Nel 2004 venne rilasciato sulla rete gratuitamente l’onirico Yume Nikki, titolo indipendente sviluppato grazie all’utilizzo di RPG Maker e frutto del lavoro del misteriosissimo Kikiyama. Diventato un vero e proprio fenomeno sul web, a distanza di quindici anni ACTIVE GAMING MEDIA ha deciso di donargli nuova vita grazie a YUMENIKKI -DREAM DIARY-. Non si tratta di un vero e proprio remake, quanto più ad una reinterpretazione del titolo in chiave moderna grazie ad un motore grafico tridimensionale.
Per lo sviluppo la software house si è avvalsa niente meno che dell’aiuto di Kikiyama stesso, che ha supervisionato tutte le fasi di creazione. All’interno del titolo vestiremo i panni di Madotsuki, una giovane ragazza tormentata da incubi e veri e propri deliri onirici in cui rimarrà intrappolata. Come nell’originale la trama non avrà una vera e propria narrazione, ma potremo carpire i dettagli della vita della protagonista solamente grazie ai suoi sogni.
- Titolo: YUMENIKKI -DREAM DIARY-
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (PAL / EU)
- Genere: Avventura
- Giocatori: 1
- Software house: KADOKAWA GAMES
- Sviluppatore: ACTIVE GAMING MEDIA
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 21 febbraio 2019
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: il titolo è disponibile anche su PC tramite la piattaforma Steam
Dal punto di vista del gameplay YUMENIKKI -DREAM DIARY- è una vera e propria avventura grafica che, nonostante il passaggio alle tre dimensioni, risulta piuttosto lineare. All’interno dei mondi onirici visitabili dalla protagonista potremo infatti ottenere degli artefatti chiamati Effetti che permetteranno a Madotsuki di poter accedere ad una serie di abilità differenti, come ad esempio un Coltello per difendersi dai nemici o una Torcia per far luce negli ambienti bui. Ci renderemo conto quasi subito come questi oggetti saranno fondamentali per poter proseguire in certi mondi, facendo sì che si crei una sorta di percorso obbligato da un mondo all’altro per poter terminare l’avventura.
Quello che potremo notare fin da subito è la cura posta nella realizzazione delle diverse ambientazioni e dei personaggi che le caratterizzano. Nonostante il comparto grafico risulti abbastanza arretrato rispetto agli standard odierni, il titolo riesce a mescolare senza troppi intoppi delle ambientazioni coloratissime dai toni vivaci ad altre più cupe e claustrofobiche, orientate verso lo stile dei survival horror. Se graficamente non possiamo gridare al miracolo è invece degno di lode il comparto sonoro, grazie a delle musiche interessantissime e ad una cura quasi maniacale nel posizionamento di ogni singolo rumore di sottofondo.
Purtroppo un altro punto a sfavore per YUMENIKKI -DREAM DIARY- è la sua longevità fin troppo esigua. Potremo completare l’avventura di Madotsuki in una manciata di ore, anche se decideremo di esplorare a fondo il titolo per trovare tutti gli oggetti collezionabili nascosti al suo interno. Senza contare che l’assenza di una vera narrazione questa volta non crea nel giocatore lo stesso effetto di stupore visto con il titolo originale, quanto più una sorta di confusione e senso di insoddisfazione.
- Un universo misterioso e intrigante
- Comparto audio eccellente
- Idea interessante…
- …Ma strutturata male
- Graficamente ancora troppo arretrato
- Lineare e poco longevo
YUMENIKKI -DREAM DIARY-
L’originale è ancora irraggiungibile
Purtroppo YUMENIKKI -DREAM DIARY- cerca di essere tante cose, riuscendoci però in modo mediocre. Se lo vogliamo considerare come un survival horror manca quel senso di ansia che questo genere di titoli è capace di generare. Se lo vogliamo collocare tra le avventure grafiche ci renderemo fin da subito che il percorso della protagonista sarà abbastanza pilotato, andando a cancellare quel senso di libertà visto nel titolo originale. Nonostante gli sforzi dietro ad un’idea interessante, ACTIVE GAMING MEDIA non è riuscita a sviluppare un titolo capace di rendere omaggio degnamente al lavoro di Kikiyama. Fortunatamente non è tutto da buttare via, e in alcune parti il titolo riesce davvero a coinvolgere il giocatore. Ma si tratta comunque di un’esperimento che non da ottimi risultati.