BERSERK DELUXE – Recensione del primo volume

Era un oggetto troppo grande per essere chiamato manga. Troppo spesso, troppo pesante e grezzo. Un enorme blocco di carta. Sono queste le parole che ho pensato, parafrasando il manga stesso, mentre leggevo il primo volume di BERSERK DELUXE, la più recente e costossima incarnazione dell’opera del compianto Kentaro Miura.

Disponibile nelle fumetterie italiane ormai da qualche mese, BERSERK DELUXE si pone l’obiettivo di essere l’edizione definitiva del manga, identica a quella pubblicata negli Stati Uniti. Dodici volumi con copertina completamente nera, realizzata in un materiale simile alla pelle e con incisioni in rosso metallizzato con l’indicazione del titolo e del numero del volume. Un’edizione decisamente atipica per il territorio italiano: sarà riuscita a convincere un fan di vecchia data dell’opera originale?

La Mano di Dio

Serializzato in Giappone dal 1988 e giunto in Italia nel 1996 sotto la bandiera di Planet Manga, che tuttora ne cura la pubblicazione nel nostro paese, Berserk è diventato con gli anni il pinnacolo assoluto del dark fantasy made in Japan, un punto di riferimento per tutte le opere ispirate e da esso derivate, che siano manga, anime e persino videogiochi. È innegabile che l’immaginario di Kentaro Miura sia stato capace di ispirare persino opere come Dark Souls, a loro modo rivoluzionarie per il media di appartenenza quanto lo è stato Berserk stesso.

Per oltre trent’anni abbiamo atteso con ansia nuovi sviluppi per le vicende dello spadaccino nero, ma come ben saprete purtroppo Miura è scomparso nel 2021, lasciando ai suoi amici più stretti e al suo team di assistenti il compito di guidare Gatsu verso l’epilogo delle sue vicende. Con BERSERK DELUXE compiamo in balzo indietro nel tempo, agli esordi dell’opera: nonostante lo stile di disegno dell’autore fosse incredibilmente acerbo rispetto a quanto visto negli ultimi tempi, Berserk è ugualmente capace di lasciare a bocca aperta con ogni sua tavola, illustrazione e linea di dialogo, senza risultare minimamente invecchiato. Rileggere gli esordi di Berserk a distanza di venti anni da quando l’ho letto la prima volta è stato come tuffarmi nel passato, ma allo stesso tempo scoprire un capolavoro che, dopo tutto questo tempo, ha ancora molto da insegnare.

Lo spadaccino nero

Berserk è la storia di vendetta di Gatsu, un ex mercenario maledetto da un marchio demoniaco e perseguitato perennemente da creature infernali che hanno come unico scopo quello di divorarne l’anima e le carni. La storia comincia mostrandoci una prima porzione del suo percorso di vendetta nei confronti degli Apostoli, creature al servizio della Mano di Dio, camuffate fra gli uomini di un medioevo di stampo fantasy nel ruolo di nobili e leader militari che sfruttano la propria posizione per soggiogare e divorare intere popolazioni. Pur noncurante del prossimo e spinto unicamente dal desiderio di rivalsa e dall’istinto di sopravvivenza, Gatsu finirà in qualche modo per aiutare i bisognosi e salvare i più deboli da morte certa. Fra questi, il piccolo elfo Pak, un temerario esserino volante che, sfruttando i suoi poteri empatici e curativi, si impunterà di seguire Gatsu nelle sue avventure, nonostante lo spadaccino nero tenterà in tutti i modi di allontanarlo trattandolo spesso in maniera fin troppo crudele. Col susseguirsi degli eventi, Pak diventerà inevitabilmente il primo compagno di cui Gatsu finirà per fidarsi ciecamente, riacquistando un po’ dell’umanità perduta in seguito al più tragico evento della sua vita, quello che nel primo volume di BERSERK DELUXE possiamo intuire grazie alla comparsa di Phemt, una vecchia conoscenza del protagonista.

Nelle ultime pagine di questo primo volume comincerà una delle porzioni di storia più amate e famose dell’intera opera, il flashback che ci narra della Squadra dei Falchi, l’esercito a cui un giovanissimo Gatsu si è unito fino al momento in cui il tragico evento chiamato Eclissi ha posto fine al profondo legame di amicizia e rivalità che lo legava a Grifis e Caska.

L’Ammazzadraghi

La nuova edizione proposta da Panini Comics al prezzo di 50 € a volume è in tutto e per tutto una replica di quella pubblicata negli Stati Uniti da Dark Horse Comics e realizzata appositamente per il mercato occidentale. All’interno di ciascun “drago” troviamo tre volumi originali, stampati in bianco e nero con solo alcune pagine a colori alla fine del tomo, che ci propongono le illustrazioni delle copertine originali stampate su tre pagine patinate. Purtroppo le tavole originariamente a colori in Giappone sono state riproposte in bianco e nero in questa edizione, avrei certamente preferito vederle come in originale, visto il prezzo decisamente elevato dell’edizione. Come già detto in apertura, la copertina è realizzata in un materiale simile alla pelle, completamente nera, con inciso il celebre marchio e, con inchiostro laminato rosso, il titolo della serie e il nome dell’autore. I volumi saranno tutti perfettamente identici, fatta eccezione per il numero progressivo, anche se Panini ha stampato una variant cover con copertina rossa in tiratura limitatissima al costo di 200 €.

Per quanto riguarda i contenuti, ci ritroviamo di fronte a una delle migliori edizioni in termini di qualità della carta e della stampa, con una lettura finalmente alla giapponese, formato omnibus e lettering realizzato in digitale, che mantiene intatte le onomatopee originali. Tuttavia, avrei colto l’occasione per rimaneggiare un po’ traduzioni e adattamento, che purtroppo presentano le medesime scelte e gli stessi errori già visti nelle altre edizioni. Nonostante il pubblico italiano sia affezionato a nomi come Gatsu e Grifis, avrei preferito una maggiore fedeltà ai nomi ufficiali, Guts, Puck e Griffith, così come “spadaccino nero” invece che “guerriero nero”.

A chi consigliamo BERSERK DELUXE?

La nuova edizione del manga di Kentaro Miura è certamente impegnativa dal punto di vista economico, cinquanta euro a volume non sono certamente facili da tirare fuori, specie in questo periodo storico. Nonostante ciò, i fan di Berserk non dovrebbero lasciarsi sfuggire questa occasione di portarsi a casa quella che finora risulta essere l’edizione migliore del manga, e allo stesso modo i neofiti dovrebbero indirizzarsi verso la Deluxe per godersi al meglio l’opera quasi come è stata concepita in origine. Certamente, fossi stato nei panni dell’editore, avrei proposto in concomitanza anche una nuova edizione economica, con brossura e copertina classica, con lettura alla giapponese e il medesimo numero di pagine, ma con formato standard e un prezzo decisamente inferiore, per tutti coloro che non possono permettersi l’edizione Deluxe.