Che i manga con protagonisti adolescenti, qualunque siano l’ambientazione (scolastica, fantasy…) e il genere (combattimento, sentimentale…), siano diffusissimi in Giappone è un dato di fatto. Quasi sempre serializzati su riviste di target shōnen, cioè rivolte a un pubblico di ragazzi, questi manga propongono nella maggior parte dei casi storie e personaggi atti a rispecchiare e promuovere il percorso di crescita e di formazione personale del lettore, attraverso lo sviluppo fisico e caratteriale dei suoi protagonisti, che affrontano ostacoli sempre più impegnativi, e mettono in risalto valori fondamentali come l’amicizia e l’impegno quotidiano. Non è un caso se questa tipologia di manga è anche la più facilmente commercializzabile al grande pubblico, come dimostrano Dragon Ball, One Piece, Naruto, Fullmetal Alchemist e tutti i più grandi successi della categoria shōnen manga. Ma se si guarda oltre la superficie è possibile trovare opere che affrontano l’adolescenza in maniera più profonda e matura, focalizzandosi sulla psicologia dei personaggi e mettendo in risalto tutte le turbolenze e le inquietudini tipiche di questo periodo della vita umana. In tale ambito, pochi autori riescono a parlare così bene dell’argomento come Shūzō Oshimi.
Oshimi, nato nel 1981 nella prefettura di Gunma, è uno dei mangaka più validi e interessanti del panorama fumettistico giapponese dell’ultimo decennio, ed è l’autore di opere come I fiori del male e Happiness, entrambe pubblicate in Italia da Planet Manga, e Dentro Mari. Possiede uno stile molto personale e immediatamente riconoscibile che, dal punto di vista del contenuto, si caratterizza per il marcato focus sull’approfondimento psicologico dei protagonisti delle sue storie (quasi tutti adolescenti), spesso sviluppato in modo poco convenzionale e attraverso situazioni disturbanti o provocatorie. Il suo stile di scrittura è snello, con pochi dialoghi, dove la narrazione avviene principalmente per immagini e per questo motivo opera in profonda sincronia con i disegni, che brillano per regia e capacità espressiva dei personaggi, rendendo Oshimi, a parere di chi vi scrive, uno dei mangaka che meglio educa il lettore su cosa sia veramente l’arte del fumetto. Tutte queste caratteristiche le ritroviamo nell’ultimo lavoro dell’autore, giunto nel nostro paese e oggetto di questa recensione, Tracce di Sangue.
Serializzato a partire dal 2017 sulla rivista seinen Big Comic Superior (Shogakukan), con cinque volumi all’attivo in questo momento, e annunciato da Planet Manga durante la conferenza sulle novità al Lucca Comics & Games 2018, Tracce di Sangue ci racconta del giovane Seiichi, ragazzo delle scuole medie che conduce una vita apparentemente normale e tranquilla (con tanto di cotta verso una bella compagna di classe) se non fosse per le continue attenzioni della giovane e iperprotettiva madre Seiko. “Lei è sempre dolce, serena e gentile. Gli prepara da mangiare con amore, lo segue ovunque le sia permesso” (così scrive la sinossi sul sito ufficiale dell’editore), ed è sempre pronta ad aspettarlo al suo rientro a casa, come una presenza inquietante, come se nient’altro avesse importanza. Che evoluzione avrà questo precario rapporto genitore/figlio?
Come già scritto, in questo nuovo lavoro Oshimi ripropone tutte le caratteristiche e le peculiarità del suo stile grafico e narrativo, i suoi marchi di fabbrica insomma, ma non si limita a questo: li estremizza e raggiunge un livello artistico ancora più maturo e personale rispetto alle sue precedenti opere, già ottime. Il risultato è un primo volume di qualità assoluta, di rara potenza ed incisività, che cattura il lettore in un vortice di sensazioni contrastanti, alla luce anche di un inaspettato evento sul finale che apre le porte a sviluppi imprevedibili.
I dialoghi sono pochi, essenziali e molto naturali, i ritmi estremamente dilatati (come conseguenza il volume si finisce di leggere in brevissimo tempo), ma sono i disegni e le inquadrature a parlare per loro. Eccezionali in particolare le espressioni della vera protagonista della storia, Seiko, laddove Seiichi serve più come punto di vista narrativo. Si percepisce subito che c’è qualcosa che non va solamente guardando i suoi occhi, i suoi sguardi e i suoi comportamenti, che le apparenze di madre perfetta e amorevole mascherano una psiche tormentata, ossessiva e soprattutto possessiva, e per tutta la durata del volume si respira una tensione latente degna del miglior thriller psicologico. Atmosfera malsana che viene ulteriormente esaltata dallo stile di disegno dell’autore, elegante e quasi etereo, con pochissimi retini e molto tratteggio per rappresentare le ombreggiature e i giochi di luce.
Quando l’apparenza inganna
Pur essendo solo all’inizio, Tracce di Sangue si prospetta quindi un manga dal grandissimo potenziale, uno slice of life studentesco di stampo psicologico condito da venature thriller, un’analisi lucida e ambiziosa delle possibili estreme conseguenze di un rapporto madre/figlio malato e instabile. Solo i volumi successivi potranno dirci se Shūzō Oshimi riuscirà a mantenere la qualità vista in questo esordio e a stupirci ancora una volta con un lavoro di altissimo livello, nel mentre consigliamo questa serie a tutti quelli che già conoscono e apprezzano l’autore (per i quali si tratta di un acquisto obbligatorio), ai fan del genere e soprattutto a chi è alla ricerca di un’opera impegnata e profonda, che vada oltre il mero intrattenimento. Per tutti gli altri, si tratta di un’ottima occasione per conoscere un autore bravissimo e molto sottovalutato, con il quale difficilmente si riesce a trovare una via di mezzo (o si ama o si odia) ma che si merita almeno un tentativo, qualora vi riteniate dei veri appassionati di fumetti.
Ancora una volta, Panini Comics delizia i palati degli acquirenti più esigenti proponendo Tracce di Sangue in edizione da fumetteria, con sovraccoperta e materiali (carta, inchiostro) di alta qualità, al prezzo di 7,00 € (che potete acquistare su Amazon seguendo questo link). L’illustrazione di copertina, dipinta con acquerelli come da tradizione di Oshimi, è molto bella, così come ottima è la traduzione di Simona Stanzani. Davvero un peccato che lo stesso trattamento non sia stato riservato anche a Happiness dello stesso autore, proposto invece in edizione economica. Se questo volume vi è piaciuto, in attesa del secondo vi consigliamo di recuperare I Fiori del Male, di cui l’editore sta ristampando i numeri esauriti proprio in questi mesi.
Per chi desidera una famiglia “perfetta”