Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26 – Recensione

Abbiamo recensito Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26, la seconda raccolta di storie autoconclusive dell'autore di Chainsaw Man

Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26 - Recensione

Star Comics ha di recente pubblicato il secondo volume che raccoglie le opere giovanili di uno degli autori che sta ridefinendo i canoni di narrazione del manga shonen da qualche anno a questa parte, Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26. Questo volume, esattamente come il precedente (qui trovate il link recensione), testimonia l’evoluzione concettuale, grafica e narrativa dell’autore nei suoi racconti autoconclusivi scritti dai 22 ai 26 anni. In questa serie di racconti infatti si possono collezionare numerosi dettagli, idee e design che verranno poi ripresi nelle sue opere mature e definiranno i tratti de suo stile. Irriverente, bizzarro, inarrestabile, capace di raccontare tutto con una delicatezza unica o con crudezza spietata. Maestro del grottesco e dell’imprevedibile. Signore e signori, Tatsuki Fujimoto!

Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26 - Recensione

  • Titolo originale: Fujimoto Tatsuki Tanpenshū: 22-26 (藤本タツキ短編集 22-26)
  • Titolo italiano: Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26
  • Uscita giapponese: 4 novembre 2021
  • Uscita italiana: 28 settembre 2022
  • Numero di volumi: 1
  • Casa editrice: Star Comics
  • Genere: Surreale, romantico, assurdo
  • Disegni: Tatsuki Fujimoto
  • Storia: Tatsuki Fujimoto
  • Formato: Brossurato con sovracoperta
  • Numero di pagine: 193

Abbiamo recensito Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26 tramite volume stampa fornitoci da Star Comics.

Le quattro vicende

Il volume raccoglie quattro storie da circa 50 pagine l’una. Ne La rapsodia delle sirene, viene proposta una bizzarra storia d’amore tra un giovane ragazzo e una sirena, i quali sono legati da un pianoforte che sta sul fondo dell’oceano. Continua con La sindrome che mi fece risvegliare donna che narra con una crudezza unica e vicende di un giovane ragazzo che si sveglia ed ha cambiato di sesso, il tutto avrà una forte ripercussione sulla sua vita sentimentale. Nayuta, la ragazza della profezia, narra la storia di due fratelli che si fanno carico di un destino crudele, contro un mondo superstizioso che li odia dal profondo. Infine il volume si chiude con La sorella maggiore: uno slice of life che parla del rapporto conflittuale tra due sorelle, conflitto che nasce dall’ossessione della sorella minore di imitare la maggiore piena di talento nel disegno.

Le quattro storie sono tutte ambientate all’interno di questi mondi sospesi, surreali, che mischiano in maniera intuitiva e originale la magia, l’occultismo con la realtà e i problemi di tutti i giorni. Portando alla luce anche i dilemmi più stupidi e le velleità inutili dell’animo umano, il tutto trattato sempre con una scrittura mai banale e una ottima profondità psicologica.

Delicato e crudo

Già nella recensione del volume precedente ho parlato di come Fujimoto sia incredibilmente legato al concetto del grottesco inteso come normalizzazione di situazioni e pensieri assurdi. Questo aspetto permane e forse emerge con una decisione maggiore in certe storie.  Questo volume è la prova del raggiungimento di una maturità di stile e una sicurezza nel settare questo mood narrativo in cui l’estraniamento emerge con naturalezza, senza che neanche il lettore se ne accorga subito.

Questa maturità è infatti raggiunta grazie a una complessità di scrittura e di messa in scena che gli permette di far emergere meglio i pensieri e i desideri dei personaggi in modo da creare maggiore empatia. La grandezza delle sue storie sta infatti nella sua capacità di trattare il bizzarro e l’inusuale con una tenerezza unica, una profondità che permetta al lettore di avere un perfetto ritratto emotivo dei suoi personaggi. Accanto a ciò elementi estremamente crudi, che spesso sono anche quelli più reali, si affiancano per creare contrasti unici e venali.

I temi più complessi e moralmente più rilevanti sembrano essere per lui un campo giochi, l’ambiguità morale regna, lo spazio in cui opera è vastissimo e mai scontato. Non per questo Fujimoto manca di sensibilità, anzi, la sua schiettezza e l’indelicatezza con cui tira fuori questi argomenti è in realtà ben pesata e molto significativa. La sua narrazione apparentemente superficiale alza l’asticella, permette al lettore di immergersi, empatizzare e trovarsi spesso di fronte a un dilemma gigantesco senza avere una risposta. L’opinione di un autore sincero che non ha nulla da insegnare ma solo da raccontare.

Il tratto

Se nel primo volume erano ancora evidenti parecchie acerbità nel tratto dell’autore, queste quattro storie testimoniano il raggiungimento, o quasi, della maturità grafica riportata nelle sue opere di successo. Prima di tutto emerge un tratto pulito, preciso e forme anatomiche non perfettamente realistiche ma espressive. In modo particolare sembra che Fujimoto metta un focus sull’espressività degli occhi. Il tratto resta anche qui spoglio ma la qualità delle linee nasconde una qualità che comunica molto del mondo interiore dei personaggi.

Inoltre, ad un occhio più attento, la storia di Nayuta testimonia anche la maturità del suo character design, Nayuta infatti racchiude in sé il design di Makima, celebre comprimario di Chainsaw Man. Lo stesso autore  nella nota a fine volume afferma di essere particolarmente affezionato a quel personaggio.

Un discorso diverso invece lo dobbiamo fare per il paneling. Le gabbie che racchiudono queste quattro storie infatti sono principalmente gabbie dagli spazi definiti, senza particolari sperimentalismi o esplosioni. Differentemente a quanto si può vedere invece in Chainsaw Man, dove la sperimentazione della gabbia ha spesso soluzioni davvero originali ed estremamente votate alla dinamica. Caratteristica, questa che rappresenta uno dei punti cardine dello stile di Fujimoto.

A prescindere da tutto Fujimoto sembra inserirsi benissimo all’interno di una cerchia di autori che fa dell’espressività e della dinamica del tratto il proprio cavallo di battaglia. Personalmente Fujimoto è da annoverare dunque a fianco a quei disegnatori non bravi da un punto di vista formale ma estremamente efficaci e potenti.

Il volume Star Comics

Il volume di Star Comics è realizzato in formato brossurato con sovraccoperta. La carta standard da tankobon resta molto sottile e ruvida ma perfettamente in linea con un prodotto di categoria di prezzo standard per un manga. Nulla da dire in merito agli adattamenti, in questo la cura editoriale della casa editrice è quasi sempre impeccabile. I dialoghi procedono in modo scorrevole e senza intoppi, anche in alcuni dialoghi emotivi, a parer mio, difficili da rendere chiari con poche parole. Infine ottima l’idea di lasciare le onomatopee in giapponese con traduzione a fianco in nota. Scelta che preferisco personalmente dal momento che spesso il lettering dell’onomatopea è studiato dallo stesso autore per renderlo armonico sul disegno.

A chi consigliamo Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26?

Consigliamo Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26 a chi ha voglia di approfondire uno degli autori più chiacchierati del Giappone degli ultimi anni. Questa lettura è infatti un ottimo modo per comprendere l’evoluzione creativa di un autore che sembra avere poco da raccontare eppure riesce sempre a farlo nell’ottica di sconvolgere il lettore. Agli amanti del bizzarro, dell’anticonvenzionale, del surreale.

  • Inaspettato
  • Emotivo e ingaggiante

  • Lo stile non è ancora completamente maturo come nelle sue opere di successo
Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26
4

Un viaggio nella mente di un pazzo

Leggere le storie di Fujimoto è sempre così. Ti prende per mano dolcemente e poi ti accoltella alle spalle. Le sue storie hanno il carattere dell’imprevedibile, dell’insolito, qualunque cosa venga rappresentata viene contaminata dal suo personalissimo modo di vedere e raccontare la realtà. Una lettura sempre piacevole, a tratti tenera e dolce, a tratti spietata come non mai. Il mondo di Fujimoto mischia gli elementi del reale in maniera innovativa e intuitiva. Un viaggio nella mente di chi ha da proporre sempre una visione alternativa ma mai inefficace.

Scrittore incallito, impugna la penna come fosse una katana e si allena prendendo a colpi di spada un povero taccuino che si porta sempre appresso. Appassionato di fumetti americani e nipponici, il suo più grande sogno è quello di imparare a lanciare sfere di energia dal palmo della mano. Ogni notte sogna l’uscita del nuovo capitolo di Hunter x Hunter, per poi svegliarsi in lacrime e scontrarsi con la dura realtà.

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