Yakuza 5 – Recensione

Yakuza 5 / giugno

yakuza-5-recensione-boxartKamurocho, Tokyo. Una calamita per violenti e lussuriosi, un posto dove uomini e donne si recano per uno sfogo passeggero tornando con le mani macchiate di sangue, per sciocche ambizioni, per denaro e per amore. Tra questi spiccò un uomo, un tempo noto come il Drago di Dojima, un leggendario membro della yakuza. Il suo nome è Kazuma Kiryu. Quest’uomo, tuttavia, si addossò la colpa del peggior disonore per un membro della mafia giapponese: uccise il proprio padrino, rinunciando al proprio onore per proteggere il suo amico più fedele e la donna della sua vita. Terminata la sua incarcerazione, Kiryu tornò a Kamurocho e incontrò una bambina di nome Haruka: in lei trovò una figlia, nonché la piena speranza per il futuro. Abbandonata la malavita e il posto di leader del clan Tojo, Kiryu decise di intraprendere una normale esistenza assieme alla ragazzina; tuttavia, di lì a poco finì invischiato in una cospirazione che mise in pericolo il destino del suo clan. Nell’aprile del 2010, in seguito alla disputa fra il clan Tojo e il Seiwa di Ueno, Daigo Dojima restaurò il proprio casato, diventandone il sesto capofamiglia.

Dicembre 2012. Kazuma Kiryu è scomparso, abbandonando per sempre la sua fama di yakuza leggendario e assumendo l’identità di Taichi Suzuki, un tassista di Nagasugai, Fukuoka. Tuttavia, l’imminente scontro fra il clan Tojo e l’alleanza Omi metterà in pericolo la sua nuova e pacifica esistenza, oltre che, uno contro l’altro, l’est e l’ovest del Giappone.

A distanza di ben tre anni dall’uscita in Giappone, SEGA è stata in grado di portare nel resto del mondo il quinto capitolo di una delle saghe più amate ma allo stesso sottovalutate del panorama videoludico giapponese in Italia. Parliamo di Ryū ga Gotoku, noto in Europa e nel resto dell’occidente come Yakuza, un’esperienza videoludica dalla forte componente narrativa che, sin dai tempi di PlayStation 2, ci racconta e ci fa vivere in prima persona il moderno paese del Sol Levante (con qualche parentesi sul suo storico passato) attraverso gli occhi di una leggenda della mafia locale e dei suoi onorevoli compagni. Purtroppo Yakuza 5 giunge nel nostro paese un po’ troppo tardi, su una console ormai quasi fuori dal mercato e unicamente in formato digitale. Nonostante ciò, l’ultima opera di Toshihiro Nagoshi disponibile per il vecchio continente promette di lasciare un segno indelebile nei nostri ricordi. Scopriamone assieme il motivo!

  • Titolo: Yakuza 5
  • Piattaforma: PlayStation 3
  • Genere: Azione, Avventura
  • Giocatori: 1 (2 online e offline nei mini-giochi online)
  • Software house: SEGA
  • Sviluppatore: SEGA
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 8 dicembre 2015
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: costumi e contenuti bonus gratuiti
  • Note: uscito in Giappone ben tre anni prima con il nome di “Ryū ga Gotoku 5: Yume Kanaeshi Mono”

Non capita certo tutti i giorni di avere a che fare con titoli del calibro di Yakuza 5. Specie perché SEGA ultimamente rilascia davvero col contagocce i suoi giochi nel nostro paese, e dobbiamo considerarci fortunati se, fino a questo momento, abbiamo potuto godere di tutti i giochi regolari della serie (ma anche di qualche spin-off) in versione retail e senza eccessivi ritardi. Purtroppo, come già anticipato nell’introduzione, Yakuza 5 non è stato altrettanto fortunato, arrivando a noi in un periodo in cui PlayStation 3 ha ormai fatto il suo tempo, e le software house si prodigano in conversioni new-gen più o meno riuscite dei titoli già disponibili in Giappone e di prossimo arrivo in occidente, allo scopo di riuscire a venderne più copie possibili sia sulla vecchia che sull’attuale generazione. Non è il caso di Yakuza, che con questo quinto episodio distribuito unicamente in digitale mi costringe in qualche modo a rispolverare una PS3 che avevo ormai messo da parte da qualche tempo. Devo dire, però, che ne è valsa la pena.

Fake Taxi

Nel corso della sequenza introduttiva ambienta a Fukuoka che vede per protagonista Daigo Dojima, l’attuale leader del clan Tojo, scopriremo che il nostro Kazuma Kiryu ha intrapreso la vita quotidiana di un uomo comune, assumendo l’identità di Taichi Suzuki e lavorando come tassista presso una piccola compagnia, la Nagasu Taxi Co. Sarà proprio a causa di Dojima, che insisterà nel salire a bordo della sua vettura per farsi un giro, che Kiryu dovrà recarsi presso una compagnia concorrente per porgere le sue scuse: l’etiquette prevede che il taxi a prendere il cliente sia sempre il primo della fila, e quello di di Suzuki non lo era di certo. Saremo quindi liberi di girovagare per le strade della città alla ricerca di un regalo di scuse appropriato, origliando le conversazioni dei passanti nella speranza di carpire qualche idea che faccia al caso nostro. Ma perché scegliere la specialità culinaria del posto, recarmi una buona pasticceria oppure offrirgli da bere quando posso recarmi al Club SEGA e pescargli una figure di Panzer Dragoon con l’Ufo Catcher?

Sarà poco dopo, usciti dal conbini in seguito all’utilizzo dell’ATM, che verremo assaliti dalla prima banda di rapinatori che, non spaventati dalla nostra imponente figura, ci intimeranno di consegnargli i soldi che ci hanno visto maneggiare all’interno del negozio. Come per ogni altro gioco di questa serie, anche il gameplay di Yakuza 5 è suddiviso in due sezioni principali: le fasi esplorative e i combattimenti, intervallate da cutscene (caratterizzate dai soliti, lunghi e complessi dialoghi) e numerosi mini-giochi nei quali ci imbatteremo irrimediabilmente nel corso dell’avventura.

Chi mi conosce sa quanto io non apprezzi particolarmente la guida e le automobili, sia nel mondo reale che in quello dei videogiochi. È davvero difficile riuscire a trovare un gioco di guida che mi appassioni e non mi stanchi definitivamente dopo qualche ora di gioco. Perché vi sto dicendo questo? Beh, la nuova vita di Kiryu non è solamente una copertura e il nostro lavoro presso la Nagasu non sarà una cosa da prendere alla leggera. Se decideremo di affrontare le sessioni lavorative (il più delle volte, facoltative) dovremo occupare il posto di guida sulla nostra bella vettura blu e fare tutto ciò che farebbe un tassista nel mondo reale, accettando gli incarichi dei clienti, rispettando il codice stradale e addirittura intavolando conversazioni che possano intrattenere i nostri ospiti. Non sognatevi nemmeno di guidare come se fossimo in GTA: investire i pedoni, non rispettare la segnaletica orizzontale, urtare un ostacolo o addirittura invadere la carreggiata opposta non ci farà solo perdere preziosi punti, potrebbe persino costringerci a ricominciare da capo la missione. Dov’è il divertimento allora, direte voi? È presto detto! Oltre alle missioni in cui dovremo dialogare coi passeggeri o scarrozzarli in giro per Nagasugai, di tanto in tanto verremo ingaggiati da alcuni mascalzoni come i Nagasu Devil Killer o le Vixen Zeroes che ci sfideranno in una gara all’ultima sgommata (race battle). Sarà allora che i nostri comandi al volante si trasformeranno in turbo, provocazione e azione speciale: inutile specificare che sarà dannatamente divertente… anche se, alla lunga, un po’ monotono, se deciderete di completare il gioco al 100%. Nonostante ci sia la possibilità di personalizzare la propria auto, incrementandone le prestazioni e migliorandone l’aspetto esteriore, le gare si svolgeranno tutte nel medesimo circuito, con davvero poche variazioni, e saranno tutte piuttosto simili tra di loro. Ma non è poi un difetto così evidente all’interno di un titolo vasto come quello che ci troviamo tra le mani.

No, il Club SEGA non è un locale hard

Se nella prima sezione del gioco, che avrà per protagonista Kiryu, il normale svolgimento sarà intervallato dalle sessioni di guida, nelle parti successive gli altri protagonisti ci consentiranno di svolgere ulteriori mansioni alternative. Nella parte con Saejima, per esempio, saremo addestrati alla caccia sulle montagne impervie di Tsukimino (e con l’impareggiabile quest che avrà per protagonista un orso leggendario), in quelle con Haruka dovremo affrontare la carriera di un’aspirante idol tramite un divertente rhythm game, mentre nella parte relativa a Shinada dovremo giocare nei panni di un ex professionista del baseball.

Tuttavia, il più grande divertimento offerto da Yakuza è sempre stato quello dei mini-giochi che esulano del tutto dalla trama principale, e che faranno la gioia di chi ha avuto il piacere e la fortuna di visitare il Giappone. Le strade del paese del Sol Levante costituiscono infatti una notevole attrattiva per chi è alla ricerca di divertimento di ogni sfaccettatura: dai night club dove sborsare centinaia di migliaia di Yen in cambio della compagnia di belle fanciulle ai classici karaoke dove cimentarsi in ridicole sessioni di canto e ballo private, dal lavoro part-time presso un ristorante di ramen al biliardo, alla pesca, ai giochi d’azzardo e all’immancabile Club SEGA. Quest’ultimo, in particolare, ci permetterà di affrontare una versione pressoché completa di Virtua Fighter 2, che potremo giocare anche in multiplayer online o in locale con un amico direttamente dal menu principale, nonché una versione ridotta di Taiko Drum Master, i già citati Ufo Catcher e altro ancora. Nel corso della storia ci capiterà inoltre di cimentarci in attività che arricchiranno ulteriormente l’esperienza, come una corsa sfrenata a bordo di una motoslitta, sfide a tema baseball e… corse fra galline. Difficilmente riuscirete ad annoiarvi durante le fasi esplorative, questo è poco ma sicuro.

I draghi di Kamurocho

Quando la trama lo richiederà, o più spesso quando invece ci ritroveremo a girovagare per strada e verremo avvicinati da alcuni poveri malintenzionati, si avvierà la fase di combattimento. Come nel più classico degli RPG, ci sarà una breve transizione, durante la quale ci verranno presentati i nostri avversari (generalmente più di uno) e i passanti avranno tempo di allontanarsi, radunandosi ai lati dell’arena. In puro stile beat’em up comanderemo il nostro alter-ego in uno spazio tridimensionale e avremo la possibilità di picchiare a mani nude o con uno degli oggetti che troveremo nei dintorni, semplici rapinatori, attaccabrighe, membri di altri clan rivali o gente volenterosa di sfidarci. Potremo concatenare le nostre combo alternando attacchi rapidi ad attacchi pesanti, ma anche afferrare e lanciare le nostre prede contro pareti e oggetti di scena. Portando a segno i nostri colpi riempiremo un’apposita barra, che ci servirà a eseguire colpi speciali o ad attivare la modalità Dragon Spirit, che renderà ancora più letali per un breve periodo di tempo. Subire colpi farà diminuire la barra stessa, mentre compiere determinate azioni darà via a degli speciali Quick Time Event o ci farà guadagnare punti esperienza aggiuntivi, a volte facendoci salire addirittura di livello. Tramite l’apposito menu potremo personalizzare abilità speciali ed equipaggiamenti, utilizzando oggetti in grado di alterare le nostre statistiche oppure armi consumabili come spade, bastoni e mazze da baseball.

Fulfiller of Dreams

Come già accadeva nel precedente gioco della saga, anche Yakuza 5 è suddiviso in episodi (a loro volta suddivisi in capitoli), ma stavolta Kamurocho non sarà l’unico teatro delle vicende di Kaz e compagni. A nostra disposizione troviamo ben cinque città diverse da esplorare, ognuna con le sue attrattive differenti e con un capitolo di storia indipendente, ma allo stesso tempo legato al filone principale. La storia iniziale di Suzuki avrà luogo a Nagasugai, quartiere fittizio ispirato alla reale Nakasu, Fukuoka. Poi proseguiremo le vicende con Taiga Saejima, addentrandoci nel freddo clima di Tsukimino, ispirata a Susukino, quartiere di Sapporo, nell’Hokkaido. Successivamente sarà il turno dell’aspirante idol Haruka Sawamura e del caro vecchio Shun AkiyamaSōtenbori (versione immaginaria di Dōtonbori, Osaka). Il penultimo capitolo vedrà invece protagonista l’unica new entry di questo quinto gioco, ovvero Tatsuo Shinada, che si avventurerà per le strade di Kin’eicho, costruito sulla base della reale Sakae, Nagoya. L’episodio finale vedrà infine il ritorno del Drago di Dojima nello storico quartiere che l’ha reso una leggenda, Kamurocho. Ciascuno degli episodi, apparentemente indipendente, ci metterà di fronte a una serie di luoghi e attività univoche, nonché sottotrame, quest secondarie e decine di attrattive diverse da intervallare allo svolgimento della storia principale.

Like a Dragon

A differenza di Yakuza 4 e Yakuza: Dead Souls, che utilizzavano il motore grafico creato per Yakuza 3, il quinto episodio regolare che mi ritrovo tra le mani è stato sviluppato con un nuovo engine, creato appositamente per l’occasione. Visivamente Yakuza 5 ha davvero poco da inviare ai giochi più recenti, ed è caratterizzato da modelli poligonali davvero realistici e dai movimenti verosimilmente credibili, specie quelli utilizzati durante le cutscene. I volti, che potremo ammirare in una delle tante sequenze di dialogo proposte dalla storia, appaiono più che mai ricchi di dettagli e a stento riuscirete a credere di trovarvi davanti a un gioco della passata generazione, con un labiale perfettamente sincronizzato con le battute di dialogo. Gli unici difetti riscontrabili riguardano il frame rate, non proprio definibile come fluido, nonché le texture in bassa risoluzione che caratterizzano molti degli edifici disseminati fra le strade del Giappone moderno. Assolutamente di prim’ordine è il doppiaggio in lingua originale che ci accompagnerà per tutta l’avventura, unica opzione vocale disponibile. Anche la colonna sonora, a partire dal brano strumentale introduttivo, è costituita da ottimi pezzi, che di tanto in tanto desidererete certamente riascoltare anche fuori dal contesto ludico.

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A chi consigliamo Yakuza 5?

I fan della saga di Ryū ga Gotoku hanno atteso questo quinto gioco per troppo tempo, sarebbe davvero inutile specificare che l’acquisto è quantomeno obbligato. Tutti quelli che si aspettano un titolo affine alle meccaniche di GTA o Sleeping Dogs, come potrebbe apparentemente sembrare Yakuza, farebbero bene a rivedere i propri piani: Yakuza 5 è molto più simile a un gioco di ruolo giapponese piuttosto che a un open world di stampo occidentale. Missioni, mini-game, punti esperienza, abilità, equipaggiamenti e dialoghi coinvolgenti (ma a volte interminabili) sono gli ingredienti alla base di un titolo che non ha proprio nulla da invidiare alle più celebri produzioni tripla A.

  • Longevo ed estremamente variegato
  • Trama coinvolgente e ricca di colpi di scena
  • È possibile giocare online a Virtua Fighter 2

  • Alcune porzioni di gioco possono risultare poco avvicenti
  • Disponibile solo in formato digitale
  • Arriva un po’ tanto in ritardo…
Yakuza 5
4.5

5 è il numero perfetto

Peccato non poter dare un punteggio pieno a Yakuza 5 in parte per qualcosa che non dipende dagli sviluppatori del gioco, bensì da chi ne ha gestito la distribuzione. Yakuza 5 arriva con troppi anni di ritardo, per di più unicamente in formato digitale e su una piattaforma che molti dei giocatori avevano messo da parte in favore della console di attuale generazione. Scaricare ventitré gigabyte non sarà certo la più complicata delle operazioni, ma posso bene immaginare quanto sia una rogna per chi non possiede una connessione abbastanza veloce. Avrei gradito maggiormente un’ultima, gloriosa release su disco, come tutti gli altri capitolo di Ryū ga Gotoku giunti in occidente, sia per una questione di completezza che per dare il giusto risalto a quello che risulta essere, a tutti gli effetti, il punto più alto toccato da questa saga. Sebbene, ormai abituati a grafica e fluidità propri di PS4, potremmo trovare obsoleto il comparto tecnico di Yakuza 5, il suo gameplay longevo ed estremamente variegato non ci farà minimamente ripiangere di stringere in mano il caro vecchio DualShock 3 al posto del suo più ergonomico successore. In termini di trama, giocabilità e coinvolgimento, Yakuza 5 saprà stregarvi per tante, tantissime ore, annoiandovi solo durante alcune sequenze o per via di dialoghi che a tratti risultano eccessivamente prolissi.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.