Abbiamo avuto la fortuna di provare in anteprima ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers per Nintendo Switch. Ecco le nostre prime impressioni!
Avete presente quando non aspettate altro che l’uscita di un singolo gioco da settimane, mesi dal giorno del suo primo annuncio? Bene. Moltiplicatelo per due.
Questo sarà un mese davvero pieno di emozioni per tutti quelli cresciuti in compagnia dell’odore di salsedine mista a sudore estivo e gettoni sporchi di sabbia nelle caldissime sale giochi prive di finestre dei lidi balneari. Da allora sono passati più di due decenni, era l’epoca d’oro dei picchiaduro e, per molti videogiocatori della mia età, questo gioco in particolare è stato il battesimo di fuoco che ha consacrato l’ingresso nel mondo videoludico. Street Fighter II. Ogni volta che si parla di questo capitolo della saga in particolare non posso fare a meno di emozionarmi come un bambino.
Sin da quando CAPCOM ha annunciato le proprie intenzioni di voler portare su Nintendo Switch una versione rinnovata del secondo, storico episodio, non ho potuto fare a meno di desiderare di averlo presto tra le mie mani, nonostante un paio di cosette che mi han fatto storcere il naso — ma nulla di insormontabile. ULTRA STREET FIGHTER II: The Final Challengers verrà lanciato sul mercato il prossimo 26 maggio con l’obiettivo di diventare la versione definitiva dello storico fighting game anni ’90, con l’aggiunta di una serie di modalità inedite e di un paio di “nuovi” personaggi già apparsi in altri spin-off e capitoli regolari della saga, versioni corrotte dei due sempreverdi protagonisti.
La violenza non è mai troppa
Non finirò mai di ringraziare mamma Nintendo per avermi concesso di provarlo in anteprima solo poche ore fa, concedendomi di darvene un antipasto ma dandomi ancora qualche altro giorno di tempo per trarne le conclusioni definitive. Le prime impressioni sono state ultra positive, coadiuvate da un’intro che richiamava in tutto e per tutto quella dell’originale SUPER STREET FIGHTER II — che, per inciso, ricordo perfettamente dove e quando vidi per la prima volta da bambino, ho una mappa mentale di quel momento stampata in mente in full HD.
Tuttavia, come anticipato poc’anzi, non digerisco molto il fatto che Ono-san e il suo team abbiano deciso di riciclare lo stile e gli sprite disegnati da UDON per il “remake” in HD sviluppato dagli americani Backbone Entertainment, SUPER STREET FIGHTER II Turbo HD Remix. Un titolo che all’epoca mi lasciò talmente deluso da mollarlo solo dopo poche ore di gioco, sia per un design che non fu capace di convincermi fino in fondo, sia per un feeling totalmente diverso dal titolo originale. Fortunatamente, The Final Challengers ci mette di fronte a una saggia scelta: giocare con i disegni di UDON in stile fumetto americano oppure con i pixellatissimi sprite degli anni d’oro, e lo stesso vale per le tracce audio, voci e colonna sonora, disponibili in versione classica o moderna. E indovinate un po’? Continuo, di gran lunga, a preferire il classico.
Tuttavia — chiamatemi nostalgico, girellaro, figlio di di un cabinato bagnato e capace di darti la scossa, nulla mi restituirà mai le stesse sensazioni dell’originale giocato da ragazzino e mai abbandonato. Anche perché, pur utilizzando lo stile classico, ci troviamo di fronte a un ibrido, con testi, ritratti, Player Select e schermate di versus comunque ridisegnate, ma devo almeno apprezzare le intenzioni di mantenere i ritratti quelli originali del Super, lasciando al Turbo Remix quello che era del Turbo Remix. Nonostante ciò, giocarci in mobilità e con una semplice mossa passare al televisore di casa, come il marketing di Nintendo Switch insegna, è una sensazione impagabile, come anche coinvolgere un secondo giocatore in qualsiasi momento; per questo non posso fare a meno di apprezzare infinitamente anche questa nuova edizione del titolo, grazie anche all’esperienza provata con i pessimi porting di II Turbo e Super giunti su 3DS non molto tempo fa: non può solo che uscirne vincitrice.
In attesa del verdetto finale…
Tra le novità, oltre ai già citati Evil Ryu e Violent Ken (che possono contare, tra l’altro, di autentiche voci originali anche per la modalità “old school”) troviamo una serie di modalità aggiuntive, che spaziano dalla cooperativa in cui potremo affrontare i più temibili avversari del gioco con un altro combattente al nostro fianco (umano o controllato dalla CPU), a quella in cui potremo personalizzare le palette dei costumi dei nostri guerrieri preferiti. Fra tutte, ovviamente, spicca la Via dell’Hadō, una trovata dell’ultimo minuto (lo si capisce dal riciclo, anche qui, dei modelli poligonali di STREET FIGHTER IV) che sfrutta le capacità offerte dai Joy-Con ma che non intende di certo offuscare il resto del gioco, una divertente aggiunta al pacchetto per tutti i fan storici del brand. Era una delle cose che più mi premeva provare del titolo in esame ma, sinceramente, dopo appena dieci minuti ho deciso di tornare al più canonico arcade: non tanto perché sia una pessima idea quella di provocarci strappi muscolari come ai tempi del Nintendo Wii, piuttosto perché, in realtà, la realizzazione tecnica e il gameplay in sé non sono riusciti a convincermi quasi per nulla. Appuntamento, quindi, al giorno in cui mi sarò spaccato abbastanza i pollici e squagliato abbastanza gli occhi da potervi offrire un giudizio definitivo su uno di quelli che, personalmente, è uno dei motivi per i quali ho preso al lancio il mio Nintendo Switch.