XIX secolo. La gilda degli alchimisti, da sempre nell’ombra, preoccupata per le conseguenze della rivoluzione industriale, creò gli Shardbringer, umani portatori di cristalli demoniaci che davano al portatore incredibili poteri ma che alla lunga portavano alla perdita dell’umanità sia fisica che mentale, usandoli come catalizzatori per i poteri demoniaci e inizialmente come manovra intimidatoria. Il tutto andò fuori controllo e la chiesa riuscì con difficoltà a vincere contro i demoni. Gli Shardbringer, durante un rituale, dovevano essere sacrificati e, di tutti i portatori di Shard, solo due sopravvissero: Gebel, un ragazzo che non aveva mai rinunciato a pensare di essere un umano con particolari poteri e non un mostro, e Miriam, una ragazza caduta in un sonno profondo prima del rituale. Sono passati dieci anni e i demoni sono tornati. Miriam, al suo risveglio, scopre che è Gebel a comandare l’armata dei demoni e farà di tutto per far rinsavire il suo compagno e impedire che il mondo venga abbracciato dall’oscurità.
Bloodstained: Ritual of The Night è l’ultima creazione di Koji Igarashi, ex impiegato di KONAMI e storico produttore della serie Castlevania. Il gioco arriva dopo quattro anni dal suo annuncio, in seguito a una campagna di autofinanziamento su Kickstarter che ha avuto un enorme successo. La saga di Castlevania è per me come una religione e, pensando che la richiesta di fargli battezzare il mio futuro figlio fosse un tantino esagerata, ho deciso fin da subito di finanziare il progetto, mentre i miei colleghi annusavano un mezzo fallimento quello di Mighty No.9. Il titolo è disponibile per PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC tramite Steam e queste sono le mie impressioni.
- Titolo: Bloodstained: Ritual of The Night
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam / GOG
- Versione analizzata: PC / Steam (EU)
- Genere: Metroidvania
- Giocatori: 1 (il multiplayer sarà disponibile in futuro)
- Software house: 505 Games
- Sviluppatore: ArtPlay
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese e Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 18 giugno 2019, 25 giugno 2019 (Nintendo Switch)
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: 13 DLC saranno disponibili gratuitamente in futuro
- Note: Steelbook distribuita come pre-order bonus tramite GameStop
What is a game?
Cominciamo con un po’ di storia sulla creazione del titolo. Nel marzo del 2014 IGA abbandona KONAMI per aver possibilità di creare altri giochi della tipologia nota come Metroidvania, da lui ribattezzata IGAvania, ovvero quegli specifici giochi che consentono di esplorare la mappa senza scorrimento lineare per prendere oggetti, salire di livello e scoprire segreti. Questo genere di titoli, secondo KONAMI, è ormai obsoleto e IGA, nel maggio del 2015, apre una campagna di finanziamento su Kickstarter per Bloodstained: Ritual of The Night, un nuovo titolo dalla chiara ispirazione proveniente dai suoi precedenti lavori, con il traguardo di 500.000 dollari. IGA arriverà alla cifra di 5.545.991 dollari, donati da ben 64.867 persone, confermando che KONAMI non se la cava granché con le intuizioni. Durante lo sviluppo di Bloodstained il team ha giovato del feedback espresso dal pubblico annunciando gradualmente il cast del gioco (tra cui posso sottolineare Robert Belgrade, storico doppiatore di Alucard da Castlevania: Symphony of The Night nel ruolo di Orlok Dracule e David Hayter, storica voce di Solid Snake in METAL GEAR SOLID che interpreta il cacciatore di demoni orientale Zangetsu) e della pubblicazione di un piccolo titolo omaggio che si svolge in un’altra timeline rispetto a Ritual of The Night, Bloodstained: Curse of the Moon, con gli stessi protagonisti di Ritual of The Night. Il gioco arriva, finalmente, a giugno del 2019, dopo alcuni piccoli test e vistosi miglioramenti grafici. Detto cil, potete solo immaginare quanto mi stiano a cuore i titoli di IGA e quanto bramassi questo gioco.
Ma che bel castello, marcondirondirondello
Bloodstained, come appena spiegato, è una via di mezzo tra un platform, un RPG, un hack’n slash e un action. L’esplorazione del mondo di gioco sarà graduale e ci capiterà di superare certe aree inaccessibili inizialmente e doverci tornare appena avremo i poteri giusti, ottenibili di norma uccidendo i boss del gioco. I poteri in quest’opera, con l’idea presa dal passato e ottimo titolo del 2018 Castlevania: Order of Ecclesia, non saranno i glifi, ma gli Shard. Ne avremo a disposizione di varie tipologie, che ci permetteranno ad esempio di evocare la creatura dalla quale abbiamo preso il potere, sia in maniera offensiva sia in maniera difensiva, oppure per garantire bonus alle statistiche del nostro personaggio. La nostra Miriam, sconfiggendo nemici, potrà salire di livello migliorando le proprie capacità, la propria vita e il proprio “mana”; le armi e tantissimi oggetti, come nei precedenti titoli di Igarashi, potranno essere trovati nel mondo di gioco, nei forzieri, sconfiggendo nemici oppure distruggendo porzioni di livello per accedere ad alcune aree segrete. Girando per la mappa troveremo anche delle librerie che, una volta consultate, oltre ad approfondimenti della trama e delle vicende potranno illuminarci anche su delle combinazioni di tasti per effettuare particolari mosse con un determinato tipo di arma.
Combattere ed esplorare non saranno le uniche cose da fare, in quanto il gioco contiene un ottimo sistema di missioni nella “base” del gioco, ad Arvantville. Potremo essere incaricati di vendicare alcuni morti uccidendo un numero di creature per avere un compenso, creare oggetti e cibo, potenziare i nostri Shard, rendere omaggio ai defunti portando oggetti a loro appartenuti, coltivare i campi, vendere o comprare roba e tanto altro ancora. Addirittura, senza fare troppi spoiler, avremo a che fare con un vampiro bibliotecario che ci presterà dei tomi per potenziare le nostre statistiche, o incontreremo un simpatico barbiere killer di nome Todd che ci permetterà di modificare la nostra acconciatura e il nostro aspetto. Inoltre quasi ogni oggetto equipaggiabile cambierà l’aspetto di Miriam, e come nei vecchi Castlevania, avremo un bel da fare per trovare tutti i collezionabili e i segreti, che ovviamente saranno consultabili in un ampio glossario. Una cosa che mi ha particolarmente colpito in maniera positiva è stato l’inserimento dei finanziatori di Kickstarter all’interno del titolo: potremo infatti affrontare dei Poltergeist con le facce dei backers e alcuni demoni saranno la riproduzione dell’animale domestico del finanziatore. Una trovata a dir poco geniale che si unisce a tutte le piccole chicche ed easter egg di cui il titolo è abbondantemente fornito.
Eppur sento puzza di Belmont
Per la prima volta dopo tanti anni, ho fatto un “chiusone” con un videogioco: ovvero ho giocato per molte ore di seguito con questo titolo senza mai stancarmi. Bloodstained ti cattura, anche grazie alle ambientazioni, quasi tutte realizzate in maniera egregia tramite l’Unreal Engine 4, ma soprattutto grazie alla sua splendida colonna sonora. I passati giochi di IGA ci hanno regalato capolavori musicali come Lost Painting e The Tragic Prince da Castlevania: Symphony of The Night, e anche in questo titolo possiamo contare su dei pezzi con ampio utilizzo di piani e archi che entreranno presto nelle vostre librerie musicali come le ottime Voyage of Promise, Lost Garden e tantissime altre canzoni, grazie allo splendido lavoro dei compositori Michiru Yamane e Ippo Yamada. Per quanto riguarda la longevità, non posso dire che questa esperienza sia corta ma neanche che sia lunghissima, probabilmente chiunque abbia già provato questa tipologia di gioco finirà il titolo molto più velocemente delle persone poco abituate al grinding, necessario qualora una determinata area del castello o un determinato boss siano al momento troppo difficili per noi. Inoltre, come già confermato, in futuro saranno pubblicati ben 13 DLC in maniera del tutto gratuita che porteranno il multiplayer in modalità locale e online, varie modalità come la Boss Rush, la possibilità di avere dungeon in maniera casuale, la Chaos e la Classic Mode e tanto altro ancora, incluso il poter utilizzare altri personaggi che verranno rivelati in seguito, anche se dalle anticipazioni sappiamo che uno di questi sarà lo Showel Knight dell’omonimo titolo. C’è tanta carne al fuoco, è anche vero che tutto ciò verrà rivelato successivamente e chissà quando, ma già sapere che Ritual of the Night verrà supportato in futuro e in maniera gratuita è sicuramente un punto a favore che Igarashi si porta a casa.
Lacrime di sangue
Passiamo ai difetti del titolo, non tantissimi a dire la verità. All’uscita c’è stato un problema con un evento che portava il gioco a bloccarsi e gli utenti a doverlo ricominciare da capo, prontamente risolto attraverso una patch. La versione per PC che ho avuto modo di testare è ottimizzata molto bene, non ho notato alcun calo di fotogrammi anche nelle battaglie con molteplici creature, ma solamente qualche piccolo bug come drop fluttuanti o piccole schermate nere nel passare da una scena all’altra, anche se solo salendo verticalmente. La versione Nintendo Switch, invece, presenta vistosi cali di frame rate e crash che, come promesso dal team di sviluppo, verranno risolti quanto prima. Inoltre, per quanto concerne versione PC, se non avrete a disposizione un joypad, vi verrà abbastanza difficile giocare, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo degli analogici per aprire determinate porte. Conclude il paragrafo “dell’infamia” qualche errore di ortografia, un font non proprio caratteristico e una schermata di Game Over così brutta da far impallidire anche i più blasonati titoli arcade degli anni ‘80.
Bloodstained: Ritual of the Night è ambientato in Inghilterra nel XVIII secolo, i videogiocatori impersoneranno Miriam, una ragazza orfana colpita da una maledizione degli alchimisti che le sta lentamente trasformando la pelle in cristallo.
Grazie alla possibilità di usare magie, armi, oggetti speciali e abilità i giocatori potranno adattare il gameplay al proprio stile di gioco. Miriam cadrà in un misterioso coma, da cui si risveglierà dieci anni dopo. Per salvare sé stessa e l’intera umanità, Miriam dovrà affrontare in combattimento tutti i demoni che popolano il castello e sconfiggere il signore del male, Gebel. Raccogliere oggetti, creare e sbloccare un vasto arsenale di armi e attrezzature, depredare i bottini lungo la strada, saranno fondamentali per sconfiggere tutti nemici e i boss che ti attendono al varco!
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A chi consigliamo Bloodstained: Ritual of The Night?
Consiglio ovviamente il titolo a chi, ventidue anni fa, ha apprezzato quel capolavoro chiamato Castlevania: Symphony of The Night e a chi ama i Metroidvania. Chiunque cerchi dei titoli graficamente sublimi potrebbe storcere il naso, nonostante la resa grafica sia assolutamente di buon livello, tranne per le espressioni facciali, decisamente troppo statiche. Le nuove generazioni potrebbero non apprezzarlo, anche perché questi ultimi anni non hanno ancora avuto degni rappresentanti della categoria.
- Divertente da giocare, bello da vedere
- Ottima colonna sonora
- Prezzo altamente competitivo
- Tipologia di gioco non adatta a tutti
- La versione Nintendo Switch è ottimizzata davvero male
- Multiplayer non disponibile al lancio
Bloodstained: Ritual of The Night
La maledizione di KONAMI, la benedizione di Igarashi
Bloodstained: Ritual of The Night è un piccolo capolavoro. Mi è capitato di leggere discussioni che dicevano addirittura che il titolo fosse migliore di Symphony of The Night, ma io ho decisamente una definizione migliore: il titolo è il Symphony of The Night di questa generazione. Non me ne vogliano, avessi avuto tredici anni ora sarei stato dello stesso parere di queste persone, ma fortunatamente ho avuto il piacere di giocare il capolavoro di Igarashi in un periodo speciale della mia vita. Ho apprezzato tanto questo gioco, l’attesa di quattro anni è stata pienamente ripagata e non vedo l’ora di scoprire cosa ci regalerà in futuro. Per concludere, Bloodstained: Ritual of The Night viene venduto a un ottimo prezzo, e se ancora non l’avete fatto vi consiglio ancora di acquistarlo, altrimenti potrete sempre fare come KONAMI, che ancora si sta mangiando le dita per non aver dato fiducia al genio di Koji Igarashi, che ha confezionato una gemma che tutti i nostalgici dovrebbero avere nella propria collezione.