Giappone e comunità LGBT: la Prefettura di Mie rende illegale l’outing

Giappone e comunità LGBT: la Prefettura di Mie rende illegale l’outing

Nonostante si trovi indietro rispetto ad altre nazioni, il Giappone sta facendo degli importanti passi in avanti nei confronti dei diritti della comunità LGBT. Negli ultimi cinque anni alcuni governi locali hanno iniziato a riconoscere i matrimoni egualitari, e molte società e scuole hanno iniziato ad attivare delle campagne per la sensibilizzazione nei confronti della diversità e dell’inclusione.

In questi giorni è stato fatto un altro importantissimo passo avanti. Il governatore Eikei Suzuki della Prefettura di Mie ha infatti varato una legge che rende illegale effettuare outing ad un membro della comunità LGBT senza il suo consenso. Grazie a questa normativa i soggetti terzi non potranno rivelare l’identità sessuale o il genere di una persona, né tanto meno sarà possibile ricattare e costringere una persona a rivelarsi pubblicamente.

La pena per chi compie questi reati sarà decisa tramite un gruppo di esperti, che delibererà di caso in caso quale sarà la punizione più adeguata. Il governatore Suzuki ha dichiarato che fare outing ad una persona può “destabilizzare i rapporti familiari e quelli lavorativi” e che un evento traumatico di questa potrebbe causare la rottura di rapporti umani rischiando così che la persona coinvolta si ritrovi isolata.

Suzuki ha poi dichiarato che vorrebbe vedere una società più unita, in cui ognuno si prenda cura del prossimo in un clima di vera inclusione. Nonostante online questa scelta sia stata ampiamente apprezzata, ci sono ancora alcune persone che non hanno ancora chiaro il concetto di outing e come questo può influire nella vita di qualcuno.

In una società come quella giapponese, dove la pressione sociale di adeguarsi a ciò che viene ancora considerato “normalità” è ampiamente legata ad una legislatura non ancora pienamente attiva nei confronti dei diritti personali dei membri della comunità LGBT, molte persone preferiscono vivere la propria vita di nascosto. Famiglie estremamente tradizionaliste e conservative, amici che ancora non capiscono che far parte della comunità LGBT è una cosa totalmente normale, posti di lavoro in cui si rischia il licenziamento solo per essere se stessi, sono tutti elementi che influiscono pesantemente sul modo di vivere la propria identità sessuale.

Se una persona terza va a fare outing a qualcuno che si trova in uno di questi contesti sociali, quest’ultimo rischia di ritrovarsi improvvisamente senza lavoro o ancora peggio senza affetti. Perdere le proprie certezze nella vita potrebbe portare quella persona a compiere dei gesti estremi, ed è per questo che l’outing dev’essere considerato un vero e proprio reato.

Certo, sarebbe bello se tutto il Giappone validasse finalmente i membri della comunità LGBT creando delle leggi ad hoc che consentano di vivere la propria identità senza doversi nascondere. Ma come ben sappiamo Roma non è stata costruita in un giorno, e cambiare la mentalità di un’intero Stato non è qualcosa di semplice che può avvenire dall’oggi al domani. Per questo anche il piccolo grande passo effettuato da Eikei Suzuki per la Prefettura di Mie può considerarsi una vittoria, un raggio di speranza per tutta la comunità.

Fonte: Kyodo via SoraNews 24 (immagine di copertina di Pakutaso)

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.

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