The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II – Recensione (PlayStation 4)

Con The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II approda su PlayStation 4 il sequel dell’avventura di Rean Schwarzer e della Classe VII. Ecco la nostra recensione!

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II - Recensione (PlayStation 4)

Tra le nazioni del continente di Zemuria, il possente Impero di Erebonia è riuscito efficacemente ad imporre il suo potere militare sulle altre nazioni. Tuttavia, la realtà politica sembra essere scossa da tumulti interni – precisamente tra due fazioni opposte, quella aristocratica e quella riformista – che porteranno l’Impero sull’orlo della guerra civile. Tra questi tumulti ed intrighi politici, una classe di giovani cadetti è al centro delle rivolte e, suo malgrado, dovrà farsi largo tra le varie gerarchie di potere.

Può suonare come un titolo che non ha molto da dire, per noi videogiocatori occidentali, ma The Legend of Heroes (Eiyu Densetsu) è considerata una delle più amate e longeve saghe di giochi di ruolo del Giappone e affonda le sue radici direttamente nelle console casalinghe anni Ottanta, precisamente nel 1989, come spin-off della saga di Dragon SlayerTrails of Cold Steel è il titolo dell’ultima tetralogia della saga e, sfortunatamente, una delle poche che è riuscita a varcare la soglia del mercato nipponico. Come mai tutta questa difficoltà a varcare i confini del Sol Levante quando molti altri esponenti del genere ce l’hanno fatta?  Questo non lo sappiamo con certezza, si mormora che la localizzazione di un titolo che contiene una mole abnorme di dialoghi porti via tempo e soldi, eppure cerchiamo di goderci a piccoli sorsi l’ultima, almeno per noi, fatica di questo enorme gioco di ruolo che, lungo l’arco di trent’anni, è riuscito a costruire al suo interno un mondo vastissimo, con un forte e coerente background storico e geo-politico, in cui si susseguono guerre, intrighi e scontri diplomatici, e che presenta una certosina e studiata caratterizzazione psicologica dei personaggi coinvolti.

  • Titolo: The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: Marvelous Europe, XSEED Games
  • Sviluppatore: Nihon Falcom
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 7 giugno 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: comprende tutti i DLC delle versioni PS4 e PS Vita
  • Note: disponibile solo presso lo store online la Relentless Edition che contiene la spilla con l’emblema Ouroboros, un CD della colonna sonora originale, una steelbook esclusiva e sette carte Sept-Terrion

Trails of Cold Steel II coinvolge un cast corale di tutto rispetto, in cui noi vestiamo i panni di Rean Schwarzer e dei suoi compagni di classe facenti tutti parte della prestigiosa Classe VII dell’Accademia Militare di Thors, la prima classe nella storia dell’istituto formata da ragazzi di diversa estrazione sociale, contrariamente al sistema scolastico e politico della nazione.
Come precedentemente accennato, l’Impero di Erebonia è suddiviso in due fazioni, da una parte la classe nobiliare, dall’altra una classe riformista rappresentata da comuni cittadini, tra di loro in perenne lotta.

Di fatti, Rean e compagni provengono da famiglie modeste o aristocratiche e sono accomunati soltanto dalla loro grande abilità nelle battaglie; questa grande differenza rende unica la Classe VII che diventerà un vero e proprio “esperimento sociale” e influenzerà i giovani cadetti nel corso dell’avventura, in modo tale che dovranno abituarsi alle loro differenze personali e culturali, maturando insieme e cercando di diventare un gruppo affiatato e coeso. Il secondo capitolo è il sequel diretto del primo, fresco di porting su PlayStation 4, in quanto prosegue esattamente da dove il primo gioco era terminato, lasciando con il fiato sospeso il videogiocatore e posticipando, quindi, gli eventi a questo capitolo. Difficile, quindi, destreggiarsi evitando qualsiasi tipo di spoiler, ma è necessario dirvi che riprenderemo il controllo di Rean che, affiancato dalla felina Celine e altri compagni, dovrà cercare il suo gruppo che, dopo la battaglia, risultano dispersi. Riuscirà Rean Schwarzer a riunire la Classe VII? I tumulti e le guerre che influenzano l’Impero di Erebonia avranno effetto sulla sua impresa?

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II, Rean e mecha

Il punto di forza nei capitoli della saga creata da Falcom è proprio questo: innovarsi nella sua staticità. Se a primo impatto entrambi i capitoli, approdati nel corso dell’anno su PS4 in veste rimodernata, appaiono uguali, in realtà si differenziano in tanti aspetti, grazie al graduale sviluppo della trama e della psicologia dei personaggi.

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II presenta una precisa lore infinita e consolidata in più capitoli conservando tanti elementi in comune. Tuttavia, si lascia alle spalle molte delle caratteristiche del suo precedessore proprio per esigenze di sceneggiatura. Se nel primo dovevamo accompagnare Rean in tutta la sua vita scolastica da giovane alunno-soldato in uno scenario che sembrava partorito dalla fusione tra Suikoden e Persona, il secondo riesce a regalare un’ottica più open world, improntata sulla ricerca sul campo, in cui siamo liberi di gestire il tempo e le quest da seguire. Rean ritornerà brevemente nel suo paesino natale, Ymir, in cui verrà a contatto con vecchie conoscenze e ritornerà a salutare i suoi genitori. Quasi nessuno, quindi, sperava di rivedere Rean, uscito piuttosto malconcio dallo scontro finale. Eppure, i tumulti non sembrano essere finiti.
Il giovane cadetto della scuola di Thors verrà coinvolto in battaglie con vecchi nemici, che faranno nuovamente la loro apparizione, riuscendo anche a pilotare un mecha, che diventerà punto di svolta sia nella storyline che nel gameplay, strizzando l’occhio anche ad anime cult di matrice steampunk quali Full Metal Panic e I Cieli di Escaflowne.

Dopo il prologo iniziale, che funge da vero e proprio tutorial, in cui vengono reintrodotte le meccaniche di gioco molto simili al primo capitolo, la storia si sposterà in altre aree dell’Impero in cui la narrazione verrà arricchita da cutscene e flashback antecedenti al risveglio di Rean e ci farà compiere un viaggio quasi a ritroso nei luoghi che abbiamo già conosciuto e apprezzato, seguendo quindi una linea di continuità tra i due episodi.

Vecchia scuola che non delude

Trails of Cold Steel II si presenta come un classico gioco di ruolo con struttura a turni, in cui potremo esplorare liberamente le terre dell’Impero alternando dungeon, boschi, fortezze e grandi cittadine. Proseguendo con l’avventura, il party si amplierà notevolmente fino ad arrivare ad un massimo di quattro combattenti in campo. Avremo a disposizione tutti i cadetti della Classe VII, ognuno con la propria peculiarità e le proprie armi speciali capaci di adattarsi ad ogni tipologia di avversario. Ogni personaggio avrà a disposizione un congegno chiamato Arcus nel quale dovremo incastonare dei quartz, ovvero delle gemme speciali che andranno ad aumentare le perks di ciascun combattente. Potremo applicare quartz che garantiscono incantesimi di attacco oppure di supporto, o aumento delle caratteristiche fisiche (agilità, destrezza oppure forza), un po’ come la materia che utilizzavamo in FINAL FANTASY VII, che nel corso di questo capitolo sono stati adattati alla novità, poiché sarà possibile aumentare il livello degli Orb in cui inserire i quartz via via più potenti.

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II, Elliot

Grande libertà d’azione anche durante le battaglie, in cui potremo decidere la nostra strategia d’attacco grazie a una ruota di comandi che ricorda molto il sistema trovato in Persona. Oltre al semplice attacco, quindi, lungo la ruota sono posizionati gli Arts (le magie classiche), le Craft (abilità speciali e devastanti) che andranno a consumare punti mana contraddistinti dalla dicitura EP e punti CP. Oltre questo, ci sarà la possibilità di creare dei combat link tra i personaggi con cui potranno sferrare attacchi a catena. Questi combat link verranno ulteriormente rafforzati anche al di fuori della battaglia, proprio come succedeva nel primo Trails of Cold Steel, aumentando l’affinità con il proprio compagno condividendo con lui attività e scene secondarie attivabili tramite “bonding point” laddove presenti.

Tutto identico al primo capitolo, quindi, se non fosse per qualche lieve aggiunta che vale la pena menzionare: l’introduzione dell’Overdrive in cui verrà messo in ulteriore risalto il sistema di collegamento tra personaggi con il quale, una volta accessibile dopo vari attacchi portati a buon fine, è possibile compiere azioni offensive una dietro l’altra senza la possibilità di essere attaccati dal nemico, per un totale di tre turni consecutivi. Le Overdrive saranno disponibili solo dopo aver sbloccato delle battaglie speciali (trial battle) tramite forzieri blu disseminati per tutta la world map. Ultima, ma non meno importante, novità del titolo è l’utilizzo di mecha in battaglia contro altri avversari meccanici, come accennato poc’anzi, in pieno stile Xenogears. Lo scopo principale di tali battaglie è quello di focalizzarsi su una parte specifica dell’armatura nemica per sbilanciarlo e sferrare potenti combo. Possiamo scegliere uno dei membri della nostra classe che può darci supporto durante la battaglia, anche se sarebbe stato bello avere l’affiancamento del resto del party per rendere la battaglia più variegata e bilanciata.

Come nel porting del capitolo precedente, è presente la modalità Turbo che è possibile attivare con il tasto L2, che raddoppia la velocità di gioco, cosa che mi sento di consigliare soprattutto per velocizzare la fase di grinding che, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, può risultare tediosa. Tuttavia sconsiglio di utilizzarlo durante i dialoghi, nonostante siano assai prolissi, ma fondamentali per capire la vasta lore del gioco e comprendere tutti i passaggi della situazione bellica intorno a noi, quanto mai calda ed elettrizzante, che ci vede direttamente coinvolti. Difatti, la fortuna di una serie come quella di The Legend of Heroes è proprio nei dialoghi, che sono necessari ai fini della trama, anche se questi sono portati avanti da semplici NPC.

Fantapolitica che passione

Questa nuova versione PlayStation 4 tirata a lucido include tutti i DLC rilasciati anche sulle versioni precedenti PS3 e PS Vita, rende disponibile una seconda traccia audio per i dialoghi che ci permette di scegliere anche il doppiaggio originale giapponese e infine, Marvelous ha tentato, anche in questo porting, di inserire più di 5.000 linee di dialogo inedite proprio come nella versione approdata su Steam. La seconda parte dell’avventura di Rean e compagni purtroppo si trascina con sé anche tutti i difetti del suo predecessore che, purtroppo, Nihon Falcom non ha tentato di ripulire. Le fastidiose bande nere sullo schermo ereditate dalla versione dalla controparte portatile sono presenti e visibili maggiormente su piccoli schermi.

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II, battaglie

Il peso del tempo si vede con estrema decisione quando la nostra attenzione si sofferma sulle animazioni dei personaggi, spesso legnose; per contro Falcom ha ripulito le texture e vivacizzato i colori del mondo circostante nonostante l’ambiente spesso scarno della world map. Apprezziamo comunque gli sforzi degli sviluppatori che sono riusciti a portare la risoluzione fino al 4K, rendendo quindi il titolo godibile anche su schermi di nuova generazione e garantendo un frame rate spesso bloccato sui 60 fps.
La direzione artistica, da dieci e lode, ci offre una storia carica di emozioni e colpi di scena in un’ambientazione che si rifà agli scenari dell’Europa Danubiana (basti vedere gli elmetti dei soldati con il tipico corno a punta delle truppe tedesche di inizio Novecento) lasciandoci quella gioia negli occhi tipica delle opere steampunk che più si rispettano. I dialoghi sono ben scritti e maturi, capaci di tratteggiare ogni sfumatura del carattere di ciascun personaggio, da quello principale a quello meno importante, rendendo ognuno fondamentale per la trama e per i rapporti interpersonali. Le musiche oscillano tra opere godibili e azzeccate per il contesto a motivetti lagnosi e stereotipati, mentre una nota di demerito va anche al doppiaggio, non proprio di massima qualità.

A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II?

È senz’altro giusto consigliare questo capitolo prima di tutto a coloro che sono rimasti in ansia dopo il finale, ricco di cliffhanger, del primo episodio. L’approccio agli stessi videogiocatori che hanno già fatto esperienza del primo Trails of Cold Steel sta anche nella volontà degli sviluppatori di poter far ricaricare vecchi salvataggi dal cloud delle vecchie versioni in modo tale da mantenere intatta la continuity del gioco. Chi partirà da questo secondo capitolo avrà la sensazione di sentirsi come un pesce fuor d’acqua (già di per sé il livello minimo dei personaggi parte dal 40), nonostante la presenza, nel meny principale, di una grande sintesi di ciò che è successo un mese prima dell’inizio della trama. Eppure, è fondamentale ma non basta. I continui rimandi alle situazioni precedenti e vari easter egg disseminati tra i dialoghi di gioco non vanno incontro al neofita videogiocatore che si approccia per la prima volta a Trails of Cold Steel II. Sconsigliamo il gioco anche ai non familiari con la lingua inglese, perché la localizzazione in italiano è praticamente impossibile, considerando anche i tempi biblici dell’uscita di tale capitolo sul mercato occidentale. La grande mole di dialoghi, tra l’altro abbastanza complessi nelle varie sfumature di un mondo virtuale così vasto, può allontanare chi, purtroppo, non conosce la lingua inglese. Per chi possiede il gioco senza conoscere la saga, la promessa che gli chiediamo di mantenere è senz’altro quella di recuperare, con estrema pazienza, anche il primo episodio della tetralogia, per prepararsi all’uscita del terzo capitolo su PS4. Con tale premessa, consiglio questo JRPG ben strutturato a chi abbia già apprezzato giochi di ruolo giapponesi di vecchio stampo quali Suikoden, con cui condivide i temi maturi di natura geopolitica, la serie di Persona e anche chi a abbia già avuto modo di giocare ai suoi sequel spirituali della saga Trails in the Sky usciti negli anni Duemila sull’indimenticata PSP con cui condividono la stessa lore.

  • Ottima caratterizzazione dei personaggi giocabili e non
  • Combattimenti divertenti e intriganti, specialmente quelli con mecha
  • Sceneggiatura ben scritta che si sposa perfettamente con la lore della saga
  • La modalità Turbo facilita le ore di grinding

  • Difficile seguire i vari riferimenti alla storia senza aver giocato al primo episodio
  • Dialoghi troppo prolissi
  • Musica spesso snervante e stereotipata nelle battaglie
  • Livello grafico non eccezionale che risente del passaggio generazionale
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II
4

“Classe VII” che vince non si cambia

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II arriva, finalmente, su PlayStation 4, per poi poter chiudere il ciclo di questa tetralogia anche sulla console ammiraglia di Sony. Come ho già accennato prima, il gioco è da considerare un “more of the same”, non presenta miglioramenti da urlo, ma si mantiene fedele al prodotto, aggiungendo qualche dialogo in più che va ad aumentare ancora la longevità del gioco. Saranno contenti i videogiocatori che amano i titoli “corposi”, Trails of Cold Steel vi terrà mediamente impegnati per sessanta ore, e si sfiora addirittura il centinaio se il vostro obiettivo è portare a casa il trofeo di platino. La storia è suddivisa in tre macro-fasi in cui, per tutta la prima parte, l’obiettivo sarà quello di recuperare tutti i ragazzi della Classe VII disseminati qua e là per l’Impero. Non vi resterà, infine, che assemblare il vostro party e prepararvi alle battute finali che concludono questo secondo, meraviglioso, capitolo e passare a Trails of Cold Steel III atteso in Occidente per fine 2019. La fine della saga che vede protagonisti Rean e company è ancora lunga, ma non ci resta che attendere ulteriori sviluppi e, soprattutto, tempi meno biblici…

Appassionata di videogiochi da quando, a cinque anni, ha messo le mani su un Amiga 500. Tra le cose che ama di più: il Giappone, le maratone di serie TV e FINAL FANTASY. Spera con tutta sé stessa in un remake di Xenogears.

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