Tratto da un romanzo di Hideo Furukawa, celebre scrittore giapponese, Inu-Oh è un film che è stato definito dall’autore originale come un film che ringhia. La musica si fonde perfettamente con la narrazione arrivando a colpire lo spettatore in pieno volto. La storia permette di navigare nel Giappone medievale attraverso la musica e le sonorità più moderne.
Masaaki Yuasa è uno dei più rinomati animatori del Giappone. Un artista capace di circondarsi sempre di collaboratori stellari, il character designer è di nientemeno che Taiyo Matsumoto, una leggenda del manga contemporaneo, la sceneggiatura di Akiko Nogi, sceneggiatrice versatile sia sul piccolo che sul grande schermo, alle musiche abbiamo invece Otomo Yoshihide che è stato in balia delle richieste stravaganti del regista ed è riuscito a far prendere vita alla musica che è la vera protagonista della pellicola.
Insomma, un’opera visionaria in cui il giappone medievale si fonde con il rock moderno, un’epopea selvaggia che porta il nome di grandissime figure del Giappone fumettistico e animato. Un tripudio di tecniche ed estetiche perfettamente bilanciate tra loro grazie al genio visionario del regista.
- Titolo originale: 犬王 (Inu-Oh)
- Titolo inglese: Inu-Oh
- Uscita giapponese: 28 maggio 2022
- Uscita italiana: 12 ottobre 2023
- Piattaforma: cinema
- Genere: Storico, Musicale
- Durata: 98 minuti
- Studio di animazione: Science Saru
- Adattato da: romanzo di Hideo Furukawa
- Lingua: Italiano
Abbiamo recensito Inu-Oh grazie a un invito all’anteprima stampa organizzata da Double Line e Hikari Edizioni.
Il medioevo incontra il rock
Cosa sarebbe successo se il pop, la musica rock e i febbrili festival musicali all’aperto fossero esistiti nel Giappone del XIV secolo? È questa la domanda che da motore alla pellicola, un’ipotesi stramba e anacronistica incorniciata da un’estetica spettacolare, estremamente dinamica.
Giappone medievale. Inu-Oh è un artista noh (una forma d’arte teatrale molto poco accessibile al volgo) nato con caratteristiche fisiche singolari: è affetto da una maledizione che lo lega ai ricordi degli spiriti del clan Heike e che hanno reso il suo corpo mostruoso. Tomona è un monaco cieco suonatore di biwa a causa di una maledizione legata alla spada Kusanagi, un artefatto leggendario che oltre a togliergli la vista uccise suo padre. I due si incontrano nella capitale e iniziano a esibirsi insieme grazie alla musica avanguardistica di Tomona e i racconti che Inu-Oh riceve dagli spiriti legati alla sua figura. Con i loro spettacoli che infrangono le regole delle arti tradizionali, diventano le pop star di una nuova era e in breve tempo le folle impazziscono per loro.
All’interno di questa storia che svela il debutto di due talenti inarrestabili, si inserisce il percorso di crescita di entrambi i quali, attraverso la loro arte e le storie che rivelano al mondo, comprenderanno sempre più cose su sé stessi, sul loro passato e sul ruolo che ha la loro arte.
Lo sviluppo della trama ha carattere politico, la stessa risoluzione finale avrà dei risvolti estremamente legati alla storia del Giappone tradizionale. Il tutto si muove con una potenza emotiva davvero complessa e intensa che realizza un finale spettacolare e commovente. Da emarginate erbacce di campo diverranno i fiori del giardino più bello.
Rompere le tradizioni
Il tema musicale e artistico è sicuramente una parte centrale dell’intera pellicola. Qui realizzato però in una maniera inconsueta, ovvero ponendo al centro del concept un anacronismo davvero interessante. Il carattere avanguardistico delle opere di Tomona e Inu-Oh infatti viene rappresentata attraverso sonorità estremamente moderne.
Questa caratteristica ci porta al secondo grande tema dell’opera, ovvero il recidere i legami con la tradizione per creare qualcosa di nuovo. I due artisti infatti diventano portavoce di una nuova forma artistica, di estetiche mai viste e vengono accolti a braccia aperte dal grande pubblico estasiato dalle loro performance. Il tutto però è funzionale e necessario alla perpetrazione dei ricordi, in particolare ai ricordi dimenticati del clan Heike. La rottura della tradizione non coincide con la rottura della memoria storica ma si perpetra attraverso di essa. Creare qualcosa di nuovo per riportare alla luce qualcosa di dimenticato.
Infine, questo è un film che racconta la diversità. Entrambi i protagonisti sono vittime di menomazioni fisiche e disabilità che limitano decisamente la loro vita, tuttavia loro sembrano non accorgersene, anzi, compensano le mancanze coi loro talenti. Tomona è infatti un genio visionario della biwa, le note delle sue canzoni sembrano quasi ipnotizzare chunque le ascolti. Inu-Oh, invece, dotato di un’agilità estrema e di un entusiasmo incontenibile è un ballerino eccezionale capace di mangiarsi l’intero palco con la sua gigantesca presenza. Il talento, la passione, permettono ai protagonisti di emergere e di fiorire, la bellezza li salva, la musica li eleva.
Yuasa e Matsumoto, dinamica e genio
Le dinamiche grottesche ed esagerate di Yuasa sono subito riconoscibili, respirano attraverso la pellicola e incontrano la follia del design di Matsumoto. La gestualità, la naturalezza assieme a un tratto estremamente sintetizzato rendono ogni scena uno spettacolo per gli occhi e le idee di regia sono talmente tante che si finisce per essere sballottati tra una scena e l’altra senza avere il tempo di rielaborare. Yuasa è un genio del movimento, ha già dato prova al mondo di questo nei precedenti prodotti. La sua resa di camera è spettacolare, le transizioni sbalorditive, ad ogni livello, dal dettaglio alla macro composizione nelle inquadrature. Il tutto realizzato con un’organicità di stile estremamente riconoscibile e spaventosamente bella.
Siamo nell’espressionismo più puro dell’animazione, le soluzioni sono le più disparate e veicolano gli eventi interni ed esterni con grande naturalezza, complice anche un’attenzione meticolosa alla gestualità quotidiana, alle espressioni facciali e alla danza che diventa spesso padrona dello schermo.
Il regista ha affermato anche i un intervista di come sia stato difficile rendere minuziosamente l’atmosfera medievale, il film ha infatti una particolare attenzione ai costumi, agli ambienti e alle estetiche del tempo, una minuziosità che viene continuamente rotta e sfidata dalla presenza di sonorità musicali estremamente moderne.
La colonna sonora di Otomo Yoshihide fonde la musica tradizionale del periodo con la musica rock e pop creando un anacronismo musicale estremamente interessante. I racconti perduti del clan Heike riecheggiano nell’aria attraverso le chitarre elettriche e le percussioni moderne, la messa in scena dei loro spettacoli assomiglia tantissimo ai concerti delle rock band più in voga, il nuovo si fonde alla tradizione del teatro noh mischiando con grande abilità e precisione estetiche passate e presenti. Spettacolare anche il comparto sonoro, l’attenzione ai suoni, agli effetti audio, hanno una resa estremamente viva. Il Giappone di Yuasa parla, respira e soprattutto suona!
Distribuzione italiana e doppiaggio
Hikari Edizioni è un’azienda italiana con una solida storia editoriale. Fondata nel 2010 da Antonio Scuzzarella, come divisione specializzata della casa editrice 001 Edizioni si è affermata nel panorama editoriale italiano, pubblicando prestigiosi manga dei grandi autori giapponesi. Ha conquistato negli anni una fedele base di lettori appassionati di manga, rendendosi un punto di riferimento per gli amanti della cultura giapponese nel nostro paese. Nel 2023, Hikari Edizioni ha intrapreso una nuova sfida aprendo Hikari Cinema, divisione dedicata alla distribuzione dell’animazione giapponese e ai film art-house provenienti dal Sol Levante.
Double Line è una casa di distribuzione cinematografica con sede a Torino. È stata fondata nel 2019 da Antonio Scuzzarella e Stefano Gariglio con l’intenzione di portare nelle sale film d’essai. Finora sono stati distribuiti il legal-drama Il terzo omicidio di Kore-eda Hirokazu, il contemplativo Days (2020) di Tsai Ming-liang, il thriller La festa silenziosa (2020) dell’argentino Diego Fried, il documentario sperimentale Voyage of Time (2016) del maestro Terrence Malick, il film animato Il naso o la cospirazione degli anticonformisti (2020) del veterano Andrey Khrzhanovsky e il dramma intimista Santa Lucia (2021), che segna l’esordio alla regia del napoletano Marco Chiappetta.
Il doppiaggio italiano di Inu-Oh è ben realizzato e soprattutto ben caratterizzato. Le voci dei personaggi sono state ben selezionate e la recitazione è di alto livello. Le voci durante i pezzi musicali sono stati sottotitolati in modo tale da poter apprezzare i testi e le sonorità originali.
A chi consigliamo Inu-Oh?
Consigliamo Inu-Oh a chi adora i musical, le estetiche del Giappone tradizionale e la danza. A chi ha già incontrato Yuasa e vuole rivivere quella follia animata che i suoi prodotti portano. La colonna sonora, l’estetica tradizionale, il comparto tecnico, realizzano un prodotto di altissimo livello, la sceneggiatura racconta la storia di due personaggi molto particolari che prendono vita e danno una forza unica alla narrazione. Un film per gli amanti del bello, per chi ha una passione da difendere a spada tratta e vive per quello.
- Livello di animazione incredibile
- Colonna sonora molto avanguardistica
- Molti riferimenti alla tradizione di difficile comprensione per un occidentale
Inu-Oh
Un prodotto che vive
Inu-Oh è un prodotto che vive. In un’epoca passata trova, attraverso la musica, un filo che lo connette al presente. Il rock e il pop sono i protagonisti del teatro tradizionale Giapponese, assieme alle estetiche di un medioevo passato. Il prodotto è di altissimo livello, dall’animazione, al design, fino ad arrivare alla colonna sonora e al sonoro. Un’ora e mezza di tragica meraviglia, i vostri occhi e le vostre orecchie vi ringrazieranno, fidatevi. Lasciatevi trasportare, lasciatevi sorprendere ed estasiare dalla danza di Inu-Oh e le storie in musica di Tomona. Lasciatevi trasportare dal flusso di Yuasa e da una regia che non conosce difetti.