Dragon Star VARNIR – Recensione

In un mondo di draghi, cavalieri e streghe, il giovane Zephy si ritroverà a vivere il suo incubo peggiore. Ecco a voi Dragon Star Varnir!

Dragon Star Varnir – Recensione

Dragon Star VARNIR – RecensioneIl giovane Zephy è un prode cavaliere che ha votato la sua vita ad una sola missione: sterminare tutte le Streghe. Per uno scherzo del destino però, per scampare a morte ormai certa, si ritroverà ben presto a diventare una di loro grazie a Minessa, giovane Strega che si trovava nei paraggi per cercare una sua compagna catturata assieme alla irascibile Karikaro.

Essendo diventato ormai nemico degli stessi cavalieri, in quanto Strega, Zephy non avrà altra soluzione che seguire le ragazze e vivere come loro, iniziando pian piano ad aprire la propria mente e a rivedere il proprio credo. Esiste però un modo per liberarsi dallo status di Strega, considerato una maledizione anche dalle Streghe stesse, e diventare un essere umano… ma non sarà affatto facile! Non avendo altra scelta, il gruppo deciderà di partire per la meta finale per spezzare questo terribile incantesimo, per iniziare (o per tornare) finalmente a vivere in modo normale.

Dragon Star VARNIR è la new entry nel catalogo videoludico di Compile Heart, compagnia che tra un capitolo della serie Neptunia e un suo spin-off decide anche di regalarci prodotti diversi ma dal sapore davvero simile. L’avventura di Zephy e delle sue nuove compagne Streghe al momento è esclusiva PlayStation 4, ma è da poco stato annunciato anche per PC attraverso Steam. Un po’ come accaduto a tantissimi altri titoli della medesima compagnia. Noi intanto partiamo alla scoperta del titolo nella sua unica versione attualmente disponibile.

  • Titolo: Dragon Star VARNIR
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (US)
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: Idea Factory International
  • Sviluppatore: Galapagos RPG, Compile Heart
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese e Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 14 giugno 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno

Dragon Star VARNIR dialogo

Ridendo e scherzando, in redazione abbiamo sempre chiamato questo gioco “I can’t believe it’s not Neptunia”, data la similitudine tra la serie di punta di Compile Heart e… praticamente qualsiasi altra cosa abbia sviluppato nel corso degli ultimi anni. Per quanto io non sia assolutissimamente fan di Neptune e compagne, ho voluto immergermi in questa avventura per provare con mano questo gioco, che su carta sembra promettente. Ma lo sarà davvero?

Ti odio, poi ti amo, poi…

Iniziamo il nostro cammino vestendo i panni di Zephy, protagonista assoluto del gioco e abile cavaliere che, come già detto in apertura, ha solo uno scopo nella vita: sterminare le Streghe. Da appassionato di anime, manga e videogame giapponesi, come magari molti di voi lettori, mi immaginavo già che il protagonista di lì a poco, in qualche modo, si sarebbe trasformato lui stesso in quel che odia di più. Solo che mi sarei aspettato tipo un “opsone, sono diventato un mago” e non “opsone, sono diventato una Strega con la sorpresa”. E il fatto che spesso e volentieri anche il cast di eroine e personaggi secondari scherzi proprio sopra a questo fatto lo rende in qualche modo un escamotage capace di strappare qualche sorriso. Cosa davvero utile di tanto in tanto, dato che la trama di per sé è a tratti dark, nella quale talvolta bisogna proprio sacrificare qualcosa per riuscire a ottenere quel che si vuole. Grazie a questo, il prodotto è capace di offrire una narrazione più ampia e con proseguimenti diversi a seconda di alcune scelte di gioco, caratteristica buona dal lato della rigiocabilità.

La storia di Dragon Star VARNIR scorre sia attraverso bellissime artwork dei personaggi che cutscene realizzate con lo stesso motore grafico del gioco, fattore che riesce in qualche modo a spezzare la monotonia di dialoghi abbastanza vuoti, giusto per veder pseudo-infamarsi due personaggi, che di solito sono Karikaro > protagonista, Karikaro > Charlotta, Karikaro > praticamente tutto e tutti. Anche questo titolo, così come altri della compagnia, ci propone un cast principale praticamente composto quasi tutto da ragazze, ciascuna con una personalità diversa e più o meno stereotipata, lasciando solo a Zephy e qualche antagonista o personaggio secondario poco rilevante il ruolo di maschi. Insomma, principalmente tutti relegati a far da cattivi, se si tiene in considerazione che anche lo stesso protagonista all’inizio è uno di loro. Nulla di poi così drammaticamente sbagliato eh, è bene esser chiari, ma talvolta andrebbe bene anche provare a variare un po’ le carte in tavola.

Dragonforce

La trasformazione del protagonista in Strega è uno degli eventi fulcro, avvenuta proprio nei primi minuti di gioco, e necessaria per scampare a morte certa per mano di un possente drago. Minessa, in cerca dell’amica Laponette catturata dai cavalieri, deciderà di usare proprio Zephy per carpire informazioni utili sulla posizione della compagna, ma trovando il ragazzo in fin di vita, deciderà di provare il tutto per tutto per farlo tornare in vita semplicemente ficcandogli la lingua in bocca e infondendogli il sangue di drago appena abbattuto. Questo farà risvegliare nel protagonista uno strano processo, dovuto anche a quella che lui definisce una cicatrice che ha dalla nascita, che finisce per donargli potere magico con cui sarà in grado di combattere e soprattutto volare. Vi state chiedendo il perché del grassetto? Presto detto! Tutti i combattimenti che ci ritroveremo ad affrontare all’interno del gioco avverranno infatti a mezz’aria, ovvero in volo, dove i nostri avversari saranno principalmente draghi di varia natura e forma, e nemici dotati di capacità di volare o tecnologia che li rende capaci di librarsi in aria.

Se in caso non si fosse capito dal titolo stesso del gioco, i draghi saranno il minimo comune denominatore praticamente di tutto quello che troveremo all’interno del gioco; sono legati alle streghe, sono i nostri avversari ricorrenti nei vari dungeon, grazie a loro vengono sviluppati i propri artefatti che rendono gli umani in grado di volare, e soprattutto grazie a loro potremo ottenere i vari Dragon Core utili per sbloccare abilità aggiuntive e sempre più forti. Ciascuno dei personaggi che controlleremo, infatti, potrà contare sul comando Devour, che permetterà al singolo eroe o eroina di ottenere il nucleo di quel drago, che verrà visualizzato all’interno del menu come una sorta di mini-albero delle abilità da dover sbloccare man mano con i punti battaglia ottenuti ad ogni vittoria. Questi nuclei andranno SOLO al singolo personaggio che sarà in grado di divorare quel preciso drago, offrendo la possibilità anche agli altri di recuperarli semplicemente girando per i vari dungeon, cercando la stessa tipologia di drago, e divorandolo. Solo i draghi che appariranno come boss saranno in grado di garantirne uno per tutti i personaggi, che di solito fungeranno da Core principali. Sinceramente ho trovato questa funzionalità davvero intrigante e divertente, una delle poche, capace di offrire una buona variazione nelle abilità dei personaggi a discrezione del giocatore: se li vuoi diversi te li fai diversi, se li vuoi tutti uguali te li fai tutti uguali. The choice is in your hands!

Sempre ai draghi e al sangue di drago in circolo nel corpo dei personaggi principali si devono anche le immancabili trasformazioni, altra funzionalità ricorrente in tantissimi giochi Compile Heart che tanto somigliano a questo (e che si somigliano tra loro), accessibile mediante il riempimento di un apposito indicatore e attivabile in modo casuale durante le varie battaglie ogni volta che questo sarà pieno o quando ci ritroveremo in fin di vita, dato che in quelle occasioni si riempirà più velocemente. Entrati in Dragon Awakening, non solo ci verrà sbloccato un attacco-divorazione finale, capace di recare ingenti danni e con un rate più alto di ottenimento nucleo del drago attaccato, ma ovviamente ci sarà il classico boost delle varie statistiche.

Dragon Star VARNIR gruppo

Volare, oh, oh

Durante l’esplorazione dei vari dungeon, ciascuno dei personaggi sarà fondamentale a modo suo, in quanto dotato di abilità uniche da usare proprio durante queste fasi di gioco e capaci di offrire effetti diversi: Zephy sarà in grado di eliminare alcune barriere e darci accesso ad aree altrimenti non raggiungibili, Minessa ci farà ritornare immediatamente alla base, Karikaro sarà in grado di scovare tesori normalmente invisibili, e così via. Anche questo è uno dei lati importanti ai fini di gioco, anche se talvolta può essere stressante dover ripercorrere più volte varie zone di vari dungeon per riuscire a usare (quasi) tutte le abilità che hanno effetti utili su campo e riuscire così a sbloccare tutto. È bene armarsi di santa pazienza. Fortunatamente, come parte dei propri poteri magici, ciascun membro del nostro party sarà in grado di volare, offrendo un minimo di velocità all’esplorazione generale proprio in questi frangenti, ovvero quando dovremo fare avanti e indietro per riuscire a scovare tutto grazie alle varie skill uniche dei personaggi.

Come ogni buon JRPG che si rispetti, nel campo base avremo a disposizione non solo un utilissimo negozio, dove poter comprare oggetti vari e pezzi d’equipaggiamento sempre più forti, ma potremo anche sintetizzare vari materiali, e riportare le side-quest compiute per ottenere ricompense varie. Tutti elementi di contorno utili e davvero immancabili quando si parla di un titolo dal sapore simile, e non mi sarei davvero aspettato di meno.

Un ruolo davvero importante ai fini di gioco lo regala invece il Madness Level, un apposito indicatore a forma di bilancia che si riempirà a seconda delle azioni che il giocatore avrà intrapreso durante la sua avventura, da quante volte sarà deceduto in battaglia a quanti attacchi drago avrà utilizzato. Sarà proprio questo a decidere il corso della narrazione del gioco, e a seconda delle nostre azioni ci proporrà il finale che si siamo andati a cercare. Questo è un elemento utile da tenere sempre d’occhio, quantomeno per capire la direzione che stiamo prendendo e, nell’eventualità di ulteriori run dopo aver concluso la storia, di cambiare le nostre azioni per riuscire a sbloccare altro e gustarci ogni singolo minuto di Dragon Star VARNIR.

In un mondo in cui le ossa di un’antica bestia torreggiano sulla terra… Il Cavaliere Zephy fa parte di un ordine il cui ruolo è dare la caccia alle streghe, persone considerate maledette per aver dato alla luce dei draghi. Quando viene quasi ucciso in una di queste missioni, due streghe misteriose lo salvano dall’orlo della morte nutrendolo con sangue di drago.

Dopo aver acquisito nuove abilità magiche grazie ai loro sforzi, il destino del Cavaliere è presto intrecciato con quello delle streghe. A malincuore si unisce a loro per combattere l’Impero e distruggere così la sua specie, spietati cacciatori di draghi e una potentissima strega.

Riusciranno a combattere tutto ciò e a salvare se stessi, o le sue nuove alleate soccomberanno alla maledizione del drago…?

Acquista Dragon Star VARNIR per PlayStation 4 seguendo questo link al prezzo di 59,99 €. Uscita prevista per il 14 giugno 2019. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!

When I…

Se devo esser totalmente sincero con voi, dal punto di vista grafico Dragon Star VARNIR è ben realizzato, ma sembra davvero fatto con lo stesso stampo di tutti gli ultimi titoli che la compagnia ha sfornato. Di tanto in tanto è bene azzardare e cambiare qualcosa, talvolta si vince e altre si perde, ma quantomeno si è provato a creare qualcosa di diverso. La squadra che vince non si cambia alla lunga può davvero stufare, e ritrovarsi davanti a un prodotto che sembra non si sappia distinguere dai suoi predecessori, e nel peggiore delle ipotesi anche dai suoi successori, può davvero lasciare con tanto amaro in bocca. Un prodotto senza personalità. Decisamente meglio dal lato musicale, davvero coinvolgente e capace di far passare delle belle sessioni di gioco in compagnia di un buon comparto sonoro in grado di esprimere in modo notevole le varie situazioni e scenari in cui ci ritroveremo nel corso della nostra avventura.

A chi consigliamo Dragon Star VARNIR?

Se siete amanti dei titoli Compile Heart e Galapagos RPG, della loro classica realizzazione e di tutte le caratteristiche ricorrenti che bene o male caratterizzano i loro prodotti, magari accompagnato da un sistema di gioco che si svolge in verticale invece che nel classico piano terreno orizzontale, allora Dragon Star VARNIR può riuscire a regalarvi una grande avventura. Se invece sperate in qualcosa di diverso sotto molti punti di vista, un qualcosa che provi a cambiare totalmente le carte in tavola e tenti veramente di avere una personalità propria, una sua identità, purtroppo mi duole informarvi che questo titolo non fa per voi. I momenti di déjà vu sono tanti.

Dragon Star VARNIR battaglia

  • I finali aggiuntivi aumentano piacevolmente la rigiocabilità
  • Simpatica l’idea del battle system in volo…

  • …Ma non così tanto eclatante
  • È il classico gioco Compile Heart sotto molti punti di vista
  • Le inutili censure Sony sono sempre un punto negativo, anche se sono solo due
Dragon Star Varnir
3

Il buon Fabio dei videogames

Dragon Star VARNIR è un prodotto capace di offrire buoni spunti per un qualcosa di più, ma che ha davvero difficoltà a farsi vedere per quel che è: un titolo nuovo e diverso. Sono davvero troppi i lati e le idee che Compile Heart e Galapagos RPG son soliti riciclare per gran parte del loro catalogo, e la sensazione di non sapere più a quale dei tanti si stia giocando è alta. Mi sono ritrovato davvero spiazzato da tantissime cose, e sebbene in qualche sessione di gameplay sia riuscito davvero a catturarmi, nelle altre ha davvero faticato a mostrare la sua unicità, e alla fine è successo qualcosa di spiacevole: Dragon Star VARNIR non è proprio riuscito a interessarmi. Il classico prodotto da o lo ami o lo odi, dove probabilmente solo gran parte dei fan della compagnia e dei suoi consueti titoli riusciranno a dargli il giusto merito e il giusto apprezzamento. Nonostante lo abbia finito, ho trovato davvero complicato anche ricordarmi i nomi dei personaggi. Un prodotto che ha davvero faticato a entrarmi dentro, e che alla fine non ce l’ha proprio fatta…

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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