Agli inizi degli anni ’80, i videoregistratori erano ormai ampiamente diffusi nelle case dei giapponesi e ben presto si decise di sfruttarli con gli OVA (Original Video Animations), ovvero degli anime rilasciati esclusivamente per il mercato home video che, nonostante la loro disponibilità limitata, riuscirono a ottenere una grande reputazione col passare degli anni. Dal momento che gli OVA vennero distribuiti in VHS, gli animatori poterono lavorare senza i limiti di tempo e di scarso budget che venivano imposti per le serie TV, riuscendo così a donare un’estetica unica e delle animazioni fluide e curate, tanto da essere estremamente apprezzate anche al giorno d’oggi.
Gli OVA solitamente contenevano uno o due lunghi episodi o un lungometraggio autoconclusivo, arrivando a varie durate da 50 minuti l’uno oppure quasi due ore, ma ci sono anche casi in cui si sono allungati ulteriormente, diventando serie di molti episodi; molte volte, gli OVA erano usati anche a scopo pubblicitario, narrando delle vicende tratte da manga o videogiochi in uscita in quel periodo, dai contenuti più o meno canonici, come ad esempio spin-off o adattamenti di alcune parti di romanzi o di fumetti. Sebbene anche oggi vengano prodotti e distribuiti, adesso in DVD, all’interno delle community quando si parla di OVA spesso ci si riferisce a quelli creati negli anni ’80 e ’90, divenuti ormai classici senza tempo che hanno segnato la generazione degli anime di quell’epoca e diventandone fonte di ispirazione per quelli odierni. In questo articolo vi consiglieremo una decina di OVA, da classici assolutamente da recuperare a piccole opere meno conosciute, differenziandoli tra generi, autori e tipologie di OVA.
Area 88
Staff: Pierrot (Studio); Kaoru Shintani (Autore)
Genere: Guerra, Drammatico
Anno: 1985
Ci troviamo nel medio oriente, nel Regno di Asran, che impiega militarmente dei mercenari risiedenti nell’Area 88, una base nel mezzo del deserto. Shin Kazama, un pilota civile, viene costretto ad arruolarsi come mercenario, finendo nell’Area 88 e ritrovandosi a combattere per tentare di uscirne. Questa zona però, si può lasciare solo in tre modi: pagare milioni di dollari, rimanere vivi per tre anni, oppure morire.
Tratto dal manga di Kaoru Shintani, questa serie di 3 OVA sono molto poco conosciuti, nonostante i temi assolutamente interessanti: abbiamo una lotta esterna, contro altri soldati, e una interna, fulcro dell’opera, rappresentata dal tentativo di Shin di non macchiare la sua umanità, trovandosi ogni giorno costretto a uccidere per sopravvivere. A differenza di molte storie di guerra, in Area 88 l’argomento è trattato in maniera più cruda e reale, dimostrando come non ci sia alcun intento nobile dietro allo sterminio di altri esseri umani di fazioni opposte, narrando inoltre il punto di vista di altri soldati, ognuno con motivazioni e background diversi, come ad esempio Simon, un veterano tornato dalla guerra in Vietnam, o McCoy, un cinico trafficante di armi, oppure tanti altri soldati di cui non sapremo il nome, ma definibili soltanto dalle loro azioni crudeli o codarde. Molti approfondimenti dell’opera originale sono stati rimossi per mancanza di tempo, ed è quindi consigliatissima la lettura, nel caso questa piccola serie di OVA vi piaccia.
Area 88 è considerabile un diario di guerra che, seppur in una nazione immaginaria, ne riporta fedelmente gli aspetti più reali; il punto di vista di Shin rende ancor più amaro l’intero racconto, dove un civile innocente finisce per diventare carnefice, alimentato dalla speranza di poter tornare alla vita di prima, con la consapevolezza che, se anche ci riuscirà, non sarà più la stessa persona.
Punta al Top! Gunbuster
Staff: Gainax (Studio); Hideaki Anno (Regia)
Genere: Mecha, Azione
Anno: 1988
Tra gli OVA diventati classici dell’animazione giapponese, non poteva mancare Punta al top! Gunbuster, importantissima opera rappresentativa del genere mecha, firmata Hideaki Anno, il quale userà questa serie come base per la realizzazione di Neon Genesis Evangelion.
La Terra è minacciata dall’arrivo di una razza aliena, e si prepara addestrando soldati in una scuola per pilotare dei robot: Noriko, la protagonista, ha appena quindici anni quando viene selezionata tra i tanti piloti in allenamento, e viene spedita a combattere contro gli alieni nonostante vi siano candidati migliori di lei. A causa di questo, sarà sottoposta a estenuanti allenamenti e verrà isolata dai suoi compagni, ma Kimiko, la sua migliore amica, sarà l’unica a restare al suo fianco per supportarla.
Noriko viene presentata come la tipica eroina che cerca di dare il meglio di se anche in situazioni fuori dalla sua portata, ma nasconde insicurezze che, col passare degli episodi, la porteranno ad affrontare diverse crisi e un cambiamento interiore veramente interessante, dovuto anche al diverso scorrere del tempo tra chi resta sulla Terra e chi, come lei, deve viaggiare nello spazio. A livello tecnico abbiamo non solo delle eccellenti animazioni, ma anche un character design e mecha design di tutto rispetto, donando movimenti realistici ai combattimenti e un’ottima espressività ai personaggi.
Come per tutti i classici, è difficile riassumere tanto brevemente tutte le tematiche trattate in Gunbuster, ma nei soli 6 episodi di questo OVA nulla è stato lasciato sospeso, che si tratti della caratterizzazione dei personaggi all’approfondimento delle leggi della fisica, fino ad arrivare a un finale innegabilmente toccante, come del resto tutta l’opera, carica di momenti emozionanti e di un forte senso di malinconia. Sebbene a una visione iniziale, e per gli standard odierni, potrebbe dare un’impressione di “già visto”, Gunbuster è una visione che non può assolutamente mancare, sia per chi banalmente cerca avvincenti lotte tra robottoni e bei personaggi, sia per gli amanti dell’animazione in generale.
Legend of the Galactic Heroes
Staff: Kitty Film Mitaka (Studio); Yoshiki Tanaka (Soggetto Originale)
Genere: Fantascienza, Politico
Anno: 1988-1997
In un lontano futuro, gli esseri umani sono impegnati in un conflitto nello spazio, che coinvolge due fazioni ormai da 150 anni: L’Impero della dinastia Goldenbaum e l’Alleanza dei Pianeti Liberi. Tratto dalla serie di romanzi omonimi Ginga Eiyū Densetsu del 1981, scritti da Yoshiki Tanaka, è difficile parlarne in breve di Legend of the Galactic Heroes, in quanto si tratta di un’opera monumentale, considerata una delle più importanti e influenti del genere di fantascienza: la trama, estremamente articolata, si focalizza principalmente sugli intrighi e gli sviluppi dei personaggi, i quali dovranno andare in contro alla propria moralità, ideologia e desideri, rendendoli estremamente umani, sia nei loro pregi che difetti, e verrà dunque difficile definire chi sono i “buoni” e chi i “cattivi”.
La storia segue le vicende di Reinhard von Lohengramm e Yang Wen-li: il primo è un generale che fa parte dell’impero, ma che odia fortemente i nobili e la dinastia dei Goldenbaum, e l’altro è un abile soldato che odia la guerra, prendendone parte solo per difendere le persone a lui care; nonostante Reinhard appartenga all’impero, lui ne vuole distruggere le fondamenta scalandone i ranghi; Yang, invece, è un eccellente stratega militare grazie alla sua mente brillante, nonostante lui detesti la guerra più di tutti. A loro due si aggiungerà un ampio cast di personaggi, ognuno di loro memorabile a modo proprio e per le proprie particolarità: personaggi come Mittermeyer e la sua integrità morale, Reuenthal e le sue domande esistenziali oppure la crescita caratteriale di Mintz, per citare solo alcuni dei tanti affascinanti personaggi di quest’opera.
Nonostante sia un’opera molto famosa, di cui avrete probabilmente anche solo sentito il nome, la lunghezza dell’anime (più di 100 episodi, divisi in 4 stagioni), spesso dissuade dalla visione, e il ritmo di narrazione un po’ invecchiato può non conquistare subito un pubblico disabituato ad anime più vecchi; a mio avviso, superato lo scoglio iniziale della prima stagione (con una narrativa un po’ più lenta, in quanto funge da introduzione al worldbuilding), vi ritroverete immersi nella storia senza problemi, e questo anche grazie all’approfondimento di tematiche politiche e religiose, ancora oggi attuali. Se siete amanti dell’animazione giapponese, Legends of The Galactic Heroes è una visione assolutamente necessaria, sia per i valori storici e le influenze che ha avuto (ed ha tutt’ora) sul genere fantascientifico, sia per godersi un’opera ancora oggi considerata inarrivabile e da molti, addirittura, la miglior serie animata di sempre.
Robot Carnival
Staff: Katsuhiro Ōtomo, Atsuko Fukushima, Kōji Morimoto, Hidetoshi Ōmori, Yasuomi Umetsu, Hiroyuki Kitazume, Manabu Ōhashi, Hiroyuki Kitakubo, Takashi Nakamura
Genere: Sperimentale, Fantascienza
Anno: 1987
Robot Carnival è un progetto che riunisce nove registi degli anni ’80, sia già famosi che emergenti, in un OVA antologico: tema comune è quello dei robot, molto caro ai giapponesi in quegli anni, in quanto ci si focalizzava su storie di fantascienza; tra alcuni dei più grandi talenti che compongono questo OVA abbiamo Koji Morimoto, Katsuhiro Otomo, Takahashi Nakamura e Hiroyuki Kitazume, i cui racconti sono accompagnati dalle musiche di Joe Hisaishi; già solo per il cast di artisti scelti, l’OVA merita assolutamente una visione, offrendoci un’ottimo livello tecnico grazie ai vari stili di regia e di animazione.
Ogni autore ha rappresentato, con un breve episodio ciascuno, la propria visione su un immaginario molto diffuso ai tempi, raccolto in piccole storie tutte diverse fra di loro; poiché parliamo di un tipo di storia ormai molto classica, alcuni racconti possono sembrare un po’ ingenui o poco originali al giorno d’oggi, ma non privi di elementi interessanti come possono essere le singole ambientazioni e i diversi tipi di narrazione. Robot Carnival rappresenta l’unione di tante visioni del genere cyberpunk che dominava l’industria negli anni ’80, capace di affascinare ancora adesso chi ama o chi studia certi periodi della storia dell’animazione.
Lupin III: La cospirazione dei Fuma
Staff: Studio Toho
Genere: Avventura, Commedia
Anno: 1987
Se sono innumerevoli i film legati a Lupin III degni di nota, lo stesso non si può dire degli OVA o degli speciali televisivi, dal momento che, con i budget più scarsi, si decise più volte di cambiare staff tra sceneggiatori, doppiatori e compositori, ottenendo sia opere medio-buone che dimenticabili. Eppure, nonostante dei drastici cambiamenti allo staff mal digeriti dai fan, Lupin III: La cospirazione dei Fuma, è diventato uno degli OVA più amati del ladro gentiluomo, a cui hanno messo mano anche Hayao Miyazaki e Yasuo Otsuka. La distribuzione di questo film rappresenta poi un caso particolare, in quanto riuscì a ottenere delle proiezioni al cinema, che tuttavia, a causa delle limitazioni di budget, furono veramente poche, ottenendo fama in seguito grazie alle edizioni home-video.
Il budget che non è stato usato per riprendere i compositori e i doppiatori originali è stato investito nella qualità tecnica della pellicola, regalandole animazioni di alto livello e una grande attenzione per i dettagli di ogni ambientazione, assieme a una cura ai movimenti e all’espressività dei personaggi che lo ha fatto brillare rispetto a tanti altri OVA di Lupin III. La trama vede Lupin e Jigen recarsi al matrimonio di Goemon con la giovane Murasaki, la cui famiglia è in possesso di un tesoro che catturerà l’attenzione del clan dei Fuma, intenzionato a scoprirne i segreti e rubare le loro ricchezze; con un perfetto mix di comicità, scene di combattimento e inseguimenti memorabili, Lupin III: La cospirazione dei Fuma è una delle pellicole meno conosciute di Lupin, oscurato dal successo dei film, ma assolutamente da recuperare per passare un’ora e mezza di puro intrattenimento.
Potete recuperare Lupin III: La cospirazione dei Fuma su Amazon Prime Video seguendo questo link.
Gosenzo-sama Banbanzai
Staff: Mamoru Oshii (Regia)
Genere: Commedia, Sperimentale
Anno: 1989
La monotona vita della famiglia Yomota, composta da padre, madre e figlio, viene scossa dall’arrivo di una misteriosa ragazza, Maroko, che afferma di essere una loro parente proveniente dal futuro; la sua presenza metterà in discussione i legami familiari e la loro importanza, soprattutto nel contesto della società giapponese. Questa è la premessa di Gosenzo-sama no Banbanzai, una serie di 6 OVA, e si tratta di uno dei lavori meno conosciuti di Mamoru Oshii che anche qui, come in molte delle sue opere, esce fuori dagli schemi per favorire una narrazione più particolare: abbiamo infatti una regia mutevole, dove in alcuni casi è simile a uno spettacolo di teatro, con inquadrature generalmente fisse, mentre in altri momenti si va verso una più dinamica e classca, per poi cambiare nuovamente.
Come a evidenziare questo aspetto teatrale, gli stessi personaggi hanno fattezze simili a marionette, riprese a recitare in un susseguirsi di bizzarri eventi che vanno dal comico al drammatico, fino a domandarsi, in maniera più meta-narrativa, il senso di continuare a recitare un ruolo predefinito all’interno della famiglia, imposto da una società fortemente ancorata alle tradizioni. Gosenzo-sama no Banbanzai non è probabilmente un prodotto per tutti in quanto, per comprenderlo al meglio, si debba conoscere un minimo la cultura nipponica e i valori tradizionali che vengono analizzati e criticati in questo OVA, con lunghi dialoghi e monologhi; si trattano comunque di temi molto interessanti che possono essere tutt’ora fonte di riflessioni, e vi basterà dare uno sguardo al primo episodio per capire se è una serie che fa per voi.
Cyber City Oedo 808
Staff: Madhouse (Studio); Yoshiaki Kawajiri (Regia)
Genere: Fantascienza, Azione
Anno: 1990
Se si guarda all’estetica cupa degli anni ’80 e ’90, è impossibile non trovare opere di Kawajiri, uno dei più importanti registi dell’epoca. Cyber City Oedo 808 è una serie di 3 OVA, ognuno dedicato a uno dei tre protagonisti: Sengoku, Gogul e Benten sono dei criminali condannati a passare la vita in carcere, tuttavia, l’ispettore Hasegawa, propone ai tre delle missioni per conto della polizia, e in cambio farà loro uno sconto della pena. Controllati con dei collari e monitorati per evitare che fuggano, i tre criminali accettano, stanchi della monotona vita della prigione.
Nel primo episodio, “Memorie remote”, conosceremo Sengoku, un uomo sfacciato e impulsivo, difficile da tenere a bada, ma estremamente agile e furbo, impegnato nel liberare dei civili intrappolati nel grattacielo più grande di Oedo. Il secondo “Programma esca”, si svolge attorno a Gogul, un campione di pugilato dall’aspetto punk, esperto in vari campi della medicina e dell’informatica. Gogul dovrà indagare su un programma segreto che prevede la creazione di un cyborg il cui scopo è combattere il crimine della città, e scoprire inoltre chi ha preso parte al progetto. “Lo strumento Scarlatto”, ultimo episodio, ha come protagonista Benten, un uomo bello e affascinante, abile nel combattimento e sempre pieno di risorse, mandato a indagare su degli omicidi di scienziati che studiano l’ambito della genetica, la cui unica traccia sono dei segni sul collo delle vittime che riconducono a un vampiro.
Ognuno dei tre episodi rappresenta tematiche e critiche sociali tipiche delle opere di Kawajiri, come la coesistenza tra uomini e bestie, domande sul valore della vita umana e una critica ai potenti e alla corruzione delle forze dell’ordine, che spesso aleggia proprio dietro ai crimini che vedranno coinvolti i protagonisti.
Cyber City Oedo 808 è Kawajiri al 100%, con una forte impronta noir, violente scene d’azione e inseguimenti con sfondo la futuristica città di Oedo, il tutto condito dalle interessanti personalità dei tre criminali e di coloro che appariranno nelle loro storie; sicuramente un’ottima serie di OVA da non perdere, se siete alla ricerca di storie investigative e pregne di azione, a cui non mancano momenti più profondi ed emotivi.
Potete recuperare Cyber City Oedo 808 su Amazon Prime Video, a catalogo del canale aggiuntivo Anime Generation.
Record of Lodoss War
Staff: Madhouse (Studio); Ryo Mizuno (Soggetto Originale)
Genere: Fantasy, Avventura
Anno: 1990-1991
Dopo innumerevoli battaglie tra due divinità, Marpha, dea della creazione, e Kardis, dea della distruzione, l’era degli dèi giunge al termine, e dal sangue di quest’ultima si genera un’isola maledetta, ovvero Lodoss. Con gli anni, altre guerre iniziarono su Lodoss stessa, causate dagli esseri umani che ormai vi abitavano e dall’arrivo improvviso di misteriosi mostri; il giovane Parn decide di partire per scoprire cosa stia succedendo e nel suo viaggio incontrerà numerosi avventurieri che diventeranno suoi alleati.
Una premessa semplice e già vista quella di Record of Lodoss War, ma allora perché è una serie così famosa anche fuori dal Giappone? La storia di questi OVA è tratta da una serie di romanzi datati 1988 di Ryo Mizuno, ed è basata su una campagna di Dungeon&Dragons di cui lui stesso era il dungeon master: il suo modo di narrare in forma di romanzo le sessioni di gioco, ha permesso a tantissimi lettori di immedesimarsi nei suoi racconti, anche a chi non aveva mai giocato di ruolo, facendo acquisire a Lodoss una popolarità tale da fargli vendere milioni di copie e trasformarlo in un vero e proprio franchise, che conta varie trasposizioni anche in manga e videogiochi. Se volete approfndire il tema o siete ruolisti accaniti, inoltre, eccovi una serie di 5 anime da vedere se vi piace Dungeons & Dragons: qui trovate anche la Parte 2. I 13 OVA in questione raccolgono solo una parte di tutta la grande storia di Lodoss, che vi consigliamo di recuperare tramite i romanzi, se siete fan del genere fantasy.
Nonostante per quanto riguarda storia e personaggi abbiamo contenuti molto basilari, gli OVA di Record of Lodoss War sono amati principalmente (come per tanti OVA) per il lato tecnico, che offre musiche e animazioni di alto livello, senza contare che il character design e i disegni sono stati affidati a Yutaka Izubuchi, conosciuto prevalentemente per aver lavorato a diversi design della serie di Gundam, ed estremamente apprezzato da molti amanti dell’estetica degli anni 80/90.
Record Of Lodoss War rappresenta una delle prime narrative giapponesi di stampo occidentale, ed è divenuto ormai un amatissimo classico nonostante la sua semplicità, in cui potete ritrovare un fascino fiabesco che riesce ad affascinare lo spettatore senza avere particolari pretese, oltre che essere indubbiamente una gioia per gli occhi ancora oggi.
Potete recuperare Record of Lodoss War su Amazon Prime Video, a catalogo del canale aggiuntivo Anime Generation.
FLCL
Staff: Gainax (Studio); Kazuya Tsurumaki (Soggetto Originale, Regia)
Genere: Commedia, Azione, Demenziale
Anno: 2000-2001
Dall’incipit di FLCL potrete già farvi una vaga idea di che tipo di opera si tratti: Naoto, un ragazzo timido, viene un giorno investito da una vespa guidata da un’eccentrica ragazza, che poi scende per colpirlo in testa con una chitarra elettrica, creandogli un bernoccolo sulla fronte che continuerà a crescere, talmente tanto da fargli uscire fuori un robot; la ragazza, Haruko, viene assunta come governante dal padre di Naoto, e i due dovranno quindi convivere nonostante i caratteri opposti e cercare assieme una spiegazione alle origini del misterioso robot.
FLCL è una piccola serie di soli 6 episodi, ma che ha tutte le carte in regola per conquistare gli spettatori: una qualità dell’animazione ottima, uno stile unico che dona ai personaggi una grande espressività e movimento anche nelle inquadrature più statiche e una colonna sonora coinvolgente, principalmente rock, che farà da perfetto accompagnamento al chaos e al ritmo frenetico della serie. Se volete vedervi qualcosa di totalmente bizzarro e divertente, FLCL è sicuramente una visione consigliata, ma che non che non rinuncia a personaggi ben sviluppati e con una giusta dose di profondità, aggiungendo spessore a un’anime che non vi scorderete.
Potete recuperare FLCL su Crunchyroll seguendo questo link.
Questo anime è disponibile sottotitolato in italiano su Crunchyroll, la prima piattaforma online internazionale completamente dedicata al mondo dell’animazione giapponese, dei manga e dei drama. Puoi guardare gratuitamente Crunchyroll sul tuo PC, sul tuo smartphone e sulla tua console iscrivendoti con un account gratuito oppure sottoscrivendo un piano di abbonamento mensile che ti permetterà di seguire gli anime in simulcasting con il Giappone.
Hunter x Hunter (2002)
Staff: Nippon Animation (Studio); Yoshihiro Togashi (Soggetto Originale)
Genere: Avventura, Fantasy
Anno: 2002
Come detto all’inizio, in alcuni casi gli OVA venivano prodotti per coprire anche solo una parte di un manga famoso, e dunque, per concludere, ho voluto inserire come esempio un’ottima serie di OVA provenienti da un manga famoso, il cui adattamento è rimasto ancora oggi nel cuore di molti appassionati. Hunter x Hunter ha già un’ottima trasposizione animata (iniziata nel 2011), elogiata dai lettori dello storico manga, ma allora perché inserire in questa lista il vecchio adattamento? Semplice, per l’arco narrativo di York Sin City, datato 2002 e reso in una serie di 8 OVA.
Sebbene all’inizio Hunter x Hunter sia partito come un ottimo manga d’azione dai personaggi eccentrici e con un’atmosfera leggera, con l’arco narrativo di York Sin City si è visto un drastico cambiamento di tono nella trama, colpendo piacevolmente i fan della serie, e gli OVA del 2002 rappresentarono l’intera saga con colori freddi, musiche più cupe, tempi più dilatati e uno stile di disegno più sporco, cogliendo in pieno la drammaticità e maturità di questa parte della sroria. Proprio per questo, l’unica critica mossa all’adattamento del 2011, è stata quella di non essere riuscito a trasmettere le stesse atmosfere della York Sin City di dieci anni prima, per via di una nuova direzione artistica che mostrava linee più pulite e una regia meno movimentata, nonostante rimanga piacevolissima da seguire.
Ovviamente, se dovete ancora recuperarvi l’opera dall’inizio, il consiglio sarà sempre quello di guardare la serie del 2011, ma una volta che l’avrete finita potreste trovare interessante vedere le differenze stilistiche con questi vecchi OVA, a maggior ragione se l’arco narrativo in questione vi è piaciuto parecchio.
Tanti sono gli OVA che hanno distinto il periodo a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, dove sangue, violenza e tematiche forti la facevano da padrona, e sebbene di OVA moderni ve ne siano di ottima qualità, molti fan dell’animazione non possono che guardare a quell’affascinante periodo artistico con una forte nostalgia.
Se vi è piaciuta questa lista, forse potrebbe anche interessarvi quella dei 10 anime col peggior finale di sempre, oppure quella dei 10 anime per chi ha lo stomaco forte. Un OVA che non abbiamo inserito in lista, ma a cui abbiamo dedicato un intero articolo di approfondimento, potete trovarlo qui.
Alessandro Semeraro
Personalmente ci avrei messo Mobile Suit Gundam 0080: War in the Pocket, una produzione di Gundam unica nel suo genere, estremamente attuale e straziante anche dopo tutti questi anni.
Diego
Andromeda galassia perduta