Se vi chiedessimo di elencare gli anime giapponesi più belli del decennio passato, almeno il 90% di voi citerebbe STEINS;GATE, mentre il restante 10% confesserebbe di non averlo ancora visto. Stiamo parlando infatti di un vero e proprio capolavoro, un unicum che ha fatto la storia del medium e che ha influenzato inevitabilmente tutte le produzioni successive. Quello che molti non sanno, tuttavia, è che STEINS;GATE non è un anime originale, bensì nasce come adattamento di una visual novel che si inserisce a sua volta in una serie di videogiochi denominata Science Adventure, tutti sviluppati dal medesimo studio. Oggi non sono qui per parlarvi di STEINS;GATE, ma di altri due titoli appartenenti alla suddetta serie. Mi riferisco a ROBOTICS;NOTES ELITE e ROBOTICS;NOTES DaSH, rispettivamente primo e secondo capitolo, che giungeranno a breve in Occidente grazie a Spike Chunsoft e Numskull Games. Ecco a voi la recensione sulle pagine di Akiba Gamers.
- Titolo: ROBOTICS;NOTES DOUBLE PACK
- Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC / Steam
- Versione analizzata: PC / Steam
- Genere: Avventura, Visual Novel
- Giocatori: 1
- Publisher: Spike Chunsoft, Numskull Games
- Sviluppatore: MAGES. Inc.
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 16 ottobre 2020
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessun
- Note: comprende due titoli, ROBOTICS;NOTES ELITE e DaSH
Abbiamo recensito ROBOTICS;NOTES DOUBLE PACK con un codice Steam fornitoci gratuitamente da Spike Chunsoft.
Un robot per amico
Partiamo dal principio: che cos’è esattamente Science Adventure? Come già detto, si tratta di una serie di visual novel giapponesi di genere fantascientifico sviluppate da 5pb. (ora Mages), Nitroplus e Chiyomaru Studio, la cui origine risale al 2008 – anno in cui è stato pubblicato CHAOS;HEAD – e ancora in corso. Tutti i giochi della serie sono ambientati nel medesimo universo, una versione alternativa ma credibile del nostro pianeta, e sono accomunati da temi ricorrenti come tecnologia, scienza (sia reale che fittizia), mistero, cospirazioni e leggende urbane. Ricorrente è anche lo staff: Chiyomaru Shikura – fondatore di 5pb. e creatore della serie – è il produttore esecutivo, Naotaka Hayashi è lo sceneggiatore principale, Takeshi Abo è il compositore delle colonne sonore, mentre vari artisti si sono susseguiti per le illustrazioni e il character design. STEINS;GATE e il sequel – anche se è più corretto parlare di “midquel” – STEINS;GATE 0, usciti in patria rispettivamente nel 2009 e nel 2015, rappresentano gli esponenti più conosciuti di questa saga videoludica, grazie soprattutto all’adattamento animato del primo.
ROBOTICS;NOTES esce nel 2012 in Giappone per PlayStation 3 e Xbox 360 ed è il terzo gioco della serie Science Adventure. Nello stesso anno è protagonista di un adattamento animato di 22 episodi realizzato dallo studio Production I.G, e nel 2014 viene rilasciato anche su PlayStation Vita nella versione ELITE, caratterizzata da alcuni cambiamenti e aggiunte come le scene d’intermezzo animate, in analogia a quanto fatto per STEINS;GATE. Un aggiornamento che nel 2019, in concomitanza con l’uscita del seguito ROBOTICS;NOTES DaSH, giunge anche su PlayStation 4 e Nintendo Switch. In occasione dell’Anime Expo 2019, il publisher Spike Chunsoft annuncia l’arrivo di entrambi i titoli in Occidente in un unico pacchetto denominato ROBOTICS;NOTES DOUBLE PACK. L’uscita è prevista su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC il 13 ottobre 2020 in Nord America e tre giorni dopo in Europa, distribuito da Numskull Games.
Ambientato nel 2019 a Tanegashima, un isola del Giappone meridionale realmente esistente, la trama di ROBOTICS;NOTES ELITE vede come protagonisti i liceali amici d’infanzia Kaito Yashio e Akiho Senomiya. Il primo è un ragazzo abbastanza pigro e svogliato che ha come unico interesse quello di giocare tutto il giorno a Kill-Ballad, un popolarissimo picchiaduro per tablet; la seconda è eccentrica, vivace e spesso invadente, ed è disposta a tutto pur di raggiungere il suo sogno: terminare la costruzione di GunBuild-1, un robot gigante progettato da sua sorella Misaki, e portare di nuovo alla gloria il Club di Robotica dell’istituto. La storia, narrata principalmente dal punto di vista di Kaito, segue le disavventure dei due protagonisti con la costruzione del robot e la rifondazione del club, e una trama parallela che porterà Kaito a scoprire una pericolosa cospirazione legata al misterioso nome di Ko Kimijima.
Una visione imperfetta
Non ho mai visto l’adattamento animato di ROBOTICS;NOTES e non mi sono mai approcciato al gioco in alcun modo prima di questa recensione, ma avevo già avuto l’occasione di constatare come la maggior parte degli appassionati considerasse il titolo in questione il più debole della serie Science Adventure, fra quelli rilasciati. Dopo averlo completato sbloccando ogni finale finalmente ho capito perché. ROBOTICS;NOTES ELITE è un titolo dove molte buone idee soccombono di fronte a una realizzazione maldestra e priva di una direzione precisa, problemi che purtroppo affliggono anche il secondo capitolo. Adesso vi spiego perché.
ROBOTICS;NOTES ELITE & DaSH sono due visual novel abbastanza standard, dove la maggior parte del tempo viene passata a leggere gli eventi su schermo. È possibile utilizzare il tablet di Kaito per avviare, tra un dialogo e l’altro, tre applicazioni che svolgono funzioni differenti: Deluoode Map, un sistema di mappe che si rifà a Google Maps e che permette di spostarsi fra vari punti d’interesse dell’isola; Twipo, un social network simil-Twitter con il quale è possibile interagire a distanza con gli altri personaggi rispondendo ai loro messaggi, compito fondamentale per sbloccare i vari percorsi del gioco (cinque in totale, più un bad ending); e Iruo, una sorta di scanner per la realtà aumentata che consente di esaminare l’ambiente e raccogliere i cosiddetti Geotags, marker contenenti informazioni su persone e oggetti. In determinati momenti della storia inoltre si deve combattere con l’app di Kill-Ballad, in un minigioco QTE dove bisogna premere una sequenza di tasti entro il tempo limite.
Questi elementi di gameplay, gli unici dove è richiesta un minimo d’interazione, sono purtroppo molto limitati e sarebbe stato bello vederli implementati in maniera più consapevole e pervasiva, invece di lasciarli in secondo piano. Il focus di ROBOTICS;NOTES ELITE è dunque sulla narrazione, e da questo punto di vista la trama principale, quella legata alle indagini di Kaito che porteranno alla luce una pericolosa minaccia per il Giappone e l’intero pianeta, è il vero punto di forza del titolo. Una volta entrata nel vivo, la storia diventa davvero appassionante e in molti momenti ho riscontrato lo stesso genio di Shikura e dello staff che ha dato vita al memorabile STEINS;GATE. Peccato che, prima di arrivare a questo, bisogni fare i conti con i due difetti che affossano le ambizioni del titolo: il ritmo e i personaggi.
Houston, abbiamo un problema… di ritmo
ROBOTICS;NOTES ELITE appartiene a quella categoria di visual novel dove ogni bivio narrativo porta a una diversa conclusione e dove è necessario completare il gioco più volte per ottenere tutti i pezzi del puzzle e arrivare così al vero finale, il famoso “true ending” per usare un’espressione nota a tutti. Ciascun percorso si sblocca, da quello che ho potuto constatare nella mia esperienza, rispondendo ai messaggi dei vari personaggi su Twipo, scegliendo le risposte che aumentano l’affinità fra il protagonista Kaito e ciascuno di loro. Se le condizioni vengono rispettate, una volta giunti a determinati punti di svolta della storia si accede alla route di quel personaggio, e dopo aver portato a termine quelle “secondarie” si ha la possibilità di proseguire fino al true ending. Normale amministrazione per un appassionato di visual novel, il punto però è che – almeno nel mio caso – ho trovato i criteri che governano l’accesso a ciascuna route decisamente poco chiari e intuitivi. La conseguenza è il serio rischio che il giocatore medio non riesca ad arrivare al vero finale senza dover ricorrere a qualche aiuto esterno.
Cosa c’entra il ritmo in tutto questo? C’entra, perché per le prime 20-25 ore vi sono pochi avvenimenti di rilievo e la narrazione è dominata da scene di stampo slice-of-life e dal tono leggero e scanzonato che, pur necessarie per la caratterizzazione dei personaggi, hanno poco o nulla a che fare con la storia principale. Di nuovo, non mi stupirebbe vedere un giocatore non avere più interesse a proseguire arrivato al termine della prima run, perdendosi così la vera trama del gioco. Anche i personaggi non rappresentano certamente il punto forte di ROBOTICS;NOTES ELITE. Sebbene col tempo mi sia affezionato al cast di protagonisti, grazie a una scrittura di buona qualità, nessuno di loro lascia il segno e molte figure (come Subaru e Frau Kojiro) impiegano troppo tempo per mettere in mostra il loro potenziale.
A livello tecnico, ROBOTICS;NOTES ELITE salta subito all’occhio per la scelta degli sviluppatori di ricorrere a modelli poligonali in tre dimensioni per la rappresentazione dei personaggi, invece dei classici sprite 2D. Una decisione che potrebbe lasciare di stucco – se non scandalizzare – numerosi appassionati, e che in fin dei conti ha lasciato scettico pure il sottoscritto. Non tanto per l’idea in sé, che ci può stare, quanto per la sua realizzazione: sebbene dettagliati e belli da vedere, tali modelli non possiedono infatti l’espressività che ci si aspetterebbe dall’uso del 3D, e in più punti avrei preferito di gran lunga le care vecchie illustrazioni bidimensionali. Eccellenti invece le virtuose e colorate CG di Tomonori Fukuda, vale la pena completare il gioco al 100% solo per ammirarle tutte. Per quanto concerne il comparto sonoro, nulla da segnalare: le musiche di Takeshi Abo sono molto buone, così come le sigle di apertura e chiusura e il doppiaggio.
Lo chiamavano fanservice
Parliamo adesso del secondo titolo del pacchetto, ROBOTICS;NOTES DaSH (la “a” minuscola nel titolo non è casuale). Si tratta di un seguito diretto del primo capitolo, ambientato sei mesi dopo la conclusione degli eventi del vero finale di ROBOTICS;NOTES ELITE. Per questa ragione, è consigliabile non iniziarlo prima di aver portato a termine il predecessore, onde evitare spoiler. In DaSH ritroviamo Kaito, Akiho, Subaru e il resto del cast, a cui si aggiunge un ospite d’eccezione proveniente da STEINS;GATE (ambientato, ricordiamolo, nella stessa linea temporale): Itaru Hashida, meglio conosciuto come “Daru the Super Hacker”. Anzi, è molto più di un semplice ospite, visto che una buona metà dell’avventura ci viene raccontata dal suo punto di vista.
Con ROBOTICS;NOTES DaSH gli sviluppatori propongono un’esperienza narrativa e ludica semplificata rispetto al primo capitolo. La storia è infatti molto più breve – impiegherete circa 15 ore per arrivare al primo finale e poco meno di 30 per sbloccarli tutti – e sono stati eliminati i messaggi tramite Twipo e le battaglie di Kill-Ballad, mentre rimangono gli spostamenti con la mappa e la raccolta dei Geotags. Stavolta, l’accesso ai vari percorsi (sette in totale, true ending incluso) è dettato dall’ordine degli spostamenti che bisogna effettuare fra le aree di gioco durante i punti cardine della storia, che consentono di accedere alla route finale di un personaggio piuttosto che di un altro.
Nonostante questi buoni propositi, tuttavia, ROBOTICS;NOTES DaSH è un seguito che cade nuovamente negli stessi problemi del predecessore, a testimonianza del fatto che gli sviluppatori non sembrano aver imparato la lezione, o che (ipotesi più probabile) è proprio la visione di fondo di questi due capitoli che non ha funzionato. Anche qui infatti una buona metà della storia è occupata da scene che non portano avanti la trama principale, dei veri e propri filler, e in questo caso il difetto viene accentuato in quanto il vero finale non riesce a essere interessante come quello di ROBOTICS;NOTES ELITE. Il seguito infatti punta molto sul fanservice, non tanto quello legato all’aspetto fisico dei personaggi femminili (accettabile e sensato), ma da intendersi nell’accezione più generale: quella di proporre contenuti che hanno l’unico scopo di soddisfare gli appassionati della serie Science Adventure. Intendiamoci, da amante di STEINS;GATE per me è stato bellissimo impersonare Daru e vivere parte dell’avventura attraverso i suoi occhi, ma era lecito aspettarsi qualcosa di più.
Per gli aspetti tecnici del titolo valgono le medesime considerazioni esposte per il predecessore. Anche qui, mi auspicavo un miglioramento dell’espressività dei modelli poligonali dei personaggi, che in certi punti mi è parsa persino peggiore di quella del primo capitolo. Degna di menzione la Tu Ru Tu Ru Dance, un simpaticissimo balletto di alcuni personaggi del gioco accessibile dopo aver completato due dei finali disponibili: il video è esilarante e squisitamente trash.
A chi consigliamo ROBOTICS;NOTES Double Pack?
I due titoli che compongono il pacchetto sono un acquisto raccomandato agli appassionati di visual novel di lungo corso, che avranno già completato con tutta probabilità il meglio disponibile sul mercato, e, soprattutto, agli amanti della serie Science Adventure. Pur con tutti i loro problemi, ROBOTICS;NOTES ELITE & DaSH sono due tasselli fondamentali del puzzle ideato da Chiyomaru Shikura e dal suo staff, e in ultima analisi valgono i soldi spesi e l’investimento di tempo. Proprio per questo motivo, non li consiglio a chi non conosce la serie o vuole approcciarsi al genere: c’è decisamente di meglio in giro, STEINS;GATE in primis. Dulcis in fundo, come accade quasi sempre per questa tipologia di produzione, entrambi i titoli sono localizzati nella sola lingua inglese. Un inglese molto semplice e facilmente comprensibile, ma tenetene comunque conto se state valutando l’acquisto.
Kaito Yashio è uno degli ultimi due membri del Robot Research Club della Central Tanegashima High. Kaito si rilassa mentre la sua controparte, lo spericolato leader del club Akiho Senomiya, si sforza di completare il loro robot gigante per evitare che il club venga sciolto.
Ma i giorni di relax di Kaito terminano con la scoperta del misterioso Rapporto Kimijima. Contiene istruzioni che coinvolgono località in tutta l’isola e avverte di una cospirazione che prende di mira il mondo intero.
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- Due titoli pregni dello stile e dell’atmosfera della serie Science Adventure
- Illustrazioni davvero pregevoli
- Trama principale del primo capitolo coinvolgente e appassionante
- Due visual novel che vi terranno impegnati per molto tempo…
- …Se non cederete prima alla noia e ai problemi di ritmo
- Cast di protagonisti poco incisivo
- Raggiungere il vero finale non è proprio immediato
- Il seguito ricasca negli stessi errori del primo
ROBOTICS;NOTES DOUBLE PACK
Gli anelli deboli della catena
Purtroppo viviamo nella linea temporale in cui ROBOTICS;NOTES ELITE e ROBOTICS;NOTES DaSH rappresentano i capitoli meno riusciti della nota serie di visual novel Science Adventure. Adesso che ho potuto provarli in lungo e il largo comprendo i motivi del disappunto di molti utenti che li hanno già completati con la versione giapponese. ROBOTICS;NOTES ELITE & DaSH non sono due titoli brutti: al loro interno i giocatori ritroveranno molti dei tratti tipici delle produzioni di 5pb. e Chiyomaru Studio – pur non al livello di opere di ben più elevato spessore come Chaos;Head e Steins;Gate – e ci sono tante buone idee. A conti fatti, però, entrambi i giochi risentono pesantemente di problemi di ritmo, di un cast poco accattivante e (soprattutto nelle prime battute) pieno di personaggi odiosi, e di una gestione dei bivi narrativi poco chiara e a tratti frustrante. Gli appassionati di lungo corso e gli amanti della saga che riusciranno a passare sopra a questi difetti saranno ricompensanti da due storie tutto sommato valide, chi invece si è avvicinato da poco al genere o alla serie Science Adventure farebbe meglio a guardare altrove.