Una delle serie più attese di questa stagione invernale si è da poco conslusa conclusa: con i 7 episodi del Mugen Train Arc + 11 episodi dell’Entertainment District Arc terminano le 18 puntate di DEMON SLAYER – Stagione 2, lasciando il segno… nel bene e nel male. Non sono infatti mancati né elogi né polemiche in questa seconda produzione! Critiche legate perlopiù alla “doppia copertura” del primo arco narrativo (e a qualche scelta narrativa) e plausi legati al comparto dell’animazione, come già era stato nella prima stagione (qui la nostra recensione). I fan saranno rimasti soddisfatti del lavoro svolto dallo studio ufotable? Scopriamolo come sempre insieme nella nostra recensione della seconda stagione di Demon Slayer! E se dopo questa recensione vi venisse voglia di recuperare tutti gli episodi, vi ricordiamo che sono visibili in streaming legale sulla piattaforma Crunchyroll, con sottotitoli in italiano.
- Titolo originale: DEMON SLAYER: Mugen Train Arc / DEMON SLAYER: Entertainment District Arc
- Titolo giapponese: Kimetsu no Yaiba: Mugen Ressha-hen – Kimetsu no Yaiba: Yuukaku-hen
- Uscita giapponese: 10 ottobre 2021
- Uscita italiana: 10 ottobre 2021
- Piattaforma: Crunchyroll
- Genere: Shonen, Avventura, Azione, Demoni, combattimenti
- Numero di episodi: 7 + 11
- Durata: 24 minuti (episodio finale da 32 minuti)
- Studio di animazione: ufotable
- Adattato da: Manga di Koyoharu Gotouge
- Lingua: Giapponese (voci), Italiano (sottotitoli)
Abbiamo recensito Demon Slayer: Mugen Train Arc e Demon Slayer: Entertainment District Arc tramite la piattaforma streaming Crunchyroll.
Due archi, due frecce
Parlando della stagione 2 di DEMON SLAYER si deve partire da una premessa molto importante: come “classificare” l’arco narrativo del treno Mugen. A parte il primo episodio, quasi interamente inedito e dedicato alla backstory dell’amatissimo personaggio di Rengoku, il Pilastro della Fiamma, non troverete differenze sostanziali né di scene né parti radicalmente modificate in questo blocco di episodi, perché si tratta semplice suddivisione in sette puntate da venti minuti di quello che era il film che ha riscosso tanto successo nel mondo, ovvero DEMON SLAYER THE MOVIE: MUGEN TRAIN. Certo, grazie al maggior tempo a disposizione certe scene sono state un pochino rallentate ed espanse, ma la storia sostanzialmente è sempre quella, con un pizzico di pepe in più. Capirete che non ha quindi senso soffermarsi più di tanto su una parte già vista e commentata (qua la nostra recensione per approfondimenti), ci incentreremo quindi principalmente sulla seconda parte della stagione 2 di Demon Slayer, l’Entertainment District Arc, ovvero l’arco narrativo del Distretto dei Piaceri.
Dopo lo spettacolare duello sul treno Mugen (volumi 7 e 8 del manga) che vede Tanjiro, Zen’itsu, Inosuke investigare sui misteriosi incidenti e sulle sparizioni legate ai passeggeri del mezzo, in compagnia dl pilastro della fiamma, Kyojuro Rengoku, si passa alla storia che, come dice il nome, segue il trio di cacciatori nella ricerca di un demone nascosto nel quartiere dei piaceri. Le vicende, che chi segue il manga ha letto nei volumi 9, 10 e 11, vedranno l’intervento di un nuovo pilastro, Uzui Tengen ovvero il Pilastro del Suono, e delle tre sue kunoichi, Suma, Makio e Hinatsuru. I guerrieri, dopo essersi infiltrati alla ricerca di sospettati, tra clienti, oiran e altre intrattenitrici, si troveranno ad affrontare un terribile demone, la sesta luna crescente, Daki.
Piccoli peli nell’uovo
Come accennato questa stagione ha portato con se varie polemiche, perlopiù spicciole, e dato che le cose inutili devono essere affrontate per prime soffermiamoci per un attimo sulle critiche rivolte all’adattamento animato dell’opera di Koyoharu Gotouge. Innanzitutto in molti, me compreso, hanno trovato inutile (o persino dannoso) ripetere l’arco narrativo del treno Mugen. Non si può negare che un inizio simile abbia tolto l’entusiasmo a molti spettatori che si erano visti in precedenza il film, ma la scelta assume valore considerando la trasmissione da parte di Crunchyroll, mentre il film era stato trasmesso esclusivamente su Amazon Prime Video.
Un secondo affondo ha seguito le tematiche trattate: non solo inutili polemiche hanno investito l’ambientazione del quartiere dei piaceri, ma per qualche giorno non si è parlato d’altro che della discriminazione delle donne rappresentata dalla relazione poligama di Uzui con le sue tre mogli… parliamoci onestamente, chi legge i manga sa quanto questo aspetto culturale sia forse tra i meno trasgressivi e discriminatori che si possa trovare su molti dei titoli in commercio. A tal proposito, anche le obiezioni sulla sbrigatività della stagione perdono consistenza, poiché i ritmi sono molto simili a quelli del manga, e anzi, il duello finale contro Daki e Gyutaro, proprio per la sua spettacolarità, è stato persino allungato. Per ultimo, in tutti i sensi, abbiamo il mistero già svelato della durata dell’episodio finale: questo era infatti stato annunciato con una durata di 45 minuti e molti fan sono rimasti rattristiti dalla minor lunghezza effettiva (32 minuti per la precisione) dovuta a un rinvio nella prossima stagione: ci toccherà infatti aspettare l’inizio dell’arco narrativo del villaggio dei fabbri, già annunciato, per vedere la suggestiva riunione delle lune crescenti. Questo è tutto, possiamo quindi ritenerci fortunati, perché quando si notano queste sottigliezze significa che la serie ha avuto successo!
Qualità marchio ufotable
Così come avevo scritto in riferimento alla prima stagione, quando in pochi conoscevano il titolo, non smetterò mai di sostenere una cosa: se Demon Slayer ha avuto un successo simile il merito è principalmente dello studio di animazione. Il titolo ricade infatti in quei casi dove l’anime è meglio del manga, poiché disegni e soundtrack sono in grado di esaltarne le vicende, smussando e oscurando ogni piccola nota negativa. Le motivazioni, visibili a tutti, sono le stesse che l’avevano portato ad essere il miglior anime del 2019: ambientazione, personaggi e tecnica. Lo studio, che già in Tales of Zestiria the X e Fate/Zero ci aveva mostrato una certa abilità nel gestire i toni notturni (e quasi “apocalittici”) si esalta ancora una volta: le vivide lanterne nel quartiere dei piaceri, le luci speranzose dell’alba e quelle pallide della luna, i riflessi sulle spille delle oiran, sull’obi di Daki e sui gioielli di Uzui, le note rossastre delle fiamme e delle falci, ma soprattutto le varie tonalità che accompagnano le tecniche di combattimento.
Questo effetto, che non può risaltare in bianco e nero, amplifica le differenze tra i vari personaggi, assegnando loro colori ed emozioni specifiche. Persino le mogli di Uzui, che hanno un ruolo marginale nella storia, rimangono fisse nella memoria degli spettatori replicando le tinte dei tre protagonisti. Ogni ambientazione si gioca tutto sulle luci, vincendo a mani basse, accompagnando i personaggi con movimenti a volte fluidi, ma lenti, per apprezzare l’importanza del momento, e altre talmente rapidi da lasciare senza fiato. L’effetto manga aggiunto di tanto in tanto alle scene, come nell’esecuzione dei Kata o nelle espressioni, e l’ottimo uso della CGI, ben integrata a differenza di quanto si era visto per i tentacoli dell’arco del treno, chiudono perfettamente il tutto.
La via del demone
Il merito di questo successo non va comunque tolto a Koyoharu Gotouge, e alla sua abilità di raccontare (e ambientare) una tipologia di shonen già iper-sfruttata e ricca di successi. Tra tutti i punti “originali” uno dei migliori è sicuramente la rappresentazione dei demoni. Trovo innaturale la scelta di tutti questi titoli recenti dove non esistono più veri cattivi, perfidi e infami fino al midollo, ove si cerca sempre una giustificazione dovuta a torti subiti o alla società… quasi non si possa più far passare il messaggio che il male esiste. Il mangaka, con la sua caratterizzazione dei demoni antagonisti, risolve brillantemente questo problema, sfiorando le scelte effettuate da titoli meno fortunati come Ushio e Tora e Il signore dei mostri: da un lato rappresenta delle entità cruente, maligne, che non si fanno problemi a uccidere per puro interesse o divertimento, ma dall’altro gioca sul lato umano della loro precedente vita e sulle difficoltà e tragedie che hanno portato questa trasformazione. In questa narrazione per sfumature non si cerca quindi di giustificare l’atto, malvagio per natura, poiché questa dimensione rimane perlopiù separata da quella umana, per la quale si può provare empatia.
DEMON SLAYER: Stagione 2 è disponibile sottotitolato in italiano su Crunchyroll, la prima piattaforma online internazionale completamente dedicata al mondo dell’animazione giapponese, dei manga e dei drama. Puoi guardare gratuitamente Crunchyroll sul tuo PC, sul tuo smartphone e sulla tua console iscrivendoti con un account gratuito oppure sottoscrivendo un piano di abbonamento mensile che ti permetterà di seguire gli anime in simulcasting con il Giappone.
Tutto ciò enfatizza i combattimenti, sbilanciando inevitabilmente il tifo per il protagonista, per quanto sia piagnone o esageratamente buono come Tanjiro. Certo, negli ultimi attimi di vita dei vari demoni l’autore cancella per un attimo questo netto confine, ma è proprio questo che ci fa emozionare negli attimi in cui il cattivo scompare, senza che i suoi crimini vengano ammorbiditi da una qualche giustificazione. Di tutto il resto in questa stagione poco compare, essendo incentrata principalmente sui combattimenti: rimane evidente la tematica dei legami familiari, così come quella dell’imminente avanzata moderna nel paese del sol Levante: da questo punto di vista è sicuramente emblematica la scelta del treno per Enmu, la prima luna calante, essendo questo mezzo simbolo di progresso. Nulla viene perso riguardo agli elementi di folklore, come l’abbigliamento, le tradizioni, il trucco o le ambientazioni, già elogiate per la prima stagione, né sul fronte dei paesaggi o di quello musicale (l’opening della cantante Aimer, “Zankyou Sanka” è come sempre ottima), ma naturalmente tutta l’attenzione viene catturata dagli ottimi combattimenti di questi due archi narrativi.
A chi consigliamo DEMON SLAYER: Stagione 2?
Questa seconda stagione (come ovviamente la prima che, sembra scontato, deve essere vista in precedenza), è destinata a un ampissimo pubblico e può catturare gli animi di chiunque, sia dei più tradizionalisti che di quelli attirati dai più “frizzanti” e recenti anime… non per niente rimane uno dei titoli di maggior successo. In Demon Slayer non troverete contenuti sconvenienti, atti espliciti o fan service (incredibile, ma vero!), né (ad ora) storie amorose o horror, ma elegante spettacolo: gli amati dei combattimenti troveranno intere pagnotte per i loro denti, i più esigenti sull’animazione anche, ma non mancheranno sfumature psicologiche, elementi folkloristici, o curiosità sul mondo giapponese. Certo, non mancheranno scene sanguinolente e delle morti, ma mai una volta gli episodi devieranno verso lo splatter. Rimane quindi davvero difficile sconsigliare a qualcuno la visione di questo titolo, ma resta comunque uno shonen quasi puro, come ONE PIECE o BLEACH, quindi chi non ama questo genere non si aspetti novità, se non a livello di ambientazione.
- Animazioni eccellenti
- Scontri entusiasmanti e dinamici
- Ottima copertura dell’anime rispetto al manga
- Molti spunti di riflessione
- Riadattare l’arco del Treno Mugen non è stata una scelta felice
- Qualche banalità narrativa
DEMON SLAYER - Stagione 2
Una luna che continua a crescere
DEMON SLAYER: Kimetsu no Yaiba prosegue il suo dilagante successo, trascinato da un’animazione spettacolare e da una trama godibile a un grande pubblico. Gli episodi si susseguono tra sfarzi di colore su sfondi truci e scintille di speranza in un mondo oppresso da malvagità e progresso: l’intensità dei combattimenti aumenta, così come la forza dei protagonisti e dei demoni, ostentando tutto il peso di queste battaglie contro le Lune Crescenti. Insomma, le emozioni non mancheranno (tranne la noia, che mai finirà per catturarvi). La seconda stagione centra pienamente le aspettative, allontanando le poche critiche e alimentando l’hype dei fan verso il nuovo arco narrativo del villaggio dei fabbri, previsto probabilmente già per la fine dell’anno. In conclusione, questo shonen non avrà forse l’originalità di più famosi titoli del passato, ma ancora una volta si dimostra in grado di accrescere i suoi punti di forza a tal punto da mettere in ombra le sue poche debolezze. Che dire, questo animato mix di tradizione e innovazione non sembra avere ostacoli verso il successo.