Umihara Kawase è il titolo di una serie di giochi platform molto famosa in Giappone (per essere di nicchia) e mai arrivata in occidente. La serie prende il nome dalla sua protagonista che, armata solo di canna da pesca, si ritroverà dispersa, senza una precisa motivazione, in un mondo pieno di creature ittiche dotate di gambe. Quest’ultime, in maniera alquanto bizzarra, si aggireranno indisturbate fra onirici paesaggi colmi di segnali stradali, banchi di scuola e cancelleria gigante, in attesa solo di essere pescate. Il primo capitolo della serie è uscito in Giappone nel 1994, su Super Famicom, seguito poi da un gioco sulla prima PlayStation nel 1997 e da uno per PSP nel 2008. Quello arrivato qui da noi in occidente è il quarto e ultimo capitolo della saga, uscito lo scorso anno in Giappone e disponibile su Nintendo 3DS in Europa solo in formato di download digitale.
Mettere le mani su Sayonara UmiharaKawase è semplice: basterà acquistarlo dal Nintendo 3DS eShop. Tuttavia, per poterci giocare è necessario possedere dei requisiti essenziali: amore per i puzzle game, buoni riflessi e soprattutto tanta pazienza.
- Titolo: Sayonara UmiharaKawase
- Piattaforma: Nintendo 3DS
- Genere: Platform, Puzzle
- Giocatori: 1
- Software house: Agatsuma Entertainment, Natsume
- Sviluppatore: Agatsuma Entertainment
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 24 aprile 2014
- Disponibilità: digital delivery
- Reperibilità: comune
- DLC: non presenti
- Note: distribuito in Giappone in edizione retail e in USA in digitale come Yumi’s Odd Odyssey
Sebbene in Giappone Umihara Kawase sia una serie piuttosto apprezzata, giocando a questo capitolo esclusivo per 3DS sono riuscito a capire il motivo per cui fin’ora non fosse mai sbarcato in occidente: si tratta di un titolo davvero duro da portare avanti per gran parte del pubblico occidentale. Con questo non voglio dire che noi europei siamo delle pippe scariche quando si tratta di deragliare dal semplice corridoio disseminato da checkpoint, ma davvero che Sayonara UmiharaKawase, per via dell’impegno che richiede, non è un titolo per tutti.
Controllando una delle protagoniste a disposizione, ognuna con le proprie peculiarità (che vi illustreremo più avanti) saremo chiamati a completare in successione livelli sempre più complicati, che ci chiederanno di raggiungere il traguardo prestabilito affrontando una serie di ostacoli e nemici, saltando da una piattaforma all’altra utilizzando l’unico strumento cui saremo dotati: una canna da pesca, che dovremo sfruttare per agganciare e rendere innocui i nemici, per appiccicarci alle superfici che lo consentono, per oscillare, darci la giusta spinta e raggiungere le sporgenze che ci porteranno al traguardo. Ciascun livello sarà breve e potrà essere affrontato più e più volte per battere il nostro record migliore ed esibirlo nel ranking: tutto ciò che dovremo fare è raggiungere la porta e, possibilmente, acchiappare gli zaini disseminati in tutto il gioco, che serviranno a sbloccare extra come costumi alternativi, brani per il Juke Box, immagini per la galleria e altro ancora. I livelli saranno costruiti basandosi su paesaggi familiari a chi è abituato agli anime anni ’90, e saranno tutti disseminati di oggetti di uso comune nel paese del Sol Levante, spesso utilizzati come sfondo in maniera poco convenzionale. Controllando la nostra pescatrice prediletta potremo quindi saltare, lanciare la lenza in una delle otto direzioni possibili e persino fermare il tempo per qualche istante, in modo da direzionare meglio il tiro e aggrapparci alla sporgenza desiderata. Detto così può sembrare facile e alla portata di tutti, ma invece…
Facile… come tagliare un tonno vivo con un grissino
Dopo i primi due, tre livelli di UmiharaKawase (il motivo per cui si scriva tutto attaccato rimane un mistero) ci sembrerà di aver finalmente preso confidenza coi comandi, in modo da poter finalmente ignorare le piccole finestre esplicative che continueranno ad apparire nei successivi livelli iniziali. Superati il quinto e il settimo quadro, il percorso visualizzato nello schermo inferiore del 3DS mostrerà delle diramazioni, ma dopo aver perlustrato il livello in lungo e in largo cercando di capirne qualcosa, non ci daremo più molto peso, e avanzeremo fino al decimo livello. Ad attenderci troveremo una sorta di boss, un girino gigante che cagherà rane, che dovremo riuscire a battere piuttosto facilmente dopo averne memorizzato i pattern di movimento. Fatto? Bene. Gustiamoci i titoli di coda.
Per un buon 85% dei giocatori occidentali, Sayonara UmiharaKawase termina qui. Per tutti gli appartenenti all’etnia asiatica, così come per quelli che non amano demordere e che sono in grado di finire Dark Souls senza morire nemmeno una volta, proseguire per i restanti quaranta livelli sarà un gioco da ragazzi. Vi ricordate le due uscite segrete di cui vi ho accennato sopra? Per raggiungerle è necessario saper padroneggiare la canna da pesca meglio di Sampei, facendosi beffe del rampino di Batman e della tela dell’Uomo Ragno. Si tratta di un limite davvero troppo crudele per tutti coloro che per i primi dieci livelli avevano dato per scontato di riuscire a godersi ancora un po’ una piccola perla fin’ora riservata ai videogiocatori dagli occhi a mandorla. Se amate le sfide e possedete un autocontrollo degno del migliore dei monaci buddhisti, questo Kawase per 3DS saprà regalarvi ancora ore e ore di divertimento, e potrete persino tentare di battere i punteggi migliori del mondo occidentale: perché, qualunque sforzo deciderete di compiere, sarete sempre sedici spanne sotto i colleghi giapponesi.
Se siete dei giocatori fuori dal comune e tutto ciò non dovesse bastarvi, sappiate che Agatsuma ha in serbo una nuova sfida per voi: la Survival Challenge Mode, dove sarete chiamati ad affrontare uno dopo l’altro tutti i livelli, nel minor tempo possibile, con un numero limitato di vite a disposizione.
Legate dal filo rosso di una lenza
Sebbene non venga fatto alcun accenno di trama all’interno del gioco, esiste una sorta di vago background alle spalle di questa celebre serie, per l’omonima protagonista e per le sue tre (due, in realtà) comprimarie, ma non è facile riuscire a intuirlo da quanto si possa trovare nelle schede dei personaggi e più comunemente in rete. In questo quarto capitolo della saga, Umihara Kawase è una fanciulla sulla ventina, una cuoca itinerante specializzata in sushi. Il motivo per cui si trovi all’interno di paesaggi popolati da pesci pare ignoto, ma al suo fianco (o meglio al suo posto, se dal menu Profile decideremo di cambiare personaggio) troveremo altre tre graziose fanciulle. La prima è Kawase-chan, una versione più giovane di Umi (inizialmente non selezionabile), una studentessa delle scuole elementari: da piccola viaggiava molto con la sua famiglia, e le sue memorie sono alquanto vaghe: tutto ciò che ricorda è la sua migliore amica dell’epoca, Emiko-chan, il terzo personaggio a nostra disposizione. Il padre di Emiko è norvegese, e per motivi di lavoro ha finito per sposare una donna che lavorava al porto in un paese al largo delle coste giapponesi. Infine, il quarto e più enigmatico personaggio è Yokoyama Nokko: si tratta di una studentessa liceale, viaggiatrice del tempo (ispettrice della polizia spaziotemporale, per l’esattezza) che pare essere una discendente di Kawase che proviene dal futuro.
Ognuno dei personaggi che avremo a disposizione sarà dotato di un’abilità particolare, fatta eccezione per la protagonista che, con ogni probabilità per esigenze competitive, non disporrà di alcun tipo di vantaggio rispetto alle altre (ciò è intuibile dalla possibilità, nelle opzioni, di escludere i record degli altri personaggi per il ranking). Le due studentesse elementari, Emiko-chan e Kawase-chan, potranno disporre di una vita extra, utilizzabile una volta raggiunto il checkpoint di ogni livello, in modo da poter ripartire dopo essere stati inavvertitamente toccati da un nemico, per esempio. D’altro canto, Yokoyama potrà sfruttare una sorta di bullet-time e muoversi a rallentatore ogni qual volta che decideremo di bloccare il tempo per qualche istante con l’apposita funzione Motion Stop. Si tratta di espedienti che renderanno l’esperienza di gioco meno frustrante per i principianti, ma che da soli davvero non possono bastare a rendere questo gioco appetibile a un pubblico sempre più vasto di videogiocatori.
Meglio darsi all’ittica
Sebbene il 3D stereoscopico della console sia perennemente sfruttato, la resa grafica generale è appena sufficiente, scendendo addirittura sotto la media dei giochi che solitamente sono destinati al mercato retail. Il vero punto debole sotto questo aspetto è da imputare alla quasi totale assenza di animazioni per determinate azioni: mentre la protagonista e la sua lenza si muoveranno in maniera piuttosto fluida, i nemici pescati spariranno nel nulla, lasciando solo intuire di essere finiti nello zaino della protagonista, senza un minimo accenno di transizione. I menu di gioco sono in qualche modo un pugno nell’occhio, davvero troppo spartani sia nel design che nelle animazioni, nonché spesso poco intuitivi. D’altro canto, la colonna sonora del gioco è fornita di motivetti ben realizzati, orecchiabili e adatti allo stile di gioco che, pacati come sono, tenteranno di rilassare il giocatore coi nervi a fior di pelle per aver sbagliato l’ennesimo salto. Un CD contenente la colonna sonora era offerto al pubblico giapponese come bonus prenotazione per il titolo in edizione retail.
A chi consigliamo Sayonara UmiharaKawase?
Quelli che apprezzeranno più di tutti il primo titolo di questa saga ad arrivare in Europa saranno principalmente gli hardcore gamer: gli stessi giocatori che non si lasciano intimidire da ostacoli apparentemente insormontabili, che passano ore e ore ad affinare le proprie capacità nel controllare un gioco, nello scoprirne i segreti che si celano dietro ogni fotogramma, che ardono del desiderio di migliorare i propri tempi e di dimostrare al mondo che i giapponesi non sono gli unici a potersi considerare i migliori videogiocatori del mondo. Tutti gli altri farebbero bene a pensarci due volte prima di spendere una cifra che, a mio modesto parere, risulta troppo elevata per l’attuale mercato europeo, per un gioco che da noi è da considerarsi una nicchia della nicchia, tra l’altro distribuito solo in versione digitale.
- Si presta a brevi sessioni di gioco
- 3D stereoscopico pienamente supportato
- Una volta padroneggiato crea dipendenza
- Teoricamente longevo
- Prezzo troppo elevato per una release digitale
- Dopo i primi livelli diventa troppo difficile per i principianti
- Comparto grafico alquanto povero
- Nessun supporto StreetPass e SpotPass
Sayonara UmiharaKawase
Addio Kawase, e grazie per tutto il pesce!
Per giudicare un titolo come Sayonara UmiharaKawase è necessario ripensare per un attimo a com’erano i videogiochi ai tempi d’oro del Super Nintendo, console sulla quale il primo capitolo di questa saga vide i natali. La formula di gioco rimane praticamente invariata da allora, sebbene il livello di sfida sia stato addirittura accresciuto. Se un titolo in grado di intrattenere per brevi sessioni di gioco, così come per prolungate ore e ore di lotta contro sé stessi nella speranza di migliorare i propri riflessi cognitivi, debba essere paragonato al giorno d’oggi a giochini per smartphone o ad action game in cui è praticamente impossibile perdere, questo titolo centra il suo obiettivo. Sebbene sia tecnicamente inferiore persino a titoli indie pubblicati sull’eShop di Nintendo, c’è da considerare la data di uscita giapponese, che ormai risale a poco più di tre anni fa. Se davvero amate mettervi alla prova e sentirvi appagati dopo ore e ore di allenamento, accettate la sfida di Umihara Kawase: per noi europei potrebbe non esserci una seconda possibilità.