Quanti di noi hanno sempre sognato di fare un gita scolastica al mare? Magari su un piccolo arcipelago nell’Oceano Pacifico, che meraviglia! Sarebbe un peccato se un così bel sogno dovesse tramutarsi in un incubo, in cui l’unico modo per abbandonare questo Eden circondato dal mare fosse stringere amicizia con i nostri compagni di classe… e compiere il delitto perfetto. Benvenuti su Jabberwock Island, un infernale paradiso tropicale dove poter trascorrere gli ultimi istanti di vita con i vostri nuovi amici.
Usami, uno strano coniglio che afferma di essere una mahou shojo, farà la sua misteriosa comparsa durante il primo giorno di scuola alla Hope’s Peak Academy e, dopo aver tranquillizzato tutti gli studenti, aprirà le pareti della classe come se fosse una scatola: una bellissima spiaggia si mostrerà dinanzi a loro, straniti e senza alcun ricordo degli ultimi istanti trascorsi, se non quello di essere effettivamente entrati nella scuola. Volenti o nolenti, Hajime Hinata e i suoi nuovi compagni di classe dovranno entrare in confidenza e tentare di conoscersi, inconsapevoli di quello che gli aspetta.
Super Danganronpa 2: Sayonara Zetsubou Gakuen (Addio Scuola della Disperazione) è uscito nel 2012 su PSP in Giappone, sviluppato sempre dallo stesso team autore primo capitolo: Spike Chunsoft. La versione PlayStation Vita, inclusa in madrepatria nella raccolta Danganronpa Reload 1.2, che include anche il primo capitolo della serie, viene anche stavolta localizzata grazie agli sforzi di NIS America e alla distribuzione italica a opera BANDAI NAMCO Games. Grazie a loro potremo proseguire in questa variopinta e intrigante saga, a meno di un anno dall’uscita del titolo precedente, con questo secondo capitolo chiamato Danganronpa 2: Goodbye Despair. Avete con voi la crema abbronzante?
- Titolo: Danganronpa 2: Goodbye Despair
- Piattaforma: PlayStation Vita
- Genere: visual novel, avventura
- Giocatori: 1
- Software house: Spike Chunsoft, NIS America (distribuito da BANDAI NAMCO Games)
- Sviluppatore: Spike Chunsoft
- Lingua: Inglese (testi e doppiaggio), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 18 settembre 2014
- Disponibilità: retail, digital delivery
- Reperibilità: comune
- DLC: non presenti
- Note: porting del titolo uscito originariamente in Giappone su PSP, venduto assieme al primo capitolo in Giappone come Danganronpa 1.2 Reload; è disponibile anche una limited edition venduta esclusivamente sullo store di NISA Europe
Dopo aver fatto la sua conoscenza, la bizzarra professoressa Usami ci spiegherà in breve come muoverci all’interno del gioco, esplorare le isole e divertirci con i nostri nuovi compagni di classe. Tuttavia, un ritorno per noi inaspettato sconvolgerà sia il tempo che la nostra insegnante: un orso bicolore fa capolino da uno dei tanti schermi posizionati sull’isola. Monokuma è tornato, carico di sadismo e voglioso di veder scorrere del sangue. Il nostro eroe, Hajime Hinata, è uno studente che ha dimenticato quale sia il suo ruolo da Ultimate. Naegito Komaeda, lo “Ultimate Luck Student” ci ricorderà una nostra vecchia conoscenza in diverse occasioni, e seguiranno i più disparati personaggi quali Byakuya Togami, notevolmente ingrassato, ma anche atleti, manager di squadre sportive, fotografi, meccanici, e molti altri: tutti studenti che si distinguono particolarmente in un determinato ambito, tanto da meritarsi, appunto, il titolo di Ultimate.
Come nel primo capitolo, l’obiettivo di Monokuma sarà quello di far uccidere a vicenda gli studenti: il vincitore della carneficina potrà così scappare da quello che non può più essere considerato un paradiso tropicale. Allo stesso modo del precedente capitolo, anche in Goodbye Despair ogni qualvolta che tre persone scopriranno un cadavere dovranno indagare sulla scena del crimine, per poi riunirsi assieme al resto della classe in un vero e proprio processo: se il vero assassino verrà smascherato, sarà ucciso in una delle pittoresche esecuzioni immaginate da Monokuma. Se invece il nome scelto sarà quello sbagliato, moriranno tutti, tranne il vero assassino, che otterrà la libertà a discapito di tutti gli altri.
Stessa spiaggia, stesso mare
Danganronpa 2 presenta gli elementi tipici delle visual novel, alternando dialoghi, fasi di pura esplorazione e indagini. Stavolta, trovandoci all’interno di un arcipelago e non in un semplice edificio scolastico, le fasi di esplorazione si divideranno in tre parti. La prima, una novità inserita in questo sequel, sarà la perlustrazione delle isole: al posto della visuale in prima persona, potremo godere di un’inedita visuale in stile platform 2D. Se nei primi momenti del gioco accoglieremo questa innovazione con gioia, dopo svariate ore, quando sarà necessario spostarsi più di una volta a cavallo tra le varie isole, potremmo trovare questa meccanica lenta e noiosa. Ritorneranno ovviamente l’indagine statica in prima persona negli ambienti più stretti che conterranno indizi o punti d’interesse, nonché quella dinamica quando saremo in spazi più grandi e aperti, come la zona dei Bungalow, dove i nostri studenti avranno le proprie stanze. Il nostro protagonista, grazie proprio all’esplorazione, potrà acquisire maggiore esperienza, nel vero senso della parola, e come in un RPG in alto a destra sarà visibile una barra che indicherà il livello e i punti mancanti per il LV UP.
Oltre a camminare potremo acquisire esperienza anche analizzando ogni punto interessante degli ambienti o semplicemente scambiando due chiacchiere con i nostri compagni. Il Free Time farà il suo ritorno: tra un omicidio e l’altro avremo la possibilità di approfondire la nostra amicizia con i compagni di sventura; ci basterà interagire con loro, offrirgli dei regali comprati nel market dell’isola o alla Monomono Yachine (a forma di palma, perfettamente integrata con la spiaggia su cui la troveremo). Per poter controllare il livello di amicizia, sono stati introdotti gli Hope Fragment, dei cristalli che otterremo passando il tempo libero in compagnia degli altri personaggi. Tali Hope Fragment serviranno a poter acquistare svariate abilità da Monomi, utili per facilitare lo svolgimento del processo, equipaggiabili proprio in preparazione dei Class Trial.
Spada o Pistola?
Il vero e proprio processo inizierà dopo aver indagato e trovato tutti i Truth Bullet, ovvero le prove sparse sulla scena del crimine; nei Class Trial il giocatore dovrà smascherare il colpevole, assicurandolo alla giustizia (se così vogliamo chiamarla) di Monokuma, e nel contempo salvarsi la pelle. Il dibattimento si articolerà in più fasi: quella più ricorrente è il Nonstop Debate, nel quale sarà compito del giocatore evidenziare le contraddizioni pronunciate dai propri compagni, per avvalere la nostra tesi dovremo letteralmente sparare sulle parole evidenziate; a rendere il tutto più difficile avremo disposizione vari tipi di proiettili, ognuno di questi rappresenterà una prova raccolta in precedenza, quindi toccherà a noi giocatori usare il proiettile giusto al momento giusto. Stavolta i bersagli saranno di due tipi: mentre troveremo familiare la scritta in giallo, quella da contraddire, potrà capitarci di trovare delle frasi scritte in blu che, se colpite col giusto proiettile, non faranno altro che approfondire la deposizione sollevata dal proprio compagno, svelando ulteriori misteri.
L’Hangman’s Gambit, già noto ai giocatori di Trigger Happy Havoc, tornerà sotto una nuova veste, decisamente più complicata che, per consentirci di ricomporre la frase nascosta, ci chiederà di essere abili nello scovare lettere uguali, mentre le stesse scorreranno sullo schermo, per combinarle assieme e progredire con la risoluzione dell’enigma. In questo mini-gioco la mancata localizzazione italiana si farà sentire non poco: le parole non necessariamente saranno ripetute più volte nel processo, quindi termini troppo specifici della lingua inglese potrebbero essere più ostici da scoprire. La Panic Talk Action, già conosciuta come Bullet Time Battle, non è cambiata in maniera sostanziale: dovremo semplicemente seguire il tempo e premere i tasti giusti al momento più opportuno, per poi sparare il colpo di grazia.
Infine il Closing Argument, una sorta di sezione di fine partita in cui il giocatore dovrà completare un fumetto che riassume tutti gli eventi, per concludere e confermare la colpevolezza dell’assassino; a differenza della versione presente nel predecessore, al posto di avere a disposizione tutte le vignette, le avremo a un po’ per volta: troveremo a volte tasselli completamente sbagliati che verranno scartati automaticamente una volta che avremo utilizzato tutti quelli giusti.
Per rendere più appassionante il processo è stato introdotto il Rebuttal Showdown, tramite il quale i nostri compagni di classe saranno finalmente in grado di replicare alle nostre affermazioni, e il risultato è un duello di spada: i nostri proiettili si trasformeranno in lame da utilizzare per distruggere le varie confutazioni esposte, per poi dare il fendente finale e vincere la battaglia.
Fuoco Automatico
Chi avrà giocato a Trigger Happy Havoc saprà benissimo che, nelle prime fasi, erano illustrati per filo e per segno sia i comandi che le varie fasi di gioco, rispettando ovviamente l’ordine di apparizione di ciascuna di esse, per così dire, dando più spazio alle meccaniche di gameplay che alla storia vera e propria. A mio parere si trattava di un elemento inserito in maniera ottimale all’interno del gioco: grazie a esso il giocatore può tranquillamente imparare i comandi senza dover preoccuparsi di saltare dialoghi importanti o necessari per poter procedere nella storia; purtroppo in Danganronpa 2 le prime fasi saranno già frenetiche e getteranno il giocatore direttamente nella mischia, quasi confondendolo. La linearità delle prime fasi vista nel precedente titolo, che serviva a incentivare la familiarizzazione coi comandi, purtroppo viene meno, lasciando più spazio alla storia e ai suoi svariati colpi di scena, quasi conseguenti uno all’altro. Anche il fan più accanito potrebbe rimanere sommerso da questa velocità, a dir poco smodata, dei plot-twist. Il tutto è giustificabile dicendo che, per poter giocare a questo titolo, è assolutamente necessario aver finito il precedente capitolo. Tuttavia, le novità di Danganronpa 2 sono tante, e non è stato affatto facile prendervi subito la mano.
Ultimate Translator
Come già accadeva in Danganronpa: Trigger Happy Havoc, anche in questo sequel avremo la possibilità di scegliere fra lingua giapponese e inglese per quanto riguarda la traccia sonora; il lavoro di traduzione dei testi è sempre certosino e pieno di slang, che mai appaiono inopportuni nemmeno quando spezzano lunghi dialoghi o dibattiti, rendendo il tutto più colorito. Una nota di plauso va al nome del gioco, finalmente tradotto quasi letteralmente. Il titolo originale è Super Danganronpa 2: Sayonara Zetsubou Gakuen, e la nostra versione è stata tradotta con Danganronpa 2: Goodbye Despair, lasciando intendere che il fatto che NIS America abbia accolto il feedback lasciato dai giocatori dopo l’annuncio del primo Trigger Happy Havoc, un nome che poco aveva che fare con Danganronpa: Kibou no Gakuen to Zetsubou no Koukousei. Per quanto riguarda la colonna sonora originale, i brani completamente nuovi sono ben pochi: molti sono riarrangiamenti della precedente OST, con solo una manciata di pezzi inediti, ma comunque sempre all’altezza delle scene. Se ci capiterà di innamorarvi di determinate tracce, il gioco accorrerà in nostro aiuto indicandoci il loro titolo nell’angolo in alto a sinistra dello schermo. Graficamente il gioco è rimasto invariato, la nitidezza e lo stile grafico già conosciuti e apprezzati nel predecessore faranno un piacevole ritorno. Dopotutto, squadra che vince non si cambia!
A chi consigliamo Danganronpa 2: Goodbye Despair?
Questo sequel è chiaramente indirizzato a chi ha seguito le cronache del primo Danganronpa, chi ha apprezzato questo mix fatale tra visual novel, investigazione e processi alla Ace Attorney, che questa volta risultano ancora più coinvolgenti grazie anche alle attività di contrasto dei nostri nuovi compagni di classe. Lo scenario alle spalle di Danganronpa è davvero molto profondo, quindi è altamente sconsigliato iniziare direttamente da un secondo capitolo, senza aver completato il primo, anche per via delle numerose citazioni che i giocatori più attenti potranno facilmente scovare. La lingua inglese è uno dei requisiti essenziali per la piena comprensione dei dialoghi e dei minigiochi che occorreranno in fase processuale: anche una leggera mancanza potrebbe portarvi a un inevitabile game over.
- Una trama davvero coinvolgente
- Esecuzioni sono ancora più sadiche
- Personaggi a cui ci si affezionerà facilmente
- L’esplorazione in terza persona è un tocco di classe
- A lungo andare può risultare noioso
- Troppi colpi di scena in un breve lasso di tempo
- Pochi brani inediti per la colonna sonora
- Mancata localizzazione italiana
Danganronpa 2: Goodbye Despair
Un mare di disperazione sulla nostra PS Vita
Danganronpa 2: Goodbye Despair è uno di quei titoli per PlayStation Vita che sarebbe un peccato non avere. Sebbene in alcuni momenti risulterà piuttosto confuso a livello di trama, non mancherà di offrire sempre una buona dose di mistero. Anche stavolta Spike Chunsoft ha centrato il bersaglio, pur sprecando molti colpi di scena, a volte troppi o troppo fini a loro stessi, con una buona caratterizzazione dei personaggi, un buon comparto grafico (seppur molto semplice) e una colonna sonora difficile da dimenticare, anche se in gran parte già sentita in Trigger Happy Havoc. La scorsa volta ci augurammo di poter provare questo secondo capitolo, quindi, per portar fortuna ancora una volta, stavolta, riponiamo le nostre speranze nel poter provare lo spin-off di cui tanto si parla in queste ultime settimane, ovvero Danganronpa: Another Episode; l’unico nostro avviso è di non affezionarvi troppo ai protagonisti: Monokuma è imprevedibile, non vorrete mica ritrovarvi a piangere rannicchiati nella doccia?