È dal 23 aprile scorso che in Giappone è disponibile Bravely Second: End Layer, vero e proprio sequel per Bravely Default, l’acclamato titolo firmato SQUARE ENIX giunto da noi al termine del 2013. L’uscita nostrana del secondo capitolo di questa serie RPG dai toni molto tradizionali è stata confermata per prossimo 26 febbraio, ma devo confessarvi che, non troppo tempo fa, non ho potuto resistere alla tentazione di procurarmi una cartuccia di gioco in versione giapponese. Ecco un piccolo assaggio di ciò che ci aspetta in questo attesissimo sequel.
La trama di Bravely Second: End Layer si colloca all’incirca due anni e mezzo dopo la fine degli eventi narrati in Bravely Default: Where the Fairy Flies, dove Agnès Oblige, vestale del vento ed eroina del precedente episodi, è ora diventata la papessa dell’Ortodossia dei Cristalli, che ha sede fissa in Guatelatio, nelle vicinanze di Eternia. Visto il suo ruolo di rilievo all’interno della società di Luxendarc, ella godrà della protezione di tre individui noti con il nome di Tre Moschettieri, capitanati da Yew Geneolgia, giovane rampollo di un’importate famiglia nobile della città. Nelle fasi iniziali del gioco, durante la firma del trattato di pace tra l’Ortodossia dei Cristalli e il Granducato di Eternia, Agnès verrà rapita dal temibile Conte Oblivion che, senza troppi sforzi, riuscirà a sconfiggere il templare Braev Lee e il nostro eroe. Yew, dopo questa sconfitta, si lancerà assieme ai compagni Jeanne Angarde e Nikolai Nikolanikov al salvataggio della povera donzella. Nel corso della nostra avventura saremo accompagnati anche da Edea Lee e Tiz Arrior, anch’essi protagonisti del primo capitolo, nonché da Magnolia Arch, un’avvenente fanciulla che sostiene di provenire dalla luna. Nella nostra avventura a Luxendarc visiteremo per la maggior parte del tempo location inedite, ma non mancheranno di fare la loro comparsa anche alcuni luoghi e alcuni personaggi secondari che abbiamo già avuto il piacere di conoscere nel titolo che precede questo.
Bravely Second riprende il gameplay del precedente capitolo, senza apportare alcuna sostanziale modifica e andandosi quindi a configurare come un JRPG abbastanza classico e dal gusto retro, che ancora una volta fa affidamento sulla meccanica del Brave e del Default per guadagnare BP utili a colpire i nemici più volte in un solo turno. Tra le novità di rilievo troviamo la possibilità di memorizzare uno o più set da utilizzare con la modalità automatica, e quella di poter affrontare, sotto determinate condizioni, una serie di combattimenti di fila. Se infatti riusciremo a portare a termine uno scontro in un solo turno, potremo decidere se affrontare altri nemici in successione, senza ricaricare i BP consumati. Non mancherà all’appello il Job System presente anche nel primo episodio, infatti i nostri eroi avranno a disposizione una serie di nuovi Asterischi, a cui si affiancherà la maggior parte di quelli presenti nel primo capitolo, ottenibili attraverso alcune simpatiche sub quest nelle quali dovremo risolvere una disputa fra due portatori di asterischi provenienti dal primo episodio. Una volta scelto chi dei due appoggiare, ci ritroveremo a combattere solo uno dei contendenti, e di conseguenza potremo ottenere, almeno per gran parte del gioco, solamente uno dei due asterischi e la relativa classe, motivo per cui dovremo pianificare con attenzione le nostre scelte. In tutto saranno presenti 30 classi e oltre trecento abilità, che potremo combinare usando il sistema delle Sub Class che ci consentirà di sfruttare le tecniche di una seconda classe oltre a quelle della primaria. Come il nome stesso del gioco suggerisce, farà il suo ritorno anche il sistema che prende il nome di Bravely Second, utilissima tecnica speciale che ci consentirà di bloccare il tempo in cambio di alcuni SP, e che ci darà turni extra in cui colpire il nemico senza consumare i nostri Brave Point. Una volta terminati gli SP, avremo due modi per ripristinarli: il primo, ovvero mettere in modalità riposo la nostra console per un certo numero di ore, il secondo, invece, acquistarli con i nostri soldi reali (non quelli in game). Saranno presenti anche alcuni inediti mini-giochi, uno dei quali molto simile alla ricostruzione di Norende di Bravely Default, solo che questa volta dovremo ricostruire una base lunare, distrutta dall’attacco di demoni noti come Baa’l. Un altro, invece, noto come CapCap Maker, consentirà ai nostri eroi di costruire delle bambole di pezza al fine di guadagnare dei punti che possono potranno essere convertiti in denaro (quello in game, stavolta, non quello reale).
Lo stile grafico di questo gioco si mantiene simile a quello del suo predecessore, che ho sempre trovato molto affascinante; gli scenari, grazie al 3D stereoscopico del Nintendo 3DS, guadagnano una gradevole profondità. Per quanto riguarda il sonoro invece, questa volta le musiche che ci accompagneranno nella nostra avventura sono curate da ryo, famoso compositore giapponese del gruppo supercell, affiancate, soprattutto nel caso delle sub quest che coinvolgo i portatori di asterischi del primo episodio, da brani provenienti dalla colonna sonora composta da Revo dei Linked Horizon. Il gioco, nella versione giapponese, è doppiato unicamente in lingua nativa, cosa che cambierà con l’uscita nel nostro territorio, con l’aggiunta del già confermato doppiaggio inglese. Tra un capitolo e l’altro, inoltre, End Layer ci delizierà con la splendida opening theme, dal titolo Great Distance, che ci auguriamo sia presente anche nell’edizione localizzata.
In conclusione
Bravely Second: End Layer mi ha piacevolmente colpito esattamente come fece il titolo precedente, e sono molto curioso di vedere come suonerà il francese di Magnolia, che sappiamo diventerà la lingua ufficiale degli abitanti della luna nelle versioni occidentali del gioco ma, soprattutto, quale sarà la catchphrase della nostra nuova eroina, che nell’edizione giapponese, era solita ripetere “Good Gravy!”. Purtroppo una delle classi che più mi era piaciuta, ovvero la Tomahawk, verrà con molte probabilità sostituita anche nella versione europea con la Cowboy presente nella versione americana, una scelta che seppur puramente estetica mi ha un po’ infastidito. L’appuntamento è quindi fissato al prossimo 26 febbraio! Come faremo a ingannare l’attesa?