Sono rimasto colpito da KAPPEI non appena ne ho scorto il primo volume tra gli scaffali della libreria nella mia città. Una figura muscolosissima in una posa alquanto familiare, con dei vestiti piuttosto ridicoli e una cornice che ricordava quella degli shōjo manga di Hana to Yume. Un contrasto del genere non poteva che catturare la mia attenzione, da grande fan delle arti marziali e della demenzialità made in Japan.
Poi, sfogliandolo, ho ricollegato subito il nome dell’autore a quello di un altro, grande manga che mi ha divertito diversi anni fa: Detroit Metal City. La nuova opera a fumetti di Kiminori Wakasugi mette da parte il death metal per raccontarci di un nuovo protagonista, un uomo addestrato sin dalla nascita a divenire “il guerriero della fine”, colui che ha come scopo ultimo quello di salvare l’umanità dalla fine del mondo.
Un’apocalisse nucleare, molto probabilmente, come quella vista in Hokuto no Ken: peccato che un disastro di tali proporzioni non si sia mai verificato nel mondo e che quindi spinge il maestro di Kappei e dei suoi compagni di allenamento a diramare un ultimo ordine: “disperdetevi.” Così, la muscolosissima e imponente controfigura di Kenshiro si ritrova in gilet di jeans e calzoncini ad affrontare per la prima volta il mondo reale, una Tokyo dei giorni nostri fatta di luci al neon, adescatori e piantagrane, che non mancheranno di dare occasione al nostro eroe di sfoggiare il suo temibile “Mukai Sappuken”.
Le vicende del manga che porta il nome del suo protagonista indiscusso si diramano in una serie di capitoli che ci mostrano come un guerriero che non conosce nulla, se non ciò che il suo maestro gli ha insegnato, sia in grado di approcciarsi al mondo dei giorni nostri: Kappei scoprirà cosa sono le donne, cosa significa innamorarsi e sentirà il “magma” ribollire dentro di sé ogni qual volta si ritroverà in compagnia di una certa fanciulla. Il caso, infatti, vorrà che il nostro eroe stringa amicizia con Keita, il ragazzo salvato dai teppisti al suo arrivo in città, che deciderà di ospitarlo in casa sua per ringraziarlo e gli farà conoscere il suo gruppo di amici, tra i quali spiccherà la dolce e gentile Yamase.
Ben presto Kappei si renderà conto che le abilità che ha coltivato per tutta la vita si riveleranno inutili nel mondo reale, dato che non esiste un vero pericolo come quello professato dal suo maestro e che non vi è alcun bisogno della sua immensa forza. Per questa ragione dovrà imparare a vivere come un uomo comune, scoprendo cose che solitamente un abitante di Tokyo affronta nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza e sbattendo la testa contro problemi che tenterà inutilmente di affrontare con la sua letale arte marziale. Riuscirà Kappei a integrarsi nella nostra società e a coronare il suo nuovo obiettivo, quello di conquistare il cuore della fanciulla che ha messo a soqquadro il suo animo puro?
Come nel caso di Ken il Guerriero — Ichigo Aji, anche KAPPEI può essere considerato una parodia (non ufficiale) dell’opera di Buronson e Tetsuo Hara, che continuerà a citarlo in ogni occasione: le arti marziali di Kappei e degli altri guerrieri che conosceremo nel corso del suo cammino di crescita, i “viaggi mentali” che il nostro ingenuo eroe si farà ogni qual volta che si ritroverà davanti a una situazione per noi assolutamente normale, nonché i flashback dove il vecchio maestro gli spiegherà spesso cose del tutto inutili ai fini dell’addestramento (ma qui, a volte, strizzerà l’occhio anche a opere come Saint Seiya e L’Uomo Tigre).
Per quanto a volte sfrutti un umorismo talmente semplice da risultare sciocco, KAPPEI è in grado di divertire genuinamente grazie soprattutto all’ingenua figura del protagonista e dei suoi compagni di addestramento, del tutto fuori luogo nella Tokyo dei giorni nostri; in contrapposizione a loro, dei comprimari totalmente normali, che anziché trattare Kappei come uno strano fenomeno da baraccone troveranno delle spiegazioni del tutto insensate al suo comportamento, senza chiedersi il perché un uomo grande e grosso ragioni e si esprima in quel modo così ridicolo.
L’amore è peggio della fine del mondo
Kyūseishu KAPPEI, pubblicato originariamente in Giappone sulla rivista Young Animal, si compone di sei tankobon ed è edito in Italia da Magic Press, venduto al prezzo di 6,90 € a volume. Il secondo, un brossurato di 200 pagine, sovracopertina con plastificazione lucida, in bianco e nero con le prime pagine a colori non patinate nel classico formato 13 x 18 cm, è già disponibile in tutte le fumetterie italiane, che si preparano presto ad accoglierne il terzo. Consiglio questo manga a tutti gli amanti delle serie demenziali e sopra le righe, ai fan di Ken il Guerriero che amano citazioni e parodie della loro opera preferita a tutti coloro che hanno, ovviamente, apprezzato l’ormai leggendario Detroit Metal City.
Consigliato ai veri guerrieri