Kasuga Ichiban, l’inedito protagonista delle vicende di Yakuza: Like A Dragon, è un fedele seguace della Famiglia Arakawa, nelle fila del Clan Tōjō di stanza a Kamurocho. Il suo sfortunato destino è stato plasmato sin dai primi istanti di vita, ma nonostante ciò è cresciuto come un uomo di buon cuore e con gli ideali di un eroe impavido, lo stesso Eroe in cui si è immedesimato giocando a Dragon Quest per tutta la sua infanzia. Estremamente devoto al suo patriarca, all’indomani del nuovo anno seguirà i suoi ordini costituendosi alle forze dell’ordine, assumendosi la colpa per un omicidio mai commesso e per il quale sconterà diciotto anni di carcere. Una volta libero, tuttavia, ad accoglierlo non troverà nessuno, nemmeno il suo amato boss. Ritrovandosi spaesato in una città profondamente diversa, Ichi dovrà affrontare il suo destino. Tuttavia, il fato ha in serbo per lui una pallottola quasi letale, che lo spedirà, senza alcun motivo apparente, nei bassifondi di Yokohama — dai quali dovrà risalire con le sue sole forze.
Yakuza: Like A Dragon è il nuovo esponente della celebre IP di SEGA, rinominato con il preciso intento di costruire una nuova fanbase in concomitanza con l’arrivo di una nuova generazione di console. Disponibile dal 10 novembre su Xbox Series X | S, Xbox One, PlayStation 4 e PC, questa versione localizzata del settimo capitolo numerato ci viene presentata come una storia tutta nuova, ma con profondi legami col passato.
- Titolo: Yakuza: Like A Dragon
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X | S, PC
- Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
- Genere: JRPG, Avventura
- Giocatori: 1 (2 nei mini-game)
- Publisher: SEGA
- Sviluppatore: Ryū Ga Gotoku Studio
- Lingua: Italiano (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 10 novembre 2020
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: Slot Machine, costumi, oggetti di gioco, lavori, canzoni per il Survive Bar
- Note: disponibile in edizione Day Ichi con Steelbook e oggetti aggiuntivi. In Giappone il titolo è uscito come Ryū Ga Gotoku 7: Hikari to Yami no Yukue
Abbiamo recensito Yakuza: Like A Dragon con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da SEGA tramite Koch Media.
Non sono molte le IP videoludiche che hanno la fortuna di conoscere le luci della ribalta tanti anni dopo l’esordio dell’episodio principale. Una di queste è Ryū Ga Gotoku, approdata nei paesi occidentali col nome di Yakuza ma arrivata al successo solo in questi ultimi anni con l’uscita di Yakuza 0, quando ormai i fan dello zoccolo duro temevano di non veder localizzati gli episodi più recenti — ricordiamo tristemente i tre anni trascorsi dall’uscita di Yakuza 5 in Giappone e nel resto del mondo. Cambiare del tutto registro quando la saga aveva raggiunto il suo apice è stata una scelta parecchio azzardata per Nagoshi e il suo team.
Yakuza: Like A Dragon, infatti, rappresenta un vero e proprio punto di svolta per il franchise, e potrebbe consacrarne il successo oppure finire nel dimenticatoio, relegato a una sorta di spin-off. Dopo averne sviscerato a fondo ogni aspetto, ecco quali sono le nostre conclusioni su questo settimo capitolo numerato (almeno in Giappone). Scopriamo insieme se ignorare il detto “squadra vincente non si cambia” sia stata la scelta giusta da parte della produzione.
Like A Virgin
Tagliando in maniera netta i ponti col passato, Yakuza: Like A Dragon si presenta a noi giocatori come un vero e proprio JRPG, un gioco di ruolo di stampo giapponese. La più grande rivoluzione avviene nel sistema di combattimento: se fino a questo momento Ryū Ga Gotoku ci ha messi di fronte a una sorta di beat ‘em up tridimensionale, nella nuova iterazione che abbiamo fra le mani avremo a che fare con un sistema più simile a quello di grandi esponenti del genere RPG come Dragon Quest, Final Fantasy e Shin Megami Tensei. Il motivo è semplice da spiegare. Diversamente da Kiryū, Ichiban è un aspirante Eroe, cresciuto a gyūdon e Dragon Quest, che immagina ogni combattimento come se fosse quello di un gioco di ruolo. Per questo motivo le battaglie inizieranno con un “cambio d’abito” per il nostro party e per tutti i nemici, e tutte le azioni basilari si svolgeranno seguendo un ordine prestabilito.
Ricordo ancora che questo sistema fu mostrato per la prima volta spacciato per un vero e proprio pesce d’aprile dello Studio lo scorso anno, un render che ci mostrava un eventuale Yakuza in stile RPG immaginato dai developer, davvero molto simile al risultato di quello che si è rivelato infine essere il settimo capitolo. Una scelta che ha spiazzato molti giocatori nel nostro paese ma che, secondo quanto ho potuto provare con mano, si è rivelata parecchio vincente. Fra attacchi normali e attacchi di opportunità (come in Dungeons & Dragons), Like A Dragon non risparmia citazioni ai già citati capisaldi del genere e alle consuete, incredibili assurdità a cui la serie ci ha abituati in questi anni. Come da tradizione, momenti di assoluta ilarità spalmati fra storie secondarie, mini-giochi e in questo caso tecniche di combattimento, si amalgamano perfettamente a una trama incalzante e dai toni seri, pronta a sconvolgere alla base il mondo di Yakuza come lo abbiamo conosciuto finora.
Like A Luminary
Il nostro party in Yakuza: Like A Dragon può essere formato da fino a quattro personaggi. Ichiban, nel ruolo dell’Eroe, è accompagnato dai tre amici che incontrerà sul suo cammino. Kōichi Adachi, ex poliziotto della prefettura di Kanagawa, Yū Nanba, un senzatetto con passato da infermiere che lo soccorrerà appena giunto a Yokohama, e l’emancipata Saeko Mukōda, “mama” di un cabaret club in città che deciderà di completare il quartetto nel corso delle vicende del gioco. Pur avendo un “Lavoro” di default, ciascuno dei personaggi potrà scegliere la propria classe a piacimento fra quelle disponibili per ognuno, fra cui rientrano quelle comuni e alcune esclusive. Ad esempio, i tre ragazzoni potranno diventare Agenti, Musicisti, Cuochi, Bodyguard e altro ancora, mentre Saeko avrà lavori esclusivi come Idol, Regina della notte e Mazziere. Ichiban avrà in esclusiva il lavoro di Eroe, Nanba invece quello di Senzatetto, Adachi quello di Detective. Ciascuno di questi lavori permette di equipaggiare una tipologia diversa di arma e consente l’utilizzo di differenti abilità offensive, di recupero e di supporto (che utilizzano i PT, punti tecnica), mentre alcune altre, come le tecniche speciali accompagnate da una cutscene, vengono apprese attraverso l’avanzamento nella storia e la progressione di livello a prescindere dalla classe.
Le battaglie a turni vedranno la telecamera spostarsi di volta in volta alle spalle del personaggio del nostro party oggetto dell’azione, sia esso attivo nel proprio turno oppure bersaglio dell’attacco nemico. I membri del nostro party si muoveranno per seguire lo spostamento dei nemici e in alcune occasioni potranno concatenare i già citati attacchi di opportunità: se un nemico viene messo al tappeto, uno dei personaggi nelle sue immediate vicinanze potrà decidere di agire rincarando la dose. Negli scontri saremo chiamati a premere col giusto tempismo pulsanti per difenderci o rendere più potenti le nostre abilità. È possibile attivare una funzione di auto-battle, ma anche in questo caso tali comandi dovranno essere eseguiti manualmente. Ciò la rende utile unicamente in situazioni in cui la potenza del nostro party è soverchiante rispetto ai nemici.
Tra le funzioni più note di questo battle system troviamo quella dei Pestamici, delle vere e proprie invocazioni in stile FINAL FANTASY che sbloccheremo pricipalmente tramite le storie secondarie e che potremo chiamare sul campo di battaglia attraverso lo smartphone di Ichi e un certo compenso in Yen. Il team di sviluppo ha dato il meglio di sé in termini di assurdità e ci ritroviamo quindi di fronte all’aragosta Nancy e alle sue amiche, alla gallina Omelette (cugina di Nugget?), al caro vecchio Gary Buster Holmes e tanti altri ancora (fra cui qualche volto estremamente noto della saga di Yakuza). Al termine di ogni combattimento verremo premiati con i consueti Yen e punti esperienza, ma anche dai punti rango che aumenteranno il livello del nostro lavoro. Diversamente dai precedenti Yakuza, la progressione di ciascun personaggio avverrà automaticamente, senza alcun albero delle abilità che ci consentirà di decidere quali skill apprendere e quali statistiche migliorare con ogni aumento di livello. Il grinding, a volte necessario per superare alcune impennate di difficoltà nella storia, può avvenire tramite i combattimenti per strada, oppure grazie alla presenza di dungeon sotterranei alla città, simili al Memento di Persona 5.
Non saranno solo tre i compagni su cui Ichiban potrà contare nel corso della sua avventura, ma vorrei evitare del tutto di parlarne per non rovinarvi ulteriori sorprese.
Like A Number One
Teatro delle vicende dell’intero titolo, fatta eccezione per il prologo ambientato a Kamurocho (e altre zone che non rivelerei per evitare spoiler), è l’inedita Isezaki Ijinchō, l’immenso distretto della città di Yokohama. Ichiban si ritroverà letteralmente gettato nella spazzatura con la mortale ferita ricucita a dovere da quello che di lì a poco diverrà il suo prezioso amico e alleato, Nanba. Dal rifugio dei senzatetto, la nostra nuova casa, dovremo risalire verso la cima cominciando a cercare gli spiccioli ai piedi dei distributori automatici, raccogliendo lattine tramite il mini-game della PedaLatta, svolgendo le consuete storie secondarie e tutte le innumerevoli attività di cui Like A Dragon è disseminato. Affrontandole seguendo scelte diverse e rispondendo in determinate maniere agli altri personaggi, potremo formare il carattere del nostro eroe, incrementando valori come ardore, autostima, carisma, bontà, acume e stile che determineranno l’accesso a nuovi contenuti. Per esempio, per conversare amabilmente con la ragazza del bar è necessario raggiungere il quarto livello di carisma. Per spostarci nell’immensa città potremo utilizzare i consueti taxi, ma data la vastità di questa nuova area rispetto alle altre città dei giochi precedenti, avrei gradito un sistema di viaggio rapido più funzionale e simile a quello di altri JRPG.
Per gran parte del gioco, la storia di questo settimo Yakuza apparirà un po’ diversa a chi ha avuto a che fare con i precedenti episodi. Il percorso di crescita di Ichiban e la sua amicizia con Nanba, Adachi e Saeko è uno dei punti focali delle vicende. Alle spalle troviamo un costrutto politico inedito, con il Tōjō fuori dalle scene e l’Alleanza Omi vista quasi come una montagna insormontabile. Ijinchō è retta in perfetto equilibrio da un potere noto come “Tre Ijin” (Ijinsan) formato dal Clan Seiryū, dalla mafia cinese Liumang e dai coreani della Geomijul. La storia andrà avanti incalzando i giocatori con ricchi colpi di scena e, via via, nuove attività rese disponibili. L’atmosfera potrebbe sembrare parecchio più scanzonata rispetto a quella degli episodi precedenti, a causa di un protagonista decisamente più esuberante, combattimenti un po’ sopra le righe e situazioni più “comuni” di quanto la vita del Drago di Dōjima fosse in passato, con la yakuza stessa che in alcune occasioni finisce quasi in secondo piano. Forse il cambio del nome è dovuto proprio a questo piuttosto che a un rebranding mirato a conquistare un nuovo pubblico: come un drago, l’ascesa di un nuovo eroe che ormai non ha più nulla a che spartire con il suo passato malavitoso.
Like A Gamer
Nonostante le premesse per un protagonista con trascorsi da “otaku” ci siano tutte, non ci ritroveremo purtroppo a giocare in casa sua con una console e la cartuccia del suo RPG preferito. A dirla tutta, questa volta i game center e i rispettivi titoli arcade sfigurano quasi rispetto ai mini-game originali plasmati appositamente per questo nuovo capitolo. A Kamurocho avremo a che fare con i soliti Club SEGA che ben conosciamo, mentre a Yokohama avremo a nostra disposizione solo una saletta indipendente e la sala giochi SEGA di Chinatown. Al loro interno troveremo gli stessi giochi visti nelle precedenti iterazioni, quali Out Run, Space Harrier, Fantasy Zone e Super Hang-On, nonché Virtua Fighter 2 e 5. Cambiando protagonista cambiano anche i gusti: Ichiban è nato e cresciuto all’interno di una soapland e pare totalmente insensibile alle attrazioni a luci rosse della città. Per questo (o forse per paura della censura di Sony?) in Like A Dragon non troveremo mini-game di stampo filo-erotico come nei precedenti, e persino il gioco del Cabaret Club viene ridotto all’osso: una breve cutscene, che ci servirà unicamente a incrementare i legami con gli altri personaggi.
E a proposito di legami: il Survive Bar, la nostra base operativa a Ijinchō, oltre a divertirci con il Karaoke (con tanto di Bakamitai — come poteva mancare?) ci consentirà di bere un goccio e approfondire il rapporto che lega Kasuga ai suoi amici. Aumentando questo parametro potremo sbloccare nuove classi e piccole funzionalità, nonché assistere a una serie di eventi che ci permetteranno di conoscere il passato e la vita privata di ciascuno dei personaggi. Riuscire a elencare tutte le attività secondarie presenti in questo titolo mi farebbe dilungare ancora parecchio, ma sappiate che oltre alla storia principale saranno tanti i contenuti che vi faranno “perdere tempo” fra un combattimento e l’altro.
Tuttavia, è impossibile non citare alcuni fra i mini-game meglio riusciti, come la già citata PedaLatta, il racing game Dragon Kart, la raccolta dei Sujimon (indovinate a chi fa il verso?), il Cinema Seagull nel quale dovrete evitare di addormentarvi, i test scritti dell’istituto professionale Ounabara ma, su tutti, la gestione aziendale della Ichiban Confections. Mescolando elementi dell’agenzia immobiliare e del cabaret club di Yakuza 0, questo immenso gioco-nel-gioco ci metterà di fronte a meccaniche apparentemente complesse ma che impareremo ad apprezzare dopo le prime ore di apprendimento: il nostro scopo sarà quello di gestire un negozietto di senbei che mira a diventare la numero uno fra le aziende di tutto il Giappone. Inutile dire che, se gestito nel mondo giusto, ci farà fare soldi a palate.
Like A Movie
In fase di recensione abbiamo avuto modo di portare a termine l’intera campagna principale di Yakuza: Like A Dragon in versione PlayStation 4, testandolo sul primo modello della console e su una PS4 Pro munita di televisore 4K. Il titolo gira in entrambi i casi a 30 fps, più stabili sulla console più performante ma con la presenza di sporadici cali, ma sulla Pro non raggiunge la risoluzione 4K nativa. Giocare a distanza ravvicinata dallo schermo fa perdere parecchia definizione ai contorni, mi auguro che la situazione migliori con la versione Xbox Series X che andremo a testare non appena avremo fra le mani la nuova console.
Rispetto a Yakuza 6, il Dragon Engine ha fatto passi da gigante. Come già visto anche in Kiwami 2 e Judgment, diremo addio ai frequenti cali di frame rate e all’onnipresente tearing del sesto capitolo e sia scenari che modelli poligonali risulteranno più vivi ed espressivi che mai. È ancora marcato, tuttavia, il distacco di qualità fra i modelli poligonali e i volti dei personaggi principali e gli NPC che incontreremo sul nostro cammino, ma è una problematica davvero irrilevante rispetto a tutto il resto del lavoro svolto dal Ryū Ga Gotoku Studio. Come già ribadito innumerevoli volte, Yakuza: Like A Dragon potrà contare su un doppio audio inglese e giapponese, entrambi di ottima fattura, nonché di sottotitoli anche in lingua italiana. Su questi vorrei spendere due parole, in quanto rendono sì l’opera fruibile a un maggior numero di utenti, ma ci ritroviamo spesso di fronte a discorsi eccessivamente carichi di un linguaggio da film occidentale, termini scurrili inseriti anche quando non ce n’è effettivamente bisogno e un adattamento che, a discapito delle premesse, si prende qualche libertà di troppo in confronto al doppiaggio originale. Nonostante ciò, ci troviamo di fronte a un lavoro di localizzazione davvero apprezzabile che vi strapperà qualche risata, in particolar modo quando vi ritroverete a combattere nemici dal nome che richiama la cultura internettiana nostrana o giochi di parole che riportano alla mente i mosti Dragon Quest e le sorprese dell’ovetto Kinder.
A chi consigliamo Yakuza: Like A Dragon?
Questo nuovo episodio della IP di SEGA è destinato a dividere la fanbase a metà. C’è chi lo amerà alla follia e apprezzerà gli enormi cambiamenti apportati, sentendosi comunque a proprio agio grazie ai numerosi elementi ereditati dai precedenti episodi. C’è invece chi rimpiangerà gli storici protagonisti precedenti (una capatina di Akiyama, come sul mobage, poteva pure esserci), il tradizionale battle system d’azione e una trama maggiormente incentrata sul Tōjō Clan. Il mio consiglio è di dargli in ogni caso una possibilità perché, arrivando ai titoli di coda, potreste rimanerne piacevolmente colpiti. Per quanto concerne i nuovi giocatori, a cui il publisher mira con un titolo privo di numerazione, si tratta di un gioco spassoso e appassionante, con una trama comprensibile ma con una serie di omaggi e avvenimenti che richiamano tutti i capitoli precedenti. Purtroppo all’interno del titolo non sono presenti i riassunti dei primi sei episodi e del capitolo zero, per questo motivo potreste non aver chiaro il ruolo di alcune fazioni e personaggi nelle fasi più avanzate della storia.
Ichiban Kasuga, uno scagnozzo di una famiglia di basso rango della yakuza di Tokyo, viene condannato a 18 anni di prigione per un crimine che non ha commesso. Senza mai perdere la speranza, Ichiban sconta la sua pena e torna in libertà, solo per scoprire che nessuno aspetta il suo ritorno e che il suo clan è stato distrutto dall’uomo che rispettava di più. Ichiban decide di scoprire la verità sul tradimento della sua famiglia e di riprendersi la propria vita, riunendo uno sgangherato gruppo di reietti della società: il poliziotto allo sbando Adachi, l’ex infermiere Nanba e la determinata hostess Saeko. Insieme, i quattro restano invischiati in un conflitto che si agita sotto la superficie di Yokohama e si ritrovano a dover diventare gli eroi che non avrebbero mai pensato di essere.
Yakuza: Like a Dragon arriva su Xbox Series X | S, Xbox One, PlayStation 4, Windows 10 e Steam il 10 novembre 2020. Le versioni Xbox Series X | S supporteranno il programma Smart Delivery per i possessori del gioco su Xbox One, mentre i possessori di PlayStation 4 riceveranno un aggiornamento gratuito per la versione PlayStation 5, sia fisica che digitale, il 2 marzo 2021. Un’esperienza come nessun altra, Yakuza: Like a Dragon offre un gameplay RPG dinamico, con un’avventura epica che combina intense risse, un dramma schiacciante e l’ilarità esagerata per cui è nota la serie Yakuza. Il gioco include anche il voice over di un cast di attori eccezionali tra cui George Takei, Kaiji Tang, Andrew Morgado, Greg Chun ed Elizabeth Maxwell.
Acquista Yakuza: Like a Dragon per PlayStation 4 o Xbox One / Series X | S seguendo questo link al prezzo di 60,98 €. Uscita prevista per il 10 novembre 2020. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!
- Sistema di combattimento fresco e divertente
- Il protagonista e la sua origin story convincono appieno
- Attività secondarie più assuefacenti che mai
- Ambientazione immensa
- Picchi di difficoltà nella storia che costringono al grinding
- Alcuni piccoli problemi nei sottotitoli
- Assenza di una componente “hot”
Yakuza: Like A Dragon
Il Drago di Yokohama conquista vecchie e nuove generazioni
Attendevo da tempo l’arrivo di Yakuza: Like A Dragon e un po’ mi dispiace non essermelo goduto a dovere, con il giusto tempo, assaporando ciascuna storia secondaria, mini-gioco o angolo di Yokohama. Titoli come questo hanno bisogno di quasi un centinaio di ore per essere portati a termine in ogni loro sfaccettatura, fra trama principale, storie secondarie, mini-game e grinding realmente violento. Posso considerarmi pienamente soddisfatto da questo ultimo esponente di una delle mie serie preferite, che non fa assolutamente rimpiangere il passato in termini di storia e gameplay. Trasformare Yakuza in un JRPG è stata una soluzione decisamente vincente in relazione al nuovo protagonista, e dona profondità allo svolgersi della storia e al flusso di gioco. Tuttavia, nonostante la trama sia ingegnosa e narrata in maniera ineccepibile, c’è da dire che in alcuni frangenti le atmosfere si discostano un po’ da quanto visto in passato e ciò potrebbe in parte deludere scoraggiare i fan di vecchia data. A questi vorrei dire di non preoccuparsi: vi ricrederete a tempo debito. Nonostante tutto, ci troviamo di fronte a un ottimo titolo, che non vedo l’ora di giocare nuovamente — e in maniera più distesa, sulle console di prossima generazione. Yakuza: Like A Dragon ha osato rivoluzionare una formula già perfetta risultando a suo modo un capolavoro unico nel suo genere.