Terzo e ultimo gioco della prima “trilogia” annunciata per PC e poi sbarcata su Xbox One è Yakuza Kiwami 2, remake del secondo Ryū Ga Gotoku realizzato originariamente come esclusiva PlayStation 4 quasi due anni fa. Come nel caso del primo Kiwami, della cui versione Xbox qui potete leggere la nostra recensione, si tratta di un remake completo del titolo sviluppato per PlayStation 2 nel 2006, stavolta basato sul motore grafico creato per Yakuza 6: The Song of Life e utilizzato anche nei successivi JUDGMENT e Yakuza: Like a Dragon.
Un anno dopo le vicende del primo Yakuza Kiwami, Kazuma Kiryū ha deciso di vivere la sua vita come padre adottivo della piccola Haruka Sawamura, gettandosi alle spalle il suo passato di Drago di Dōjima e le vicissitudini del Clan Tōjō. Tuttavia, l’assassinio dell’attuale leader Terada lo porterà sulle tracce del Go-Ryū Clan dell’Alleanza Omi, che domina Osaka e tutto il Kansai. Il Tōjō ha bisogno ancora una volta dell’aiuto del suo quarto presidente e, assieme al giovane Daigo Dōjima, Kiryū si recherà a Sōtenbori, dove si imbatterà in un nuovo e potente rivale, Ryūji Gōda, l’uomo noto come il “Drago del Kansai”. Le sue intenzioni sono quelle di distruggere il Clan Tōjō e rimanere l’unico drago in circolazione. Queste sono solo le premesse di una trama che, come la saga ci ha abituati, è ricca di stratificazioni e colpi di scena che attendono solo di essere vissuti.
- Titolo: Yakuza Kiwami 2
- Piattaforma: Xbox One
- Versione analizzata: Xbox One
- Genere: Azione, Avventura
- Giocatori: 1 (2 nei mini-giochi)
- Publisher: SEGA
- Sviluppatore: Ryū Ga Gotoku Studio
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 30 luglio 2020
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: oggetti di gioco aggiuntivi
- Note: remake dello Yakuza 2 originale uscito su PS2
Abbiamo recensito Yakuza Kiwami 2 dopo averlo riscattato sull’Xbox Game Pass di Xbox One S.
La versione Xbox One di Yakuza Kiwami 2, rilasciata lo scorso 30 luglio, rispecchia in tutto e per tutto l’edizione PS4, tuttavia mi ritrovo a doverla recensire su una Xbox One S e, non potendo contare sulla potenza di una Xbox One X, ho avuto a che fare con alcuni problemi di natura tecnica che vi descriverò più avanti. Cominciamo, invece, a parlare del gioco in sé, di quello che rappresenta all’interno della saga e di tutti i suoi pregi nei contenuti e nel suo spettacolare gameplay.
Osaka Calling
Ci caleremo nei panni del Drago di Dōjima a un anno di distanza dalle vicende del primo Kiwami. Kiryū vive assieme alla sua figlioletta adottiva e, assieme a lei, porgerà i suoi omaggi al padre adottivo Kazama e al rivale Nishiki al cimitero, luogo dal quale si dipaneranno le vicende di questo sequel, ambientato fra Kamurocho e Sōtenbori, già teatro dell’indimenticabile Yakuza 0. In questo secondo episodio faremo la conoscenza di quello che d’ora in avanti diverrà un personaggio ricorrente nella saga, Daigo Dōjima: compito di Kiryū sarà quello di riportarlo sulla buona strada per trasformarlo nel leader ideale del clan ereditato dal padre, assassinato nel prologo del primo episodio. Al centro delle vicende troveremo il già citato Ryūji, nonché la carismatica poliziotta Kaoru Sayama, in qualche modo co-protagonista di questa storia con la quale Kazuma intreccerà uno strano rapporto di interesse reciproco.
Ritroveremo Date, Yuya, Kazuki e l’immancabile Majima, quest’ultimo protagonista di una storia esclusiva realizzata appositamente per questo remake che si svolgerà parallelamente al gioco principale e sarà accessibile dal menu iniziale una volta superato un certo punto nella storia. Il team di sviluppo ha ricreato con parsimonia la regia, le scene e le inquadrature del titolo originale per PS2, implementando una nutrita lista di contenuti inediti ma sacrificando tuttavia alcune zone esplorabili, come il piccolo distretto di Shinseicho presente nella versione PS2.
Parallelamente all’introduzione di un nuovo motore grafico viene in qualche modo rivoluzionato anche il sistema di combattimento e progressione a cui sono abituati coloro che hanno giocato Yakuza 0 e Kiwami sulla console Microsoft (e che quindi, posso immaginare, non abbiano avuto contatti con i titoli usciti in precedenza). La differenza più sostanziale è l’abbandono dei vari stili di lotta in favore di un percorso unico, che farà ancora una volta utilizzo dei punti esperienza guadagnati in battaglia, affrontando le Substory e persino mangiando cibo nei numerosi ristoranti disseminati per le due città. Con questo nuovo stile di combattimento vengono introdotti gli attacchi caricati e l’immagazzinamento delle armi sottratte ai nemici.
Quest’ultimo punto in particolare favorirà l’uso di armi come spade, pugnali, bastoni e persino pistole, fornelli portatili e quant’altro: basterà raccogliere gli oggetti in questione durante i combattimenti e inserirli permanentemente nel nostro inventario premendo in basso sulla croce direzionale. Grazie al Dragon Engine diventano più spettacolari anche le Heat Action, così come le introduzioni alle battaglie con i boss e i relativi Quick Time Event che, come visto in Yakuza 6, possono godere ora di un emozionante taglio cinematografico in grado di enfatizzare ogni scontro.
Be my baby
Come ben saprete, in Yakuza c’è molto da fare se non si vuole seguire spediti la trama principale, e Kiwami 2 possiede alcune fra le più divertenti Substory mai viste nella saga. Ad esempio, potremo mettere a tacere le copie malriuscite di Kiryū e Shinji a Kamurocho, diventare i modelli per un muscoloso fotografo che ama scattare vestendo solo un perizoma, affrontare la terrificante maledizione di una VHS nella parodia di The Ring, oppure sgominare Gondawara e i suoi scagnozzi vestiti unicamente con un pannolino da neonati. O ancora, affronteremo quest secondarie che porteranno avanti sotto-trame relative all’orfanotrofio: sapevate che Pochitaro, il cane salvato da Haruka nel primo episodio, grazie al nostro intervento, è lo stesso che troveremo al Sunflower nel terzo capitolo numerato?
Se le divertenti trame secondarie non bastano a soddisfarvi, ci sono gli innumerevoli minigiochi, tra golf indoor, Toylets (i cosiddetti “giochi da cesso”), Virtua Fighter 2, Virtual-On e giochi tradizionali come Shogi, Freccette, Poker e Mahjong. All’interno del Karaoke troveremo canzoni vecchie e nuove, come la splendida Tonight, ma purtroppo non la celebre Baka Mitai. Il palato dei più lussuriosi potrà essere soddisfatto dal Gravure Photo Shoot, nel quale saranno presenti piccanti videoclip realizzati con le modelle Rina Hashimoto e Hikaru Aoyama: il nostro scopo sarà quello di concatenare correttamente frasi per spingerle ad assumere pose sempre più sensuali.
I due mini-game principali, quelli integrati nella trama base del titolo, sono anche quelli più divertenti. Il primo che sbloccheremo è quello in cui assumeremo il ruolo di manager del Cabaret Club Four Shine, aperto da una delle ragazze conosciute da Majima nell’episodio zero, Yuki. Assieme a lei dovremo affrontare il campionato dei Kyabakura attraverso un sistema di gioco che assuefacente è dir poco: non nascondo di averci passato ancora una volta decine di ore incassando milioni e milioni gestendo il mio personalissimo locale continuando a divertirmi come se fosse la prima volta. Peccato che nel mini-gioco siano comprese alcune sessioni come gli “appuntamenti” con le ragazze che recluteremo di storia che risultano un po’ troppo lunghi e tediosi. Il secondo è invece l’erede del Clan Creator che ha debuttato in Yakuza 6, un vero e proprio tower defense che ci vedrà schierati come picchiatore nella compagnia edilizia Majima Construction, per fronteggiare (e poi reclutare) le vecchie glorie della New Japan Pro Wrestling e numerosi altri NPC del titolo. Sebbene non risulti divertente quanto il Clan Creator originale, è capace di regalare diverse ore di divertimento, specie se riuscirete a riconoscere alcuni volti noti del panorama sportivo nipponico.
Fly like a beautiful butterfly
Sebbene il Dragon Engine sia un notevole passo in avanti rispetto al precedente motore grafico in termini di fotorealismo e animazioni, non posso dire di apprezzarlo maggiormente rispetto al precedente, semplicemente per il fatto che, sulla generazione attuale, tende ancora a zoppicare. Recensendo il titolo su una semplice Xbox One S, la versione base dell’attuale piattaforma Microsoft, sono stato vittima di costanti rallentamenti, cali di frame rate e freeze momentanei durati qualche secondo. Addirittura, in un’occasione mi è capitato che la console (nemmeno un anno di vita, ci tengo a precisare) si spegnesse del tutto in seguito a un blocco — e nemmeno in una fase concitata, ero nel bel mezzo del mini-game del Four Shine.
I 30 FPS promessi dal Ryū Ga Gotoku studio per questo Kiwami 2, che già presenta un Dragon Engine più rifinito rispetto a The Song of Life, si raggiungono spesso a fatica su un modello che non sia Xbox One X, e tendono a calare fin troppo spesso per i miei gusti. Ci sono momenti in cui i caricamenti “invisibili” prima dell’inizio dei combattimenti o innescando determinati eventi durano fin troppi secondi e spesso portano a preoccuparci che la nostra console non si sia surriscaldata e bloccata a causa del caldo. Purtroppo, sebbene visivamente sia uno splendore, sono convinto che Yakuza Kiwami 2 saprà farsi apprezzare al meglio grazie a un’eventuale versione enchanced per Xbox Series X, come accadrà con il futuro Yakuza: Like a Dragon.
A chi consigliamo Yakuza Kiwami 2?
Se siete abbonati al Game Pass probabilmente avrete già cominciato la vostra avventura con Yakuza 0 o Yakuza Kiwami nei mesi precedenti, magari seguendo i miei consigli: entrambi sono degli ottimi punti di ingresso nella saga, sebbene entrambi con qualche compromesso. Per quanto concerne Yakuza Kiwami 2, per giocarlo vi consiglio di aver terminato almeno al primo Kiwami, possibilmente anche il titolo che lo precede. In questo secondo remake troverete numerosi richiami a entrambi i giochi usciti in precedenza, sia nella trama principale che nelle missioni secondarie. Chi li ha giocati entrambi noterà un cambio di registro notevole per quanto riguarda il comparto tecnico, dato che si tratta del primo remake a utilizzare il motore grafico del sesto e settimo capitolo. Se non siete abbonati al Game Pass potete acquistare Yakuza Kiwami 2 al prezzo di 19,99 €, ma da collezionista il mio consiglio è quello di giocarlo sul Pass e aspettare un’eventuale trilogia in formato fisico anche per Xbox.
- Uno dei migliori battle system della saga
- Mini-game che causano assuefazione
- È gratuito sul Game Pass
- Tanti contenuti inediti rispetto al gioco originale…
- …Ma allo stesso tempo, qualcosa in meno
- Tende a zoppicare sulle versioni base della console
- Majima Construction inferiore rispetto al Clan Creator del 6
Yakuza Kiwami 2
Un remake che già pensa alla prossima generazione
Yakuza Kiwami 2 chiude la trilogia dei tre Ryū Ga Gotoku annunciati da SEGA per le console di casa Microsoft e per il suo ottimo Game Pass. Probabilmente le uscite sono state un po’ troppo dilazionate nel tempo e dubito che riusciranno a pubblicare i successivi quattro capitoli in tempo per l’uscita del settimo, che arriverà in esclusiva temporale next-gen solo su Xbox Series X. Probabilmente il ritardo di questo secondo remake è stato causato dall’incompatibilità del Dragon Engine con le versioni base e S di Xbox One, lo si denota soprattutto in vistosi rallentamenti e frequenti freeze. Nonostante si tratti di un ottimo gioco e di un valido esponente della saga di Kiryū, la mia speranza è che lo studio sia già al lavoro su un aggiornamento “Series X” che ci possa consentire di giocarlo a 60 FPS e senza problemi sulla nuova console in arrivo a fine anno. Tirando le somme, Yakuza Kiwami 2 è un must play per tutti gli abbonati al Game Pass che non lo hanno già giocato su PC e PS4. Quelli che invece hanno già portato a termine la propria avventura fra Kamurocho e Sōtenbori potrebbero magari aspettare ancora qualche mese e confidare nello Smart Delivery.