la vittoria inchiostrando le superfici calpestabili e ostacolandosi a vicenda con l’azione definita dal verbo “splattare”. Come per ogni sparatutto che si rispetti, quando un giocatore viene sconfitto, esso viene escluso dall’arena per qualche istante, sino al fatidico respawn. A decretare la vittoria sarà la coppia di felini Giudigatto e Giudigattino che, allo scadere del tempo, misurerà la superficie colorata da ciascuna delle due squadre, per poi assegnare un punteggio a ciascuno dei calamari in gara.

Accrescendo il nostro livello nelle mischie mollusche potremo sbloccare la possibilità di acquistare nuove armi ed equipaggiamenti sempre più efficaci, nonché di partecipare dapprima ai match classificati (partita pro) e alle partite di lega poi. Giocando le partite pro potremo salire di grado, e affrontare tre differenti tipologie di gioco: Zona Splat, Torre mobile e Bazookarp… già, le stesse identiche tre modalità del primo. Nonostante tutte e tre risultino ancora incredibilmente spassose, avrei di sicuro gradito qualche novità in più, magari altri tre mini-giochi in aggiunta a questi, o piccole varianti che li potessero differenziare dal predecessore. A differenza dello Splatoon originale, però, modalità e mappe per le tre sezioni online ruoteranno ora ogni due ore, come annunciato di volta in volta dalle inedite idol che prendono il posto delle Sea Sirens: le carismatiche Alga e Nori, che formano il carismatico duo chiamato Tenta Cool.

Le mischie mollusche e le tre varianti di partita, nonostante le poche novità effettive, risultano ancora coinvolgenti e creano una forte dipendenza: ogni santissima volta vi capiterà di pronunciare la fatidica formula “un’altra e poi basta” per poi ritrovarvi alle quattro di notte a maledire voi stessi. Sfortunatamente, tuttavia, non è ancora possibile affrontare match se non saremo connessi a internet: sotto questo punto di vista mi sarebbe piaciuto molto se Nintendo avesse dato la possibilità di affrontare le partite in squadra in compagnia unicamente della CPU. Data la natura ibrida della nuova console, non sarà raro doversela portare in giro e dover spesso rinunciare a una connessione costante alla rete, a meno che non abbiamo altri sette amici con altrettante console pronti ad affiancarci nei nostri spostamenti. Trovo che la possibilità di giocare da soli è qualcosa a cui nessuno dovrebbe rinunciare e che in qualche modo Splatoon 2 si ritrova ad essere inutile in caso di assenza di connessione per motivi più disparati, perché l’unica opzione se non saremo online sarà quella di affrontare la modalità Storia.

Da cozza nasce cozza

Come già detto poc’anzi, se sarete così sfortunati come il sottoscritto da non poter sfruttare la portentosa ultrafibra di fastweeb per giocare online, per problemi noti unicamente al Divino, avete una manciata di soluzioni a disposizione: sfruttare la connessione Wi-Fi di qualcun altro, appoggiarvi in tethering al vostro dispositivo smart oppure rassegnarvi e giocare l’unica modalità per giocatore singolo prevista da Nintendo EPD anche per questo sequel: la modalità Eroe.

Sequel diretto, per non dire un mero more of the same di quanto visto nel titolo di esordio di questo franchise, la modalità Eroe ci metterà nei panni del nuovo aiutante dei servizi segreti Inkling. Solo che, stavolta, saremo comandati a bacchetta direttamente da Marina, una delle Sea Sirens del primo capitolo. Stella è scomparsa in circostanze misteriose, così come il Gran Pescescossa che troneggiava su Coloropoli: di chi potrà essere la colpa, se non dei soliti Octariani? Così, due anni dopo seguiremo le orme dell’Inkling che ci ha preceduti, immergendoci nelle insidie del Distretto Polpo per far takoyaki dei nostri nemici. Attraverso i trenta livelli messi a nostra disposizione potremo prendere confidenza con le meccaniche del gioco in caso saremo alle prime armi, nonché con le varie tipologie di equipaggiamento offensivo (che potrà finalmente essere sperimentato liberamente in ciascun livello) e, soprattutto, con la mira che potremo padroneggiare grazie al sapiente utilizzo dei giroscopi della console. A questo proposito, potremo decidere di impostare la sensibilità di quando giocheremo in modalità portatile e di quando separeremo il controller in due maniere differenti, oppure disattivare del tutto i controlli di movimento. Per quanto mi riguarda, li trovo irrinunciabili anche utilizzando un’arma come il Rullo, ma posso comprendere che risultino scomodi per chi è abituato a mirare con l’analogico destro.

Purtroppo la modalità storia di Splatoon 2, nonostante un level design piuttosto ispirato e quasi all’altezza delle altre produzioni Nintendo, non costituisce che un misero contorno per quella che sarebbe potuta essere un’ottima offerta single player potenzialmente più ricca con un’opzione offline per le Mischie Mollusche e per l’inedita modalità Salmon Run che andrò a descrivervi nel paragrafo di seguito.

Perché il salmone risale la corrente? Per andare dall’altra parte!

Presentata in un Nintendo Direct come la novità più entusiasmante di Splatoon 2, la modalità Salmon Run nasconde probabilmente una delle delusioni maggiori del prodotto confezionato dalla casa di Kyoto. Ma procediamo con ordine: come in una sorta di tower defense, scenderemo in campo per conto della Ursus & Co. assieme ad altri tre giocatori (online o in comunicazione locale, su altre tre console connesse in Wi-Fi) in quelle che per ora sono solo due mappe – destinate ad aumentare con gli aggiornamenti futuri – allo scopo di recuperare le preziose uova dalle grinfie dei temibili Salmonoidi. Le tre ondate di puzzolenti pesci di palude, che alterneranno carne da macello e Gran Salmonoidi, richiederanno tattiche ben precise per essere abbattuti, nonché la sinergia del team in una modalità cooperativa che diverrà sempre più difficile con l’aumentare del livello, aggiungendo al piatto la casualità delle armi elargite a ciascun giocatore prima di ciascuna ondata.

La Salmon Run è certamente divertente, un ottimo diversivo alle modalità già presenti nel primo episodio, ma anche in questo caso ci troviamo a qualcosa che certamente non manca di deludere le nostre aspettative con difetti decisamente evitabili. Primo fra tutti, la scelta di rendere la Salmon Run una modalità a disponibilità limitata come le ben note Splatfest: non potremo giocarci quando ci pare e piace, ma dovremo tenere d’occhio giorni e fasce orarie in cui sarà possibile farlo, almeno per il momento. Partecipando in determinati giorni, inoltre, potremo ottenere equipaggiamenti speciali altrimenti impossibili da aggiungere alla nostra collezione. L’altro difetto, a mio parere, è lo stesso evidenziato per i match a squadre: non è possibile affrontare la Salmon Run da soli se non saremo connessi in rete. Sarebbe potuta essere una buona alternativa alla modalità Eroe, ma purtroppo non è andata come speravo.

Carpa diem

Personalizzare il proprio Inkling è certamente uno dei punti di forza per la componente social e multigiocatore di Splatoon. All’inizio del gioco ci verranno chieste le impostazioni basilari del nostro look (sesso, pettinatura, pantaloni e colore degli occhi), che potremo decidere di modificare liberamente in un secondo momento, ma il bello arriva però con tutti i variopinti accessori ed equipaggiamenti. Essi non svolgeranno unicamente il compito di abbellire il nostro alter-ego, bensì aiuteranno notevolmente con l’incremento di statistiche e abilità in battaglia. Troveremo i soliti stilosissimi negozi che ci offriranno nuove magliette, scarpe e copricapi, ognuno con le proprie abilità speciali che potremo sbloccare e incrementare con l’esperienza ottenuta in battaglia. Di nuovo, però, potremo decidere di personalizzare i pezzi di equipaggiamento che preferiamo esteticamente svuotandoli dalle abilità presenti o precedentemente acquisite utilizzando i frammenti che potremo ricavare dal sacrificio di altri capi d’abbigliamento. Certo, non sarà propriamente economico farlo, ma dopo aver accumulato una certa quantità di denaro potremo dare al nostro avatar il look che più ci rispecchia.

Oltre a poter ordinare i capi di abbigliamento visti in Piazza Coloropoli tramite l’apposito NPC, Splatoon 2 ci offre la possibilità di sfruttare il negozio Calama-zone integrato nella companion app SplatNet 2 (disponibile sugli store iOS e Android come Nintendo Switch Online). Potremo ordinarne uno solo al giorno e questi varieranno ogni ventiquattro ore. La stessa app viene utilizzata per fornire un servizio di chat vocale nel corso delle partite multiplayer, ma purtroppo è una funzionalità curata non troppo bene a causa di scelte discutibili che ci impongono, ad esempio, di mantenere il display del nostro cellulare perennemente acceso; non ho sentito la necessità di utilizzare la app in questione per la chat vocale del gioco, preferendo affiancarmi un PC con Skype o Discord aperti con gli con le quali ero in partita.

La mia passione per i frutti di mare

Il look è certamente uno dei punti di forza del titolo sviluppato da Nintendo EPD. Sin dagli esordi, lo studio nipponico ha deciso di mirare all’originalità, con un design dei personaggi a metà fra i cartoon di stampo americano e la caratterizzazione tipica delle produzioni giapponesi, riuscendo a creare qualcosa di mai visto in un gioco di questa tipologia. Ma a colpirmi in maniera piuttosto violenta è stato l’abbinamento di questi personaggi con le ambientazioni urbane e con i vivacissimi colori, sapientemente utilizzati solo due per volta, capaci di creare un contrasto in grado di affascinare anche i più recidivi detrattori dei titoli della grande N. Come non parlare poi della colonna sonora? Purtroppo in questo caso manca un po’ l’effetto sorpresa che, per me, ha giocato un ruolo piuttosto forte per il primo gioco: il sound della OST di Splatoon riesce ad essere originale quanto il suo aspetto visivo e il suo gameplay, potendo allo stesso tempo contare su brani che definire orecchiabili sarebbe riduttivo. Il tema principale di questo sequel, purtroppo, non rimane in testa tanto quanto quello del gioco originale, ma non posso di certo dire che ne sia musicalmente inferiore; tuttavia, le mischie mollusche non sarebbero tali senza il motivetto ricorrente che ci accompagna ogni qual volta manca un solo minuto alla resa dei conti. Chi apprezza i brani del titolo potrà inoltre riascoltarli grazie al mini-gioco arcade contenuto in Piazza Coloropoli, che definirei un cabinato da Dance Dance Revolution con le meccaniche di Taiko no Tatsujin.

A chi consigliamo Splatoon 2?

Avete adorato Splatoon? Amerete alla follia Splatoon 2, senza ombra di dubbio. All’interno di questo sequel, addirittura giocabile in modalità portatile (anche online, se avete una buona connessione 4G) troverete tutto ciò che avete apprezzato del gioco originale, assieme a una bella dose di novità, anche se le mischie mollusche, primo piatto di questo pranzo a base di pesce, non saranno molto diverse da come ricordate. Se non avete avuto modo di giocarlo su Wii U probabilmente sarà amore a prima vista: se siete felici possessori di un Nintendo Switch non perdete occasione di provarlo da un amico per decidere se compiere il grande passo. Al contrario, se non avete apprezzato il concept originale alla base di questa nuova IP, probabilmente non cambierete idea nemmeno con questo secondo appuntamento. In ogni caso, non astenetevi dal giocarlo con i vostri tentacoli almeno una volta prima di giudicare: io stesso, inizialmente, non ero entusiasta all’idea di farlo mio al day one, ma dopo la Splatfest World Premiere ho dovuto rivedere i miei piani.

  • Una meraviglia per gli occhi
  • Mischie Mollusche ancora più divertenti
  • Fluido anche nei momenti più concitati
  • È fantastico poterci giocare fuori casa…

  • …Ma senza internet serve a poco
  • Poche attrattive per il single player
  • Scelte discutibili per la Salmon Run
  • Dovremo attendere gli aggiornamenti per gustarlo completamente
Splatoon 2
4.3

Due anni dopo il pesce è ancora fresco

Lo confesso, l’odore di frittura del primo Splatoon non mi era rimasto particolarmente addosso ai tempi dell’uscita. Complice la nuova console, complice il doverlo assaggiare a fondo per recensirlo, ma devo dire di essere stato conquistato completamente dall’impiattamento di questo sequel, più di quanto mi aspettassi. Splatoon 2 è certamente il gioco più coinvolgente attualmente in vendita per Nintendo Switch ed è in grado di abbracciare quasi tutte le tipologie di giocatore. Tuttavia, tra i suoi difetti più grandi c’è da annoverare un’offerta piuttosto limitata per chi ama giocare in single player (o non dispone di una connessione a internet e un gruppo di amici con la stessa console) e contenuti fin troppo simili a quelli del primo gioco, che danno quel sentore di minestra riscaldata. Le novità ci sono, ma sono poco evidenti se paragonate a tutti gli elementi riciclati del primo capitolo, a partire da una modalità storia che è il diretto seguito di quella del gioco precedente e le medesime tre tipologie di partite classificate a disposizione per i match online. Che vi sentiate attratti o meno dopo averne sentito parlare, il mio consiglio è di provarlo: solo gustandone in prima persona ogni sua sfumatura potrete decretare se lo amerete alla follia o se Splatoon 2 non fa per voi. Ma limitatevi a farlo in senso figurato, non sia mai che proviate a leccarne la cartuccia…

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.