Uscito per la prima volta nel 1997 su console sega SEGA, il primo “Soul Hackers” è stato il secondo episodio della saga di Devil Summoner, spin-off della serie principale di Shin Megami Tensei, punta di diamante di casa ATLUS. Saltando a piè pari le versioni Saturn e PlayStation, Soul Hackers è arrivato qui in Europa solo nel 2013, con il più recente port per Nintendo 3DS — ad oggi uno dei titoli più rari e ricercati dai collezionisti di JRPG per l’ultima console portatile prodotta in quel di Kyoto. A venticinque anni esatti dall’esordio in patria del precedente titolo, il team di Setagaya che in questi anni è salito alla ribalta grazie all’incredibile successo di Persona 5 sta per presentare al mondo intero Soul Hackers 2, in uscita in tutto il mondo a cavallo fra il 25 e il 26 agosto prossimi. A più di venti giorni dall’uscita abbiamo avuto occasione di mettere le mani sul titolo, giocandolo fin dal principio e per la prima manciata di ore. Ecco cosa ci aspetta fra poco più di tre settimane.
Diversamente da quanti molti di noi abbiano potuto immaginare guardando i trailer condivisi in rete dal publisher, Soul Hackers 2 non cerca di imitare troppo il quinto capitolo di Persona, né per quanto riguarda la struttura di base, né nello stile audiovisivo. Nonostante possieda delle caratteristiche che lo accomunano allo spin-off “cugino” già citato, è più corretto paragonarlo alla serie principale di Shin Megami Tensei, di cui in Occidente abbiamo da poco potuto rigiocare il terzo episodio “Nocturne” e l’inedito quinto, uscito solo su Nintendo Switch. Si tratta di un JRPG privo di una suddivisione in giornate che ci metterà alla guida di un party di “Devil Summoner” (evocatori di demoni, nella localizzazione italiana) formato da un massimo di quattro personaggi. Nonostante ciò, troveremo nel gioco diversi elementi che ci riporteranno alla mente Persona, come un sistema simile a quello dei social link chiamato “affiatamento” che sarà legato all’esplorazione di speciali dungeon legati ai vari personaggi e all’ottenimento di abilità passive davvero utili.
Protagonista delle vicende è Ringo, una delle due agenti umanoidi della forma di vita tecnologica chiamata Aion, una sorta di intelligenza onniscente a metà fra l’essenza elettronica e spirituale. Ad affiancarla troveremo la sua “gemella” Figue e assisteremo alla loro genesi nei primissimi istanti di gioco: avvertendo un pericolo imminente per la società umana, Aion ha deciso di contravvenire al suo stesso principio di non interferire con essa inviando le due avatar in sua rappresentanza a impedire la fine del mondo. La loro missione sarà quella di impedire la morte di due esseri umani, lo scienziato Ichiro Onda e l’evocatore chiamato Arrow.
Una volta giunte nel mondo degli umani le due dovranno abituarsi alla loro nuova forma, e noi muoveremo i primi passi nel primo dungeon che fungerà da tutorial. Ciascuno degli evocatori all’interno del nostro party sarà dotato di un COMP, una speciale arma nella quale andrà equipaggiato un demone, gli stessi demoni che troviamo in ogni titolo della serie Shin Megami Tensei. Ciascun personaggio, di base, sarà accompagnato da una creatura di partenza, ma come consuetudine per la saga di Megaten, potremo reclutarne di nuove con l’esplorazione dei dungeon e la negoziazione — anche se in maniera un po’ diversa. Diversamente dalla serie principale, però, i demoni non scenderanno direttamente al nostro fianco in battaglia, ma presteranno le loro abilità alle controparti umane (influendo anche sulle loro statistiche) in maniera idealmente simile a quanto accade in Persona.
Tra le capacità che Ringo sarà in grado di usare nella futuristica Tokyo alternativa che potremo esplorare in alcuni dei quartieri più iconici, rivisitati sotto chiave cyberpunk, figura su tutti l’hackeraggio dell’anima — soul hacking, che dà appunto il nome alla serie. Una pratica di cui lei stessa conosce ancora poco e che potrebbe causare danni devastanti, a detta di Figua, le permette di entrare nell’anima di un essere umano appena trapassato, osservando i suoi ricordi più importanti e in qualche modo convincerli a tornare in vita offrendo loro una seconda possibilità. Ma tutto quanto ha un prezzo che prima o poi dovrà essere pagato.
A scatenare gli eventi che porterebbero all’irreparabile disastro sarebbe l’oscura organizzazione di Devil Summoner chiamata Cerchia Fantasma (Phantom Society in originale), il cui scopo — manco a farlo apposta — è proprio quello di causare la fine del mondo. In loro opposizione troviamo la fazione chiamata Yatagarasu, nella quale milita il co-protagonista Arrow, alla ricerca di un modo per impedire che accada l’irreparabile. Proseguendo nelle loro indagini, Ringo e Figue scopriranno il motivo che potrebbe causare la catastrofe, ma non vogliamo dilungarci ulteriormente per non rovinarvi la sorpresa di scoprirlo da soli nelle prime ore di gioco.
Tralasciando le sezioni di dialogo e parlando di gameplay vero e proprio, Soul Hackers 2 sarà suddiviso in fasi esplorative che si svolgeranno in porzioni di città che richiamano quelle del Giappone reale, come Shibuya e Kabukicho, alla base operativa del team — il cosiddetto Rifugio, ma soprattutto di dungeon all’interno dei quali dovremo affrontare demoni e invocatori nei classici combattimenti a turni che caratterizzano questa saga, in tutto e per tutto simili a quanto visto in precedenza. Nel nostro turno in battaglia potremo decidere le azioni di ciascun personaggio, scegliendo fra comandi basilari come Abilità (che comprendono attacchi semplici e magie), Guardia, Oggetti, Fuga e Attacco automatico (con aumento di velocità per favorire il farming). Per giungere in soccorso dei meno esperti (ma anche dei più pigri) vi è anche la voce Assistenza, che indica al giocatore quale attacco potrebbe rendere vulnerabile un dato nemico. In maniera simile all’all-out-attack di Persona, anche in Soul Hackers 2 potremo sfruttare le debolezze dei nemici per concatenare combo, e alla fine di ogni turno scatenare “Tregenda” — l’abilità speciale di Ringo che sfrutterà tutti i demoni responsabili di danni critici per obliterare il party nemico.
Abbiamo provato Soul Hackers 2 nella sua versione PlayStation 5, sulla quale è possibile selezionare le due classiche opzioni grafiche che prediligono, a nostra discrezione, la risoluzione 4K nativa oppure il frame rate di 60 FPS. Il comparto audio mette invece a disposizione sia una traccia audio in lingua inglese, sia quella originale giapponese. Tutti i testi del gioco sono stati localizzati in lingua italiana.
Nelle settimane che ci separano dall’uscita, sviscereremo Soul Hackers 2 fino a oltre i titoli di coda, e ve ne parleremo in maniera ancora più dettagliata in fase di recensione. Vi ricordiamo che l’ultimo JRPG prodotto da ATLUS vedrà la luce su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC e con il pre-order della versione digitale è possibile ottenere un set di costumi scaricabili che faranno somigliare i protagonisti del gioco ai Ladri Fantasma di Persona 5. Restate sulle nostre pagine per saperne di più sul promettente Soul Hackers 2, in arrivo in Europa il prossimo 26 agosto.
In mezzo al luccichio delle luci al neon, il progresso tecnologico fa consumare gli esseri umani dalla convenienza commerciale. Nell’ombra, si sta preparando una guerra tra gli Yatagarasu e la Cerchia Fantasma (Evocatori di Diavoli che sfruttano i poteri ultraterreni dei “Demoni”).
Nel mare segreto dei dati dell’umanità, giace una mente alveare digitale che si è evoluta in senzienza: Aion. Osservando l’umanità da lontano, Aion calcola che un disastro mondiale è imminente e crea due agenti per combatterlo: Ringo e Figue. Insieme, questi agenti di Aion devono indagare e prevenire un effetto farfalla che porterà alla fine del mondo.
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