GENOCIDAL ORGAN – Recensione

Genocidal Organ è il terzo e ultimo film animato tratto dai romanzi di Project Itoh. Ecco la nostra recensione della pellicola sci-fi disponibile in streaming su Prime Video

GENOCIDAL ORGAN - Recensione

Dopo il nostro parere su L’Impero dei Cadaveri e Harmony, è arrivato il turno di GENOCIDAL ORGAN, il terzo e ultimo film (in ordine di uscita) della trilogia animata basata sulle opere dello scrittore di fantascienza Project Itoh, pseudonimo di Satoshi Ito. Dopo un limbo durato parecchi anni, finalmente tutte e tre le pellicole sono state licenziate anche per il mercato italiano da Anime Factory – l’etichetta di Koch Media dedicata al mondo dell’animazione – che le ha rese disponibili in streaming e in home video nel corso degli ultimi mesi. GENOCIDAL ORGAN è stato vittima di una lavorazione travagliata e piena di ostacoli che ha ritardato considerevolmente l’uscita nelle sale cinematografiche giapponesi, ed è tratto dal romanzo d’esordio dell’autore. Come se la cava rispetto agli altri due film? Scopritelo nella nostra recensione.

GENOCIDAL ORGAN - Recensione

  • Titolo originale: Gyakusatsu kikan
  • Titolo inglese: GENOCIDAL ORGAN
  • Uscita giapponese: 3 febbraio 2017
  • Uscita italiana: 28 luglio 2020 (Prime Video), 24 settembre 2020 (Blu-ray, DVD)
  • Piattaforma: Amazon Prime Video
  • Versione home video: Blu-ray, DVD (Anime Factory)
  • Genere: Azione, Fantascienza, Drammatico
  • Durata: 115 minuti
  • Studio di animazione: Manglobe/Geno Studio
  • Adattato da: Romanzo
  • Lingua: doppiaggio italiano, doppiaggio giapponese (home video)

Abbiamo recensito GENOCIDAL ORGAN tramite piattaforma streaming Prime Video.

Guerra, terrorismo e citazioni letterarie

Ci troviamo ai giorni nostri. All’improvviso, la città di Sarajevo viene interamente rasa al suolo da una bomba nucleare artigianale. A seguito di tale atto terroristico, la maggioranza degli stati democratici (Stati Uniti inclusi) mette in atto programmi di “Sorveglianza Assoluta” per evitare il ripetersi di questi tragici eventi. Clavis Shepherd, agente delle forze speciali americane, riceve il compito di individuare e catturare un misterioso uomo di nome John Paul, che l’intelligence ritiene responsabile della crescente insorgenza di stragi e genocidi in molti paesi in via di sviluppo. Nel corso della missione, Shepherd verrà a conoscenza della cosiddetta “grammatica del genocidio” e sarà costretto a mettere in discussione tutte le certezze acquisite fino a quel momento.

Genocidal Organ - Recensione

GENOCIDAL ORGAN, traduzione inglese del titolo originale 虐殺器官 Gyakusatsu kikan, è il primo romanzo di Project Itoh, scritto mentre lavorava come web designer e pubblicato nel 2007 dall’editore giapponese Hayakawa Publishing. L’adattamento animato, diretto da Shuko Murase (Ergo Proxy) e previsto inizialmente per l’autunno del 2015, è andato incontro a numerosi problemi produttivi a seguito del fallimento per bancarotta di Manglobe, lo studio presso cui era in lavorazione. Completato dal medesimo staff presso il neonato Geno Studio – quello a cui dobbiamo la versione animata di Golden Kamuy – e presentato in anteprima al Tokyo International Film Festival nel 2016, GENOCIDAL ORGAN è arrivato nelle sale cinematografiche giapponesi il 3 febbraio 2017. In Italia i diritti del lungometraggio sono stati acquisiti due anni più tardi da Yamato Video e Koch Media, che lo hanno pubblicato in streaming su Prime Video lo scorso 28 luglio e in home video (Blu-ray e DVD) il 24 settembre.

In GENOCIDAL ORGAN ritroviamo ancora una volta molti dei temi tipici di Itoh: l’analisi geopolitica di un contesto sociale futuristico ma credibile, con digressioni di natura filosofica ed esistenzialista; il ruolo del progresso e della scienza; la natura della violenza e della guerra; la dicotomia libertà-sicurezza e il libero arbitrio. L’opera in questione è la meno fantascientifica e la più concreta della trilogia, lontana dalle derive banali e confuse de L’Impero dei Cadaveri e dalle frammentate elucubrazioni di Harmony. Grazie anche a questo fattore, risulta all’atto pratico la pellicola più riuscita e incisiva, al netto di qualche imperfezione di cui l’intera operazione di adattamento non è riuscita a liberarsi, che testimonia l’indubbia difficoltà nel portare su schermo un autore così complesso e ricco di sfaccettature.

Genocidal Organ - Recensione

Missione compiuta, agente Shepherd

Nelle sue quasi due ore di durata, la pellicola naviga abilmente fra la spy story e il war movie, alternando poche e ben piazzate sequenze d’azione – caratterizzate da un elevato tasso di violenza – a momenti più lenti e riflessivi. Sono questi ultimi a dominare, e purtroppo a farne le spese è il ritmo della narrazione che risulta eccessivamente dilatato, nonostante al tempo stesso alcuni passaggi siano stati gestiti in maniera alquanto sbrigativa. GENOCIDAL ORGAN non è perciò un film da guardare a cervello spento, ma al netto di questi difetti, seguendo gli sviluppi con interesse e concentrazione, si viene ricompensati con una trama che fornisce tanti spunti di riflessione affrontati in modo maturo e mai banale, e ancora attuali se si pensa che il romanzo originale è stato concepito e scritto negli anni immediatamente successivi alla tragedia dell’11 settembre 2001.

In molti momenti della pellicola sembra quasi di assistere a una versione cinematografica animata della celeberrima serie di videogiochi Metal Gear Solid – il quarto capitolo in particolare – e questo non ci deve stupire così tanto, visto che Itoh è stato amico personale e collaboratore di Hideo Kojima, il quale ha dedicato Metal Gear Solid: Peace Walker alla sua memoria. Anche il citazionismo artistico-letterario, un altro dei tratti dell’autore, funziona molto meglio in GENOCIDAL ORGAN: i numerosi riferimenti al capolavoro postumo di Franz Kafka, Il Castello, valgono più di tutti quelli, gratuiti e privi di significato, presenti ne L’Impero dei Cadaveri. Si poteva fare qualcosa di più invece per i personaggi, tutti poco incisivi e sacrificati a favore della narrazione dei fatti, un vero peccato visto il potenziale di alcuni di loro (come Lucia).

Genocidal Organ - Recensione

Dal punto di vista tecnico, GENOCIDAL ORGAN si distingue per un comparto grafico di buona fattura, che non sembra aver risentito troppo della lavorazione tormentata. La mano esperta di Shuko Murase dirige inquadrature e movimenti di camera funzionali al ritmo del racconto, mentre disegni, animazioni e colori rendono molto bene su schermo i toni cupi, violenti e realistici del contesto. Purtroppo, come nei due casi precedenti, anche stavolta la pellicola non spicca certamente a livello di personalità, ed è davvero difficile trovare tratti distintivi o temi ricorrenti che possano rimanere impressi nella memoria dello spettatore anche dopo la visione. A livello sonoro, siamo rimasti piacevolmente colpiti dal buonissimo doppiaggio italiano, che vede Massimo Triggiani nei panni del protagonista, mentre non abbiamo potuto valutare quello giapponese per via della sua assenza nella versione disponibile su Prime Video.

A chi consigliamo GENOCIDAL ORGAN?

Se avete già completato la visione di Harmony e L’Impero dei Cadaveri, allora non avete alcun motivo per ignorare GENOCIDAL ORGAN. Oltre a essere il più riuscito della trilogia filmica di Project Itoh, l’opera del regista Shuko Murase è fondamentale per avere il quadro completo della poetica dell’autore e per giudicare in maniera consapevole l’intera operazione di adattamento del suo materiale. In generale, questo film è consigliato a tutti gli appassionati di fantascienza e animazione alla ricerca di un prodotto profondo, stimolante e non banale, mentre chi desidera un semplice intrattenimento senza pretese è meglio che guardi altrove. La presenza di un buon doppiaggio in italiano (l’unico disponibile su Prime Video) è un’ottima notizia per chi detesta ricorrere ai sottotitoli.

  • Storia interessante e ricca di sfaccettature
  • Tematiche profonde e attuali
  • Violento, adulto e credibile

  • Ritmo della narrazione abbastanza lento
  • Personaggi poco incisivi
  • Comparto grafico privo di personalità
GENOCIDAL ORGAN
3.6

Non c’è due senza tre

Nonostante il ritardo e la lavorazione tormentata causa cambio di staff e studio, GENOCIDAL ORGAN è il migliore dei tre film basati sulle opere dello scrittore di fantascienza Project Itoh. La ragione principale risiede con tutta probabilità nella solidità del materiale di partenza – il primo romanzo dell’autore a essere pubblicato – ma è giusto menzionare anche l’ottima direzione del veterano Shuko Murase, che compensa un comparto tecnico un po’ limitato e spigoloso, se pensiamo che si tratta di una produzione cinematografica. Genocidal Organ è una pellicola profonda, attuale, adulta e molto stimolante, a patto di seguire la storia con attenzione e di essere disposti a soprassedere ad alcune mancanze. Nel complesso, l’operazione “revival Project Itoh” può dirsi tutto sommato riuscita, ma forse si poteva fare qualcosa di più.

Figura mitologica, ossessionata da tutto ciò che proviene dal Giappone, che ama districarsi abilmente fra mille impegni e buoni propositi che non realizzerà mai. Quando non impugna un controller, si diletta a guardare anime e leggere manga di dubbio gusto. Tendenzialmente ti vuole bene, soprattutto se gli parli delle serie Trails, Ys e Utawarerumono.

1 commento

  1. Non mi ha coinvolto veramente, ma è comunque un buon film con tematiche mature e attualissime.
    È un vero peccato che lo studio Manglobe, che ci ha regalato Ergo Proxy, abbia dovuto chiudere; ce ne sarebbe bisogno, con tutta la spazzatura che continua ad uscire imperterrita ogni stagione e che nemmeno il COVID-19 riesce a debellare…

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