Black Clover: Quartet Knights – Recensione

È tempo di una nuova avventura per Asta e i cavalieri magici del Regno di Clover! Saranno in grado di sventare la minaccia offerta da Black Clover: Quartet Knights?

Black Clover: Quartet Knights – Recensione

Black Clover: Quartet Knights – RecensioneNel corso di una veloce esplorazione in un dungeon, Asta e i compagni del Toro Nero si ritroveranno faccia a faccia con un’avversità davvero singolare: il proprio capitano, Yami, è di colpo ringiovanito senza alcun motivo apparente. Come se non bastasse, il Regno di Clover è improvvisamente caduto vittima di misteriosi attacchi ad opera della misteriosa quanto potente maga Karna. Per quale motivo tutto questo sta accedendo in cosi breve tempo e tutto insieme? Deve esserci una spiegazione! Starà proprio ai prodi cavalieri magici trovarla e ristabilire la normalità, facendo fronte comune in vista de La Luna Rossa.

Black Clover: Quartet Knights è il titolo dato da BANDAI NAMCO Entertainment al suo nuovo tie-in dedicato alla popolare e omonima serie di Yūki Tabata. Originariamente pubblicata sul popolare Shonen Jump di Shueisha, la serie è una delle tipiche “mainstream” che di tanto in tanto riescono a emergere ad ogni cambio di generazione, affiancata da opere del calibro di My Hero Academia. Per quanto la serie animata sia arrivata in simulcasting anche sul nostro territorio, ammetto di essere rimasto davvero sorpreso nel vedere il suo annuncio occidentale dopo davvero pochissimo tempo rispetto quello giapponese… visto e considerato che tante altre serie dalla maggiore notorietà il massimo che hanno ricevuto, SE lo hanno ricevuto, è stata un’apprezzabile edizione asiatica con testi in lingua inglese. Se la sarà cavata? Non se la sarà cavata? Scopriamolo insieme!

  • Titolo: Black Clover: Quartet Knights
  • Piattaforma: PlayStation 4, PC / Steam
  • Genere: Fighting Game, Third-Person Magical Shooting
  • Giocatori: 1-8 (multiplayer online)
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Ilinx
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 13 settembre 2018
  • Disponibilità: retail (solo console), digital delivery
  • DLC: personaggi e costumi alternativi
  • Note: tratto dalla serie a fumetti di Yūki Tabata

Come detto in apertura, l’annuncio occidentale del gioco mi ha lasciato davvero sorpreso, non solo perché conosco la serie e tutto sommato l’ho guardata senza problemi (in mancanza di altro e giusto come passatempo), quindi l’idea di provare un’esperienza videoludica basata su questa non mi sarebbe dispiaciuta. Ma avevo anche tantissimi dubbi a riguardo, dubbi che vi spiegherò man mano con lo svolgimento di questa analisi.

Black Clover 3.0+1.0

Una delle caratteristiche per cui ho ben accolto questo titolo è data dalla presenza di una trama originale, addirittura creata da Yūki Tabata in persona, uno di quei particolari elementi che apprezzo all’inverosimile quando si parla di tie-in, ovvero di titoli “tratti da”. Per quanto è sempre bello rivivere le vicende narrate dalla storia base ormai viste e riviste nel manga, nell’anime, nelle novel, e Dio solo sa in quali altri media, trovo sempre ottimo avere tra le mani un prodotto che offre un qualcosa di esclusivo, un elemento che gli fa già guadagnare qualche punto ancor prima di cominciare. La narrazione della trama viene presentata nel gioco attraverso tre sezioni ben precise: degli sprite statici e finestre di testo in puro stile visual novel si daranno spesso e volentieri il cambio con filmati realizzati in grafica di gioco, a cui seguiranno addirittura spezzoni animati appositamente creati dallo Studio Pierrot per questo titolo.

L’avventura narrata è piacevole e scorrevole, e riesce a tenere incollati gli utenti allo schermo che è una meraviglia… almeno fino a quando dura. Seguendo per filo e per segno ogni dialogo, senza saltare nessuno dei contenuti offerti dalla modalità storia, questa magica esperienza può essere completata davvero in brevissimo tempo. Non il massimo della longevità a dire il vero, sebbene alcune particolari sfide interne cercheranno di mettere una toppa a questo problema richiedendo ai giocatori di ri-effettuare ogni singola missione ma con vari cambiamenti, che possono differire dal “completa nella difficoltà superiore”, “completa con uno specifico personaggio” e poco altro. Già dalla beta ho avuto infatti un forte dubbio riguardo questo titolo, dubbio che mi si è palesato come un’enorme realtà davanti agli occhi nel giro di pochissimo tempo. Black Clover: Quartet Knights è infatti uno di quei classici e sempre più frequenti titoli di BANDAI NAMCO Entertainment che purtroppo punta tutto sulla modalità online (ho perso il conto di quanti ne ho recensiti ultimamente fatti in questo modo…), lasciando il più delle volte il giocatore amante del single player a bocca asciutta. Per quanto ammetto che almeno stavolta abbiano quantomeno provato a regalare un qualcosa dedicato ai giocatori non amanti della componente competitiva online, è ancora troppo poco. Davvero poco. Fatta eccezione per la modalità storia e una piccola sezione dedicata alle sfide, in cui saremo chiamati a controllare i vari personaggi e mettere alla prova le loro abilità in una missione non proprio stimolante e con poco senso di sfida, tutto il resto infatti è collegato alla componente multigiocatore.

Ott gust is megl’ che uan?

Per quanto se ne possa dire, dopo svariati titoli sviluppati sempre in questo modo, è palese che in casa BANDAI NAMCO il vento stia soffiando in una sola direzione, cosa che si era decisamente notata appunto attraverso i piccoli beta test offerti. La componente online, infatti, è ben sviluppata e riesce nel compito di divertire davvero l’utente, regalando un cast di 17 personaggi equidistribuiti tra le classi Aggressore (specializzato nel combattimento ravvicinato), Tiratore (che predilige il combattimento dalla lunga distanza), Guaritore e Supporto, permettendo di creare veri e propri team tra gruppi di giocatori capaci di coprire ogni potenziale lato importante e non rimanere mai scoperti in battaglia. Il “picchia tutti a casissimo” non è però il fulcro principale del gioco, cosa che invece la modalità storia ci aveva fatto credere (dal momento che un buon 99% di missioni offerte in quella non variano nella tipologia), ma in questa sezione multiplayer potremo sbizzarrirci in una serie di prove competitive che richiederanno di fare altro oltre il classico menarsi come se non ci fosse un domani, ovvero mettersi alla prova nel superare alcune sfide ben precise.

Inoltre, una simpatica funzione di personalizzazione ci permetterà invece di rendere in qualche modo unici i vari combattenti che avremo intenzione di utilizzare negli scontri online, in modo da renderli riconoscibili in caso ci trovassimo contro lo stesso eroe. Oltre a colorazioni alternative dello stesso costume che ciascun combattente possiede di default, e costumi alternativi ottenuti tramite bonus prenotazione (e sicuramente DLC futuri), ci sarà possibile acquistare attraverso questa modalità anche alcune frasi extra che i vari personaggi di gioco potranno pronunciare in combattimento, e addirittura personalizzare i propri grimori con una serie di “carte” dedicate a vari aspetti tecnici di ciascun personaggio per renderlo decisamente più personale secondo le esigenze del singolo utente, e capace di sposarsi al meglio con il proprio stile di gioco e idea di “tattica” da intraprendere durante le tante partite competitive. Senza ombra di dubbio dal lato online hanno davvero fatto le cose in modo ammirevole!

The sound of silence

Quello che però mi perplime di più dall’intera faccenda è che si è deciso di rendere principalmente online un gioco basato su un’opera che sì, attualmente, è molto popolare, ma la cui notorietà purtroppo non ha raggiunto i livelli dei mostri sacri di Jump o anche solamente del più recente My Hero Academia. Per quanto la serie mi abbia fatto piacevolmente compagnia, non ne ho sentito molto parlare in giro come mi sarei aspettato e non l’ho vista molto presente nemmeno sui social, cosa che mi ha fatto giungere alla conclusione che forse forse non ha ottenuto l’enorme successo sperato. Basare principalmente sul multiplayer il tie-in di qualcosa che ha già perso molto terreno è davvero un grandissimo azzardo, un prodotto che si trova in balia del successo “passeggero” che questa può avere. Quando i fan ci saranno, allora lunga vita a Black Clover: Quartet Knights! Quando però finisce un po’ nel dimenticatoio in attesa di nuove stagioni dell’anime o di altre produzioni, il titolo purtroppo è destinato a seguirlo a ruota. Se quella della compagnia è stata una mossa vincente o un tentativo sprecato, purtroppo solo il tempo potrà dircelo.

Fortunatamente è da poco stata annunciata una seconda stagione dell’anime, cosa che dovrebbe ridare alla serie e, soprattutto al gioco, un’ulteriore spinta spinta positiva giusto per far durare il tutto di più, facendola tornare (speriamo) sotto i riflettori piuttosto che nell’angolino buio in cui si trova adesso.

Guess who’s back

In genere tendo sempre ad apprezzare i titoli basati su serie animate che offrono una veste grafica in cel shading, dal momento che riesce a infondermi dentro la tipica sensazione e affinità al materiale da cui è tratto. Per quanto non mi abbia fatto impazzire lo spicchio di narrazione attraverso sprite statici (seppur ben realizzati), ho invece trovato  degna di nota la parte viva, in cui il tutto si svolge tramite cutscene in grafica di gioco o spezzoni animati realizzati esclusivamente per questo titolo (e quindi non un semplice riciclaggio dell’anime stesso). Un gran peccato per i freeze sporadici e giusto di qualche secondo in cui mi sono imbattuto proprio durante lo scontro finale, che mi hanno un po’ ucciso l’enfasi del momento. Nulla di preoccupante, insomma, parliamo comunque di cose che possono eventualmente essere risolte tramite aggiornamenti.

Il comparto sonoro invece se la cava in qualche modo, con brani che alla lunga faticano a stare al passo dei combattimenti, per quanto un buono spunto ogni tanto cercano comunque di mettercelo, a cui si affiancherà la main theme del gioco Limits dei Da-iCE che ci terrà compagnia giusto un paio di volte durante qualche combattimento importante. Insomma, nella media.

A chi consigliamo Black Clover: Quartet Knights?

Si tratta, almeno a mio avviso, di un prodotto destinato solo agli occhi degli appassionati di Black Clover. La popolarità abbastanza traballante della serie stessa rende questo titolo, che si basa principalmente sull’online, un piccolo rischio. Se si è invece fan sfegatati della serie, si tratta di un prodotto da far entrare assolutissimamente nelle proprie case per via della storia originale e dell’esperienza narrativa unica che solo qui (almeno al momento) è possibile vivere.

  • Tante tipologie di sfide e divertimento online
  • Modalità di personalizzazione dei personaggi davvero esaustiva
  • La storia originale creata da Yūki Tabata…

  • …Che però dura davvero pochissimo
  • Abbastanza vuoto dal lato single player
Black Clover: Quartet Knights
3.2

Una magica scommessa

Black Clover: Quartet Knights è il risultato perfetto di tantissimi sforzi da parte di BANDAI NAMCO Entertainment e Ilinx nel realizzare un titolo divertente ed esaustivo nel multiplayer online, ma a cui frana improvvisamente la terra da sotto i piedi quando si rivolge agli amanti del single player. È un prodotto davvero ambizioso, specialmente se teniamo appunto in considerazione il fatto che della serie si parla davvero poco (per quanto sia tra quelle ritenute famose), ma che si spera possa decisamente risollevarsi grazie alla seconda stagione della serie animata da poco annunciata. Potrebbe davvero essere un toccasana per il gioco stesso e per chi non vede l’ora di gettarsi in questa esperienza, nella speranza di poterci passare più tempo possibile tra sfide con amici e utenti casuali. Tutto sommato ho davvero apprezzato quanto offerto in questo titolo che, sebbene i suoi alti e bassi dovuti alla scarsa durata della storia originale e alla mancanza di qualche altra modalità single player decisamente più longeva, è riuscito comunque a tenermi incollato allo schermo con qualche combattimento online che ho avuto il piacere di effettuare. Speriamo solo possa godere di lunga vita.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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