Cosa sono i Circle of Dusk? Per quale ragione esistono? Riusciremo mai a farli sparire? Sono passati vent’anni dalla comparsa del primo Circle of Dusk sulla Terra e nessuno è ancora stato in grado di dare una risposta a queste domande: l’unica certezza è che se il mondo è costantemente sotto l’attacco di sciami di mostri è per causa loro. La sola cosa che l’umanità riesce a fare è intercettare e bloccare le creature che escono fuori dagli otto cerchi presenti sulla Terra e sperare che, prima o poi, grazie a qualcosa o a qualcuno, le cose possano cambiare.
Conception II: Children of the Seven Stars è il nuovo RPG sviluppato da Spike Chunsoft e targato ATLUS disponibile per Nintendo 3DS e PlayStation Vita, da poco sbarcato in occidente e presente solamente in versione digitale sul mercato europeo. Nel lontano aprile del 2012 in Giappone uscì Conception, primo capitolo della saga mai giunto sui mercati occidentali e non collegato in alcun modo al suo successore, rendendolo quindi perfettamente godibile da qualsiasi giocatore.
- Titolo: Conception II: Children of the Seven Stars
- Piattaforma: PlayStation Vita, Nintendo 3DS
- Genere: RPG
- Giocatori: 1
- Software house: ATLUS
- Sviluppatore: Spike Chunsoft
- Lingua: Inglese (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 14 maggio 2014 (PS Vita), 15 maggio 2014 (Nintendo 3DS)
- Disponibilità: digital delivery
- Reperibilità: comune
- DLC: personaggi, costumi, armi e oggetti di gioco aggiuntivi a pagamento
- Note: disponibile in USA in edizione retail; prima tiratura con colonna sonora su CD
Quando a un ragazzo o a una ragazza di età compresa tra i sedici e i diciotto anni compare sulla mano il marchio dello Star God il suo destino è segnato e, fino al momento in cui il simbolo non scomparirà, dovrà lasciarsi alle spalle la sua regolare vita per unirsi all’Academy, un’organizzazione che combatte le creature che fuoriescono dai Circle of Dusk; solamente i detentori del marchio, infatti, sono in grado sconfiggerle. I ragazzi che possiedono lo stigma sono in grado di rilasciare una misteriosa energia chiamata Ether nell’atmosfera, mentre le ragazze possono utilizzare Star Power assorbendo Ether. Il protagonista risveglierà il suo inusuale dono dopo aver perso la sua famiglia in attacco al suo villaggio da parte delle creature, ma solo una volta raggiunta l’accademia scopre di essere in grado di sprigionare una quantità di Ether trenta volte superiore alla media, rendendolo l’unica persona in grado di addentrarsi all’interno degli agglomerati di Dusk, materializzatisi sottoforma di labirinto, senza perdere i propri poteri e dando la possibilità a una ragazza di poter combattere al suo fianco incanalando il suo Ether. Grazie alla quantità immensa di energia in suo possesso il protagonista è anche in grado di creare, insieme a una delle sette ragazze di rango S, per mezzo di un rituale chiamato Classmating, dei piccoli avatar chiamati Child of the Star, potenti alleati che torneranno utili durante la sua missione di esplorazione (da qui il titolo Conception).
Touch my heart~
Children of the Seven Stars è un RPG di matrice giapponese e la sua struttura è estremamente simile a quella di Persona 3 Portable, unendo le fasi esplorative esclusive dei dungeon e di battaglia nei labirinti a quelle di preparazione e interazione dei personaggi nella città principale, dove sarà necessario usufruire di un menu per spostarsi tra le varie zone a nostra disposizione. Il primo aspetto che salta all’occhio è il notevole numero di più o meno prosperose ragazze (sette in totale) che costituiranno parte del nostro team (l’altra parte è costituita dai Child of the Star) con le quali si potrà creare e rafforzare un legame che via via le renderà sempre più vicine e disponibili nei confronti del protagonista, non facendo mancare un’ulteriore e massiccia dose del già molto presente fan service di cui il gioco è intriso.
La fase esplorativa si svolgerà all’interno di labirinti a più piani composti da molteplici stanze e sarà strutturata come un dungeon crawler in terza persona di stampo classico, con la mappa che si completarà progressivamente con il procedere dell’esplorazione e, naturalmente, dentro ciascuna stanza troveremo gruppi di mostri che non vedranno l’ora fare polpette del protagonista e del gruppo al suo seguito. Una volta avvenuto il contatto con una creatura partirà, come facilmente immaginabile, uno scontro che vedrà il team controllato dal giocatore composto dal personaggio principale, affiancato dalla ragazza scelta e da tre gruppi contenente ciascuno tre Star Child con differenti job, completamente personalizzabili e modificabili. Il sistema di battaglia richiama i classici RPG made in ATLUS, con l’aggiunta di un tocco strategico: sarà possibile scegliere la posizione da cui far partire l’attacco di ogni gruppo di personaggi, dando loro la possibilità di colpire il punto o i punti deboli dei nemici; sarà anche possibile concatenare diversi attacchi, anche elementali, per infliggere danni sempre più ingenti ai poveri avversari.
La maggior parte della trama si dipanerà nella fase di preparazione pre-dungeon, la ma nostra principale attività sarà quella di dedicarci alla creazione e gestione dei vari Star Child, comprare o vendere oggetti ed equipaggiamenti, accettare e consegnare missioni e soprattutto cementare, con eventi dedicati, i rapporti con le sette ragazze che ci accompagneranno durante l’avventura. Ciascuna fanciulla svelerà una parte del suo carattere o chiederà l’aiuto del protagonista per risolvere un problema che l’affligge; l’aumento di fiducia e l’umore della ragazza dipenderanno dalle risposte e dalle attenzioni che il giocatore sceglierà di dar loro tramite una scelta multipla. Il legame e lo stato psicologico delle varie protagoniste influiranno sugli eventuali Star Child creati e sulle loro prestazioni in battaglia.
Star Child of mine
Oltre ad essere un Dono di Dio (God’s Gift) in grado di poter combattere dentro i Circle of Dusk, il protagonista possiede un’altra dote alquanto singolare: la possibilità di effettuare il Classmating, il rituale di creazione degli Star Children. Per eseguire questa pratica basterà che i due interessati si stringano la mano e pensino al legame che li unisce e, in un tripudio di fanservice, il risultato sarà uno Star Child, un’entità spirituale con le sembianze di un bambino a cui si potrà assegnare uno dei Job tra i molti a disposizione, ciascuno con caratteristiche e skill peculiari. È presente inoltre una funzione, molto poco frequentata che permette, tramite la connessione alla rete, il classmating con protagonisti e ragazze di altri giocatori sparsi per il mondo.
PALP fiction
Conception II è un titolo decisamente più propenso a soddisfare il pubblico maschile piuttosto che quello del gentil sesso, vista la presenza costante di scene fanservice che vedono come protagoniste le sette ragazze principali a dare spettacolo in ogni modo possibile, cominciando dal semplice ballonzolare delle poppe fino ad arrivare alle cutscene in stile Sailor Moon che le vedrà al centro di un’interessante effetto vedo/non vedo, per non parlare delle immagini che ci verranno mostrate durante le fasi di Classmating. Molte delle scenette a cui assisteremo, nonostante la trama molto bella, anche se diluita, sono i classici e stereotipati avvenimenti che accadono in un qualunque anime stile harem come, per esempio, la tragica caduta del protagonista che si ritroverà con la mano in zone non proprio socialmente accettabili, o i vari arrossamenti seguiti dall’ingenuità disarmante del personaggio principale. Questo aspetto del gioco, a volte davvero eccessivo, ha provocato non poche lamentele da parte della fetta di videogiocatrici che, in alcuni casi, hanno ritenuto il titolo addirittura offensivo e poco adatto a loro.
Il tempo delle pere
Come quasi ogni altro gioco ATLUS, il comparto artistico del titolo merita particolare menzione, vista la cura con cui è stato sviluppato. La grafica è molto ben curata e piacevole, leggermente migliore nella versione PlayStation Vita; tutte le cutscene in stile anime sono anch’esse molto belle e gradevoli da vedere. Su Nintendo 3DS sarà possibile godersi in 3D l’esplorazione dei labirinti e tutti i dialoghi con le varie ragazze, quando si tenterà di alzare il legame con ognuna di loro. I personaggi femminili, graficamente, sono caratterizzati molto bene, nonostante rispecchino tutte quante tratti e caratteri già visti in numerosissime serie animate giapponesi, ma fortunatamente non risultano troppo banali. D’altro canto, il design di molti dei personaggi maschili, protagonista incluso, lascia un po’ a desiderare, ma in compenso gli Star Child rispecchiano molto la creatività del team di sviluppo. La colonna sonora è piacevole, non molto varia, ma sempre adatta alla situazione di gioco e mai pesante, anche se non è presenta nessun master piece di particolare rilievo.
A chi consigliamo Conception II: Children of the Seven Stars?
Consigliamo il secondo Conception a tutti gli amanti di RPG con una trama presente ma diluita in modo da non essere troppo pesante, e a tutti gli amanti di titoli con forte presenza femminile e dal sapore un po’ piccante. Assolutamente sconsigliato a tutti coloro che non amano giochi che richiedano un grande impiego di tempo o, a causa dell’onnipresente fanservice, a tutte le videogiocatrici che non hanno intenzione di impersonare un dongiovanni poco sveglio alle prese con sette ragazze abbastanza smaliziate.
- Battle System interessante
- Particolare il sistema di Classmating
- Graficamente accattivante
- Trama avvincente
- Inquadrature molto stimolanti per i maschietti
- Può risultare ripetitivo
- A volte mette in imbarazzo
- Quasi sempre troppo facile
- Non presenta l’audio giapponese
- Mancata localizzazione italiana
Conception II: Children of the Seven Stars
Seconda stella a destra, poi dritto fino al fanservice
Pur scegliendo una narrazione leggera arricchita da moltissimi siparietti divertenti e particolarmente bollenti, Conception II: Children of the Seven Stars vanta una trama molto avvincente e un sistema di battaglia rinfrescato, divertente e vario. Non mancheranno i momenti in cui bisognerà mostrare un minimo di abilità per avanzare nella storia, ma la difficoltà generale non elevata potrebbe annoiare i giocatori in cerca di sfida. Nonostante si possa distinguere chiaramente il tocco di ATLUS nella cura dei dettagli, non si può certo paragonare Conception II a titoli come Persona 3 o Persona 4, anche se è innegabile che sia un titolo in grado di intrattenere proprio per la sua leggerezza e anche abbastanza longevo, con cui trascorrere piacevolmente un’abbondante quarantina di ore. La vera criticità del gioco sta nell’impossibilità di accontentare tutte le categorie di videogiocatori; essendo pensato esclusivamente per un pubblico maschile, ha causato polemiche e fastidi tra le videogiocatrici, alcune delle quali lo hanno apertamente bollato come sessista.