Marvelous Europe ha condiviso un nuovo trailer per LOOP8: Summer of Gods che ci mostra alcune delle location del gioco, di seguito al quale è disponibile la traduzione dell’intervista al game designer e sceneggiatore Yuri Shibamura, che discute della creazione dell’ambientazione di Ashihara.
LOOP8: Summer of Gods sarà disponibile dal prossimo 1 giugno in Giappone e 6 giugno nel resto del mondo su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.
LOOP8: Summer of Gods – Trailer delle ambientazioni
Qual è stata l’ispirazione per Ashihara?
Yuri Shibamura, game designer e sceneggiatore: “L’ispirazione è venuta da una cosa che sento spesso quando faccio visite turistiche ai miei amici all’estero: “Voglio vedere scuole e spiagge come quelle che si vedono negli anime!”. A questo si aggiunge il fatto che, anche se amavano ciò che vedevano nei manga, non capivano bene il sistema scolastico giapponese. Ecco perché ho creato LOOP8.”
Sei cresciuto in un luogo simile a quello di Ashihara?
Shibamura: “No, ma è il tipo di posto che ogni giapponese cresciuto negli anni ’80 potrà ricordare.”
Qual è il tuo luogo preferito creato per Ashihara e per quale motivo?
Shibamura: “Il mio posto preferito è il pendio che porta alla casa. È proprio come il paesaggio di Kure, luogo in cui ho vissuto per un po’ di tempo. Sembra molto scomodo, anche perché non vi è modo di salirci in macchina!”
Hai visitato città costiere del Giappone per la ricerca?
Shibamura: “No, ma anche se non ci sono andato me le ricordo bene, sia quelle belle che quelle meno belle.”
Come hai plasmato l’atmosfera nostalgica anni ’80 del gioco?
Shibamura: “Forse non è una cosa strettamente legata al Giappone, ma uno degli aspetti fondamentali dello scenario giapponese è che non può essere separato dalla storia. È da qui che siamo partiti, dalla storia. All’inizio degli anni ’80 c’erano molti edifici antichi, perché il Giappone non aveva ancora definito gli standard di resistenza ai terremoti e non c’era stata la corsa all’edilizia generata dal boom economico. Se si prende una mappa del Giappone dal periodo Jomon e tutti i suoi sviluppi fino al periodo Edo si possono simulare i danni degli tsunami e vedere dove sono state costruite le case ogni volta per evitare quello successivo. È il motivo per cui ci sono così tante case sul fianco delle colline. Le aree pianeggianti non sono più zone residenziali, ma sono diventate quartieri commerciali sopra i resti di dove la gente viveva un tempo.”
Sei un fan degli anime? Ci sono state serie o film d’animazione specifici che hanno ispirato l’ambientazione e l’atmosfera del gioco?
Shibamura: “Guardavo il tipo di anime che veniva trasmesso circa dieci anni fa dalla TV via cavo americana, così da poterlo mostrare ai miei amici. Una risposta banale sull’ambientazione potrebbe essere Ponyo sulla scogliera, semplicemente perché le regioni si assomigliano e anche quella del gioco si affaccia sul Mare interno di Seto, ma credo che l’atmosfera sia diversa.”
Quale aspetto o tema di Ashihara speri che i fan colgano maggiormente durante il gioco?
Shibamura: “Combattereste contro qualcuno che è stato vostro amico fino a ieri? Un altro tema di questo gioco è che il Giappone ama scavare negli affari dei suoi nemici.”
Il team ha consultato istituzioni culturali o luoghi famosi (santuari di campagna, etc.) durante la ricerca di Ashihara?
Shibamura: “Sì, lo abbiamo fatto: storicamente i giapponesi hanno ‘esternalizzato’ le loro credenze, quindi anche quando si chiede agli abitanti del luogo a chi sia dedicata la divinità di un santuario, spesso non conoscono la risposta. Possono organizzare feste e culti senza conoscere il nome della divinità. Per questo motivo, ho dovuto fare una vera e propria ricerca sui tipi di divinità che storicamente sono racchiuse in questo tipo di luoghi.
Per esempio, anche quando il nome di una divinità è stato cambiato o dimenticato nel corso degli anni, è sempre possibile risalire alla divinità originaria una volta che si inizia a scavare, seguendo il lignaggio attraverso elementi come il modo in cui viene legata la corda sacra shimenawa. Anche quando la divinità originaria è stata completamente dimenticata nell’area locale, i documenti scritti dei commissari dei santuari dell’epoca Edo possono ancora contenere la risposta.”
Fonte: Marvelous Europe