L’attesissima, quanto discussa, prima stagione di The God of High School si è conclusa con il trepidante tredicesimo episodio, lasciando alle sue spalle una marea di entusiasmo e reazioni positive, ma anche parecchie critiche, seguendo le orme di Tower of God. Non a caso il famoso Webtoon che di fatto ha aperto la “sperimentazione” della diffusione dei manhwa al grande pubblico, grazie ai Crunchyroll Originals, ha riscosso plausi e critiche in punti simili. Andiamo quindi a scoprire perché questa serie merita di essere assolutamente vista, nonostante certi evidenti difetti… che si abbia letto il webtoon oppure no.
- Titolo originale: 갓 오브 하이 스쿨; RR: Gat Obeu Hai Seukul
- Titolo inglese: The God of High School
- Uscita giapponese: Estate 2020
- Uscita italiana: 6 luglio 2020 (Simulcast)
- Piattaforma: Crunchyroll
- Genere: Arti marziali, Fantasy, Avventura
- Numero di episodi: 13
- Durata: 24 minuti
- Studio di animazione: MAPPA
- Adattato da: Webtoon di Yongje Park (piattaforma NAVER)
- Lingua: doppiaggio giapponese, sottotitoli in italiano
Abbiamo recensito The God of High School tramite la piattaforma streaming Crunchyroll.
C’è aria di guai a Seul
In questi primi tredici episodi, trasmessi in simulcast, ci vengono presentati i fatti che vanno a riassumere il primo arco narrativo del popolare manhwa ideato da Yongje Park. La storia infatti conta uno sproposito di capitoli, e anche se la serie sta (teoricamente) per raggiungere la sua fine occorreranno molte stagioni animate per narrare le vicende del fantasioso quanto incasinato mondo di The God of High School. Una vastità che si può già percepire ai margini della trama raccontata in questa prima stagione, la quale fatica a mantenersi nei limiti del semplice shonen a tema arti marziali… un po’ come in DRAGON BALL.
Un giorno, a vari combattenti delle scuole superiori, vengono offerti dei biglietti speciali per partecipare a un torneo che ha sede a Seul, al termine del quale il vincitore potrà chiedere che gli venga realizzato un desiderio qualsiasi. Faremo quindi la conoscenza di tre giovani particolarmente motivati, che saranno i principali protagonisti della stagione: Jin Mori, Han Daewi e Yoo Mira.
A suon di scontri sul ring, con stili che vanno dall’uso della spada al taekwondo, questi giovani tenteranno di realizzare i loro sogni grazie al loro talento, incappando tuttavia in qualcosa di… superiore: questa presenza costante e mistica, che aleggia sulla serie già dal primo episodio, finirà per coinvolgerli in uno scontro più grande, tra gli organizzatori stessi del torneo e una associazione occulta chiamata NOX. Se Jin Mori e i suoi amici riusciranno a raggiungere i loro obiettivi lo potrete scoprire solamente guardando questa brillante serie animata e i suoi probabili sequel.
Un abito troppo stretto…
Per comprendere appieno questa serie occorre partire da quei lati che sono stati più criticati, e che sono riassumibili in due uniche categorie: l’eccessiva sintesi nella trama e i personaggi stereotipati… entrambe “trascurabili” giudicando l’opera nel suo complesso. La serie di The God of High School conta già quasi 500 capitoli (pubblicati sulla piattaforma webtoon della Naver dall’aprile del 2011) e la sceneggiatrice Kiyoko Yoshimura non ha certo avuto vita facile nel decidere come condensare quasi cento di questi in sole tredici puntate. I fan avranno sicuramente avuto difficoltà ad accettare i grossi tagli iniziali, utili a inquadrare il carattere dei protagonisti, le motivazioni per le quali combattono e le loro ambizioni, così come tutta quella serie di personaggi secondari (ma non per questo meno importanti) che gli gravitano attorno.
Tutto ciò ha creato molte controversie, nei primi episodi in particolare: i fatti legati all’ottenimento dei biglietti, così come le vicende personali di Jin Mori con suo nonno e di Han Daewi con il suo amico, per quanto riprese a tratti, non lasciano trasparire gli stessi sentimenti del manhwa. Un taglio che si è nettamente visto proprio nel criticato episodio 4, che riduce il breve quanto significativo arco narrativo dedicato a Yoo Mira (di sei capitoli) a una singola puntata, con una narrazione spezzettata e un’estrema riduzione dei temi trattati.
Se avete visto la serie sarete tuttavia rimasti più sconvolti dagli episodi finali, con una sintesi dei fatti così estrema che, soprattutto per chi non ha seguito il manwha, ha reso difficile seguire la trama, le motivazioni alle basi delle azioni dei membri della Nox o il significato dei Charyeok e della chiave stessa. Tutto ciò è dovuto non solo alla velocizzazione della serie, ma anche al fatto che lo stesso creatore Yongje Park ha concesso ai produttori di adattare l’anime come meglio credevano.
…Per chi ha seguito il manwha
Seppur questi tagli abbiano ridotto le informazioni sui personaggi e sulla loro psiche, creando un poco di confusione, hanno d’altro canto migliorato la visione della serie per un neofita: le lunghe spiegazioni e introduzioni dei primi capitoli avrebbero portato a un inizio troppo lento, mentre in questo modo The God of High School si può presentare come una reale serie di azione e combattimento. Per lo stesso motivo i protagonisti, che potrebbero sembrare brutte copie di personaggi già visti (a partire da Jin Mori stesso, fino ai vari combattenti incontrati) sono nella realtà molto profondi e ricchi di contrasti ed emozioni… tuttavia, almeno quest’aspetto viene in buona parte ricostruito: Mori e Daewi, che vi parranno simili nei primi episodi, inizieranno infatti a distinguersi enormemente, avvicinandosi al contempo a Mira, per formare quella squadra che tutti avete amato leggendo il manhwa. Diciamolo, questa è una serie da guardare senza pregiudizi, utilizzando le conoscenze acquisite dalla lettura solamente per colmare i buchi nella trama.
Una perla di vera animazione
La necessità di sintesi si è infatti tradotta (e menomale) in un ottimo lavoro narrativo e grafico, con lo studio Mappa (lo stesso di capolavori come Dororo e Dorohedoro) che ha saputo sfruttare il materiale del webtoon per creare una narrazione avvincente e incessante, esaltata dagli aspetti grafici e musicali. La frenesia delle illustrazioni sudcoreane traspare sin dall’opening: Contradiction di KSUKE (feat. Tyler Carter) è un tripudio di colori psichedelici e musica dubstep, miscelati in modo talmente ottimo che anche chi non adora questo genere finirà per apprezzarla (sempre che non abbia prima un attacco epilettico). Una animazione che non delude mai, forse la migliore dopo quella pluri-esaltata di DEMON SLAYER, e che si ripropone ad alti livelli per la maggior parte degli episodi. Certo, alcune parti vi risulteranno più trascurate, con stili diversi e semplificati (che in alcuni casi si riaffacciano a quelli del manhwa), ma nei tratti più importanti, quelli che solitamente includono i combattimenti, la serie raggiunge una qualità tale che gli scontri sul ring sembrano sempre troppo brevi.
Fluidità e tinte ammalianti, che raggiungono il loro culmine proprio verso la fine della stagione, a partire dall’epicità dell’episodio 10, con quella miscela spettacolare tra combattimenti e l’OST di Arisa Okehazama che vi porterà alle palpitazioni. Per non parlare degli scontri in parallelo o delle inquadrature presenti proprio nell’episodio finale, con un susseguirsi incessante di colpi e rapidi cambi di scena: una vera danza.
A chi consigliamo The God of High School?
The God of High School è sicuramente un anime con un incredibile potenziale, che potrebbe ammaliare chiunque. Gli appassionati di combattimento troveranno in questo titolo immagini di buona qualità, fluidità e scontri epici, ma anche chi punta a trame intricate e ricche di colpi di scena avrà pane per i suoi denti. Per gli amanti dei classici shonen giapponesi questa è un’altra ottima occasione (dopo Tower of God) di affacciarsi al mondo dei manwha e alle loro solide trame, ricche di mistero e riferimenti alla mitologia. L’anime è invece meno indicato per chi cerca un’esperienza breve (promettendo di proseguire per parecchie stagioni) o episodi autoconclusivi, alla slice of life per intenderci, né per chi preferisce situazioni più romantiche o psicologiche. Agli appassionati del manwha infine, consiglierei di guardarlo: potrà lasciarvi con qualche disappunto, ma merita comunque di essere visto.
- Visivamente superlativo
- Combattimenti fluidi ed emozionanti
- Trama intrigante e in continua crescita
- OST e opening di qualità
- Eccessiva sintesi
- Alcuni stereotipi e poca caratterizzazione iniziale
- Scostamenti dal manwha
The God of High School
Buona anche la seconda
Dopo Tower of God, anche The God of High School ci mostra che il mondo dei manga sudcoreani ha tantissimo da offrire: una storia complessa, originale e ricca di passione, in grado di incuriosire e poi catturare un po’ tutti. Oltretutto, con un’animazione più consona di quella di TOG. Seguendo lo stile di un DRAGON BALL modernizzato e ricollocato a Seul, questo anime vi offrirà un crescendo di emozioni, in una scalata alla Gurren Lagann che nelle prossime stagioni saprà sicuramente stupirvi più che in questa. Siamo inoltre certi che, nonostante le critiche, il lavoro dello studio Mappa e degli sceneggiatori possa limare tutti quegli aspetti legati alla trama del manhwa per i quali lo stesso autore è stato in passato criticato, rendendo quest’opera un must watch. Tra nano-macchine, tecniche spettacolari, personaggi iconici ed imprevedibili colpi di scena, non vi posso che caldamente consigliare di seguire questa serie, scusandomi se poi finirete a impiegare ore e ore nella lettura del corrispettivo illustrato, per compensare la vostra curiosità.
White Dragon
Battle shonen senza pretese, divertente e tamarro al punto giusto. Peccato che adesso vadano di moda i “riassuntoni”, piaga di cui anche Noblesse sta soffrendo… Spero che almeno in quel di Crunchyroll la musica cambi grazie ai soldi della Sony.