Credo sia quasi impossibile per me separare l’amore per i giochi della serie Ace Attorney dai sentimenti scaturiti alla visione del primo episodio dell’anime. Se, come me, avete adorato i titoli originali (e, se non lo avete già fatto, consiglio caldamente di giocarli istantaneamente) sarà difficile non provare assolutamente nulla durante la visione. Insomma, da fan sfegatata della serie, l’ho trovato fantastico. La nostalgia prenderà il sopravvento, poiché sarà come osservare il primo episodio videoludico trasportato direttamente dagli schermi del Nintendo DS (o GBA) al player di Crunchyroll.
Dovendo fare un’analisi grossomodo razionale, questa somiglianza è al tempo stesso la debolezza e la forza di Ace Attorney. È un punto di forza, perché chi, se non i fan della serie hanno maggiori aspettative nel guardarlo? Ma è una debolezza perché, in fondo, non offre nulla di nuovo, nessun nuovo colpo di scena, né nuovi personaggi o nuovi elementi nella storia. Questo perché, giudicando quanto visto nel primo episodio, CAPCOM non ha fatto praticamente nulla per approfondire maggiormente la trama o per ampliare il background dei suoi personaggi, rimanendo ferma tra i limiti del gioco. Nonostante ciò, credo che abbiano svolto un ottimo lavoro: l’animazione e la narrazione sono più che buone, il tutto è facile da seguire anche per coloro che si approcciano alla serie per la prima volta, il doppiaggio può piacere o non piacere ma nel suo insieme funziona alla grande e il design dei personaggi non potrebbe essere più fedele di così al materiale originale (vogliamo soffermarci su Edgeworth?).
L’anime, come già detto, richiama alle sue radici di gioco quasi costantemente, come dimostrano le descrizioni in verde nelle caselle di testo giganti (che personalmente ho apprezzato tantissimo), la scritta Non Colpevole fluttuante sulla testa tonda del giudice, le testimonianze e le contraddizioni posizionate al momento opportuno e, immancabile e apprezzatissima, la colonna sonora originale riadattata. Tuttavia, se avete giocato Phoenix Wright: Ace Attorney, siete già a conoscenza di ogni singolo dettaglio su ciò che accadrà, conoscete bene i personaggi che appariranno o quando avverrà ogni singola contraddizione. A giudicare dalla preview del secondo episodio, Ace Attorney sarà così: identico al gioco, semplicemente un adattamento del suo materiale di origine come il più pignolo dei fan potrebbe desiderare.
Per quanto riguarda opening ed ending, sono abbastanza coinvolgenti. Nonostante abbia preferito i titoli di chiusura con Maya, la sigla introduttiva è particolarmente divertente, ricca di riferimenti ad altri personaggi della serie col susseguirsi dei vari fotogrammi.
Adoro i giochi di Ace Attorney e, se li amate anche voi, sarà difficile non concedere almeno una sbirciatina a questa serie TV. Ma veniamo al punto dolente: chi non ha mai messo mano alla serie e giudica questo anime “a stomaco vuoto”, esclusivamente con la propria visione, potrà sicuramente pensare che sia troppo infantile, pieno di un palese fanservice e caratterizzato da un umorismo demenziale. Alla fine, penso sia comprensibile: visto da occhi esterni al contesto della serie, un adattamento animato di un gioco come Ace Attorney potrebbe sembrare troppo veloce o schematico. Ma sono sicura sia un buon compagno da affiancare ai giochi, consapevole che non potrà vincere il titolo di serie d’animazione dell’anno. Ma pazienza.
Per concludere, a parte che sono fortemente in disaccordo sulla decisione di omettere la scena in cui Payne getta il suo parrucchino dritto in faccia a Phoenix, credo che, data la qualità, questo adattamento valga la pena di essere visto anche da chi non ha mai giocato nei panni del nostro avvocato in giacca blu. Anzi, la serie sembra quasi voglia gridare “Gioca prima la visual novel!”. E perché non seguire il consiglio? L’esperienza diretta di scovare contraddizioni e svelare crimini è sicuramente unica, nonostante l’anime stesso sia in grado di far versare lacrime di gioia ai fan della serie.