CRIMINAL GIRLS: Invite Only – Recensione

CRIMINAL GIRLS: Invite Only

Guidiamo un gruppo di delinquenti verso la redenzione in CRIMINAL GIRLS: Invite Only!

criminal-girls-invite-only-recensione-boxartDopo aver cominciato il nostro primo giorno di lavoro dormendo alla stragrande, verremo bruscamente risvegliati da Miu, una poco simpatica e tanto manesca collega che avrà il compito di supportarci, spiegandoci a suon di schiaffi quali saranno le nostre mansioni. Nonostante ci venga dato il ruolo di istruttore e guida di alcune ragazze, non impiegheremo molto tempo prima di capire che non ci troviamo in un luogo qualsiasi, bensì al livello più basso degli inferi, e che, di conseguenza, quelle che ci ritroveremo di fronte non saranno delle ragazze qualsiasi, ma verie e proprie pesti rinchiuse in apposite gabbie per evitare eventuali scherzetti. Ma cosa hanno di tanto strano e malvagio queste giovani fanciulle? A pensarci bene, davvero poco! Esse non sono vere e proprie criminali, ma solo delle anime di giovani delinquenti che hanno perso la vita durante l’adolescenza e che non hanno avuto possibilità di diventare delinquenti incallite vere e proprie, vista la prematura morte, ma che sicuramente lo sarebbero diventate se il fato non fosse stato crudele con loro. Per questo motivo, lo scopo finale del nostro lavoro sarà quello di offrire loro un’altra chance, riformandole e trasformandole in persone per bene prima della loro resurrezione.

Tutto ciò che dovremo fare sarà guidarle durante la scalata degli inferi, dove dovranno affrontare quattro difficilissime prove. Se riusciranno a superarle con successo e raggiungere la cima, si guadagneranno il privilegio di ritornare in vita, ma non sarà così facile! Durante il cammino dovranno abbandonare il loro essere “criminali” e diventare persone onese, dato che da malviventi non sarebbero mai in grado di portare a termine neanche una delle quattro prove. Riusciremo a guidare le ragazze verso una vita migliore e instradarle nel giusto modo sul cammino della redenzione?

NIS America, ormai diventata uno dei baluardi occidentali per quanto concerne le localizzazioni di titoli nipponici, ci offre la possibilità di mettere le mani su un titolo semplice ma allo stesso tempo piacevolmente complicato, CRIMINAL GIRLS: Invite Only. Il titolo non è proprio una new entry, dato che si tratta in tutto e per tutto di un porting migliorato del titolo originale uscito su PSP nel 2010. O meglio, per noi lo sarà, dato che il titolo originale non l’abbiamo visto nemmeno col canocchiale.

  • Titolo: CRIMINAL GIRLS: Invite Only
  • Piattaforma: PlayStation Vita
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: NIS America, Ingress Italia
  • Sviluppatore: Nippon Ichi Software, Imagepooch
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 6 febbraio 2015
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non disponibili
  • Note: porting di un titolo uscito in Giappone su PSP

criminal-girls-invite-only-recensione-schermata-07Devo dirvi la verità: in qualità di amante di pornogiochi, qualifica che ti becchi quando una delle tue ragioni di vita è comprare titoli di dubbio gusto per giocarli con un sorrisetto poco rassicurante stampato sulla faccia, CRIMINAL GIRLS: Invite Only è uno di quei giochi che ho sempre voluto provare, ma da cui non ho mai seriamente capito cosa aspettarmi. Sarà perché, rispetto ad altri titoli, ho sempre trovato in rete poco e nulla a riguardo, sarà perché son stronzo io (probabilissimo), ma son sempre stato poco informato e dubbioso rigurdo questo videogioco. Avevo deciso di acquistarlo quando sarebbe calato di prezzo, tanto per non avere spiacevoli sorprese, per poi passare a dire “possono mettersi la mia ipotetica copia tra due fette di pane e mangiarsela” quando mi è giunta alle orecchie la notizia secondo cui la versione occidentale del titolo sarebbe stata pesantemente censurata. Ma poi, un bel giorno, mi è arrivata una copia da recensire, e ho pensato: “Va bene, perché non dargli una possibilità?”.

Thug Life

criminal-girls-invite-only-recensione-schermata-11Iniziamo proprio da qui, dal primo avvio del gioco. Inizialmente, l’unica modalità presente, essendo un RPG, è la classica modalità Storia e, portandola a termine la prima volta, avremo la possibilità di sbloccare la classica galleria di immagini selezionabile dal menu principale. Dopo pochi secondi di prologo, vale a dire quando ancora saremo in fase di apprendimento di quella che è la storia offerta, capiremo immediatamente che si tratta di uno dei classici titoli Nippon Ichi Software. Starete sicuramente pensando “E grazie ar ca…!” lo so, era per farvi capire il primo impatto a livello visivo, fatemi spiegare! Potreste nascondervi quanto volete, evitare internet per mesi, evitare di leggere notizie a riguardo, chiedere al commesso che vi vende il gioco di buttare via la custodia e di darvi solo la cartuccia e saltare tutta la parte iniziale dove saranno presenti i loghi di sviluppatori e distributori. In ogni caso, quando inizierete il gioco, la prima cosa che esclamerete sarà “NIPPON ICHI!”. Con questo non sto dicendo che il gioco sia graficamente pessimo, è solo un’escamotage per farvi capire che il suo stile è lo stesso utilizzato in tanti altri titoli della compagnia.

criminal-girls-invite-only-recensione-schermata-03Come già detto in precedenza, il nostro compito sarà quello di guidare le giovani e scapestrate delinquenti durante la loro redenzione e le ardue prove che le aspettano, il tutto accompagnato dai classici elementi in stile RPG, nulla di più e nulla di meno: interminabili ma necessari dialoghi, forzieri da trafugare, incontri casuali con i nemici, boss di fine livello, side quest e infine save point che fungeranno da infermerie, negozi, luoghi per motivare le ragazze e anche come portale per viaggiare da un dungeon all’altro…. meglio di un coltellino svizzero! L’unica pecca che ho potuto riscontrare durante le fasi esplorative dei dungeon è la mancanza un tasto adibito alla corsa. I dungeon sono belli grossi e dispersivi, e più volte ci verrà chiesto di fare avanti e indietro tra l’uno e l’altro, quindi non sarebbe stato affatto sgradevole se ci fosse stata data la possibilità di correre per raggiungere più velocemente un punto preciso o per tornare indietro, dato che a volte ci verrà richiesto di sconfiggere alcuni nemici alquanto ostici e daremo fondo a tutti i nostri oggetti consumabili. In queste situazioni, una corsa disperata a volte può davvero salvare la vita.

Armiamoci e partite!

criminal-girls-invite-only-recensione-schermata-02Per quanto riguarda il sistema di combattimento offerto dal titolo, la cosa invece si fa un po’ più complicata. Graficamente parlando, il battle system è uno dei più semplici che abbia visto negli ultimi anni: a differenza di molti dei JRPG con combattimenti a turni, non sarà presente alcuno sfondo dettagliato e ben curato relativo al luogo in cui ci troviamo al momento. Come background avremo il punto preciso del dungeon in cui ci siamo fermati durante la nostra esplorazione, con una visuale dall’alto tramite cui potremo intravedere anche i nostri personaggi, completamente immobili. Ritroveremo quindi i quattro sprite in versione chibi delle ragazze attualmente nel party posizionati agli angoli dello schermo, con la possibilità di cambiarne la formazione e far entrare, a piacimento, una delle panchinare per ciascun turno, e il nemico (o i nemici) nel mezzo, nonché le varie azioni che potremo effettuare che andranno a sovrapporsi al tutto. Quello che ci sarà da fare è scegliere uno dei comandi che ci verranno messi a disposizione di volta in volta: il sistema toglie ai giocatori la possibilità di scegliere liberamente le mosse da eseguire per ciascuno dei quattro nostri personaggi e, per ogni turno, solo uno dei comandi che appariranno casualmente sul nostro schermo potrà essere selezionato. Per questo motivo, alcuni degli attacchi che effettueranno le ragazze non sempre saranno eseguiti in singolo, ma ci verranno offerte anche svariate azioni in combinazione con le compagne. Tanto di cappello al nostro personaggio, unico maschio del gruppo che, in quanto leader e istruttore, non si presterà mai a sporcarsi le mani nelle battaglie, combattute infatti solo dalle nostre adorate delinquenti.

criminal-girls-invite-only-recensione-schermata-05Di positivo c’è da dire che il livello di difficoltà offerto da CRIMINAL GIRLS: Invite Only è decisamente buono e giusto: non troppo facile, in quanto spesso e volentieri sarà necessario accumulare un bel po’ di punti esperienza prima di poter anche solamente avvcinarsi alla prossima area, ma neanche troppo difficile, in quanto bisognerà certo grindare, ma non eccessivamente. Nonostante questi momenti in cui dovremo fare farming per salire di livello e raccogliere CM (punti utili all’acquisto di oggetti o a motivare le ragazze), la longevità offerta dal gioco non è propriamente delle migliori, e nel giro di pochissimo tempo si può riuscire a portare a termine la storia e quello che ne consuegue. Però — sì, c’è un altro però — la storia narrata è davvero molto bella, per certi versi commovente, ed è riuscita a prendermi decisamente troppo, nonostante l’alquanto scarsa longevità. È un titolo in cui pro e contro si combattono a vicenda, e in cui non si riesce bene a capire se il risultato finale ti soddisfi o meno. Pensandoci bene, sì, ti piace… Ma poi arriva la batosta finale…

Il bisogno di motivazioni

Vogliamo motivarla un po' questa per-niente-procace fanciulla?

Vogliamo motivarla un po’ questa per-niente-procace fanciulla?

Vi siete mai chiesti cos’è che rende veramente speciale un titolo come CRIMINAL GIRLS? Cosa lo rende unico e diverso dagli altri RPG? Io sì, ed eccovi la risposta: la funzionalità chiamata motivazione. In qualità di istruttori, il nostro compito sarà quello di guidare, aiutare le nostre piccole delinquenti durante il loro percorso di redenzione e… motivarle, appunto, a migliorarsi. All’inizio del gioco, e così come ogni volta che un nuovo personaggio enterà a far parte della nostra squadra, le ragazze non ci ubbidiranno e non tutte avranno voglia di combattere. Tutto ciò che sarà necessario fare è iniziare a “motivarle” nella giusta maniera, non solo facendo capire loro che devono seguire i nostri ordini e divenire persone oneste, ma anche permettendo loro di sbloccare nuove skill e potenziamenti vari. È una funzione del tutto separata dal classico level up che avviene al termine di ogni combattimento e che, per i motivi appena citati, giocherà un ruolo fondamentale in questo titolo. Per il piacere di noi maschietti, tanto per rendere Invite Only uno dei classici giochi perversi tipicamente nipponici, questa modalità avrà quel qualcosa di puramente zozzo e di dubbio gusto che tanto mi ci piace. Purtroppo, però, la fregatura è sempre dietro l’angolo.

"Petto o coscia?"

“Petto o coscia?”

Come già anticipato in precedenza, questa feature sarà accessibile all’interno dei save point sparsi all’interno dei dungeon, solitamente rappresentati da una specie di nube viola poco rassicurante. Una volta selezionata la voce motivazione e la ragazza da motivare, questa ci verrà posta sullo schermo in pose e abiti decisamente osé, e tutto quello che ci verrà richiesto di fare sarà eliminare le varie “tentazioni”.

Utilizzando il touchscreen e il trackpad posteriore della console dovremo sbarazzarci di tutto quello che vedremo apparire su schermo; volta dopo volta faremo dissolvere la fastidiosissima nebbia viola che ci impedisce di distinguere se abbiamo di fronte una delle ragazze o un orso grizzly, e notare che i vestiti indossati dalla piccola delinquente scelta lasceranno piano piano intravedere un po’ di pelle, sempre di più a seconda del livello, e con abiti differenti a seconda della motivazione che avremo scelto.

criminal-girls-invite-only-recensione-schermata-10Ed eccomi finalmente giunto a parlarvi del lato negativo della nostra versione di questo gioco. Credo che ormai tutti sappiamo delle censure apportate alla versione europea rispetto a quella originale nipponica, per una serie di scuse assurde che non starò qui a raccontarvi perché non son bravo a parlare di storie che non stanno né in cielo e né in terra. Nell’edizione originale uscita in Giappone, arrivati a un certo livello delle varie motivazioni si riesce a distinguere nettamente la fanciulla in questione: niente di strano o particolarmente spinto, ma un puro e semplice underboobs e un paio di mutandine in primo piano. Niente nudo, ve lo giuro! Tuttavia, per qualche motivo strano anzi, astratto (perché più lo rileggo e più mi fa incazzare), si è deciso di aggiungere ulteriore nebbia viola a queste scene, e di privarle totalmente di dialoghi parlati. Anche se “parlato” in questo caso è un parolone.

criminal-girls-invite-only-recensione-schermata-04Una volta che nella nostra versione saremo in grado di vedere chiaramente la ragazza, se la posa è stata ritenuta troppo “eccessiva” da NIS America e dagli organi addetti alla censura, troveremo ad altezza patata, dove si intravedono chiaramente le mutandine, una bella chiazza dello stesso fumo viola piazzata lì, forzatamente. E sarà impossibile non notare quanto la sua presenza sia decisamente forzata, in quanto non sarà proprio della stessa tonalità della nube viola presente anche nella versione giapponese: è infatti più accesa, non proprio della stessa densità e non assomiglierà a del fumo, ma più a una macchia di colore buttata lì. Per quanto riguarda l’audio invece, durante la motivazione, in origine le ragazze avrebbero dovuto gemere ed emettere versi ambigui. I giocatori hanno la possibilità, tramite l’apposita opzione, di tappar loro la bocca con l’apposito bavaglio per evitare rumori molesti. Ovviamente, nella versione occidentale, questa funzione risulterà utile quanto avvitare una lampadina con una banana dato che, come ho già detto, il publisher ha deciso di eliminare totalmente il doppiaggio di queste scene. E quindi, cosa riusciremo a sentire in questi frangenti? Esatto! Una beata minchia.

Vince la censura

Inizia a esserci un po' troppo fumo da 'ste parti...

Inizia a esserci un po’ troppo fumo da ‘ste parti…

Personalmente, sono rimasto molto deluso da quanto appena descritto, ma non prendetemi per il solito pervertito! Semplicemente, questa è la caratteristica principale che contraddistingue questo gioco in mezzo all’immenso panorama di RPG nipponici, quel qualcosa di “diverso” che lo rende particolare ma che si è scelto di censurare brutalmente. Esatto, brutalmente, perché manco l’han censurato bene. Non starò qui a dire che per noi italiani è persino inutile pensare di censurare certe cose, dato che ci becchiamo il topless della Moric in prima serata su Scherzi a Parte, quindi un paio di mutande e un mezzo seno, probabilmente, sarebbero il problema minore, ma personalmente ho sempre odiato censure o simili che andassero a modificare e rovinare l’opera originale; mi sembra stupido trovare scuse ancor più inutili per dover effettuare tagli, dato che titoli come SENRAN KAGURA continuano ad essere tranquillamente pubblicati in tutto il loro splendore. Essendo il fanservice una caratteristica fondamentale di questo gioco, reputo che la censura lo abbia gravemente penalizzato, così come penalizzerebbe qualsiasi altro titolo malamente rattoppato da troppa nebbia.

"CENSURA! Sì! Censurate tutto!"

“CENSURA! Sì! Censurate tutto!”

Parlando in termini di grafica, la parte esplorativa è la tipica di Nippon Ichi, e la parte relativa alle battaglie potrebbe sembrare realizzata in maniera troppo semplice, ma risulta ugualmente apprezzabile ed è in grado di catturare l’attenzione del giocatore su tutto ciò che il gioco mette a disposizione, in tutto e per tutto un degno porting su PlayStation Vita della versione PSP. Buono anche il lato audio del titolo, con brani che riescono a rappresentare al meglio le varie zone dei dungeon in cui ci troviamo e delle musiche bizzarre quanto basta durante le sessioni di motivazione delle ragazze. Peccato per il doppiaggio mutilato dalla censura: nonostante non sia qualcosa di strettamente necessario è pur sempre un elemento in meno rispetto all’originale.

A chi consigliamo CRIMINAL GIRLS: Invite Only?

Se non siete amanti degli RPG graficamente troppo elaborati ma adorate farvi coinvolgere da una bella storia, belle meccaniche di gioco, quell’ingrediente un po’ osè e una difficoltà di tutto rispetto, allora vi consiglio caldamente di recuperare CRIMINAL GIRLS: Invite Only.

Se invece cercate una grafica spaccamascella, un gameplay liscio come l’olio dall’inizio alla fine che non necessiti di grinding costante perché proprio non c’avete voglia, o se semplicemente la questione censure non vi va giù, scappate a gambe levate.

  • Una storia interessante
  • Difficoltà ben bilanciata
  • Tante meccaniche davvero apprezzabili

  • La dannata censura (nonostante il PEGI 18)
  • Longevità non proprio elevata
  • La grafica delle battaglia è troppo essenziale
CRIMINAL GIRLS: Invite Only
3.5

Un titolo promettente, deflorato dalla localizzazione

Voglio essere sincero: nonostante precedentemente non abbia mai capito come prendere questo titolo o cosa aspettarmi da esso, mi sono ricreduto dopo averci giocato. CRIMINAL GIRLS: Invite Only è un titolo molto divertente e simpatico, che riesce a prenderti e a conquistarti nonostante la scarsa longevità. Anzi, quasi dispiace, perché a quete ragazze mi ci sono affezionato (inserire BGM “lacrime napulitane”). Nonostante le poche pecche, a cui comunque ci si riesce ad abituare senza problemi, il fattore censura non riesco proprio a mandarlo giù. Può non essere un grande problema, può non risultare strano per alcuni di voi, ma veder stravolto un videogioco (o una qualsiasi altra opera) proprio nel punto in cui risiede la sua particolarità, è veramente triste. Nonostante tutto, ci tocca accettarlo così com’è, se proprio non vogliamo importare la versione giapponese e sacrificare la comprensibilità dei dialoghi di storia. C’è solo da sperare che, la prossima volta, smettano di essere così dannatamente allarmati per un paio di mutandine in bella vista. Manco si trattasse di un porno.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.