L’eterna lotta fra mercato retail e digitale

L’analisi di pro e contro di due grandi scuole di pensiero riguardanti la fruizione del videogioco: la distribuzione fisica e quella digitale. Voi da che parte state?

L’eterna lotta fra mercato retail e digitale

Da un lato, scaffali su scaffali ricolmi di videogiochi, con titoli che vanno indietro anche di diverse generazioni; dall’altro, hard disk pieni fino all’ultimo gigabyte di giochi scaricati da Steam, Origin, GOG, launcher vari, e chi più ne ha più ne metta. La scelta fra l’acquistare in copia fisica oppure digitale è una decisione importante che tutti i videogiocatori si trovano a dover fare nel corso della loro vita e che può essere legata a tanti fattori che non dipendono solo da preferenze personali. Ispirato da questo articolo di Siliconera, in cui si dice che CAPCOM ha venduto molte più copie digitali che fisiche di MONSTER HUNTER: WORLD, trainato da un lancio stellare su PC, e di conseguenza si concentrerà di più sul primo mercato, mi sono messo a scavare un po’ più a fondo su una questione che, come vi sarà più chiaro nel paragrafo finale, non avevo mai analizzato concretamente viste le mie “origini”. Ovviamente, i vostri commenti e le vostre impressioni su questa questione ci interessano molto e vorremmo fare una sorta di sondaggio a riguardo; pertanto vi incoraggiamo a farci sapere che cosa ne pensate!

FINAL FANTASY XIV x MONSTER HUNTER: WORLD - Behemoth

Fino a pochi anni fa, specialmente qui in Italia, comprare in digitale era praticamente impossibile, visti i problemi ancora oggi in larga parte non risolti legati allo stato pessimo delle nostre infrastrutture di rete con zone isolate dove a malapena arriva la linea telefonica, figurarsi l’ADSL. Adesso la situazione è comunque migliorata, ma il mercato fisico nostrano mantiene ancora un dominio abbastanza saldo: secondo questo articolo de Il Sole 24 Ore, le vendite fisiche di videogiochi superano i 1,3 miliardi di euro, contro i 548 milioni del mercato digitale, che comunque segna una fortissima ascesa (+86%).

Quali possono essere i vantaggi del comprare i propri giochi compresi di packaging e disco? Beh, innanzitutto, come detto prima, per alcuni è stata una sorta di “scelta obbligata” che poi è diventata abitudine; certamente questo tipo di collezione ha un forte valore decorativo; proprio come una bella e ricca libreria, un mobile pieno zeppo di titoli di generazioni, console e generi diversi fa la sua gran figura, specialmente se impreziosito da qualche Collector’s Edition particolarmente appariscente.

Grazie alla distribuzione fisica esiste poi tutto un mercato di seconda mano che permette a chi vuol rivivere la propria infanzia di recuperare abbastanza facilmente giochi usati, console e titoli di culto, per ricordarsi dei bei tempi andati. I più accaniti trasformano questa nostalgia in un hobby o in vero e proprio collezionismo, vagando per innumerevoli fiere e mercatini delle pulci giusto per riuscire ad accaparrarsi quell’ultima copia in perfette condizioni di Michigan: Report from Hell. Sicuramente questo rende il mercato fisico più organico e “casalingo”, qualcosa che si ha sempre disponibile per ogni evenienza, sia che uno si trovi in una grande città, che in una baita isolata senza connessione, e che nessuno potrà mai portare via.

RESIDENT EVIL 2: Collector’s Edition

Un tema molto caro ai nostri lettori è sicuramente quello dei titoli d’importazione nipponica: anche in questo caso, spesso per giocare ad esclusive giapponesi è necessario procurarsi una copia fisica che ci viene spedita a casa.

D’altro canto però, con i giochi per console moderni non si può più propriamente parlare solo di copia fisica: sono più unici che rari i casi in cui un titolo su PlayStation 4, Xbox One o Nintendo Switch non richieda per poter giocare, oltre ad inserire il disco, anche un certo tipo di download aggiuntivo, day one patch, installazione, e simili, portando comunque svantaggi a chi compra retail per motivi di forza maggiore. Inoltre, il mercato fisico per PC si può ahimè dire ormai morto e sepolto: acquistando un gioco per questa piattaforma oggi è difficile trovare persino un disco dentro alla scatola; la cosa più probabile è vedersi attaccato all’interno un bel codice per l’attivazione su Steam. Il rovescio della medaglia del fattore collezionistico e decorativo sta poi logicamente nello spazio occupato da un’eventuale collezione fisica: in case piccole o quando si ha l’esigenza di spostarsi spesso fra città o case diverse come nel mio caso, questo è sicuramente il difetto più grande. Dischi e cartucce poi, come tutti i prodotti d’elettronica di consumo, sono destinati prima o poi a rompersi o a perdere funzionalità: in questo caso, un gioco fisico non può essere sostituito e spesso può solo passare a miglior vita in una discarica.

Nintendo Switch eShop

Alcuni difetti del mercato fisico vengono perfettamente controbilanciati dai pregi di quello digitale. Qui, scatoloni e librerie ricolme di giochi vengono miniaturizzati e arrivano a stare persino in una microSD grande quanto un tappo di bottiglia o un semplice hard disk da 2 o 3 pollici, che potremo portare con noi in qualsiasi momento se dovesse sorgere la necessità, permettendoci di giocare anche “on the go”, a patto di disporre di hardware adeguato. Il vantaggio di avere i giochi legati ad un account di un’azienda di terze parti, seppur non privo di difetti come vi illustrerò dopo, permette comunque di poterli scaricare in qualsiasi momento, anche in caso di formattazione, nuova console ed evenienze simili.

I giochi acquistati in digitale poi, specialmente per quanto riguarda piattaforme come Steam e colleghi, costano generalmente di meno: non dovendo spendere per packaging, spedizione logistica e stoccaggio di aziende terze le software house riescono regolarmente a limare via dai 5 ai 10 euro su ogni release, permettendo alla lunga di risparmiare, aspetto che va a beneficio di chi acquista molti giochi all’anno. Strizzando l’occhio all’ambiente poi, sicuramente in questo caso è un metodo di distribuzione più ecologico, che vede contrapporsi scatole di plastica contro gigabyte intangibili. Inoltre vista la natura istantanea di questa distribuzione non sarà necessario perdere tempo per attendere il corriere oppure doversi andare a prendere il gioco in un negozio qualsiasi, che invece ci verrà comodamente inviato tramite email nel caso di codice oppure verrà reso subito disponibile al download.

Non è tutto oro quel che luccica, però. Una cosa che spesso la gente si scorda o non sa è che, scritto in piccolo in quei contratti di licenza per l’utente finale che siamo costretti ad accettare, viene menzionato come noi non acquistiamo un gioco vero e proprio, bensì questo ci viene dato solamente in licenza dal venditore, che si riserva la possibilità in qualunque momento e per qualsiasi motivo di revocarcela a sua discrezione. Questo è successo però solo in casi rarissimi, dove per esempio le software key erano state ottenute illegalmente, e non è una cosa che andrà mai a toccare un semplice giocatore; insomma, chi si preoccupa di questo fa bene a farlo, ma le possibilità di venirne affetti sono comunque parecchio basse.

SEKIRO: SHADOWS DIE TWICE

ACTIVISION, ad esempio, ha scelto di non usare Denuvo per il suo SEKIRO.

Ovviamente quando si tratta di digitale, non ci può essere uno scambio o una vendita di prodotti usati: le chiavi software sono strettamente monouso e legate per sempre all’account in cui le abbiamo riscattate: l’unico modo di disfarsene è quello di vendere l’intero account (cosa caldamente SCONSIGLIATA, visto che viola i ToS di praticamente qualsiasi piattaforma online rendendovi passibili di ban, oltre che essere un grande rischio per la sicurezza). Anche il fattore DRM va preso in considerazione, e cioè tutto quel middleware di terze parti e servizi anti-pirateria come Denuvo o CopyProtect che si frappone tra noi e il titolo che vogliamo andare a giocare, di solito peggiorandone performance e tempi di caricamento; discutere della loro scarsa efficacia va ben oltre lo scopo di questo editoriale, anche se un giorno mi piacerebbe parlarne. Oltre ai DRM, ormai ogni grande azienda ha il proprio launcher proprietario, come Steam, Epic Launcher, Battle.net, andando a frammentare fin troppo la libreria degli utenti digitali, che non si sono mai dovuti preoccupare di concetti come l’esclusività di un titolo, qualcosa che chi gioca su console conosce fin troppo bene.

Per quanto riguarda la metaforica “fazione” in cui mi ritrovo io, posso dirvi che sin da bambino sono stato benedetto grazie alla vicinanza alla centrale Telecom che mi ha permesso di non avere mai troppi problemi di linea ADSL fin dai primi anni duemila, anche quando parlarne qui in Italia era un po’ come possedere un qualche magico artefatto antichissimo: a causa di questo e di un generale interesse precoce per l’informatica ho sempre quasi esclusivamente giocato su PC, nonostante abbia posseduto parecchie console. Come tale, sono ormai abituato a consumare praticamente tutto il mio intrattenimento (non solo videoludico, anche in generale) in formato digitale a causa dell’ambiente in cui sono cresciuto, diviso fra GTA: San Andreas Online, Metin2, Habbo Hotel, World of Warcraft e simili. Detto questo, non ho nessun pregiudizio (e ci mancherebbe!) o critica da muovere a chi preferisce possedere fisicamente la propria collezione di videogiochi; come illustrato prima, il digitale non è assolutamente privo di difetti e il mercato fisico ha anche dei grandi pregi. Insomma, mi tocca qui ammettere il mio status di Zoomer.

FINAL FANTASY XIV

Detto questo, andando ad analizzare i vari trend in maniera oggettiva credo però che il mercato si muoverà sempre di più in direzione del primo metodo di distribuzione andando a puntare solo sul digitale, rendendo fra qualche anno il mercato fisico non dissimile da quello dei dischi in vinile: più vivo che mai, ma scelta di nicchia. Forse, tra qualche anno, al posto dei GameStop (e tutte le previsioni sembrano corroborare la mia tesi, visto che GameStop si avvicina sempre di più ad un possibile fallimento, con perdite che nel 2018 hanno superato i 700 milioni di dollari) avremo soltanto polverosi negozietti locali, dove si andrà per la scelta hipster di acquistare FINAL FANTASY XVIII in Blu-Ray Gen V.

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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