KONAMI, famosa per alcuni capolavori indiscussi come Metal Gear e Castlevania, ma oggi tristemente nota per la sua nota incapacità di creare dei prodotti all’altezza delle aspettative dei fan, ci regala anche quest’anno una nuova iterazione della saga di Winning Eleven, nota in Occidente come Pro Evolution Soccer. Non considerate i miei pensieri come una recensione vera e propria, ma delle considerazioni alla luce di quanto ci è stato proposto con eFootball 2022.
Se fino a qualche giorno fa potevamo avere un ricordo non del tutto dolcissimo del brand, ma nemmeno così terribile, con l’uscita di eFootball 2022 siamo dinanzi all’ennesimo fallimento da parte della casa. Ma procediamo con ordine e vediamo quali sono i problemi che stanno affliggendo il nuovo titolo di simulazione calcistica uscito il 30 settembre.
L’aria del rebranding già si poteva respirare dall’anno scorso con l’introduzione del prefisso eFootball nel classico e ben più riconosciuto Pro Evolution Soccer che, sin dal 2001 con l’uscita del titolo omonimo, ci ha accompagnati per ben venti lunghi anni. Da quest’anno, come avrete già potuto vedere, la saga ha cambiato definitivamente nome abbandonando definitivamente PES, e tenendo esclusivamente la nomenclatura introdotta lo scorso anno. Perché questa precisazione? Perché il nome eFootball sembra aver cancellato l’eredità storica dell’eterno rivale di FIFA, che rimane comunque il più venduto fra i due, forse per nostalgia o forse per il marketing a volte imposto (vedi il chiamare PlayStation ogni console fissa e Nintendo quelle portatili da parte dei nostri genitori), passando a un nome decisamente più anonimo e poco ispirato. Se lo vogliamo analizzare, difatti, potremmo quasi forzatamente tradurlo come Electronic Football, se consideriamo la e come quella delle parole e-mail (Electronic Mail) e eSport, come se fino ad adesso avessimo avuto tra le mani un gioco da tavolo come il Subbuteo o il meno conosciuto e più sfigato Zeugo. Tanto meno, dall’altra parte del mondo la parola “football” potrebbe far pensare a tutt’altra tipologia di sport.
L’erede, ma anche seguito e a sua volta rebranding, di International Superstar Soccer (rimbomba nella mia testa l’annunciatore che lo grida nella schermata start), ha avuto diversi problemi in questi venti anni di vita, a partire dalle licenze non presenti o incomplete, o un passaggio alla generazione successiva non del tutto convincente, problemi che anche quest’anno purtroppo sono presenti.
Il primo problema è dovuto a dei costi esorbitanti per l’acquisizioni delle licenze da parte delle squadre, che ovviamente preferiscono rimanere sul titolo EA SPORTS, fonte di guadagno certa per via delle vendite mostruose annuali e delle cifre spese dai giocatori in FIFA Points, mentre Juventus, ma anche altre squadre, e l’intera Serie B italiana hanno firmato dei contratti esclusivi pluriennali con la casa. Contratti che non hanno permesso l’acquisizione in toto dei diritti di altre leghe, compresa la nipponica J-League, di cui l’anno scorso figuravano probabilmente quattro o cinque squadre. Immaginate un titolo giapponese, senza la lega giapponese, che ironia della sorte, è presente su FIFA da parecchi anni. C’è da dire che KONAMI ha permesso ai fan, di integrare delle patch amatoriali tramite un’apposita opzione, volta ad aggiungere e sostituire tutte le porzioni di squadre e leghe senza licenza. Lo ha permesso però esclusivamente ai possessori di PlayStation, nostalgici dei bei tempi delle patch illegalissime ai tempi di Pro Evolution Soccer 6 su PS2 e PC, eliminando l’opzione per i giocatori Xbox che si devono accontentare del gioco così com’è.
Se il problema delle licenze non è dipeso del tutto dalla casa giapponese, quello del gameplay non del tutto convincente, invece sì.
Il passaggio dal FOX Engine, messo su da Hideo Kojima per Metal Gear Solid 5, al classico Unreal Engine 4, non è stato dei migliori. Parliamo di una resa grafica peggiore di alcuni titoli di inizio scorsa generazione, dove le compenetrazioni, la fisica del pallone decisamente pessima e un’intelligenza artificiale lontana anni luce dalle precedenti iterazioni la fanno da padrone. A questi aggiungiamo dei cali di frame rate ed effetto pop-up anche su console di nuova generazione nelle fasi di replay durante la partita e durante le nuove cutscene del pre e post partita negli spogliatoi.
Capiterà molto spesso di vedere interrotte azioni di contropiede per colpa del compagno che rimane bloccato invece di seguire il pallone, o peggio, l’ignorare il pallone libero dopo un contrasto, persino quando lo avremo vinto. Mancano inoltre tutta una serie di opzioni tattiche da selezionare, compresa la scelta della formazione: potremo cambiare i giocatori, ma non il modulo, tantomeno impostare le marcature, limitando la nostra scelta a cinque stili di gioco preimpostati. Tutti problemi che potranno essere risolti da KONAMI nei mesi a venire, ma che ora fanno da vetrina a un titolo che non è più a pagamento ma free-to-play, e sappiamo cosa succede quando un titolo del genere non spicca nei primi giorni di lancio. Altra piccolezza, dinanzi ai problemi elencati, sono le animazioni facciali dei giocatori, e le collisioni decisamente poco realistiche, già fonte di meme su internet, che fortunatamente ci strapperanno un sorriso, nel pianto o nella rabbia.
Quando fu annunciato il passaggio alla meccanica del FTP, l’utenza gridò allo scandalo, dimenticandosi, però, che la casa di produzione rilasciava una versione LITE, “castrata”, del suo titolo qualche mese dopo l’uscita nei negozi. Al suo interno era presente solo la componente multiplayer online, tra cui il MyClub, modalità che permetteva agli utenti di creare la squadra perfetta tramite gacha, un sistema decisamente diverso e meno azzardato rispetto alla controparte proposta da FIFA. Voglio infatti spezzare una lancia a favore delle meccaniche proposte da KONAMI, che risultavano molto meno oscure e incomprensibili, tanto da indicare la percentuale di estrazione dei giocatori per grado: Nero, Oro, Argento, Bronzo e Bianco. Va comunque specificato che alcune pool, specialmente le più ghiotte, come quelle con la probabilità al 100% di trovare un giocatore di grado massimo, sono fruibili solo tramite moneta a pagamento.
Volendoci mettere nei panni degli sviluppatori, era scontato si desse più importanza a un guadagno continuo nell’anno, rispetto al singolo acquisto del titolo, tanto da dare maggiore priorità, anche in ordine di uscita, alla modalità multiplayer di eFootball 2022, perché vogliamo ricordarvi che le modalità single player storiche come la Master League, saranno disponibili nei prossimi mesi come DLC a pagamento. Voglio sperare che KONAMI decida di proporre anche una versione retail del titolo una volta rilasciati tutti i contenuti, una mossa plausibile per recuperare le perdite già annunciate da questo lancio disastroso.
Per usare una citazione artistica: Ceci n’est pas une simulation.