Capita sempre più spesso, a tutti i franchise videoludici più famosi, di raggiungere un punto di svolta. Un momento in cui un singolo episodio segna la svolta epocale dalla quale non si potrà più tornare indietro. È successo a Street Fighter con la grafica in tre dimensioni, a Resident Evil con il passaggio alla visuale in soggettiva, è successo a Final Fantasy con la svolta action del quindicesimo capitolo, e ultimo, ma non meno importante, a Zelda. La rivoluzione che Breath of the Wild ha portato alla saga e in qualche modo all’universo dei titoli open world in generale, ha ispirato numerosi titoli venuti dopo di lui. Era necessario, in un certo senso, che anche la saga di Pokémon, fra le più vendute e apprezzate fra i gamer di tutto il mondo, affrontasse un cambiamento radicale, forse ispirata proprio da The Legend of Zelda stesso. Ciò avviene non tramite una nuova “generazione”, la canonica coppia di nuovi episodi che, come da tradizione, aggiungono un centinaio di nuove creature, una nuova regione e nuove meccaniche per la saga. Leggende Pokémon: Arceus è in qualche modo un salto nel vuoto per GAME FREAK, che abbandona quasi del tutto la struttura che ci ha tenuti per mano per oltre vent’anni.
C’è tanto di cui discutere, ma sembra quasi impossibile ignorare lo Snorlax in mezzo alla stanza. Quel comparto tecnico che non può non saltare all’occhio prima di ogni altra cosa una volta avviato il gioco, che sembra quasi riportarci indietro a qualche generazione fa. Questa è la nostra recensione di Leggende Pokémon: Arceus, ultima iterazione del celebre franchise disponibile ora su Nintendo Switch.
- Titolo: Leggende Pokémon: Arceus
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Avventura, RPG
- Giocatori: 1
- Publisher: Nintendo
- Sviluppatore: GAME FREAK
- Lingua: Italiano (testi)
- Data di uscita: 28 gennaio 2022
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: non annunciati
- Note: ambientato nel passato della regione di Sinnoh di Diamante e Perla
Niente più palestre, allenatori, medaglie e Centri Pokémon ad accoglierci con il loro inconfondibile motivetto. La mamma non ci attende più al piano di sotto per darci un paio di scarpe da ginnastica e farci i suoi più affettuosi auguri, e nemmeno l’odioso rivale che sceglierà lo starter più forte del nostro, tentando di metterci i bastoni fra le ruote. Nei panni di un giovane adolescente, del protagonista ideale di un qualsiasi gioco Pokémon, ci ritroveremo catapultati, a causa di un intervento divino, in un altro mondo, un’altra dimensione, un altro tempo. La Sinnoh del passato, chiamata Hisui, ci accoglie sulla sua spiaggia e il suo Professore, atipico e poco rassicurante rispetto al solito, ci porta nel Villaggio Giubilo, che da qui in avanti diverrà il nostro porto sicuro, il quartier generale del Team Galassia che sarà in qualche modo il centro del nostro mondo in questa nuova avventura.
Leggende Pokémon: Arceus sembra quasi il primo episodio di un nuovo filone, che sconvolge il mondo Pokémon dalle fondamenta per portarci a scoprire la mitologia dietro l’esistenza stessa dei Pokémon e soprattutto dei leggendari, in questo caso specifico della generazione Diamante e Perla. Saremo soli, o quasi, in mezzo a distese fatte di alberi, cespugli e specchi d’acqua, circondati unicamente da quelli che fino a questo momento erano fantastici compagni di viaggio, espressione stessa della nostra dedizione al gioco, che ora diventano prede da agguantare in silenzio ma allo stesso tempo temibili minacce dal quale guardarci prima che sia troppo tardi, prima che l’ennesimo colpo lanciato a distanza ci raggiunga e ci faccia perdere i sensi. Non il nostro Pokémon, non la nostra squadra, noi, in prima persona, veniamo attaccati dai mostri selvatici, forse per la prima volta in assoluto per questa saga.
No way home
Basta una manciata di attacchi subiti dal nostro alter ego, infatti, e per noi sarà Game Over. O meglio, ci ritroveremo a doverci separare da alcuni dei preziosi strumenti e tesori che fino a quel momento abbiamo raccolto in giro per le mappe, e qui entra in ballo una delle nuove meccaniche di questo gioco, una delle poche interazioni che avremo con gli altri giocatori sparsi in tutto il mondo: il nostro bottino perduto potrà essere ritrovato da altri giocatori, che verranno ricompensati con punti gratitudine, e lo stesso accadrà per noi nel caso ci dovessimo imbattere negli oggetti perduti da altri giocatori (o da finti altri giocatori, in molti casi). Con questi punti potremo recarci dall’apposito NPC nel villaggio, che ci permetterà di scambiarli con oggetti come Poké Ball, strumenti evolutivi e caramelle rare. E l’unica altra cosa che potremo fare con gli altri giocatori, previo codice fornito in separata sede, sarà scambiare i nostri Pokémon.
Per il resto, Leggende tende a isolarci nel mondo di gioco, sia dagli altri giocatori, sia in qualche modo da altri esseri umani virtuali, la cui presenza è ridotta all’osso, a due o tre personaggi in ciascun campo base, a qualche presenza utile al completamento di missioni secondarie, ed escludendo gli abitanti del villaggio e i personaggi del Team Diamante e Perla rimane poco altro. Persino le immancabili lotte contro gli allenatori avversari vengono praticamente meno: le uniche volte che ci ritroveremo a dover combattere contro i nostri simili sono le poche volte in cui la trama principale ci metterà nelle condizioni di dover mostrare il nostro valore ai personaggi secondari, oppure quando verremo assaliti da quelle che definirei le progenitrici del Team Rocket, le tre sorelle Brigantesse. Le battaglie che affronteremo per una grandissima parte del gioco saranno quelle contro i Pokémon selvatici, per catturarli o per liberarcene, contro i pericolosi Pokémon Alfa — versioni più grandi, forti e inquietanti, visti gli occhi rossi — e le boss battle contro i Pokémon Sovrani (e non solo). In queste ultime, oltre che confrontarci tramite le consuete battaglie a turni, dovremo controllare il nostro avatar per schivare in tempo reale i loro attacchi e, con il giusto timing, lanciargli contro appositi oggetti per calmarne la collera.
Rieducational Channel
Correndo a piedi o con l’aiuto dei Pokémon richiamati col flauto memordei, che ci permetteranno di correre, saltare, navigare, arrampicarci e planare, esploreremo Hisui con un duplice incarico: quello di calmare i Pokémon Sovrani dei Team Diamante e Perla, per scoprire il mistero dietro il varco spaziotemporale che ci ha portati in questo mondo, ma anche quello di scrivere la prima, rudimentale enciclopedia dei Pokémon di questa regione, un primitivo Pokédex su carta che si riempirà in maniera assai diversa e più complicata rispetto a quanto vissuto finora nei giochi del filone principale. Non basterà solo avvistare o catturare una creature per completarne le voci nel database, ma dovremo catturare cinque, dieci, venti esemplari della stessa, provare a sorprenderla senza farci notare, trovare l’esemplare più piccolo, o quello più grande.
Ma non solo, anche ingaggiare il Pokémon in battaglia, osservare le sue mosse caratteristiche, attaccarlo con un elemento a cui è debole, oppure utilizzarlo e allenarlo, quasi come se dovessimo “platinare” ogni creatura. Gli innumerevoli incarichi secondari spesso ci chiederanno di completare la scheda di questo o quell’altro Pokémon, di raccogliere collezionabili, di scoprire quali differenze intercorrono fra un sesso e l’altro, di trovare un esemplare di dimensioni ragguardevoli, o di scoprire magari se i Clefairy danzano davvero al chiaro di luna. L’insieme di tutto ciò che raccoglieremo nel Pokédex ci permetterà di salire di rango all’interno del Team Galassia, ottenendo grazie a ciò ricompense sempre più succose e via via Poké Ball sempre più efficaci, che diverranno indispensabili per la cattura di mostri di livello sempre più elevato.
Handicap Match
I Pokémon in sé, ora più che mai, si trovano al centro del gioco, popolano il mondo e lo rendono animato, e sono davvero l’unica cosa che conta all’interno del gioco. Questa volta saremo noi a nasconderci nell’erba alta per sorprenderli alle spalle, con un sistema di cattura figlio di quello di Pokémon GO che ci vedrà impegnati a mirare e lanciare Poké Ball, bacche e altri oggetti in direzione delle nostre prede con la speranza di acchiapparli al primo colpo e registrare un nuovo record sul Pokédex. In caso contario, la sfera da lanciare successivamente sarà quella di uno dei nostri Pokémon in squadra, selezionabili da un menu rapido ispirato a quello di Monster Hunter (allo stesso modo, anche la scelta delle mappe da esplorare mi ha ricordato il titolo Capcom). In Leggende Pokémon troviamo un sistema di combattimento abbastanza familiare, con l’unica differenza che potremo muoverci a piacimento sul campo per osservare lo scontro da ogni angolazione, facendo attenzione a non frapporci fra gli attacchi dei due (o più) mostri impegnati a darsi battaglia. Tra le innovazioni più evidenti, abbiamo la possibilità di scegliere se rendere il nostro attacco “rapido” o “potente” dopo averlo padroneggiato con l’allenamento. Nel primo caso agiremo prima dell’avversario, ma con una potenza inferiore; nel secondo, perderemo un turno ma sferreremo un attacco potenzialmente decisivo. Nonostante l’assenza di meccaniche competitive, la profondità strategica dei combattimenti li rende più avvincenti e in qualche modo più difficili. Non sarà raro ritrovarsi con il team decimato da nemici di livello anche di molto inferiore a quello dei nostri gladiatori in pelliccia e scaglie, grazie anche a un bilanciamento generale che favorisce di gran lunga i Pokémon selvatici (specialmente gli alfa) rispetto a quelli della nostra squadra.
Tra le innovazioni che ho apprezzato maggiormente non posso non citare la gestione delle mosse di ciascun Pokémon, che questa volta potranno essere “archiviate” una volta apprese e inserite nel moveset principale in qualsiasi momento, permettendoci di cambiare, a seconda del resto del nostro team e della situazione che andremo ad affrontare, le quattro tecniche in dotazione a ciascun membro della squadra. Grazie alla presenza di appositi oggetti, inoltre, potremo facilmente gestire i famigerati “effort value” e persino cambiare la natura dei nostri Pokémon. Di contro, ci sarebbero stati alcuni altri aspetti da migliorare, come la gestione dei Pascoli un po’ troppo limitata (che sostituiscono il PC dove immagazzinare i Pokémon catturati), l’impossibilità di lanciare più di una creatura in battaglia anche quando saremo circondati da tre o quattro avversari, o la mancanza di un’icona che ci segnala quando il Pokémon che ci troviamo di fronte compare per la prima volta davanti ai nostri occhi. Il sound design in questo senso gioca un ruolo fondamentale, con una colonna sonora orecchiabile ma meno onnipresente rispetto al solito, con effetti sonori — come quello che segnala la presenza di Shiny — e versi dei Pokémon che ci suggeriranno la presenza di nuove creature nei dintorni. C’è da dire, però, che fa un po’ strano, giunti a questo punto, non sentire Pikachu doppiato con la sua storica voce come accadeva nei giochi da un po’ di tempo a questa parte.
Un vero e proprio tuffo nel passato
Se giochi come Breath of the Wild hanno rappresentato un piccolo miracolo sulla piattaforma Nintendo, imitarne l’estetica, l’interfaccia e in qualche modo il sound design non significa allo stesso modo eguagliarne il risultato. Purtroppo, come ormai ben saprete viste le aspre critiche mosse dai giocatori e dalla stampa specializzata, Leggende Pokémon: Arceus è ormai tristemente noto per la sua resa grafica pigra e limitata, quasi retrograda, per la poca cura nella realizzazione delle ambientazioni, per il poco impegno profuso dal team di sviluppo, nonostante si tratti di uno dei franchise più redditizi al mondo, nonché per l’instabilità generale, fra sporadici crash (a cui rimedia il provvidenziale salvataggio automatico) e rallentamenti più o meno frequenti a seconda degli elementi a schermo, per non parlare di un costante effetto pop-up per texture, oggetti e Pokémon anche a distanza ravvicinata. Si denota una certa ristrettezza di tempi allocati per lo sviluppo del titolo, che purtroppo risultano in una cura superficiale di molti aspetti del gioco, primo fra tutti quello visivo.
Purtroppo la macchina Pokémon è un organismo in continuo movimento, con tempi ristretti e una dura tabella di marcia da rispettare. Concedere mesi, forse un anno in più di sviluppo avrebbe permesso di creare un titolo certamente migliore dal punto di vista tecnico, ma avrebbe scombussolato i piani di The Pokémon Company di rilasciare una nuova generazione rispettando i tempi prestabiliti, e quindi relative carte collezionabili, serie animate, film e merchandise. Tuttavia, è innegabile che da questo momento in avanti tutto ciò che arriverà sul fronte videoludico per la serie Pokémon non potrà non tenere conto delle innovazioni e della rivoluzione che ha portato al franchise questo Leggende Pokémon: Arceus, che rivoluzione il gameplay della serie in un modo che fino a qualche anno fa potevamo solo sognare. Vedere i Pokémon aggirarsi nel loro habitat, catturarli in tempo reale, lottare contro di loro nella medesima schermata, senza soluzioni di continuità. In maniera dannatamente assuefacente.
Esamina, cattura e studia i Pokémon selvatici della Sinnoh del passato per completare il primo Pokédex della regione in Leggende Pokémon: Arceus, un titolo che rende omaggio alle meccaniche di gioco dei titoli Pokémon, introducendo allo stesso tempo nuovi elementi da gioco di ruolo e d’azione. Esplora la mitica regione di Hisui, in un’epoca remota quando era raro che le persone e i Pokémon vivessero a stretto contatto e in armonia. Un vasto territorio che potresti conoscere bene, dominato dal Monte Corona, oggi noto come Sinnoh. A Hisui i Pokémon vagano liberamente in diversi tipi di ambienti, dalle distese d’erba alle foreste, agli specchi d’acqua, per citarne alcuni. Catturali tutti e completa gli incarichi per costruire il primo Pokédex di questa regione!
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A chi consigliamo Leggende Pokémon: Arceus?
Leggende Pokémon: Arceus è consigliato a chi, deluso dal susseguirsi di episodi tutti simili fra loro, non sorride prendendo in mano una Poké Ball dai tempi di Oro e Argento. Ma anche a tutti i fedeli appassionati dei mostri tascabili che non mancano di supportare il franchise, e che vengono finalmente premiati con un titolo che fa tabula rasa della comfort zone abitata fino a due mesi fa, cambiando buona parte delle carte in tavola. Adatto sia ai più giovani che ai giocatori più navigati, Arceus offre un livello di sfida più alto rispetto a quanto visto in precedenza, pur eliminando la componente multiplayer e quindi competitiva, ma offrendo al suo posto un’avventura appagante e che invoglia a esplorare, raccogliere oggetti, catturare, svolgere incarichi secondari e scoprire sempre più creature per salire di rango. Un po’ come succede per il nostro avatar all’interno del gioco, Arceus è capace di inghiottire il giocatore per decine di ore, risultando coinvolgente grazie alle sue meccaniche che premiano la curiosità, la voglia di avventura e il primordiale bisogno di “acchiapparli tutti”. Sconsigliato invece a chi mette al primo posto la perfezione dal punto di vista tecnico, chi predilige l’aspetto estetico e chi non può sorvolare sulle troppe imperfezioni che il comparto visivo Arceus, purtroppo, presenta in gran numero.
- Rivoluziona completamente il gameplay della serie
- Il salto nel passato è una scelta assai vincente
- Catturare, collezionare e completare il Pokédex non è mai stato così divertente
- Tecnicamente grezzo, denota uno sviluppo affrettato
- Alcune semplici mancanze, come il poter lanciare più Pokémon in battaglia
Leggende Pokémon: Arceus
Il punto di svolta che tutti quanti stavamo aspettando
Le evidenti mancanze dal punto di vista tecnico non riescono, fortunatamente, a impedire a Leggende Pokémon: Arceus di offrire ai giocatori — più di sei milioni e mezzo in tutto il mondo in una sola settimana dal lancio — decine e decine di ore di spensierato divertimento. La sceneggiatura alla base del titolo è come sempre semplice, ma non priva di mordente, e serve alla perfezione da contorno per l’esperienza in sé: un gioco che, nonostante la sua semplicità, risulta incredibilmente coinvolgente. Un titolo che per Pokémon rappresenta una svolta, un checkpoint che sarà possibile ignorare da qui in avanti. Leggende cambierà il modo di pensare i giochi Pokémon, che da questo punto in avanti dovranno garantire la medesima libertà di azione, di avventura, il modo genuino di spingere il giocatore alla scoperta. Mi chiedo, tuttavia, se le aspre critiche profuse all’unisono nei confronti dell’aspetto tecnico serviranno a smuovere almeno un po’ i piani alti di The Pokémon Company, che dovrebbero decidere di stanziare budget più consistenti e tempistiche più lunghe, nonché assumere team satelliti sempre più all’avanguardia per affiancare Game Freak nella produzione dei prossimi titoli. Ma fino ad allora, fino a che il prossimo episodio della saga non verrà annunciato, godiamoci il nostro viaggio spaziotemporale nella Sinnoh del passato come se fosse un lungo, piacevole sogno dal quale non vogliamo svegliarci.