Quest’anno, a ottobre, è giunto in Italia un titolo molto interessante, che osa qualcosa di più rispetto ai generi più in voga: stiamo parlando di Akane Banashi, opera scritta da Yuki Suenaga e illustrata da Takamasa Moue, che ci invita a esplorare il sensazionale mondo del Rakugo e i suoi molteplici aspetti, con una commedia ricca di emozioni e tradizione.
Questo pluri-pubblicizzato manga vale i vostri soldi? La risposta come sempre la troverete leggendo il nostro articolo!
- Titolo originale: あかね噺 (Akane Banashi)
- Titolo italiano: Akane Banashi
- Uscita italiana: 18 ottobre 2023
- Uscita giapponese: 14 febbraio 2022
- Numero di volumi: 9 (in corso)
- Casa editrice: J-POP Manga
- Genere: Teatro, Slice of life, comico
- Disegni: Takamasa Moue
- Storia: Yuki Suenaga
- Formato: Brossurato, 17,9 x 12,4
- Numero di pagine: 200 facciate, B/N
Abbiamo recensito Akane Banashi tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da J-POP Manga.
Un nuovo palcoscenico
Perdonate l’ardire, ma in quanto narratore di questa storia, proprio come un rakugoka, mi riservo il diritto di farvi un riassunto più breve del solito, omettendo alcuni particolari che vi renderanno più piacevole e avvincente la lettura. Akane è una ragazzina cresciuta osservando il padre Shinta praticare l’arte del Rakugo, un’antica tradizione teatrale giapponese che consiste in monologhi durante i quali si racconta una storia dai risvolti comici, interpretando da soli più attori. Rimanendo ammaliata dalle fantastiche atmosfere che è in grado di creare con la sola voce e le movenze del corpo. Osservando il padre ne assimila conoscenze e gestualità, e per seguirne le orme inizia ad allenarsi con il maestro della scuola Arakawa, Shiguma, per diventare una professionista.
Dopo numerosi anni di pratica, il maestro che già aveva addestrato suo padre le offre una possibilità: a soli 17 anni Akane potrà esibirsi davanti al pubblico per la prima volta e dare sfoggio di tutte le sue abilità; in questo modo sperimenterà anche tutte le difficoltà, le paure e le tensioni legate a lavoro dei suoi sogni. Riuscirà la nostra protagonista a mostrare il suo valore e a ottenere l’approvazione dei grandi maestri, diventando una shin’uchi, il grado maggiore a cui aspira un rakugoka? Lo scopriremo solamente nei prossimi atti!
Rakugo per tutti
Che questo volume voglia diffondere la passione per il Rakugo balza all’occhio sin da subito, con la protagonista che indica il suo nome con il Sensu (il ventaglio utilizzato dagli autori per dare evocare suoni secchi e ritmati durante l’esibizione) direttamente in copertina. Non siamo qui per ripercorrere la nascita o le regole di quest’arte (per quello potete consultare qui il nostro articolo dedicato), soprattutto perché per molti lettori si tratta di un’argomento ormai sdoganato: di manga sul genere ne esistono più di quanti crediamo, anche se sono perlopiù rimasti inediti o quasi in Italia; vedasi i vari Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu, Isekai Rakugo, o il piacevole My master has no tail, fortunatamente giunto da noi in formato anime, molti anni dopo un altro titolo di tutto rispetto, Joshiraku.
Nonostante ciò, proprio perché normalmente è richiesta una conoscenza più approfondita della cultura giapponese (in modo similare ai titoli storici) la produzione cartacea resta ancora piuttosto confinata, faticando a incantare e fidelizzare il pubblico rispetto a classici battle shonen. Yuki Suenaga con quest’opera cerca, ancora una volta, di insinuarsi in più animi possibile, trattando sì l’argomento in modo esauriente, ma incastrandolo (proprio come nel già citato My master has no tail) in una trama da slice of life, con le sue relazioni fruibili a tutti: se da un lato sarà possibile ripercorrere famose scene del Rakugo che non avrebbero altro modo di giungere facilmente al nostro pubblico (Shibahama, Manju kowai, Keikoya e Kohome solo in questo volume), dall’altro veniamo quest’opera ci potrà intrattenere delicatamente con le vicende legate ad Akane e alla sua vita.
L’arte di far ridere
Ciò che capiamo da questo numero uno è quanto la professione del rakugoga sia soggetta a convenzioni ben precise, difficili e stringenti, con la sua divisione per classi e le relative esibizioni. Un vero e proprio “regolamento di gioco” a molti ignoto, che però come in Chihayafuru – Il gioco di Chihaya oppure per Hikaru no Go e opere simili ci viene delicatamente spiegato, tra stratagemmi, battute, una buona costruzione della storia e soprattutto esibizioni; già a partire dal primo capitolo ci troviamo infatti immersi nel mondo professionistico, e questo rende tutto più immediato ed elettrizzante, con l’affermazione a più riprese dello scopo di quest’arte: stupire e fare ridere gli spettatori. Akane stessa afferma “vedo cose che non dovrebbero esserci, eppure sono lì, è come una magia” e questa meraviglia farà da traino alle ambizioni della ragazza e a tutto il volume.
L’autrice ha voluto sicuramente suscitare uno scontro di emozioni nel lettore, come una vera rakugoka, e in buona parte ci è riuscita: le scene attraversano sia momenti concitati e sofferti che quelli divertenti e spensierati; una narrazione semplice, ma che non perde il filo del discorso e il ritmo delle battute, alternandole affinché ciò che rimanga sia il divertimento. Lo scopo del Rakugo è soprattutto fare ridere, e questo volume, pur rimanendo forse più serio di quanto ci si aspetterebbe, dissemina tra le vignette molti momenti di spiritosaggine che vi rimarranno impressi. Tra retroscena ed esibizioni, in aggiunta alla trama principale, Akane Banashi sa stimolare la curiosità, abbellendo l’ambiente con tocchi personali e una graziosa imbastitura dei personaggi a contorno di questa commedia teatrale.
Il terrore di fallire
Altro importante contenuto di questo volume è certamente quello che riguarda la pressione sociale e i suoi giudizi, che in questo caso specifico combaciano con quelli del pubblico. “E se combinassi un disastro?” si chiede il padre durante il suo esame; nel mio piccolo ho fatto anche teatro, quindi capisco benissimo le emozioni rappresentate nella performances di Shinta: la paura di compiere errori, il timore di deludere i familiari e tutti coloro che creduto in te; un argomento attuale come non mai in un panorama dove una parola fuori luogo rischia di compromettere una carriera, o peggio, dove un giudizio personale può persino modificare la vita a una persona (qualche volta anche in bene, e a tal proposito persino Oda ha elogiato l’opera su Twitter).
Quanti di voi si sono sentiti dire “meglio così” quando per un traguardo economico o per una scelta razionale hanno abbandonato i propri sogni? Vi pare giusto accantonare i desideri per trovare un lavoro stabile o essere giudicati idonei dalla società? Se state leggendo questa recensione probabilmente la risposta è un “NO”. In questo senso Akane e Shinta sono, su due fronti opposti, portatori di speranza e di dura realtà, e con le loro azioni faranno decisamente leva sulla vostra coscienza e immaginazione, e persino sul vostro passato. Ci sono poi moltissimi argomenti appena sfiorati in questo primo numero: la vendetta (intesa qui però come rivincita), l’insegnamento, la trasmissione delle passioni ai figli, l’iniquità del mondo… tante piccole note che scoprirete leggendolo e che rendono l’insieme di questo primo volume ancor più melodico.
Non esistono piccole parti
Riguardo alla storia, è chiaro che Yuki Suenaga sia in grado di ammaliare il pubblico con i suoi dialoghi ben bilanciati: una sapiente gestone di momenti descrittivi e di azione, giusti intermezzi tra esibizioni e vita privata, personaggi inquadrati in poche righe, e soprattutto riconoscibili sin da subito per carattere e prerogative: i maestri illustrati quasi come come divinità, il padre di Akane con il suo comportamento “problematico” eppure deciso sui suoi obiettivi, la madre con i piedi a terra ma comprensiva, e una figlia che ci viene mostrata quasi come un maschiaccio, dotata di carisma e capacità espressive. Se però il messaggio riesce ad essere trasmesso è anche merito dello stile di Takamasa Moue, che alla sua seconda opera (dopo l’inedito Ole Golazo) mostra tutte le sue capacità: tratto ottimo, lineamenti che sanno focalizzare l’attenzione dove serve, espressività, cura per i dettagli e per l’impaginazione.
Troverete poi fantastici i contrasti di stile nella rappresentazione delle storie di fantasia, con i disegni dotati di linee pulite e spesse, fatti di solo bianco o nero, che sovrastano l’ambientazione circostante tenue e delicata della realtà, con i suoi tratteggi e i suoi particolari; in modo simile anche le comparazioni tra l’espressione del rakugoka e il personaggio narrato catturano ed esaltano, facilitando la lettura del manga. Insomma, tanti punti di forza, graficamente parlando, con due aspetti in particolare: la cura delle ambientazioni, con sfondi ricchi di dettagli, magari offuscati o abbozzati, ma mai vuoti (ci vengono mostrati il suono del debayashi per l’ingresso, il kimono per l’esibizione, i pensieri per l’ansia da prestazione, ecc.) e la complementare malleabilità dei volti, con espressioni variegate e tutte fantastiche, soprattutto per quanto riguarda la protagonista Akane. Vedendo le pagine a colori iniziali a volte rimpiango che titoli simili rimangano solo in bianco e nero!
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A chi consigliamo Akane Banashi?
Sicuramente agli amanti del teatro e a chi sta cercando un titolo che sondi qualcosa di diverso dalle “tradizioni” Giapponesi che comunemente arrivano nostro paese. Anche se siete già ferrati nel Rakugo, Akane Banashi, almeno per ora, sembra avere le carte in regola per intrattenere anche i più esigenti, con spiegazioni semplificate (utili le pagine a fine volume), ma tanto entusiasmo. Inoltre si tratta pur sempre di un volume n°1 con un simpatico gadget (la composizione in cartoncino di Akane), uno di quelli che puoi mettere in libreria per far capire al volo quale è la serie. A meno che non seguiate solamente titoli con tanta azione o combattimenti fateci un pensiero, per il prezzo e il potenziale ne vale certamente la pena!
- Il Rakugo è ben rappresentato, soprattutto per i neofiti
- Personaggi raffinati, a partire da Akane e da suo padre
- Inizio coinvolgente e scorrevole
- Disegni delicati e ammalianti
- Più serio di quanto ci si potrebbe aspettare
- Molto descrittivo, con poca azione (ma è necessario al genere)
Akane Banashi
La forza dell'immaginazione
Attraverso regole della professione ben introdotte e la performance di poche semplici storie, Akane Banashi riesce a rappresentare appieno questo mondo fatto di immaginazione e passione. Le nozioni del Rakugo sono ben spiegate e si assimilano tranquillamente, con le informazioni fondamentali diluite in una buona trama da slice of life, a tratti forse semplicistica, ma in grado di emozionare e coinvolgere sino alle righe finali; tra scenari ammalianti e disegni stuzzicanti la lettura che scorre velocemente, e vi verrà voglia di conoscerne il seguito. Ci sono tante opere sul teatro, un po’ meno sul Rakugo (per questo spero venga lasciato più spazio alle rappresentazioni nei prossimi volumi), ma questa ha il potenziale per centrare i suoi obiettivi: se volete avvicinarvi a qualcosa di più “tradizionale” rispetto ai soliti manga, la storia di Yuki Suenaga fa per voi e credo che da un primo volume non si possa chiedere molto di più a livello di costruzione e qualità.