Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente – Recensione

Un ritorno in gran spolvero per due capitoli molto amati dei Pokémon: Diamante Lucente e Perla Splendente

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente – Recensione

Giunti per la prima volta in Giappone nel 2006 e nel resto del mondo nel 2007, Pokémon Diamante e Pokémon Perla rivivono in occasione dell’immancabile operazione di remake che Nintendo offre in maniera ciclica agli appassionati della serie. È giunto il momento di tirare le somme e scoprire com’è andato l’appuntamento annuale con Pokémon. C’è una tradizione molto importante quando si parla di giochi di Pokémon: un anno c’è il nuovo capitolo canonico della serie, mentre l’altro (e neanche sempre) c’è un remake. Nel 2021 è toccato a Pokémon Diamante e Perla, rispettivamente nelle versioni Diamante Lucente e Perla Splendente, portatici su Nintendo Switch da ILCA, dal momento che Game Freak è occupatissima al lavoro su Leggende Pokémon: Arceus, atteso per fine gennaio 2022.

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente – Recensione

  • Titolo: Pokémon Diamante Lucente / Pokémon Perla Splendente
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: JRPG, Avventura
  • Giocatori: 1-3
  • Publisher: Nintendo, The Pokémon Company
  • Sviluppatore: ILCA
  • Lingua: Italiano (testi)
  • Data di uscita: 19 novembre 2021
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: remake dei due originali usciti nel 2006 in Giappone e nel 2007 nel resto del mondo.

Abbiamo recensito Pokémon Diamante Lucente con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Nintendo.

Ritorno a Sinnoh

È la prima volta che lo studio affida un remake di uno dei propri pesi massimi ad una casa esterna, ma non si può certo dire che ILCA non abbia reso onore al lavoro di Game Freak datato 2006. Tornare a Sinnoh è infatti come rientrare a casa, in una landa che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare e ad amare, scoprendo per la prima volta, anni fa, la quarta generazione di Pokémon. Tutto è come ce lo ricordavamo, anzi più bello! Prendendo la grafica tridimensionale di Pokémon Spada e Scudo (sebbene in versione miniaturizzata nell’overworld), Diamante Lucente e Perla Splendente ci fanno ripercorrere tutta l’avventura per Nintendo DS in maniera fedelissima, sia nelle palestre, che nella lega Pokémon, che nel corposo post-game.

È paradossale come, con la mancanza del doppio schermo della fortunata console portatile si spezzi un po’ il ritmo di gioco. Ciò che prima era gestibile senza mettere pausa al gioco, ora richiede l’apertura di menu e lo stesso PokéKron ne risente come meccanica. I due giochi ereditano anche dell’esperienza condivisa con tutti quanti i Pokémon presenti in squadra. Queste semplificazioni erano e restano molto divisive: c’è chi le ama e chi le odia e non è possibile dire in maniera univoca se sia stato un bene o un male implementarle. Il gioco, infatti, a meno di folli Nuzlocke dalle regole stringenti, resta quindi non solo molto facile, ma lo è ancora di più per via della scelta di implementare le mosse MN non più come dono ad un Pokémon della squadra, ma come mossa che ci permette di chiamare un Pokémon selvatico che userà la mossa per noi. Questo permetterà di ottimizzare a tal punto gli slot della squadra da avere sempre un team estremamente performante. Allo stesso modo i remake mostrano già quali mosso sono efficaci e quali no contro determinati tipi di nemici.   Se da un lato tutte queste piccole differenze alleggeriscono alcuni passaggi, rendono davvero troppo semplici altri, tant’è che più che in altri titoli ci si ritrova semplicemente a premere a ripetizione il tasto “A” per andare avanti.

Fedeltà a tutti i costi

Lo abbiamo detto già prima: Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente sono due giochi fedelissimi agli originali. Così tanto fedeli da portare con sé tutti i loro pregi e difetti: ottimo level design, varietà di situazioni e di scontri, la longevità ma anche un’eccessiva facilità, pochissimi Pokémon di certi tipi (come ad esempio quelli di fuoco) e una trama piuttosto deludente. Certo, i giochi della serie non sono mai stati noti per le loro sceneggiature, ma Nero e Bianco avevano dimostrato che era possibile osare qualcosa in più dal punto di vista narrativo. Del tutto inspiegabile è invece la mancanza di qualsivoglia contenuto proveniente da Platino, andando quindi a rimuovere sezioni sul lore di Giratina, e quindi anche l’assenza del Parco Lotta che era tornato da Smeraldo. Da segnalare inoltre la completa mancanza di tutta una serie di caratteristiche che avevano apportato importanti novità nella serie come le Mega evoluzioni o le variazioni regionali, mancanti in questo remake e non implementate.

Unica vera “novità” degna di peso è forse l’approfondimento dei Grandi Sotterranei, resi un vero e proprio parco giochi sotto terra che come nell’originale permette l’utilizzo dell’online per affrontarli in compagnia di altri giocatori, unitamente alla creazione del rifugio, così come nei giochi originali. Tornano anche le Super Gare Pokémon, il mini-gioco che consente l’utilizzo dei Poffin per migliorare le statistiche, tutto invariato a come ce lo ricordavamo. È infine da segnalare il fatto che in questi remake sia stato introdotto retroattivamente il tipo Folletto, altrimenti presente solo a partire da Pokémon X e Y.

Restyling completo

La regione di Sinnoh che rese famosi Pokémon Diamante e Perla, e che è ispirata all’isola giapponese dell’Hokkaido, non è mai stata così bella, vibrante e ricca di dettagli. Sebbene sono state tante le voci contrarie all’utilizzo dello stile chibi nella mappa di gioco, la quantità di dettagli e la cura grafica non manca, rendendo questa coppia di remake belli da vedere, a patto però di restare intorno ai 30 FPS sia in modalità docked che handheld. A netto di qualche mancanza nelle animazioni di alcune mosse, davvero scarne ed essenziali, anche i Pokémon di quarta generazione, nel rifarsi il trucco, sono più splendenti che mai, specie i tre starter, che nelle loro evoluzioni danno il meglio di sé. Anche la colonna sonora è stata riorchestrata, presentandosi senza stravolgimenti ma mantenendo il suo spirito originale.

Il tutto dona ai giochi un tono nostalgico davvero notevole per chi conosce bene i giochi, ma potrebbe risultare meno impattante per chi invece si avvicina a Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente per la prima volta in assoluto. Se contiamo poi che viene venduto al prezzo di un titolo nuovo di zecca, è davvero difficile consigliarne l’acquisto ad occhi chiusi, nonostante le tante ore messe a disposizione.

 

Nel 2006, con l’uscita di Pokémon Diamante e Pokémon Perla per console Nintendo DS, gli Allenatori esplorarono la regione di Sinnoh per la prima volta. Ora potranno visitarla ancora una volta con Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente, fedeli remake di due emblematici giochi Pokémon.

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A chi consigliamo Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente?

Quanto analizzato fino ad ora ci dice che Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente sono talmente fedeli agli originali che ci sentiamo di consigliarli solo a coloro che saltarono a piè pari i due giochi nel 2007, o al massimo a chi sentiva l’impellente bisogno di rigiocarli al più presto. Chi conosce bene le due avventure non troverà niente di nuovo se non una veste grafica ricostruita da zero che, per quanto sia ben fatta, non giustifica lo sborso di così tanti soldi.

  • Ottima rivisitazione estetica
  • Molto longevo
  • Remake fedele all’originale…

  • …Ma in molti potrebbero obiettare che lo è fin troppo
  • Alcune semplificazioni ereditate dai titoli più recenti
  • Senza il doppio schermo del DS il ritmo di gioco a volte ne risente
Pokémon Diamante Lucente / Pokémon Perla Splendente
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Squadra che vince non si cambia

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente sono dei remake senza infamia e senza lode. Fedelissimi alle avventure originali, si mostrano in una veste grafica rinnovata e una colonna sonora riorchestrata. A parte queste cose non c’è niente di diverso, sia nel bene che nel male. Anzi, l’assenza del doppio schermo dell’omonima console portatile di Nintendo intacca anche il flow dei giochi, sebbene mai in maniera irreparabile o fastidiosa. In definitiva si tratta di due remake ricchi di nostalgia e fatti con affetto, e che pur offrendo svariate decine di ore di gioco (specie per i fanatici del completismo), non aggiungono però nulla a quanto già si era visto.

Classe 1993, cresciuto a pane e videogiochi. Ha studiato musica durante la sua adolescenza per poi appassionarsi alla cultura giapponese, studiare la lingua e andare a vivere in Giappone per studio e lavoro. Nella vita di tutti i giorni è un traduttore freelance, Dungeon Master e videogiocatore incallito. Tra le altre sue passioni, il cinema, la tecnologia e le lingue in generale.

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