Death Stranding. È questo il nome del fenomeno di mutuo annichilimento in cui l’antimateria del mondo dei morti è entrata in contatto con la materia del mondo dei vivi. Da quel giorno in poi il mondo come lo conosciamo è cambiato irrimediabilmente. Le popolazioni che fino a quel momento vivevano connesse le une alle altre tramite una rete si ritrovano isolate a dover combattere contro le minacce che il mondo esterno ha offerto da quel giorno in avanti. Fenomeni come la Cronopioggia, che fa invecchiare istantaneamente ogni organismo vivente bagnato dalle sue gocce, e le CA, le anime dei morti che vagano nel regno dei vivi alla ricerca del proprio corpo perduto. Ogni volta che un essere umano perde la vita entra in necrosi nel giro di poche ore e il tocco delle CA, che cercano disperatamente di entrare in contatto con il feretro, causa la comparsa di un immenso cratere di morte e devastazione. In un modo come questo coloro che vengono considerati eroi sono i corrieri, che permettono all’umanità di sopravvivere trasportando merci e beni di prima necessità da un punto e l’altro di continenti sull’orlo della distruzione totale. Sono queste le premesse del profondo e più che attuale mondo creato dall’immaginario di Hideo Kojima per il primo progetto del suo rinnovato team di sviluppo. Dopo averlo esplorato a fondo attraverso il media videoludico, il DEATH STRANDING che ci ritroviamo oggi fra le mani è un romanzo in due volumi scritto dal co-sceneggiatore del gioco, Hitori Nojima. Ve ne parlerò in questa recensione.
L’arrivo di DEATH STRANDING sul mercato ha diviso i giocatori fra chi lo considera ancora oggi un videogame di culto e chi invece lo trova un prodotto incredibilmente sotto le aspettative. Reduce soprattutto dalla celebre saga di METAL GEAR, Hideo Kojima ha osato sperimentare, creando un nuovo genere videoludico nella quale il compito ciascun utente diventa quello di ricollegare un’America formata da esseri umani alla disperata ricerca di una normalità. Un argomento divenuto attuale con l’arrivo della pandemia nel mondo reale, con la sola differenza che gli elementi ultraterreni di cui l’opera di Kojima è permeata sembrano decisamente più spaventosi del nostro attuale nemico numero uno, ma che in qualche modo l’umanità sembra più coesa nel tentativo di sconfiggere.
Protagonista della storia narrata da Nojima fra le pagine dei due ricchi volumi è Sam Porter Bridges, un corriere divenuto leggenda per via delle sue incredibili abilità. La caratteristica peculiare di Sam è il suo poter tornare dal mondo dei morti per via delle sue DOOMS, abilità che lo rendono in grado di fare da ponte fra il mondo dei vivi e quello dei defunti. Il confine fra le due realtà è rappresentato dalla Spiaggia: una spiaggia per ciascun essere vivente, dove il mare rappresenta l’aldilà e la sponda il mondo terreno. Pur lavorando da anni come freelance, Sam verrà ingaggiato suo malgrado dalla BRIDGES, tramite una sorta di ricatto morale, per compiere un’importante missione. Quella di ricostruire gli Stati Uniti d’America ricollegando le città superstiti tramite la rete chirale.
Diversamente dal videogioco, pur rimanendone fedele nella sua totalità, il romanzo di DEATH STRANDING è un prodotto incredibilmente più introspettivo. Viaggeremo coi pensieri di Sam, affronteremo i suoi sogni, proveremo le sue stesse sensazioni. Rispetto al gioco da cui è tratto, i libri di Nojima ci consentono inoltre di vivere in prima persona le storia di personaggi secondari e le loro paure, di affrontare la morte, il dolore provocato dalla scomparsa di una persona cara. Ad accompagnare Sam nel suo lungo cammino, oltre al supporto in remoto di personaggi come Deadman e Die-Hardman, troveremo B.B., il neonato contenuto all’interno della capsula collegata direttamente alla sua tuta. Il collegamento al Bridge Baby, unito alle sue DOOMS, rende Sam in grado di percepire nel migliore dei modi la minaccia delle CA, per evitare di finire spiaggiato e causare la comparsa di un cratere. Ma il collegamento col neonato sottaceto instaurerà in entrambi un rapporto di empatia e prima di rendersene conto Sam finirà col considerare B.B. una delle maggiori priorità e responsabilità nel corso del suo cammino.
Se il titolo giocato nel 2019 e riaffiorato questo settembre su PlayStation 5 ci metteva di fronte a lunghe scarpinate costellate di ostacoli e minacce mortali, con una tensione sempre al cardiopalma, il romanzo di DEATH STRANDING dedica alle traversate uno spazio decisamente più ristretto, limitato unicamente ai momenti chiave in cui la trama richiede la presenza del lettore. Ciò ha permesso a Nojima di concentrarsi maggiormente sull’emotività della storia, ma anche su dettagli che ne dipanano al meglio lo scenario e ogni elemento di sfondo.
Il videogame di culto realizzato da Hideo Kojima, eletto Gioco dell’Anno del 2019, è trasportato sulla carta in un romanzo in due volumi da Hitori Nojima, già autore degli adattamenti in prosa di Metal Gear Solid. Misteriose esplosioni hanno scosso il pianeta, innescando una serie di fenomeni soprannaturali noti come Death Stranding. Creature spettrali che divorano i vivi hanno spinto l’umanità sull’orlo dell’estinzione, causando il crollo della società come la conosciamo e la dispersione dei sopravvissuti, che ora vivono in comunità del tutto isolate l’una dall’altra. Sam Porter Bridges, il leggendario corriere con il potere di tornare dal mondo dei morti, è stato incaricato di una missione critica dal Presidente delle Città Unite d’America: dovrà viaggiare attraverso questo paesaggio devastato e infestato di minacce ultraterrene, per rimettere in contatto città e persone e ricostruire l’America un passo alla volta.
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J-POP porta in Italia il romanzo di DEATH STRANDING in un esclusivo box da collezione che include entrambi i libri, ma anche vendendo i due volumi singolarmente. Il cofanetto che raccoglie la serie completa è realizzato in cartoncino stampato a colori e con retro serigrafato, come ciascuno dei due tomi, ma avrei apprezzato maggiormente l’utilizzo di un materiale più rigido, perché il trasporto e alcune disattenzioni potrebbero rovinarlo irrimediabilmente. I due libri invece presentano una sovraccoperta con plastificazione opaca ed entrambi lo stesso artwork, ma con una colorazione leggermente diversa, un artwork di copertina che mette in scena l’intero cast di personaggi principali con uno stile che ricalca al meglio quello del gioco e un riconoscibilissimo Norman Reedus al centro di essa. All’interno il libro è stampato con un font estremamente leggibile su carta usomano bianchissima, con le prima pagine completamente in nero e contenenti un glossario e la presentazione di ciascuno dei personaggi. La traduzione italiana è di ottima fattura e decisamente congrua con quella operata per il videogioco, utilizza gli stessi termini e gli stessi acronimi, anche se è stato impossibile non notare che, nelle prime pagine e in diverse altre occasioni, la Cronopioggia è stata indicata col termine anglofono, Timefall. All’interno del romanzo, contrariamente a quanto spesso accade nelle cosiddette “light novel” giapponesi, non è presente alcuna illustrazione, ed è diviso in capitoli esattamente come l’opera cui è tratto.
Io ti aspetterò sulla spiaggia.
La trasposizione cartacea di DEATH STRANDING è una lettura profonda e interessante, indirizzata a chi due anni fa si è innamorato del prodotto di KOJIMA PRODUCTIONS, del suo mondo in declino e dei suoi personaggi, ma anche a chi non ha avuto occasione di giocarlo, per un motivo o per un altro. DEATH STRADING − Il Romanzo è fruibile esattamente come qualsiasi altra storia nata su carta e risulta chiaro ed esaustivo anche per chi non si è mai interessato al media videoludico. Trovo che l’opera scritta da Hitori Nojima sia un’ottima occasione per far sì che l’incredibile lavoro svolto da Hideo Kojima e dal suo staff possa arrivare a un pubblico ancora più vasto, perché a mio parere si tratta di una storia che lascia il segno e che merita di essere riconosciuta universalmente come un classico dei nostri tempi. A conti fatti, tuttavia, DEATH STRANDING è anche una lettura impegnativa, che vi terrà inchiodati alle pagine nelle prime battute, ma che richiederà un piccolo sforzo per essere portata a conclusione. Un punto a favore se siete avidi lettori che divorano i libri in pochi giorni, ma se invece siete lenti e procastinatori potreste ritrovarvi ad abbandonarlo per via della sua complessità e profondità a tratti eccessive.
Una storia che merita di essere narrata