Fallen Legion: Rise to Glory – Recensione

Fallen Legion: Rise to Glory approda su Nintendo Switch catapultandoci nuovamente in quell’atmosfera cupa e medievale, tra guerra e rivalità. Due prospettive diverse, la stessa storia: vale la pena tentare di salvare il regno?

Fallen Legion: Rise to Glory - Recensione

Fallen Legion: Rise to Glory - Recensione

Per anni Fenumia ha dominato sull’intero, immenso continente, e ora il suo sovrano è deceduto, gettando le terre nel caos. In mezzo agli artefatti del Re morto esiste un libro senziente, che custodisce una conoscenza senza tempo e un potere straordinario in grado di instillare vita all’interno delle armi. Vestendo i panni della risoluta Principessa Cecille e dell’orgoglioso comandante Legatus Laendur, rivali per il trono, inizia un’avventura tutt’altro che spensierata. Quanto si spingeranno lontano per riuscire a salvare la propria patria? Fai tua la corona prima che tutto crolli nel caos.

Che sia una scelta di puro marketing o una missione sociale, a portare alta la bandiera del “giochiamo insieme!” ci ha sempre pensato GAME FREAK con i suoi titoli Pokémon, colossi nell’olimpo dei videogiochi “da tasca”: con le sue doppie versioni dai contenuti inediti — tanto per costringerci a trovare un accordo con nostro fratello o sorella che puntualmente voleva la nostra stessa versione, rendendo vani i nostri desideri di possedere un Pokédex completo — ha da sempre offerto un’alternativa, una personalizzazione ancora prima di inserire la cartuccia nel nostro fiammante Game Boy. Un modello vincente che ha costretto spesso gli appassionati a comprare addirittura entrambe le versioni di tasca propria, che sia per completismo o puro collezionismo. Se per molti però il possedere un mostriciattolo in più o in meno del compagno di banco non era poi gran cosa, come la mettiamo se a cambiare è un’intera storyline, oltre che ai personaggi da poter interpretare?

Seguendo la scia di Fire Emblem Fates con le sue versioni Retaggio e Conquista, che raccontano per l’appunto la stessa storia dal punto di vista di due casate opposte, gli ambiziosi ragazzi di YummyYummyTummy Games hanno provato a proporre la stessa duplice esperienza: i loro Fallen Legion: Sins of an Empire e Fallen Legion: Flames of Rebellion, destinati rispettivamente a PlayStation 4 e PlayStation Vita, fanno il così il loro debutto nel 2017, solcando un limite ancora più profondo segnato dalla possibilità di giocare le due versioni solo sulle specifiche console di appartenenza. Un azzardo (in fondo non stiamo parlando di una serie celebre come FE) che NIS America decide di pubblicare e che racconta, dal punto di vista di due personaggi differenti, la stessa coinvolgente storia, mantenendo invariate meccaniche e volti secondari. A giustificare veramente l’acquisto di un titolo del genere ci penserà in realtà il successivo approdo su Steam dell’edizione Fallen Legion Plus, versione contenente entrambi i titoli al prezzo di uno. Se non vi sembra abbastanza, pensate di calarvi in un mondo fatto di streghe, cavalieri e libri parlanti in un’atmosfera non troppo lontana da quella di Valkyrie Profile ovunque vogliate: Fallen Legion: Rise to Glory, carica di entrambi i contenuti, è arrivata su Nintendo Switch. È tempo di salvare il regno, o passiamo la palla?

  • Titolo: Fallen Legion: Rise to Glory
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Genere: Azione, RPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: NIS America
  • Sviluppatore: YummyYummyTummy Games
  • Lingua: Inglese (testi e doppiaggio), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 1 giugno 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • Note: contiene Fallen Legion: Sins of an Empire e Fallen Legion: Flames of Rebellion, titoli originariamente pubblicati rispettivamente su PlayStation 4 e PlayStation Vita

La Principessa e il Cavaliere

La storia principale di entrambi i titoli si snoda sulle vicende dell’impero di Fenumia, un vasto regno ormai sull’orlo della dipartita a causa delle continue guerre che animano le sue terre e alla recente morte del suo sovrano. A contendersi la seduta al trono vi sono due rivali, un po’ atipici: Cecille, figlia e erede del precedente imperatore, e Legatus Laendur, valoroso comandante dell’esercito. Entrambi non hanno intenzione di cedere e, pur di conquistare quello che reclamano come legittimo potere, sono pronti a tutto, a testimonianza che – infondo – buoni e cattivi non esistono, ad esistere sono punti di vista differenti.

In Fallen Legion: Sins of an Empire interpretiamo la giovane erede che, venuta a conoscenza della morte del padre, si dimostra decisa a reclamare il trono e a divenire guida del suo Paese, con l’obiettivo di riportarlo all’antica gloria ormai perduta. In eredità la ragazza riceverà Grimoire, uno strano libro parlante che si reputa onnisciente e non proprio amichevole, ma dalle incredibili abilità come consigliere imperiale che – per i suoi preziosi servigi – chiederà solo di nutrirsi delle anime dei morti che incontreranno durante il cammino. Allegria.
Flames of Rebellion invece ci fa dare una sbirciata all’altra faccia della medaglia, permettendoci di impersonare lo stratega conosciuto con il nome di “Legendary Hero”, condottiero che si narra non abbia mai perso una battaglia. Fiero, coraggioso e estremamente orgoglioso delle sue origini di discendente dei Bywrnish, popolo annesso all’Impero anni prima, ha come unico obiettivo quello di regnare su Fenumia per portarlo al suo antico splendore e, soprattutto, riscattarsi personalmente.

La narrazione scorre attraverso dialoghi scritti e doppiati (in inglese o giapponese, a vostro gusto) risultando lineare e coinvolgente ma anche piuttosto pesante, considerando che i momenti di spensieratezza sono relegati al sarcasmo del grimorio, in poche – necessarie – occasioni. La mano di Ben Bateman, sceneggiatore dei titoli ed editor di  Zero Escape: Virtue’s Last Reward, si nota però con piacere, caratterizzando dialoghi che risultano così ben strutturati e di un certo spessore. L’atmosfera pertanto è ben costruita, facendoci percepire il caos che regna nelle terre di Fenumia e quanto la guerra sia spietata: non si risparmia nessuno e alcuni sacrifici – per alcuni punti di vista – risultano necessari.

Strategia e (poco) Sentimento

Fallen Legion: Rise to Glory si presenta come un tipico (quanto nostalgico) action RPG a scorrimento orizzontale dove però le scelte in battaglia possono compromettere non solo l’esito dello scontro, ma anche influenzare il morale dei nostri soldati innescando nuovi eventi. Il proseguimento nella storia avviene attraverso tipici Stage, livelli nel quale possiamo trovarci ad affrontare nuove sfide oppure addentrarci in particolari dialoghi, avanzando così nella trama. Durante il nostro viaggio di zona in zona o durante una battaglia è possibile imbattersi in alcune forzate scelte morali da compiere, rappresentate da tre carte su schermo che ci invitano a prendere velocemente una decisione: che questa sia un aiuto immediato nello scontro o un’alleanza politica da compiere, le conseguenze possono essere diverse e più o meno immediate. Un sistema interessante se non fosse che le informazioni a nostra disposizione sono ridotte all’osso e il tempo per scegliere quale strategia attuare è fin troppo poco: ne scaturisce una continua sensazione di costrizione, un’eterna acqua alla gola che sicuramente si confà al setting del titolo ma che, in più di un caso, si traduce in un’urgenza che poco si addice ad un prodotto dalla natura strategica.

Il sistema di combattimento si basa sulla gestione sul campo di battaglia degli Exemplars, soldati eterei da mandare in prima linea che altro non sono che la rappresentazione fisica di eroi del passato, correlati all’arma che brandiscono. Queste figure leggendarie possono essere evocate solamente da persone che possiedono un grande potere magico e che riescono – attraverso la propria mente – a donargli un’identità, come possono fare i nostri protagonisti, che parteciperanno allo scontro dalle retrovie lanciando incantesimi di supporto o attacco. Ogni Exemplars possiede un diverso set di abilità specifico e un’arma propria tra spade, lance, archi e martelli e il nostro protagonista può schierarne in battaglia fino ad un massimo di tre esemplari, scegliendo quale azione fargli compiere.

Pararsi e saper combinare gli attacchi del vostro team, contrattaccando al momento giusto e imparando le reazioni e le tempistiche di amici e nemici, risulta necessario per uscire vincitori dalle frenetiche battaglie di cui il titolo è disseminato, vero e proprio cuore pulsante dell’intera esperienza che ad un primo sguardo può sembare incredibilmente caotico ma che, in realtà, richiede un certo livello di abilità.

Se il combattimento sfrutta un modello piuttosto classico e, per diversi aspetti, vincente, l’implementazione delle scelte morali all’interno dei combattimenti risulta ben poco costruito, divenendo un’elemento quasi di fastidio poichè le pochissime informazioni date non riescono a donare una consapevolezza al giocatore durante la scelta. Si ha la sensazione di non avere un vero controllo sulla situazione e, ancora più grave, è che ad una narrazione di base piuttosto riuscita (seppur, in alcuni casi, fatti di dialoghi in cui leggere fra le righe) si contrappone una caratterizzazione dei personaggi secondari quasi assente. Laddove Cecille e Legatus sono ben delineati ed è facile immedesimarsi nelle rispettive gioie, dolori, ambizioni e obiettivi, per quanta riguarda chi ci circonda, volti spesso appartenenti a fratelli, amici, compagni di battaglia fidati e che mandiamo a combattere, non ci sono momenti in cui abbiamo la possibilità di conoscerli: rimangono al margine, quasi trasparenti, senza nessun vero impatto emotivo. Se Fallen Legion: Rise to Glory vuole essere una fotografia su un regno in guerra, ci chiediamo come si possa tralasciare il discorso dei rapporti, dei legami e non darci gli strumenti per comprendere il dolore della perdita.

Meno male che c’è Switch

A livello tecnico Fallen Legion: Rise to Glory riceve una ventata d’aria fresca su Nintendo Switch, rendendo storia quei fastidiosi cali di frame che ricordiamo con frustrazione, sopratutto sullo schermo della PlayStation Vita. Artisticamente il titolo gode di fondali e personaggi realizzati con uno stile particolarmente pittorico, che vede il suo culmine negli sprite in battaglia altamente dettagliati.

La colonna sonora, seppur limitata in quantitativo di tracce, è dinamica e calzante, perfettamente in linea con l’ambientazione fantasy medievale della fatica del team YummyYummyTummy. Non si può dire lo stesso del doppiaggio, che invece risulta altalenante, specialmente nella versione inglese, mentre quello giapponese si presenta estremamente più godibile (ma qui – come si suol dire – de gustibus).

Nella versione per Nintendo Switch ritroviamo infine la modalità “One Life Mode”, dove una morte si traduce in Game Over, e la “New Game Plus” sbloccabile dopo aver concluso il gioco almeno una volta, per poter andare incontro al vero epilogo. Ad aggiungere carne al fuoco ci sono poi nuovi livelli aggiuntivi rispetto alle versioni originali, con stage e boss inediti.

A chi consigliamo Fallen Legion: Rise to Glory?

Fallen Legion: Rise to Glory non è un titolo per tutti e, probabilmente, non vuole nemmeno esserlo: proponendosi come un RPG dalle meccaniche action, possiede molte più caratteristiche di questa seconda categoria rispetto alla prima. Non vi è nessuna possibilità di esplorare il mondo di gioco, ne alcun modo di interferire con la crescita del proprio personaggio e delle sue statistiche, che aumentano in modo automatico semplicemente procedendo nella trama. Un gameplay pertanto discretamente ridotto, ma condito da una storia profonda e articolata, dall’atmosfera ben costruita.
Mi sento, in conclusione, di consigliare il titolo a quei fan degli RPG che hanno voglia di cambiare, di provare qualcosa di diverso, che hanno voglia di mettersi alla prova: Fallen Legion: Rise to Glory è un titolo forse fin troppo ambizioso, che ha tentato di proporre caratteristiche appartenenti a generi differenti, ma che ha una natura strategica decisamente interessante e che vale la pena approfondire. Poter avere due titoli come Fallen Legion: Sins of an Empire e Fallen Legion: Flames of Rebellion al prezzo di uno, godendosi la storia nella sua interezza grazie ai due punti di vista dei protagonisti, ovunque e quando si vuole è un’opportunità da non sottovalutare.

  • Storia profonda e atmosfera ben realizzata
  • Stile artistico e colonna sonora ricercata e godibile
  • Sistema di combattimento interessante e sfidante
  • Inserimento delle scelte morali ma…

  • …Confusionarie, con poche informazioni
  • Componente RPG ridotta al minimo
  • A tratti ripetitivo e frustrante
  • Personaggi secondari senza caratterizzazione
Fallen Legion: Rise to Glory
3.5

A voler volare vicino al sole…

Fallen Legion: Rise to Glory si presenta come un action RPG, ma di componente ruolistica ha ben poco: poca personalizzazione, nessuna esplorazione o controllo sulla crescita dei personaggi, solo stage, abilità, botte e una dose di moralità con una serie di scelte che abbiamo la possibilità di compiere durante l’avventura. Un titolo ambizioso, che forse ha osato un po’ troppo, a partire dal voler dividere l’esperienza in due titoli separati, Fallen Legion: Sins of an Empire e Fallen Legion: Flames of Rebellion, che ci permettono di vivere la stessa storia da due punti di vista completamente diversi, quasi a volerci insegnare che alla fin fine non esistono buoni o cattivi, ma solo prospettive. Ma alla fine, sapete cosa vi dico? Che a volte abbiamo bisogno di chi osa e Fallen Legion: Rise to Glory, nonostante i suoi evidenti limiti, rimane comunque un’esperienza narrativa più che godibile, con un’atmosfera curata, un setting profondo e dialoghi coinvolgenti. Rimane un titolo che va capito, che ha come cuore le sue battaglie in tempo reale, che costringono il giocatore a fare scelte difficili in breve tempo e che mettono alla prova le sue abilità. Insomma, due titoli del genere al prezzo di uno, su una console come Nintendo Switch, meritano una possibilità.

Neolaureata alle prese con l’obbligo morale di intraprendere una vita da adulta, la sua vera casa è Eorzea (FFXIV) e spera di iniziare a lavorare nell’industria dei videogames prima dell’uscita di KINGDOM HEARTS III (quindi, forse, non ce la farà mai).

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