Intervista a Mogiko, autrice di Black Letter

Mogiko, autrice di Black Letter, risponde ad alcune domande dopo la presentazione del secondo volume al Lucca Comics 2024

Intervista a Mogiko, autrice di Black Letter

Chi di voi ha partecipato agli ultimi due anni del Lucca Comics & Games si è imbattuto sicuramente in Mogiko, artista che ha iniziato nel mondo delle illustrazioni per poi diventare una mangaka italiana a tutti gli effetti. Grazie a J-POP Manga e Edizioni BD, Mogiko ha potuto incontrare i suoi fan in occasione della presentazione dei volumi di Black Letter, ma siamo certi che questo non vi sia bastato! A tutti voi, sia che abbiate già letto le sue opera o abbiate intenzione di farlo, ecco alcune domande e risposte che potranno soddisfare maggiormente la vostra curiosità.

Innanzitutto parlaci di te: chi è Giulia Monti, in arte Mogiko?

Sono una giovane fumettista nata in Italia, che fin da piccola è sempre stata attratta dai manga e dalla cultura giapponese. Sono quindi in primis anche una grande lettrice e fan di queste opere.

Molti di noi hanno iniziato a conoscerti attraverso le magnifiche cartoline in allegato agli ordini di MangaYo!, come è nata quella collaborazione?

In realtà la collaborazione con MangaYo! non è nata a tavolino, questo perché conoscevo entrambi i fondatori del sito. Così, pian piano, mi hanno chiesto di produrre alcune illustrazioni, fino all’ideazione della loro mascotte. Ai clienti di MangaYo! piacevano molto le mie creazioni e così, con il passare del tempo, la mia presenza è diventata più costante!
Ne ho realizzate sempre di più e continuo ancora oggi.

In seguito hai pubblicato un artbook proprio su Yo-Chan e un manga hentai in collaborazione con Volpescu. Come hai visto questo percorso?

In realtà il mio percorso nel mondo dell’editoria nasce molto prima e per un target differente: ho pubblicato diversi fumetti per bambini (come il Risveglio di Herobrine) e realizzato svariate illustrazioni con altri editori (come per Un’avventura a Parigi – Glitter & Candy). La mostra e l’artbook di Yo-Chan a Milano, e Yo-chan’s First Stream scritto da Volpescu, sono stati però un‘opportunità che mi ha permesso di cimentarmi con qualcosa che era più nelle mie corde rispetto a quello che facevo prima.

Nel 2023 hai esordito a Lucca con la preview del primo volume di Black Letter. Come è nato il progetto?

Inizialmente ero stata contattata da J-POP per un progetto nel quale dovevo fare da illustratrice, e che purtroppo non ha mai visto la luce. Da quel momento mi hanno preso sotto la loro ala protettrice, così ho avuto finalmente la possibilità di pubblicare un volume che avesse sia la storia che i disegni realizzati da me.

Perché hai scelto come formato il manga e non il fumetto? E cosa ha comportato questa decisione?

Ho scelto uno stile di narrazione più affine ai manga e non allo stile classico del fumetto europeo o italiano, questo perché sono cresciuta leggendo la prima tipologia di opere. Il fumetto come lo intendo io è fatto in quel modo: ha ambientazioni giapponesi, tavole in bianco e nero, si fa con i retini e con il pennino, ha la lettura da destra verso sinistra, e tutto il resto. Con la mia storia ho quindi deciso di rivolgermi ad altre persone che come me leggono e sono cresciute con questo genere di narrazione e rappresentazione.

Lo stile di Black Letter sembra piuttosto diverso da quello di Yo-Chan, e appare molto più giapponese (simile a Fujimoto ed Asano azzarderei). Perché questo cambiamento e ti ispiri a qualcuno?

Quando ho realizzato Yo-chan’s First Stream ero molto più giovane e inesperta artisticamente rispetto ad adesso. Tuttavia, per me non è Black Letter a rappresentare un cambiamento di stile rispetto a Yo-Chan’s First Stream, ma piuttosto il contrario: per realizzare Yo-Chan’s First Stream ho studiato il genere hentai e ho adattato il mio disegno a quello richiesto per quel tipo di opera. In Black Letter invece ho utilizzato il mio stile al 100%. Per quanto riguarda l’ispirazione, come per altri artisti  anche il mio tratto si rifà inconsciamente alle opere che più mi sono piaciute da quando ho iniziato a leggere e disegnare. Nelle mie illustrazioni si può trovare qualcosa dei miei artisti preferiti, come ad esempio Sui Ishida, Posuka Demizu, Togashi, e per l’appunto anche Fujimoto e Asano.

La storia appare molto solida e accattivante, e ci mette di fronte sin da subito alla previsione della morte. Come hai scelto l’argomento?

Fin dai tempi del liceo sono sempre stata affascinata dalla filosofia e dalla psicologia. Credo che il tema della morte, nonostante sia stato trattato da molti artisti, scrittori e filosofi, rimanga comunque affascinante e ancora misterioso. Inoltre, mi hanno sempre appassionato le storie misteriose, quelle dove pian piano alcuni elementi vengono svelati mentre altri si aggiungono. Nello specifico, l’idea per la storia di Black Letter mi è venuta mentre lavoravo alla tesi universitaria: mi capita spesso di scrivere degli incipit di storie che mi sembrano interessanti, per poi ritirarli fuori quando ne ho l’occasione, e questa è una di quelle.

Con il secondo volume presentato a Lucca 2024 l’interesse è ulteriormente aumentato, come si è trasformato il legame con i fan? Come vedi tutto questo successo?

In realtà mi fa molto strano parlare di fan e di successo. Sono molto contenta quando in fiera o nelle librerie incontro dei lettori che vogliono una dedica sul loro volume, e per me è molto importante perché passando 24 ore al giorno a scrivere o a disegnare si tratta dell’unico momento in cui ho un reale responso sul mio lavoro. Sono molto contenta che Black Letter stia raccogliendo tanti lettori e spero che continueranno a seguire la serie!

Tornando alla storia, cosa ti piace di più della tua opera?

Sono molto critica con me stessa. Così su due piedi non riuscirei a trovare qualcosa in particolare che mi piaccia più del resto. Sicuramente adoro il fatto che sono io a scrivere la storia di Black Letter, e che quindi posso gestirla da sola in contemporanea con i disegni. Forse la cosa che mi piace di più, che poi è anche quella su cui mi concentro maggiormente, è il poter creare misteri in grado di generare domande nel lettore, al quale posso svelare le risposte solamente poco alla volta.

Vuoi dirci qualcosa che ti sta a cuore sui personaggi coinvolti o su qualche scena particolare?

Un aneddoto che posso raccontarvi è che le tavole più difficili, quelle con tanto sfondo e colme di dettagli, dove colloco per esempio tanti palazzi e personaggi, le faccio sempre quando gioca la Roma in televisione!

Quanti volumi hai intenzione di pubblicare? E hai già deciso gli step da affrontare e la conclusione?

Sì, sia i vari step che la conclusione sono già stati scritti, ma come dice sempre il mio editor niente è mai inciso nella pietra. Per quanto riguarda il numero di volumi, essendo la mia prima serializzazione non saranno troppi: al momento il progetto prevede tra i 5 e i 10 manga.

Concludendo, c’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi fan?

Un grazie enorme a tutti i lettori di Black Letter <3

Black Letter volume 1 ©2024 Giulia Monti. Per questa edizione ©2024 Edizioni BD srl

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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