La seconda stagione di The Promised Neverland ha suscitato non poche critiche per via dei tagli e delle modifiche che sono state apportate alla trama originale del manga (qui la nostra recensione). A molti — e anche alla sottoscritta — la scelta di voler riassumere una storia così lunga e articolata in poche e semplicistiche battute proprio non è andata giù. Confrontandola anche con la prima stagione, si può notare come la successiva sia più frenetica, sommaria, ellittica e forzatamente riduttiva.
E ciò non solo confrontandola con il manga: la velocità dell’azione si evince dai continui salti in avanti che vengono apportati alla trama della versione anime, e che possono essere colti anche da chi ha seguito solamente quest’ultima. Al contrario, la prima stagione era più distesa, meno frenetica e più contemplativa, complice anche il fatto che le atmosfere fossero più tranquille e che fosse necessario dare un’attenzione maggiore agli intricati piani per evadere da Grace Field House meditati dai bambini. Ma è anche vero che, nonostante le apparenze, anche la seconda stagione debba coprire degli archi narrativi caratterizzati da una forte componente strategica, oltre che spiegare in modo dettagliato la lore che si cela dietro una delle storie che più hanno appassionato il pubblico negli ultimi anni. Come mai la prima stagione ha visto l’adattamento dei soli primi cinque volumi, mentre la seconda è stata un acerbo riassunto dei restanti quindici? Si può parlare di una storia a parte, o semplicemente di una versione monca dell’intera storia? Quali sono le differenze che proprio non ci sono andate giù? Scopriamolo insieme.
ATTENZIONE: l’articolo contiene importanti spoiler sull’anime e sul manga, vi invitiamo dunque a procedere oltre solo se avete completato la lettura o la visione di una delle due versioni dell’opera.
Un buco di trama troppo profondo
La differenza sostanziale, di cui tutti si sono accorti, è l’eliminazione dell’intero arco narrativo di Goldy Pond e, prima ancora, la soppressione di Yugo, personaggio di sostegno e cardine per l’evoluzione della prima parte di storia dopo la fuga da Grace Field e l’incontro con Sonju e Mujika. Il rifugio trovato dai bambini bestiame grazie alla penna lasciata da Minerva non è vuoto (come si vede nell’anime), ma abitato proprio da Yugo, apparentemente unico superstite di una spedizione di bambini fuggiti molti anni prima da una fattoria. L’apparente diffidenza dell’uomo si trasforma poi in un supporto non indifferente per i fuggitivi, che trascorrono due anni all’interno del rifugio, imparando a coltivare la terra, cacciare, difendersi grazie alle numerose armi presenti in stanze nascoste e a cooperare per rimanere in vita. Anche Yugo impara molto dai bambini, abbandonando la convinzione di essere stato la causa della morte dei suoi compagni e sentendosi in colpa per essere l’unico sopravvissuto, per capire in fondo di essere fondamentale per la crescita dei fuggitivi di Grace Field.
La soppressione della riserva di caccia Goldy Pond in cui Emma approda dopo essersi separata dai compagni, ancora nascosti nel rifugio segreto, è sicuramente uno degli errori più grandi che siano stati fatti in questo adattamento anime. Eliminare un arco narrativo mediamente lungo e soprattutto molto importante per via dei numerosi personaggi che vi compaiono, è stato sicuramente un azzardo. Innanzitutto, i bambini incontrati da Emma a Goldy Pond saranno fondamentali per la lotta contro la libertà, ma in realtà non sono loro i veri assenti della serie anime: il granduca Lewis e Lucas. Sono fondamentali per comprendere la storia da qui in avanti e per il lineare svolgimento della stessa. Per quanto riguarda il primo, possiamo dire che sia fondamentale per spiegare alcune dinamiche del mondo dei demoni, a partire dalla conformazione basata su una monarchia reggente e su una schiera di nobili che eseguono gli ordini della corona. Inoltre grazie all’introduzione in particolare di Lewis è possibile scoprire come la carne umana sia importante per il sostentamento dei demoni, ma che anche il divertimento rappresentato dalla caccia sia altrettanto stimolante, in un mondo basato sull’allevamento intensivo. Questo personaggio è importante, dunque, per comprendere alcune dinamiche della lore di The Promised Neverland, ma anche come villain in grado di rappresentare un grado di sfida notevole per i bambini che vogliono fuggire dalla riserva di caccia, e per la risoluzione finale della storia: Lewis, infatti, fratello minore della regina Legravalima sarà colui che permetterà di porre sul trono Mujika, instaurando un periodo di pace e prosperità.
Lucas è uno dei due sopravvissuti del gruppo di Yugo, dato per disperso e a capo del gruppo di bambini di Goldy Pond. La sua mancanza nella versione anime – giustificata dall’assenza di Yugo e dell’intero arco narrativo – toglie alla narrazione una forte componente drammatica (altresì presente, ma in modo condensato) data dal suo sacrificio, ma soprattutto si va a perdere una figura paterna e di supporto per la ribellione dei bambini bestiame nella riserva di caccia e per gli svolgimenti poco successivi.
Un nuovo Norman
Un altro sconvolgimento di trama che ha portato con sé non pochi e importanti cambiamenti alla versione animata di The Promised Neverland è stato il ritrovamento di Norman. Uno dei tre protagonisti era stato spedito da Grace Field per essere sottoposto a esperimenti, per fuggire portando con sé alcuni ragazzi che diventeranno poi i suoi compagni di rivolta.
Nell’anime il ritrovamento è avvenuto nella città dei demoni, luogo in cui i bambini bestiame nei Grace Field si erano rifugiati, ma che nel manga ha un altro valore narrativo. Nel manga, al contrario, Norman si trova in un rifugio segreto in cui ospita bambini provenienti da altri stabilimenti, per cercare di salvarli da morte certa. Qui viene visto come un leader, un salvatore, tanto da essere scambiato per lo stesso Minerva per via della sua voglia di salvare tutti i bambini bestiame. Oltre all’aspetto molto più maturo, anche la caratterizzazione appare nettamente differente: il Norman del manga è freddo, agisce in modo più radicale per opporsi al regime dei demoni e per sovvertirlo. È fermamente convinto della sua posizione e delle sue intenzioni, e non basterà l’intervento dei suoi amici per desisterlo dai suoi intenti. Il freddo e schematico Norman si trasforma così in una spietata macchina da guerra cieca di fronte la sofferenza di demoni innocenti, a differenza dell’anime in cui la sensibilità di Emma e Ray permetterà a Norman di rendersi conto dell’uguaglianza tra la condizione degli esseri umani e dei demoni, assoggettati da un governo senza scrupoli. Il deus ex machina rappresentato da un vecchio demone e da una piccola bambina che profeticamente si chiama Emma proprio come la protagonista lo faranno rinsavire portandolo a ridimensionare i suoi attacchi omicidi. Trattamento completamente diverso viene riservato al Norman cartaceo, che viene descritto come attento e rassicurante nei confronti dei suoi compagni, ma spietato e calcolatore verso la razza dei demoni, fermo nella sua intenzione di uccidere la regina Legravalima.
Anche quest’ultima viene completamente eliminata nella versione anime, andando così a perdersi non solo uno dei villain principali e la ragione stessa del regime dittatoriale dei demoni, ma anche una componente action non indifferente che ha caratterizzato il penultimo arco narrativo del manga.
Due finali diversi per due storie diverse
La narrazione ha subìto evidentemente degli eccessivi buchi di trama, che ha portato non solo alla soppressione di interi archi narrativi che inevitabilmente hanno stravolto il continuum narrativo originale, ma ciò ha comportato addirittura ad eventi e conclusioni troppo frettolose che hanno del tutto snaturato il senso della storia stessa.
Un esempio lampante è l’assenza del concetto di Patto tra uomini e demoni, che forse acquista dei brevissimi accenni in alcune immagini ma non viene contestualizzato e spiegato adeguatamente. Nel manga, infatti, viene ampiamente narrata la storia che ha portato alla formazione di due regni contrapposti – quello degli umani e dei demoni – della guerra che imperversava tra le due fazioni e di come l’antenato Ratri avesse stipulato un patto con un’entità superiore (il cui nome impronunciabile non viene mai spiegato) per stabilire un confine netto tra i due mondi e offrendo ai demoni dei sacrifici umani (i bambini bestiame) in cambio della pace. Emma e gli altri fuggitivi vogliono stipulare un nuovo patto, per permettere a tutti i bambini bestiame di scappare dall’altra parte del mondo e permettendo ai demoni di non regredire grazie al potere del sangue maledetto di Mujika. Una parte della narrazione si concentra dunque sul tentativo di Emma e Ray di raggiungere Cuvitidala, un non luogo dove si trova l’essere superiore in grado di cambiare le sorti del mondo. Il patto viene stretto, e una buona parte del finale di The Promised Neverland dipende proprio da questo evento narrativo. Perdendo questo tassello così fondamentale, anche il finale della seconda stagione dell’anime appare eccessivamente mozzato, presentandosi come un grezzo tentativo di far stare in piedi l’intera struttura diegetica, ma riuscendo solo a non mostrare in modo nitido e chiaro le motivazioni intrinseche delle scelte finali ma andando a sminuire il vero significato dell’atto di liberazione.
La seconda stagione dell’anime di The Promised Neverland si è quindi rivelata non essere adeguata per trasporre una storia molto complessa e con snodi narrativi importanti per la valorizzazione della trama stessa. Sono state apportate delle modifiche che possono snellire e velocizzare l’intera narrazione, ma che hanno evidentemente impoverito tutta la struttura originale.
White Dragon
Il famigerato Riassuntone Taglia & Incolla, degno delle “migliori” censure di casa me(r)diaset, che annovera perfino un blockbuster come Tokyo Ghoul tra le sue numerose vittime. Quale sarà la prossima? Temo per Tokyo Revengers e/o Moriarty the Patriot, anche se nessuno dei due manga è ancora finito. Sempre che non cadano vittime dell’altra maledizione, la Troncatura (la terza è la CGI, ma almeno da quella sono al sicuro), il che è ancora più probabile.
Siano benedetti Production I.G., MAPPA e TMS, per averci dato rispettivamente i Giganti, Banana Fish e il nuovo Fruits Basket.
*
Non c’è nessuna censura su Amazon Video.