Moero Chronicle Hyper – Recensione

Terzo giro di giostra per Moero Chronicle Hyper, che arriva stavolta su Nintendo Switch. Siete pronti a partire nuovamente per Monstopia?

moero chronicle hyper recensione cover

moero chronicle h recensione boxartMoero Chronicle Hyper narra della storia di Io, un giovane tormentato da un grandissimo problema: il gentil sesso. Quello che nasce dentro il ragazzo quando si ritrova davanti ad una bella ragazza, infatti, è il desiderio di possederla carnalmente, una sensazione forte tanto quanto la paura di essere definito un “pervertito”, cosa con cui non riuscirebbe mai a convivere. L’unica persona con cui riesce a parlare normalmente e come nulla fosse è Lilia, amica d’infanzia e carinissima ragazza mostro, che lo affiancherà durante l’ardua missione (affidatagli forzatamente) di riportare il mondo alla normalità dopo che gran parte delle monster girl hanno perso misteriosamente il controllo e hanno iniziato ad attaccare gli esseri umani. Durante il viaggio la coppia farà anche la conoscenza dell’ambiguo Otton, una stramba creatura la cui libido è in grado di offrire le basi per il ripristino della coscienza delle varie ragazze mostro e riportarle alla ragione. Quale occasione migliore per Io di salvare il mondo e, allo stesso tempo, cercare di sbarazzarsi una volta per tutte del proprio problema?

Giunto su PlayStation Vita con il nome di Moe Chronicle e arrivato poi su PC, il piccante dungeon crawler RPG approda anche su Nintendo Switch sotto il titolo di Moero Chronicle Hyper, distribuito esclusivamente in digitale attraverso eShop da Idea Factory International. La natura ibrida dell’attuale console Nintendo fornisce infatti il giusto punto di unione tra le versioni esistenti del gioco e un prezzo davvero contenuto.

  • Titolo: Moero Chronicle Hyper
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (PAL / EU)
  • Genere: RPG, Dungeon Crawler
  • Giocatori: 1
  • Software house: Idea Factory International
  • Sviluppatore: Compile Heart, Idea Factory
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 26 aprile 2019
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: porting del titolo già disponibile su PS Vita e PC

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Quasi quattro anni sono passati da quando ho avuto il piacere di parlarvi del primissimo debutto del gioco, avvenuto su PS Vita nel 2015, lasciando da parte la versione PC giusto per mancanza di materia prima (di cui però abbiamo offerto copertura grazie a uno dei nostri contributor). Nonostante tutto, il ricordo del gioco è sempre rimasto vivido nella mia mente, dato che apprezzo molto questo genere di titoli divertenti e dai toni decisamente più “piccanti”, e Moe Chronicle fu a suo tempo uno dei prodotti che più mi tenne incollato alla console portatile di Sony in compagnia dello stravagante protagonista e delle tante, forse davvero troppe, monster girl davvero conturbanti e adatte ad ogni genere di gusti e preferenze: da quelle più o meno formose, a quelle con aria matura, passando anche dall’immancabile moe.

Ancora Tu, ma non dovevamo vederci più?

Riparto ancora una volta per questa avventura verso Monstopia in compagnia del travagliato Io e delle tante stupende e seducenti ragazze mostro con cui dovremo imparare a convivere senza cedere alle tentazioni per motivi assai diversi: lui per non essere riconosciuto ed etichettato come pervertito e vincere le proprie debolezze, e noi per una triste differenza di resa dimensionale.

moero chronicle h recensione screenshot 09

La storia che verrà narrata ai giocatori nel corso di questa avventura ha il tipico sapore di uno dei classici anime moderni che hanno come fulcro il fanservice: le basi ci sono, talvolta anche buoni spunti, ma quello che non può mai mancare sono i velati riferimenti al sesso in ogni sua forma, sia scritti che visivi. Una trovata davvero simpatica che vuole prendere per la gola una determinata fascia di appassionati compulsivi di una delle sub-culture più rilevanti dell’intero Giappone, ma che allo stesso tempo ne taglia fuori tantissimi altri. Un classico prodotto che o lo si ama o lo si odia, complice anche il genere altrettanto non adatto a ogni tipologia di giocatore, ovvero RPG dungeon crawler. Dimenticatevi quindi modelli 3D e una libertà di movimento a cui le compagnie ci hanno abituato negli ultimi anni con titoli sempre meno tattici e sempre più action.

Se del primo non se ne sente la mancanza, in quanto i vari personaggi che incontreremo nel gioco sono splendidamente illustrati in 2D, l’essenza stessa dei dungeon crawler può scoraggiare molto a causa della ripetitività di alcuni segmenti importanti del gameplay, fattore che in qualche modo si è tentato di limare sempre più release dopo release grazie anche alla funzione di esplorazione automatica quando si imposta un determinato traguardo. Dato che sarà necessario esplorare più di un paio di volte ciascuno scenario per poterlo completare nella sua interezza, talvolta anche il più tollerante dei giocatori potrebbe cadere preda dello sconforto nel dover entrare e uscire spesso e volentieri ripercorrendo sempre la stessa strada. Fortunatamente la funzione automatica permette di impostare un punto preciso della mappa (a patto che sia stato già visitato almeno una volta) e il team si metterà autonomamente in cammino per raggiungerlo, fermandosi ovviamente ogni volta che un combattimento casuale avrà inizio.

Catching Villains

Le fasi di battaglia si svolgono nel classico stile in prima persona, dove il nostro eroico protagonista Io guiderà il team di ragazze mostro, accumulando e rilasciando la propria libido per potenziare un membro del gruppo. Saranno infatti le tantissime monster girl, ciascuna con la propria natura e tipologia, le vere protagoniste degli ardui combattimenti che dovremo affrontare per ripristinare la situazione nel mondo, fronteggiando non solo una serie di mostri generici, il cui design ricorda qualcosa a livello sessuale, ma scontrandosi addirittura con le altre ragazze mostro mentalmente soggiogate per riuscire a liberarle da questo stato e, magari, farle unire alla nostra causa.

Per farlo però non sarà necessario semplicemente azzerare la loro energia vitale, bensì sarà importantissimo attaccare i vari strati di vestiti che queste indosseranno, distruggendoli volta dopo volta, e iniziare con la purificazione quando ce ne saremo completamente sbarazzati e le avremo lasciate letteralmente in intimo. Da qui, grazie al potere speciale del simpatico Otton (doppiato da Tomokazu Sugita, voce del buon Gintoki in Gintama… insomma, una garanzia!) combinato al desiderio di Io, dovremo riempire un’apposita barra semplicemente scovando e interagendo con i vari punti sensibili della monster girl di turno, funzione originariamente pensata per sposarsi al meglio con lo schermo touch di PS Vita ma che, con le release successive PC e Switch, si è provato a migliorare e adattare nel migliore dei modi. A mio avviso però, questo è uno dei punti più deboli della conversione del gioco per la console ibrida di Nintendo.

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Sebbene non possa purtroppo fare paragoni con l’esperienza PC, posso però dire con certezza che l’esperienza “console casalinga” di questa funzione è tutto tranne che semplice e immediata. Trattandosi di una modalità a tempo, una dei primi obiettivi del giocatore è riuscire a completarla nel modo più veloce possibile, ma purtroppo i Joy-Con risultano lenti e poco reattivi, con forse troppi comandi da ricordare quando in realtà, trattandosi di una meccanica pensata per il touch, dovrebbe essere un processo naturale e veloce. Insomma, esattamente l’opposto. Fortunatamente Switch permette di giocare a Moero Chronicle Hyper sia in modalità casalinga, collegata al televisore attraverso l’apposito supporto, che in portatile, e sarà infatti questo il metodo principale con cui ci ritroveremo a giocare a determinati segmenti di gioco, anche se ci troviamo davanti al televisore.

Dati i vari problemi, nelle fasi di purificazione infatti sarà molto più producente staccare la console dalla base e affrontare per una manciata di secondi questa funzione, per poi reinserirla e continuare con l’avventura su TV. In definitiva però è un problema che si risolve solo al 50%: se da una parte abbiamo la soluzione, la vasta quantità di monster girl da dover riportare alla ragione ci vedrà impegnati in un togli-rimetti-togli-rimetti continuo, a meno che non ci si arrenda a provare e riprovare sul grande schermo. Anche se falliremo e il tempo scadrà, basterà attendere un piccolo lasso di tempo per veder riapparire quella specifica ragazza mostro e poterla approcciare nuovamente, ovviamente senza dover affrontare il combattimento ma passando immediatamente alla fase di purificazione.

I’m a monster girl in a monster world

Sebbene si possa pensare ad un prodotto fatto principalmente per il fanservice, in verità Moero Chronicle Hyper ha una buona base tattica che gioca proprio intorno a quello che è il tema sexy del gioco. Le tante monster girl potranno cambiare job grazie ad una serie di indumenti intimi trovati in giro per i dungeon, i quali non solo offriranno un cambiamento visivo all’abbigliamento del personaggio, ma anche una variazione delle skill in loro possesso, passando magari da un semplice set di abilità adatte al supporto grazie ad un costume ad un set portato per l’attacco con un altro.

Un ruolo importante lo gioca anche la natura delle varie ragazze mostro, ciascuna che richiama sempre il tema piccante e che sarà in grado di offrire degli ottimi buff rispettando alcune condizioni e aumentando anche alcune tipologie diverse, cosa che ci permette di creare team davvero ottimi a seconda delle varie situazioni.

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Come ciliegina sulla torta, all’interno di questa particolare avventura avremo anche l’occasione di interagire con le tantissime eroine e rafforzare i vari legami presso un’apposita locanda, sia mediante regali che con il miglioramento dei propri alloggi, che ci consentirà di assistere ad alcune scene evento con la ragazza che più ci aggrada. Una classica funzione di bonding tipica dei giochi a sfondo romantico.

Dream Chronicle

Su questo aspetto c’è davvero poco da dire, essendo Moero Chronicle Hyper un prodotto già consolidato ormai sia in portatile (PS Vita) che su schermi più permissivi (PC), lasciando a questa nuova conversione quanto di meglio si possa esser fatto nel corso degli ultimi anni. Certo, qualche piccola sbavatura, pixelino a vista o sgranatura minima è rimasta qui e là, ma in linea di massima la veste grafica del prodotto è davvero ben fatta. Nulla di nuovo dal lato sonoro, con brani davvero adatti alle situazioni in cui ci troviamo e qualche traccia enfatizzante per le tante boss battle.

A  chi consigliamo Moero Chronicle Hyper?

Partendo dal presupposto che questo porting non offre poi molto di nuovo rispetto alle release PC o PS Vita, si tratta praticamente solo di una questione di preferenze. A seconda della piattaforma dove preferite giocare, ovviamente tra quelle dove il titolo è disponibile, è senza ombra di dubbio un prodotto che mi sento di consigliare a chi apprezza sia genere che atmosfera sexy su cui praticamente si basa il tutto. Se già possedete il gioco, non so quanto valga la pena ricomprarlo data (appunto) l’assenza di novità concrete.

  • Simpatico e interessante, fa buon uso delle tematiche sexy
  • Ottima longevità e quantità di cose da fare
  • Bilanciamento della difficoltà davvero buono
  • Stupendi gli artwork dei vari personaggi

  • La trama non è delle migliori
  • Nessuna novità rispetto le release precedenti
  • Perché non esce in versione retail?
Moero Chronicle Hyper
3.9

Un ritorno in scena senza novità

Moero Chronicle Hyper torna a nuova vita su Nintendo Switch, facendosi conoscere da tutti i giocatori che a suo tempo se lo sono perso, sempre ammesso che si rientri nel particolare target di pubblico a cui si rivolge. Nonostante gli anni il gioco è rimasto un prodotto fresco e tuttora divertente, un qualcosa che non scade neanche se lo si è già giocato, ma che per mancanza di novità concrete tende ad allontanare chi già lo possiede su una delle altre piattaforme. Purtroppo porta sulle spalle il peso di un titolo originariamente studiato per schermi touch, i cui controlli per alcune feature risultano poco immediati e non adatti al loro compito, problema che però si può in parte tollerare grazie alla natura ibrida di Switch. Non essendo cambiato poi molto, in definitiva il gioco si riconferma con il voto dato in passato.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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